Letizia Lisi

“… in blu”

 

Osservi le opere della Lisi e ti chiedi perché sono tutte vestite di blu. I colori sono la lingua segreta della natura, sono la luce, ma la scelta del blu è una condizione dell’anima che passa attraverso la storia e le tradizioni dell’uomo.

 

Ti soffermi a pensare e realizzi che il blu è una variazione del bianco, come tutti i colori, ma le varianti si riferiscono alla condizione spirituale della persona. Il blu greco è il colore della sofferenza: cyanos; il blu latino è candidus, coeruleus: bianco. Un tempo il pallore era considerato simbolo di bellezza e di benessere, proprio dei nobili, in opposizione al colore scuro abbronzante tipico dei lavoratori della terra. Il pallore evidenziava le vene blu  e questo permise la dizione di sangue blu, nobile.

 

Il blu cristiano è il colore della vergine Maria: il colore della serenità che invita alla calma e simboleggia la pace. Ma il blu è anche  il colore dell’universo, dell’infinito e per questo il colore della natura.

 

In psicologia il blu si contrappone al rosso e viene considerato il colore dell’introspezione e dell’infinito, ma anche della malinconia, mentre, in informatica, rappresenta il blocco totale del sistema: Blue screen of death.

 

Il blu rimane il colore primario nella pittura, il colore della narrativa pittorica di Letizia Lisi. Inconsciamente, noti, attraverso le sfumature del blu, una parola serena e penetrante che ti coglie come espressione viva dei sentimenti e dei valori che una persona matura e saggia vuole trasmettere. Attraverso il blu Letizia esprime il suo lato interiore che non è scuro, ma blu luminoso per i molteplici fasci che riesce a sviluppare e diffondere in varie direzioni. Sono tante le direzioni che Letizia suggerisce e indica, ma tutte convergono alla serenità, motivo per cui la partenza è articolata e nervosa, complessa e difficile da intraprendere; ben altra cosa è l’arrivo che rimane recupero della serenità e certezza di proseguire. In quei gabbiani sproporzionati c’è tutta la rabbia di un periodo difficile che va a cominciare, ma quella casa illuminata dai fiori e dalla luce del mare rimane stagliata nella eternità della certezza e della gioia di vivere, così come guardiano eterno rimane l’albero a vigilanza del suo ambiente che non vuole contaminato da niente e da nessuno, tranne che dalla luce del sole che, nel tempo, sorge e si alza nel cielo per rimanere fisso e immutabile all’orizzonte che ora non appare più buio e incerto, ma illuminato e sicuro.

 

Si ritrovano le certezze, divenute tali per abitudine, ma sono sempre  osservate e custodite con gelosia, perché chiunque può contaminarle o portare via.

 

Il blu rappresenta l’intensità dell’espressione. E’ intenso ciò che è carico: un sentimento, ma anche l’intensità di volersi esprimere. L’azzurro rappresenta l’origine dal quale attingere gli elementi per potersi esprimere e rappresenta il tipo di sensibilità che consente di percepire la realtà esterna oltre i sensi e di proiettare quella propria interiore.

 

Le diverse sfumature del blu (il percorso intimo di Letizia Lisi)  rappresentano   il sentiero intimo della nostra pittrice che conduce alla ricerca del possibile protetto, pur sempre consapevole del mutare dei tempi, ma, e questo è i suo segreto, riesce con abilità di donna e di mamma a trasformare le sue preoccupazioni e ad inserirle nell’ambiente che vive e che respira per fissarle, proteggendole, sulla grande tela della natura che si arricchisce ulteriormente di questa ulteriore sfumatura del blu in quanto conduttore di esperienze, di affanni e di bellezze che vengono inanellati per correre via nel tempo e rifugiarsi nell’eternità.

 

Questa certezza traspare dalle opere di Letizia Lisi a sostegno della raggiunta serenità, proprio attraverso l’arte che sembra rimanere il suo libro aperto sulla natura e sugli uomini.