Nicola Millardi
“Leporano
– Antichi usi e costumi”
Nella
vita di ogni giorno viviamo momenti e appercezioni che si rinnovano, o che
abbiamo già vissuti e vediamo
transi-tare con maggiore o minore apprensione, intensità interiore e
diversa capacità di osservazione.
Vivere
il giorno significa considerare il passare del tempo; vivere la storia
significa, invece, dare senso alla vita ed accrescere quella spiritualità
interiore che è scrigno segreto ed inoppugnabile della verità dei fatti. Ieri è
il passato dell'oggi; oggi è il passato del domani, il tutto in un crescendo
sensoriale che non avrebbe il fascino delle radici se non ci fosse la costante
divina del divenire. L"uomo semplice d'oggi forse è più colto dell'uomo
più colto del passato, ma questo avvalora la tesi dell'importanza perenne dell'
attrazione del passato. Quanto poi alla sensibilità moderna, e mi riferisco a
Nicola Millardi, senza piaggeria e senza rispetto per l'età, ma per convinzione
acclarata del valore suo interiore che si irradia dal passato al futuro, allora
devo cogliere la estrema sua bontà nel considerare, riferire, commentare,
riportare alla luce quegli antichi valori che hanno retto e sorretto la persona
umana nel tempo della vita dell'uomo, quel tempo che gli antropologi hanno
definito come periodo dell'uomo forte ed hanno atteso che si costellasse di
diverse individualità.
Nicola
Millardi tratta la storia con nostalgia, quella nostalgia che ti avvolge quando
la persona amata è lontana, quando ti immerge nella tristezza di riflessione,
quando ti travolge di affetto e ti fa sentire persona importante al punto tale
che non puoi allontanarti e nemmeno distrarti. Il passato è simile alla persona amata per
Millardi che lo vive con I'afflato tutto
personale che si sparge e illumina tutto; è il grande mobile dell’universo che non soccombe all’ira del tempo, né al
vociare chiassoso della gente, ma recupera l’anima profonda e la stende come un
velo di protezione sulla realtà, ritornata difficile, contemporanea.
Allora
la famiglia, la casa, la corte e soprattutto la moglie: figura monumentale
nella vita dell’uomo buono di tutti i tempi, rappresentano i geni della
creazione di Dio dalla quale si sprigiona la gioia, il godimento, la pace che
sono i fondamenti di una esistenza costruttiva e ornata di presenze virtuali e
di soggetti utili alla crescita della società e della gente.
In
questo senso l’opera di Millardi possiede il grande merito di aver dato voce forte al passato, ma con la nostalgia di
un amore grande che è fonte di benessere per la comunità al punto di poterla
considerare una branca della filosofia naturale. La conoscenza dell’ambiente
può produrre nuovi ordini e creare una realtà supplementare in grado di
procedere autonomamente. Il rispetto del passato è un atteggiamento
irrinunciabile, per cui lo scrittore non deve mai porsi come autorità, ma
mantenere una condizione vhe gli consenta di divenire strumento di rivelazione
di una autorità superiore.
Nicola
Millardi suscita proprio questa sensazione… e non è poco.