“Il magico Sud” di Walter Scotti

Comune di San Giorgio J.  – Associazione culturale “Agnini

 

Le vocazioni del territorio, come le ispirazioni dell’uomo,  sono dei grandi capitoli all’interno dei quali poter costruite la sintesi tra l’uomo e l’ambiente, tra l’essere e il dover divenire. L’ambiente può ritenersi la madre dell’uomo e in quanto tale è sempre pronta a custodirlo e ad allevarlo secondo le bellezze della sua immensa natura interiore. Tra l’uomo e l’ambiente si pone l’ingegno che  è il principale deputato a programmare lo sviluppo del pensiero attraverso la propria ispirazione che definiamo arte.

 

Il nuovo  nasce sempre dal passato e si collega al presente affinché beni naturali e beni umani possano divenire rivelazione di civiltà e di forte appello al progresso. Uomo e ambiente, se non interagiscono, non hanno possibilità di sopravvivere e forse nemmeno motivo di esistere.

 

Il giacimento culturale, sia umano che ambientale, deve resuscitare il patrimonio dell’anima, così come quando uno scrittore, un poeta, un musicista, un pittore, come nel nostro caso, riesce ad esprimere tutta la sua interiorità artistica per il piacere di esternare moti interiori in grado di abbellire l’esistenza e di disegnare un percorso adeguato lungo il quale poter vivere la propria presenza, darle un senso e porla a riferimento delle future generazioni.

 

Il tempo avanza indelebilmente, per tutto e per tutti, ed è nostro dovere colmarlo di buona proposizione, di capacità culturale e di miglioramento dei propri ideali e del proprio comportamento, per poter dire di averlo vissuto appieno, ma anche di essere riusciti a trasmetterlo, come da tempo, da molto tempo, va dimostrando l’arte di Walter Scotti. Nell’immaginario collettivo sembra di aver sempre osservato i paesaggi meridionali di Scotti e di averli vissuti. Se si osservano altre opere simili,  viene spontaneo fare paragoni con la sua arte, e si, perché riesce da sempre a rendere il paesaggio che ci circonda vivo ed eloquente e al punto da  rimanere indelebile nella memoria perché  comunica e trasmette tutto il suo fascino.

 

(A volte, leggendo la cronaca, si  ha la sensazione che il tempo cammini a ritroso e che a nulla valgono le indagini, gli arresti, le passate condanne. Certe persone ce le ritroviamo sempre sul cammino della delinquenza e del ladrocinio, del soffocamento della civiltà e del progresso. Non sappiamo perché, ma sono sempre là, fino a farci pensare che siano noi dalla parte del torto o che abbiamo sognato: Tant’è!)

 

L’etica non è mero rispetto della regola, ma capacità di saper trasmettere agli altri la propria cultura per permettere alle generazioni future di contare sui valori della appartenenza. Non staremmo qui a spiegare le motivazioni che portano certi uomini ad esser diversi ed a segnare la storia con la loro arte. Non ce ne sarebbe bisogno!.

 

Come non affermare che la pittura di Walter Scotti svolge appieno questo ruolo propulsore della conoscenza di noi stessi!? L’arte di Walter Scotti appare franca per la volontà dell’artista di voler declinare la pittura in funzione civile. Qualche critico ha affermato che Scotti ha creato una scuola, ha segnato un momento pittorico con quel suo cromatismo che lievita cose e case di questa nostra Puglia.”

 

Sempre in questa direzione, il caro amico e grande scrittore Mimino Fornaro (Mi piace molto ricordalo in questa occasione. Lui che con la natura parlava continuamente.) affermava che Scotti evidenzia un sud dai colori primordiali : azzurro cielo, bianco calce, pelle bruciata, che ricorda la scorza degli alberi, l’odore della terra e gli scogli del mare. Come non riferirsi direttamente alla cose che viviamo, all’aria che respiriamo, alla bellezza cromatica della natura che emerge con tutta la sua possanza interiore e si trasferisce nell’agire dell’uomo, nel pensare di una comunità, nella espressione di una civiltà che ha organizzato e preparato quella attuale, anche se sembra essere ricaduta nell’oblio.  Alle sorridenti case di campagna abbiamo sostituito un fiume di auto, da rottamare e rottamate; al lavoro nei campi, una ricerca altra. Sembra quasi che abbiamo costruito un mondo per gli altri, extracomunitari e non, molti dei quali vivono con dignità quanto noi abbiamo depositato nell’auto sfasciata, ciò che abbiamo consegnato allo sballo e tutto quanto abbiamo delegato per procurarci  sensazioni ed emozioni di vita. Non siamo più capaci di emozionarci! Dimentichiamo tutto, anche le cose importanti, pur di primeggiare senza senso.

 

La cultura è conquista quotidiana che ricerca la salvezza e non può, contrariamente alla idea comune, starsene in disparte e attendere. La divulgazione e la diffusione sono dei compiti importanti che l’uomo stesso deve perseguire per tenere alto l’orgoglio umano e interagire con l’impegno civico e il senso della appartenenza. In questo senso il tempo rimane eterno galantuomo e conferisce qualità alla vita.

 

L’arte di Walter è tutta tesa a sviluppare questo motivo propulsore di esaltazione dell’ambiente e di coloro i quali lo hanno abitato e lo hanno respirato.  Guardare le opere di Scotti significa essere colti primariamente da quella sua facilità di esprimersi e di far parlare ambienti di un tempo che fu, per rinnovare il presente, o meglio per conferirgli un valore aggiunto.

 

Piacciono i colori, piacciono le ombre, piace la luce, piacciono i soggetti, ma soprattutto piace sorprendersi di rivedere spazi e scene del passato che diventano un unismo con la terra che calpestiamo, le case che abitiamo, il sole che ci riscalda, l’aria che respiriamo.

