Luciana Cucci
“Le luci, i colori e i fiori della nostra estate”
Leporano - Castello Muscettola 21.07.2007
1. C’è
un sentiero nuovo che si va delineando nel percorso della formazione umana per
tutti, ed è il sentiero della interazione continua tra i cittadini, le
istituzioni formative e la società civile. Alla luce delle tante calamità
sociali, dei crolli dell’uomo, della fievole tenuta di molte istituzioni, la
ricerca di una educazione permanente pare sia la sola possibilità per
recuperare l’uomo moderno e riprendere a camminare in sua compagnia.
Questo
significa che così come tutti disponiamo dei generati tecnologici e meccanici
che la scienza ci propone, così dovremmo tutti servirci della ricerca e del
progresso umano e culturale di quelle, per fortuna tante, persone che svolgono
nella vita attività tese a elevare l’animo di tutti ed a costruire la capacità
di vivere secondo i tempi. E’ questa la vera scommessa del presente per non
cadere vittime di non importa quale innovazione che la ricerca ci propone,
inclusi i surrogati peggiori che la fragilità dell’animo umano spesso ci
riserva in termini di errati sentimenti e atteggiamenti personali.
In questo senso uomini e istituzioni
avrebbero, hanno, il dovere di interagire continuamente per un solo obiettivo:
adeguare il cittadino ai tempi e renderlo capace di risolvere i tanti complessi
problemi della contemporaneità, ma forse anche per capire gli altri ed essere
più riparati dagli intrighi burocratici e cavilli giudiziari.
La
scuola dell’autonomia batte fortemente questo cammino e (è questa l’ultima
novità) si va ponendo il problema di come far interagire, nel curricolo
scolastico, i programmi tradizionali con lo studio dell’ambiente in cui si vive
e ci si forma. Interessante, molto, la proposta della Commissione Ceruti sul
Curricolo nella scuola dell’autonomia che pone l’ambiente a speciale
riferimento nel percorso formativo del cittadino.
Le
vocazioni del territorio, come le ispirazioni dell’uomo, sono dei grandi
capitoli all’interno dei quali poter costruire la sintesi tra l’uomo e
l’ambiente, tra l’essere e il dover divenire. Uomo e ambiente, se non
interagiscono, non hanno la possibilità di sopravvivere e forse non avrebbero
nemmeno motivo di esistere. Da soli non contiamo niente, in due è già possibile
avviare una rivoluzione!
Come
non stimare il fatto che altre presenze culturali svolgono appieno il ruolo
propulsore nella formazione e nella conoscenza dei cittadini moderni!?,
declinando l’arte in funzione civile. Come non riferirsi direttamente alle cose
che viviamo, all’aria che respiriamo, allo splendore cromatico generato dalla
convergenza dei tanti fenomeni della natura che emerge in tutta la sua possanza
interiore e si trasferisce nell’agire dell’uomo, nel pensare di una comunità,
nella espressione di una civiltà che organizza e prepara quella continuamente
quella futura, custodendo e alimentando l’orgoglio del passato espresso
dall’agire di ogni uomo. La cultura, come la sua divulgazione, è conquista
quotidiana che ricerca salvezza e non può, contrariamente alla idea comune,
starsene in disparte, o essere scioccamente messa da parte, rendendola un bene
per pochi e non respiro per tutti.
2.
Questa premessa per interagire meglio, in questa calda sera d’estate
all’interno di un Castello che continua a far vivere il meglio del suo passato,
arredato dalla ispirazione artistica di Luciana Cucci che proprio dall’ambiente
trae la sua più intensa forza ispiratrice, dandogli il senso dell’attualità e
facendolo interagire con il nostro pensiero per recuperare pezzi di vita
passata e il senso del vero che non inganna. L’ambiente, i colori e le luci
permettono di ricreare un ambiente suggestivo e ispiratore che donano dignità
alla persona attraverso le sue intuizioni. Ogni intuizione è un mossa
intellettuale e senza l’intelletto rimarremmo alla pura e semplice sensazione
che potrebbe essere simile al piacere o al dolore, diversamente sarebbe
soltanto un alternarsi di condizioni prive di significato e quindi non sarebbe
una conoscenza.
L’intuizione,
come conoscenza e come ragione, appartiene soltanto al genere umano e quindi
pone l’uomo nella qualità necessaria di agire secondo un piano di logica e di
riflessione dal quale emerge il bello, la morale e l’etica. “L’uomo porti con
se la reale convinzione che i colori di cui gli oggetti gli appaiono rivestiti
sono assolutamente soltanto nel suo occhio.” Lo diceva Schopenhauer per
invitarci ad osservare e conservare.
