“Nessuno Escluso”
I.C.S. "G. Pascoli" - 28.05.2005
Se
giochiamo al lotto, sicuri di vincere, abbiamo una sola possibilità su milioni
di riuscire, se si ha la pretesa di giocare una cinquina con la certezza di riuscire,
beh, allora si può rasentare la follia, anche se può succedere… ma quando
questo avviene occorre prendere in seria considerazione un forte contributo
esterno della fortuna.
Noi,
questa sera, abbiamo fatto l'en plein perché
abbiamo avuto dalla nostra parte la provvidenza, la costanza, la certezza di
aver vissuto il nostro tempo alla ricerca del divenire, della onestà
intellettuale, della correttezza nell'impegno.
Il
tempo rimane il grande galantuomo di ogni epoca, di ogni esistenza, di ogni vita.
Siamo consapevoli di dover essere riconoscenti a qualcuno se abbiamo avuto la
fortuna di incontrarci, guardarci, abbracciarci e stringere,
contemporaneamente, la consapevolezza che l'educazione è il tempo, è la vita, è
il nostro stesso domani, ma è soprattutto il nostro passato.
Ritornare
in questo luogo è sempre stato motivo di gioia per me, specialmente quando si
passa per rinnovare un impegno e rinsaldare un rapporto consapevole e libero.
Forse
non tutti sanno che i ragazzi dei vecchi corsi H e G sono stati miei alunni
diretti nel lontano a.s. 1982-83. Qualche anno fa sono ritornato in questa
scuola, per presentare una personale del prof. Daniele Galeone e in
quell'occasione ebbi ad elogiare una persona che ha lasciato una impronta
indelebile nella scuola ed ha segnato quanti lo hanno conosciuto per il suo
spessore culturale.
Siamo
qui riuniti in uno spazio che porta il suo nome: Vincenzo Crisigiovanni.
A
seguire un rinnovamento di presenza che sembra conferire continuità ad una
tradizione spirituale che segna, e come, i rapporti tra le persone e la
continuità del pensiero. In questa continuità ho ritrovato la prof.ssa Silvia
Abeille, mia collega dei tempi passati al liceo linguistico Maritain e amica di
sempre, attualmente impegnata in un vicariato prestigioso, e la prof.ssa Angela
Lucia Buonsanti, collega di corso e di alunni eccellenti di una scuola
particolare, esattamente l'anno precedente al mio servizio in questa scuola.
Non
credo che siano casualità, ma se il caso è l'ordine delle cose e dei pensieri,
allora conviene ringraziare qualcuno per il dono di aver vissuto i propri
giorni nella armonia più perfetta del divenire, accompagnati da quanti
rappresentano il nostro domani e il futuro di tutti: i cuccioli d'uomo, come li
chiamava il Preside.
Ognuno
di noi ha una missione da compiere per un bene collettivo, altrimenti la vita
non avrebbe senso di essere.
"Nessuno
escluso": I ragazzi ci raccontano le loro esperienze e le loro conoscenze,
mettendo in evidenza i valori della solidarietà, della diversità, del rispetto
della persona. La buona volontà, la perizia e la politica e la partecipazione
dei genitori hanno fatto il resto, e cioè hanno permesso la realizzazione e la
stampa di una pubblicazione per i tipi della Fumarola Editrice di Taranto,
grazie anche al contributo della Amministrazione Provinciale, Assessorato alle
Politiche Sociali retto dal concittadino Stefano Fabbiano, allo stesso editore
Emanuele Fumarola ed ai genitori titolari della SAMI Costruzioni di Quaranta e
della Mediterranea Costruzioni
All'interno,
oltre agli interventi della Dirigente Scolastica Maria Teresa Massara, della
coordinatrice prof.ssa Buonsanti, si possono percorrere tre diversi itinerari
letterari: il primo (I ragazzi raccontano) riguarda i racconti dei ragazzi e le
loro esperienze dirette con i bambini extraconunitari; il secondo (La poesia
dell'anima) riporta la ispirazione poetica dei giovani studenti, mentre il
terzo percorso (Nessuno escluso) sono dei sistemi modulari di studio sul
diritto dei bambini, e sì perché questa pubblicazione, pur edita, riporta un
prezzo simbolico di solidarietà che andrà a favore dell'Unicef.