 

Il messaggio principale vuole essere questo: “Ambiente e ispirazione divengono un tutt’uno per la ricerca delle potenzialità del rinnovarsi attraverso la verità di forme che la luce e la ricerca riescono a rivelare, anche attraverso le ombre.”

 

Walter si immagina egli stesso viandante e contadino iniziando un percorso attraverso i sentieri di campagna, la civiltà rupestre e i possenti muri a secco che per generazioni hanno rappresentato il confine della proprietà, ma anche il modo diverso di intendere la proprietà e di coltivare la terra. In questo viaggio attraverso il profondo sud Walter cerca di scoprire il confine tra la natura e la mano dell’uomo, ma ancora, tra la mano dell’uomo e il suo modo di pensare e di vivere la condizione contingente senza dare segni di sofferenza e senza essere travolti dalla modernità che pur incede inesorabile nel suo cammino di trasformazione.

 

Scotti, a questo punto, si crea pensatore e attinge dalla stessa natura, supportato e guidato dalla sua ispirazione; i colori che rappresentano la espressione vera degli oggetti che lui dipinge e delle persone che lui immagina e delle instancabili contadine che rientrano a casa, la sera, a piedi, al massimo in compagnia di un asinello, e con sul capo il prodotto ricavato o raccolto nei campi (legna, cipolle, muscari, verdura) per il sostentamento e per riunire felicemente la famiglia attorno ad una tavola, povera, ma ricca di profonda spiritualità. I colori, o meglio la luce e le ombre, sono per Scotti la vera origine della sua ira che trova pace soltanto nella compassione. Per noi sono le ricchezze inalienabili dalla natura che solo l’arte riesce a rivelare.

 

Quella trasparenza,  distesa dal colore sulla tela e e da questa trasferita al fruitore è la sua rabbia per un mondo scomparso che ha lasciato poco, molto poco, alle future generazioni.  Lui è stato sempre convinto che con la luce e le ombre, la bellezza del paesaggio e la storia dei nostri predecessori avremmo potuto costruire un mondo certamente migliore e capace di contenerci senza paura e senza insicurezza per il domani.

 

La memoria, i segni della memoria, le tradizioni, la storia, il pensiero devono poter concorrere alla elaborazione e costruzione  della programmazione della realtà nuova, e camminare con noi.

 

In questo senso, il passato, i luoghi caratteristici, la scuola, la società civile, le discipline, le esperienze personali e quelle sociali rappresentano il piano sul quale devono potersi incontrare le esigenze del nuovo per poter spingere ogni individuo ad effettuare ulteriori elaborazioni. La pittura è come la fotografia: immediata e di globale fruizione, e rimane senza tempo.

 

La terra, la nostra terra, ci dona l’ispirazione artistica e ci rinnova il conforto della creazione, ma anche il suo lato affettivo attraverso il suo carattere fortemente storico, caratterizzante sia in termini di glorioso passato che di  presente da ripensare  in relazione alle esigenze ed alle necessità per vivere bene: il tutto naturalmente intriso di diversità, di storia, di divenire dinamico, di arte pittorica che lascia indelebili la ispirazione dell’artista.

 

Chi non possiede in casa un quadro che riproduce l’ambiente caro di un tempo? Basta osservarlo per ritrovare immediatamente legami con il passato e con il proprio ego per ridestare sensazioni nuove, ma anche educative e costruttive.

 

Walter sa bene che il rispetto dell’ambiente e della natura è un atteggiamento irrinunciabile, per cui l’artista, il ricercatore, il pensatore devono saper trarre ogni divina verità dalla rivelazione della storia naturale e umana.

 

Il bene ambientale mantiene e conserva una condizione che ci consente di  studiare  l’autorevolezza superiore che è conservata in esso. In questo senso, il solo ammirare l’ambiente diventa una espressione dell’arte e la conoscenza del paesaggio potrebbe essere considerata una branca della filosofia naturale.

 

Non bisogna modificare a proprio  piacimento l’opera di Dio e degli uomini, ma lasciarsi guidare per scoprirne il “nirvana”, come solo l’arte è capace di fare, e per considerare ulteriormente la necessità di conservare e di riconoscere chi e che cosa ci permette di vivere l’esistenza nella soavità.

 

Ciò che si evidenzia subito nell’arte di Walter Scotti, è questa caratteristica affettiva dei luoghi.

Bisogna recuperare il valore psicologico per sentirci parte unita, come soltanto la pittura, l’arte in genere, riesce a fare…

 

Non bisogna essere geni per capire il valore dell’ambiente, ma possedere qualcosa di diverso dalla semplice intelligenza e possedere un fortissimo istinto in grado di indurci a descrivere le cose che amiamo, non per la fama, né per il bene, né per ottenere qualche vantaggio, ma un istinto simile a quello che ci induce a vivere meglio, coscienti di aver racchiuso nella memoria i motivi caratterizzanti di un luogo capace di suscitare il risveglio della storia e della stratificazione dei comportamenti e atteggiamenti dell’uomo.

 

E’ bello ammirare le opere di Walter! Ci si ritrova, ci si immagina parte integrante, si viene spinti a pensare bene, alle cose belle della vita, sia quelle materiali, che materiali non lo sono mai, che quelle spirituali che nutrono continuamente il mondo e grazie alle quali è possibile continuare ad amare la vita. L’ambiente diventa un tutt’uno con il resto della vita, con l’uomo, ma anche con le abitudini, i costumi  di un popolo, ma soprattutto quella serenità interiore che pervade e permea cose e persone. Forse in questo è possibile notare la continuità di una magia, la magia del Sud di Walter Scotti.