Questa
esposizione di opere pittoriche è una occasione per ricordare che ognuno di noi
può essere osservato e fruito per arricchirsi e arricchire gli altri: una forte
occasione di vita in quanto si sviluppa
una sottile partecipazione e comunione di riflessione, in quanto non è semplice
partecipazione o presenza massificante, ma interazione continua e subliminale
tra ascolto, visione e condivisione. La conoscenza dell’intuizione di altri
diviene nostra intuizione e nostra ragione per costruire la sapienza irradiata
dalla bellezza.
Questo
evento artistico vuole anche essere una occasione per sottolineare che le
mostre non vanno soltanto viste, ma guardate e, soprattutto, osservate, così
come osserviamo, raramente, una persona interessante, o, quasi sempre, un
oggetto nuovo (avete notato come ci è stata presentata la nuova 500) sempre più
simile ad un evento regale, ma soltanto perché di regale è rimasto soltanto
l’utensile che riesce persino a trasformare la nostra esistenza, addirittura il
nostro carattere. Alla fine ci fanno credere davvero che l’oggetto è più
importante della persona.
Ma
non ho ancora parlato di Luciana Cucci. Si ho parlato!
3. Allora,
ecco Lucana Cucci con la sua ricerca, il suo mondo, il suo colore, il suo
grande linguaggio della natura in un ambiente che dalla natura ha tratto il
meglio di se e Luciana vuole renderlo regale con i colori e le luci della sua arte e della nostra terra, in una serata
di questa nostra splendida estate leporanese.
Luciana viene da lontano, da molto
lontano, e questo suo modo di essere è il frutto antico della privazione e
della sofferenza che ha attinto dal passato per renderlo forte e duraturo, per
tradurlo in gioia di vita in questa terra che sua non è, ma che le appartiene.
Messaggio molto accorato. La terra che si ama è quella che ti accoglie e ti
custodisce, assieme alle persone che ti vogliono bene!
La
pittura di Luciana Cucci non è "letteraria", ma è quanto di più
"mentale" si possa vedere per quella sua capacità di caricare e amplificare
in valenze simboliche oggetti comuni e reminiscenze del tempo o di sogni, colti
nella illogicità delle apparenze, ma pur sempre costruttori della ponderazione.
Un'opera
d'arte, per rimanere nella memoria, deve tendere oltre i limiti dell'umano e
giungere in prossimità del sogno, dove ha sede il nostro ego che ci aiuta a
rispondere alle esigenze inalienabili del mondo spirituale. E’ possibile
costruire il sogno con i colori e le luci di Luciana!
I
colori. I colori sono come le idee ed assumono significati diversi a seconda
dell’età. Si formano, si definiscono, si realizzano. Nei disegni dei bambini
notiamo la presenza dell’argento e dell’oro, difficilmente presenti nei disegni
degli adulti. Poi compare il viola che indica il desiderio di fare qualcosa e
si trasforma in blu quando approfondisce qualcosa. Con l’azzurro si evidenziano
le qualità interiori e si avvia la fase della creazione con il verde. La
selezione arriva con il giallo che elimina ciò che non è utile al progetto
personale, mentre l’arancione indica che si è sulla strada giusta e il percorso
può essere continuato, grazie al dinamismo del rosso che rappresenta l’energia,
la volontà dell’uomo.
I
colori sono luce. Il fisico inglese Isaac Newton dimostrò, nel 1672, che la
luce, che vediamo bianca, è in realtà composta dai sette colori dello spettro
solare. Nel suo esperimento Newton fece passare un raggio di luce attraverso un
prisma di cristallo. Il raggio si scompose così nei sette colori dello spettro
solare, dimostrando che il bianco è la somma di quei colori.
Una
cosa simile accade nell’arcobaleno: la luce che passa attraverso le gocce
d’acqua, sospese nell’aria dopo una pioggia, si scompone nei sette colori dello
spettro (con tutte le relative gradazioni intermedie). Se il bianco è la somma
di tutti i colori, il nero è l’assenza.
In questo senso l’utilizzo dei colori da parte di un pittore riesce ad
esprimere tutta la forza della bellezza della natura, ma anche della sua
profondità d’animo. L’uso dei colori caratterizza qualsiasi espressione
artistica.
E’
molto seducente osservare l’utilizzo dei colori nelle opere della Cucci. Ti
piace vederle, poi passare subito oltre, poi ritornare e quindi rimanere come
abbagliati dalla forza che emana il colore, i colori, le luci che ti donano
immagini di sempre, ma ridefinite dalla forza creatrice dei toni significanti
che sono all’origine del pensiero della nostra artista. I colori possono anche
rappresentare i peccati, ma per
I
colori, oltre alla luce, possiedono una temperatura. Il caldo che si sprigiona
dalle opere della Cucci sembra avvolgerti e tenerti fermo perché quella
immagine, quasi sempre ambientale va
oltre, molto oltre, la visione globale delle cose e permette allo stesso bene
ambientale di mantenere e conservare una condizione che ci consente di studiare
l’autorevolezza superiore che è conservata in esso.
