Luana Gani Alessano
“Nicco per sempre”
Salone
degli Specchi – Comune di Taranto 8.9.2011
Percorri
viali affollati; urti ora questa o quella persona, ma difficilmente incontri qualcuno.
Poi capita di girare lo sguardo, di capire, di comprendere il mondo immenso che
è proiettato su un viso e capisci di avere incontrato qualcuno che la sorte ha
voluto donarti per arricchire anche il tuo, ormai pesante, fardello di vita.
Quel
fardello, impropriamente pesante, ma sempre capiente, è pronto per essere
aperto e contenere la evoluzione del bello, del sapere, della conoscenza, della
vita, sempre, per trasmettere agli altri la propria esperienza profumata
dall’incenso della eternità. Forse sarebbe questa la mission
dell’uomo!
Pensiamo
sempre che le cose capitino agli altri, invece dobbiamo pensare e credere che
tutto quanto capita ad un altro è come se capitasse a noi in quanto è parte
della possibilità che la vita ci offre per essere consapevoli delle avversità,
come delle fortune. Dovrebbe poter accadere, in ognuno di noi, ciò che accade
in molti quando seguono un evento sportivo, un matrimonio principesco, una love
story di personaggi famosi; ci sentiamo tutti degli eroi, dei principi, degli
attori. Bene, dovremmo anche cercare di sentirci parte in causa delle sfortune
e cercare di capirle per trarre, da esse, le positività e la razionalità che
alimenta la sapienza.
Capita
spesso di sentire narrazioni che evocano esperienze personali e ci offrono la
conoscenza di lati particolari del vissuto o di atteggiamenti insoliti che
difficilmente ci potranno capitare di vivere,
Sapere, però, che esistono ci lasciano in parte preparati e, in un certo
senso, protetti, visto che la conoscenza è mezzo sapere. Ci sono esperienze che
coinvolgono la vita intera e creano un mondo che difficilmente avremmo mai
conosciuto e arrivano a cambiarci la vita, ma anche a donarci una
consapevolezza in grado di creare in noi una idea altra della esistenza che ci porta
a vivere vicino, molto vicino a Dio.
In
questa dimensione si svolge e si snoda il romanzo, che romanzo non è, scritto
da una Mamma, mamma Luana, che fa di esso un motivo fondamentale di vita, della
sua vita, come di quella del suo amato figlio, riuscendo a coinvolgere
responsabilmente anche noi..
La
mamma! Non si hanno parole per descriverla, ancor meno per raccontarla; non si
hanno le capacità per capirla; non si hanno I denari per ricompensarla. La
storia di una mamma è scritta nella vita di un figlio e forse continua oltre,
molto oltre la stessa vita del figlio. A
leggere questo romanzo si ha la sensazione di essere di fronte a due persone
contemporaneamente; scrittrice e protagonista si fondono per ritrovarsi insieme
e continuare, regolarmente, la loro esistenza. Guai a intromettersi nei loro
affari; guai a cambiare l’ordine delle cose; guai a dire che uno dei due non
c’è più, tanto il vero trapianto è stato compiuto dal grande dono e dalla
grande forza dell’amore che solo una mamma riesce a custodire ed a donare al
proprio figlio, il quale, a sua volta, ne viene arricchito al punto da non
avere più paura di niente, nemmeno della stessa morte che porta via la vita, ma
non quella dell’amore e quella dello spirito: quella, cioè, eterna!
Sarebbe
rinato Nicco, in verità è rinato nel cuore della
mamma che lo ha rigenerato e ricondotto alla vita.
Vedete,
solo una mamma è in grado di generare una vita; solo una mamma è in grado di
accompagnarla per sempre nel tempo della sua durata; solo una mamma è in grado
di privarsi di tutto per il proprio figlio; solo una mamma è in grado di
generare due volte il proprio figlio, lo stesso figlio!
Questo
romanzo non ci racconta il dolore di una madre solamente; ci racconta “come è
realmente una mamma”, ma soprattutto “chi è realmente una madre!”
Quella
notte, il grido di Mamma, il respiro, l’infinito e, noi speriamo, la vita
nuova.
La
speranza! Questa possibilità è la nostra unica occasione. Niente e nessuno può dare
o togliere senso alla nostra vita se siamo noi che glielo diamo liberamente,
diversamente non resta che raccogliere quello esterno a noi, che altri hanno
elaborato attraverso credenze e religioni. Solo le divinità potevano dare il
senso della vita e all’uomo non rimaneva che adeguare il proprio pensiero a
quello imposto dagli altri perdendo i legittimi poteri.” Dando senso a sé
stesso, l’uomo da senso al mondo intero. Il senso della vita è legato al
concetto di forza, di bellezza e di sapienza, come si auspica all’inizio e si
conferma alla fine di ogni lavoro. Quanto nella vita viene appreso deve
rimanere nei nostri cuori affinché si possa aggiungere al pre-esistente e poi
al tutto per continuare a costruire la verità e quindi la eternità., per confortare
il concetto del rafforzamento dello spirito e della tenuta della energia
vitale, la vera trasmettitrice e depositaria delle nostre azioni, nella
convinzione che la sua persistenza sia fonte di benessere e di miglioramento
della vita stessa.
Credo
che l’uomo, dedicando la sua esistenza alla ricerca del divenire del senso
della vita, debba svolgere un ruolo determinante nella evoluzione del pensiero
e del modo di vivere: partecipare la propria elevazione spirituale per continuare il cammino verso Dio e portarsi
dietro quanti cadono, giocano, imitano e creano il male. La morte, allora, non
sarà stata vana se continuerà ad esaltare la vita, come questa mamma, quindi
scrittrice, riesce, è riuscita a fare, generando vita dalla stessa non vita.
Gliene siamo grati, la vogliamo ringraziare per essere riuscita a dare a noi la
speranza del domani e la certezza forte di un insegnamento che solo la vita
stessa può conferire alle persone forti e che amano per sempre, anche oltre la
vita!