Maddalena Corigliano Bivona

"Frammenti lirici"

 

copertina morciano.jpgDiscreta, dignitosa, persona per bene, Maddalena ha voluto, con prudenza, pubblicare alcuni dei suoi pensieri, appartenenti alla sua intimità, per farli conoscere, per poter incontrare momenti comuni di considerazione e di riflessione.

 

La considerazione rimane una impresa ardua in questo nostro ambiente, fatto di distruttori, facili denigratori e di caporali per caso, molto meno di persone umili e capaci di considerare, di perone per bene, appunto, come la signora Maestra ha dimostrato di essere nel momento in cui ha deciso, non senza esitazioni, di parlare.

 

La riflessione rappresenta invece un passaggio obbligato per poter riprendere il nesso del discorso, recuperare la razionalità perduta, sentirsi parte attiva di un processo di dialogo che va sempre più perdendo la carica espressiva e significante.

 

Non so se simili pubblicazioni riescono a risollevare le sorti della sventura intellettuale che caratterizza le nostre comunità meridionali, di certo non è più possibile considerare un ambiente soltanto dal punto di vista della piazza e del populismo, ma tanto meno dal punto di vista delle gerarchie del bisogno sociale che finiscono con l'essere un diritto personale piuttosto che un servizio di tutti.

 

Vedete, non siamo avvezzi alla scrittura, alla poesia, a considerare il valore della parola, ma guai a quella comunità che non possiede una anima scritta. Non c'è più tempo per il racconto, non c'è più possibilità di sedere attorno ad un braciere per sentire le favole, non c'è più il tempo per dialogare. La parola scritta riprende il suo autorevole ruolo di definizione della storia, della persona e della comunità, di caratterizzazione di un modo di vedere e sentire le cose, di recupero dell'etica storica e sociale di un popolo.

 

Lizzano sta venendo fuori con le sue voci migliori, più sensibili, più autorevoli, forse per contrastare altro che non lo onora, ma ritrovare la consapevolezza della diversità è fatto che prelude la salvezza spirituale.

 

Nell'epoca del terrore non ci è consentito indugiare, adagiarsi a primi della classe con gli ultimi della società, non considerare le avversità che possono annullarti in un secondo; in questo tempo c'è bisogno di gente responsabile, coraggiosa, che sappia dire quello che pensa, che sappia denunciare, che sappia suggerire per correggere. Il resto è questione obsoleta, che non ci interessa più, che non serve a niente, anzi ha avviato quella lenza e sottile distruzione interiore del valore delle cose e delle persone.

 

La Signora Corigliano, da donna forte, ha alzato la testa e ha fatto le sue considerazioni, se volete anche da maestra autorevole, e ci ha parlato del tempo, ma non solo.

 

Incontrare una persona che ti parla del tempo, in un momento in cui viene poco considerato, apprezzato, vissuto, è come ritornare a pensare alle cose che danno senso alla vita, alle occasioni, tante, che si succedono per cercare di inanellare un percorso esistenziale possibile per poter dire che "si è vissuto".

 

Il tempo altro non è che l'immagine speculare della propria esistenza, delle occasioni mancate, di quelle sfruttate e di quelle che ti hanno ingannato e travolto; il tempo può essere il tuo comportamento, le tue azioni, la tua impreparazione, la tua elevazione, la tua distruzione.

 

Il tempo è il grande maestro di vita.

 

Fa paura il tempo, perché effimero e fugace, ma assume sembianze di serenità se ti è amico, e sembianze di impostore se ti è nemico, ma sempre rimane fermo nella sua eterna galantuomeria.

 

Alla fine è lui, soltanto lui, che recupera il senso della legalità, della tranquillità, della soluzione di ogni problema, pur sempre solvibile, dell'uomo.

 

Se si avesse la forza di considerarlo in ogni suo aspetto ed in ogni occasione che ci vede coinvolti, forse si potrebbe recuperare il senso della regola e non ingannare sé stessi, prima degli altri.

 

Il tempo è l'orologio dell'uomo ed ogni minuto scandisce la sua evoluzione e la sua entità.. Tutto è presente continuo, ma può anche essere divenire se si ha la forza e la capacità di considerarlo; quando questo non avviene il percorso che si presenta è preciso e netto: quello che ti è stato imposto!

 

Altre espressioni temporali convergono nella definizione dell'uomo, ma se non si ha la forza di distinguerle e di codificarle, finiscono col sovrapporsi e col metterci eternamente in ritardo.

 

Sul piano della sensibilità ecco allora che si creano problematiche che diventano pesanti col passare degli anni, ma creano anche forti occasioni di riflessione e di volontà di recupero di ciò che ci è sfuggito e ci ha fatto male.

 

E' capace di avviare quella catarsi che è ricerca del passato, ricerca di sé stessi, fino a sublimare il rimorso, il pentimento per ricercare il compiacimento.

 

Maddalena Corigliano ha vissuto il suo tempo con malinconia, ma ha saputo recuperalo alla considerazione ed alla riflessione, sino a renderlo protagonista unico della sua esistenza e porlo a confronto per una verifica spirituale e umana in una ora importante della sua vita.

 

Non è facile ritornare sulle cose passate senza essere colti dalla tristezza, che pur emerge fortemente, ma si tratta di una tristezza che esprime maturità e forse anche dispiacere per non essere giunta agli appuntamenti importanti della vita in maniera preparata.

 

Ma si sa, l'uomo del Sud non arriva mai preparato agli appuntamenti della vita perché quel passato, dal sapore antico, ha incrostato la sua anima e la sua coscienza.

 

Quasi sempre "Torna la nostalgia del tuo tempo ed i ricordi irrompono nel rimpianto"

 

Alla tristezza si aggiunge la nostalgia che, lungi dall'essere sereno giudizio ed esame di coscienza, appare come un grido di dolore, di rabbia, di rimorso.

 

Il silenzio sembra allora dominare i pensieri della poetessa in quanto appare l'unica possibilità di dialogo e di recupero della memoria biografica, ma anche e soprattutto della memoria storica umana, e si perché nel silenzio si è costretti, molto spesso, a ritrovare ciò che rimane di sé stessi e della propria identità.

 

Anche le tenebre diventano silenziose e in esse viene meno persino la capacità inventiva dei sogni per cui il risveglio avviene con baci di carta e bambole rotte poiché anche il cuore è stato sepolto.