Osservate
l’uso del colore cremisi quanto sia diffuso e verificate come lo stesso colore
conferisce al dipinto una prospettiva straordinaria fino a permettere un
avvicinamento al fruitore di quella parte di ambiente dipinto, creando un
effetto tridimensionale. Questa è la caratteristica forte del dipinto su
Leporano, manifesto dell’Estate leporanese, ma anche di altri.
In
questo senso, il solo ammirare l’ambiente diventa espressione dell’arte e la
conoscenza del paesaggio potrebbe essere considerata una branca della filosofia
naturale, fino a scoprire il “nirvana”, come solo l’arte è capace di fare, e
per considerare ulteriormente la necessità di conservare e di riconoscere chi e
che cosa ci può permettere di vivere l’esistenza nella soavità.
4. Si
tratta di un colpo d’ali per far respirare la nostra città che vuole continuare
a crescere col resto della nazione. Le sue opere custodiscono tutte la
seduzione intima del luogo avvalorate dall’incanto della mano creatrice e
guidate da un pensiero molto profondo e complesso. Solo gli uomini che non si vergognano del
loro passato, e riescono a tenerlo vivo, sono credibili anche per il futuro, in
quanto non esiste la soluzione dei problemi, esiste invece l’amministrazione dei problemi. Non si può sviluppare il proprio
estro artistico se non si possiede la piena consapevolezza dell’unione tra
l’uomo e il proprio ambiente, tra l’uomo e i suoi ricordi, tra l’uomo e il
panorama storico del pensiero della comunità alla quale appartiene. Le opere
della Cucci sono una espressione artistica che emana un flusso continuo di
sensazioni e interpretazioni nuove al punto tale da assumere una dimensione
sociale in quanto interagisce col fruitore, lo rende partecipe e lo forma come
ci si forma, quando si ha la fortuna di incontrarlo, al fianco di una persona
per bene e saggia che ci dona tutto il suo bene, quasi amore, attraverso la
trasmissione dei suoi saperi che rafforzano e preparano la continuità,
riconducendoci sulla giusta via e rendendoci protagonisti della eternità.
La
struttura, la nobiltà, la ricchezza patrimoniale sembrano essere
degnamente definite dall’arte di Luciana
Cucci, elementi sufficienti per garantire al fruitore la reale dimensione che è
il risultato di uno studio, di una ricerca, e di una formazione che precisano la piena padronanza della
interpretazione delle cose, delle nostre cose, delle cose che hanno segnato la
memoria collettiva, delle cose che ripropongono continuamente, quasi in forma
pedagogica, il valore antico e di sempre della ponderazione e della stima dei
simboli che continuano a concretizzare il nostro passato e danno senso al
futuro. Il colore, per Luciana Cucci, è un simbolo in cui si racchiude il suo
mondo interiore che di personale ha ormai soltanto l’intuizione in quanto è
divenuto bene collettivo.
Lo
spirito e la intelligenza possono scomporre i meccanismi più sconcertanti
dell’animo umano e renderli patrimonio inalienabile sul quale fondare e
costruire il domani nella fiducia e nella sicurezza.
Non
bisogna essere geni per capire il valore dell’ambiente, ma possedere qualcosa
di diverso dalla semplice intelligenza e possedere un fortissimo istinto in
grado di indurci a descrivere le cose che amiamo; un istinto simile a quello
che ci induce a vivere meglio, coscienti di aver racchiuso nella memoria i
motivi caratterizzanti di un luogo capace di suscitare il risveglio della
storia e della stratificazione dei comportamenti e atteggiamenti dell’uomo.
Occorre
pensare bene, alle cose belle della vita, sia quelle materiali, che materiali
non lo sono mai, che quelle spirituali che nutrono continuamente il mondo e
grazie alle quali è possibile continuare ad amare la vita. L’ambiente diventa
un tutt’uno con il resto della vita, con l’uomo, ma anche con le abitudini, i
costumi di un popolo, ma soprattutto con quella serenità interiore che pervade
e permea cose e persone. E’ il fascino di questa serata d’estate, una delle
nostre estati, all’ombra del passato che i colori di Luciana hanno permesso di
rifiorire e di rinnovarsi per il nostro sollevamento umano e culturale.
Però,
non è, questo, cosa da poco. Tant’è!