Prefazione
Leggendo le considerazioni dei ragazzi del comprensivo "Pascoli" di San
Giorgio Jonico, nella forma poetica e narrativa, si ha l'impressione di
ascoltare un coro di voci che appartiene ad un mondo altro, un mondo celeste,
un mondo divino; sei attratto dalle loro considerazioni al punto tale da non
sentirti più in grado di continuare l'ascolto perché, improvvisamente, hai
realizzato la consapevolezza di non meritare il loro sguardo, tanto meno di
suscitare il loro sorriso.
Rimani
in quello stato e cerchi di pensare alle motivazioni che hanno originato quelle
candide riflessioni, provando imbarazzo, quasi vergogna perché avverti quelle
voci di dentro che cominciano ad interrogarti, responsabilizzarti,
colpevolizzarti per le tante negazioni, sottrazioni dei doveri, divisioni dei
valori, moltiplicazioni delle scelleratezze.
Poi
pensi anche ai dittatori, ai trafficanti di bambini, e di uomini in genere;
pensi ai semplici politici, molto spesso mediocri e corrotti, che consentono un
percorso frastornato al vivere nel progresso.
Il
frastuono è tale che non riesci più a definire la voce pacata dallo strillone,
la riflessione dalle grida, l'educazione dalla stupida arroganza. Il risultato
è che molto spesso ormai non si distinguono e non si riconoscono le stesse
voci, tanto si sono omologate nella mediocrità.
Hai
bisogno di uscire fuori e di ricreare la serenità per ricercare il silenzio e
riorganizzare la riflessione.
E'una
lezione pesante che devi assorbire!
I
ragazzi ci accusano! Hanno ragione perché non permettiamo loro di conoscere la
realtà, di comprendere l'agire di certi uomini che segnano il percorso della
vita di molte persone, di avviarli al cominciamento della comprensione degli
accadimenti che hanno radici diffuse nel tempo ed appartengono al presente,
riuscendo a condizionare pesantemente il loro e il nostro futuro.
I
nostri ragazzi ci hanno posto seri interrogativi con i loro scritti, ma ci
hanno anche messi di fronte a delle responsabilità. Dicono che non li
comprendiamo (In questo paese non c'è nessuno che mi comprenda.), che siamo
insensibili (Ci sono momenti in cui l'anima è in ginocchio), che non li
ascoltiamo (Mi chiedo oggi cos'è l'amore, il mio cuore
risponde"soffrire")!, che li sfruttiamo... e ci dicono tante altre
cose che non riescono a risolvere se non ricorrendo alla magia, al sogno, alla
bacchetta magica, alla fatina azzurra che è sempre li ad ascoltare. I ragazzi
si rifugiano nell'esoterico per trovare comprensione e felicità, quella
felicità che nessuno ha il diritto di negare ad un bambino (Mi chiesi un giorno
cosa fosse l'amore,il mio cuore rispose "gioire"!)
C'è
da abbassare il capo e andare a ritrovare quel coraggio minimo di uomo per fare
il mea culpa e per giudicarsi, almeno per una volta; interrogarsi sul chi
realmente siamo. I figli saranno precisamente quello che noi siamo dentro se
non continuiamo a costruire i veri valori della vita.
Quasi
sempre i loro pensieri sono delle preghiere, ma noi più grandi abbiamo il
dovere di ascoltare i loro battiti del cuore più lenti per avere la speranza
che saranno almeno come noi.
L'Unicef
nella progettualità educativa va oltre, va molto oltre i contenuti dei
programmi scolastici perché va a toccare le corde adulte del vivere civile e
conferisce istruzione con il solo richiamo ai valori più semplici della vita,
ma quelli più veri ed eterni.
I
ragazzi ci chiedono ascolto, poi comprensione, poi affetto e amore per sempre,
per divenire adulti e possedere quella necessaria sicurezza per affrontare le
difficoltà attuali, le avversità dirette alla loro persona e accompagnarli in
un mondo in cui vivere è l'impegno principale della giornata, della vita, del
dono di Dio. Quando l'autonomia si traduce in operatività adulta, la scuola
assume un ruolo determinante e insostituibile perché realizza quel collegamento
tra la società e l'istituzione, tra le conoscenze e l'istruzione. L'importante
è che torni a regnare la cultura e la consapevolezza per ridare, come in questo
caso, quella vernice dovuta ad una istituzione che ha il compito di istruire.