Franco Dubla
Elogio
Leporano - Parrocchia Maria Santissima
Immacolata 23.02.2008
Oggi
è un giorno che segna una pausa nel divenire dell’uomo, nella sua ricerca di
vita che qualifica l’inizio della eternità.
L’arte
è l’espressione superiore del modi di vedere e di intendere l’ambiente e la
natura, se vogliamo, il tempo contemporaneo. Franco Dubla
era solito affermare, riprendendo un concetto di Matisse, che “Per rendere un paesaggio non è
necessario ricordare se le tinte si convengono ad esso, ma bisogna ispirarsi
alle sensazioni che esso procura o ha procurato.”
Era
questa una concezione di intendere l’arte in voga nel periodo di inizio XX
secolo che ha caratterizzato, in
maniera sensazionale, il modo di essere uomo
nel prosieguo dello stesso secolo in quanto si proponeva di comunicare
l’esperienza emozionale della realtà avvalendosi di una grande valenza
cromatica espressiva. Il colore, come le parole.
Uomo
e ambiente, se non interagiscono, non hanno alcuna possibilità di sopravvivere,
quasi come a presentire una mistica della sofferenza ambientale che appare
essere imbarazzo sociale, ma anche
sofferenza individuale, in un tempo che andava rivoluzionando la vita
degli uomini, presagendo, come solo l’arte riesce a fare, le problematiche del
tempo contemporaneo.
Franco
Dubla appartiene al nostro tempo ed alla sua terra
(terra che si estende da Grottaglie a – dove era nato nel 1925 - Firenze e
quindi a Massafra e infine, scelta sentita e voluta, a Leporano) quasi a
volerli identificare come la difficoltà di vivere da un lato e la difficoltà di
operare dall’altro, in quanto sono capaci di produrre sensazioni forti e
violente che Franco riesce a riprodurre sulle tele con fare puro e spontaneo,
come per ricercare il bello che è sempre stato una esigenza del suo animo.
Questi
sono stati momenti sensazionali per la creatività dell’artista e sono
l’espressione reale e pratica di quella forza interiore che soltanto il suo
profondo e articolato ego è riuscito a custodire e che comunque ha ricercato come rifugio in
cui continuare a vivere la propria ricerca esaltante della vita.
Franco
Dubla ha
vissuto, vive, attraverso questi momenti evanescenti, magistralmente tradotti in realtà dalla sua
arte, tutto il suo amore per la natura e per la vita che, molto spesso, diviene
delusione nella realtà. Egli sosteneva che “l’artista è un uomo come tanti e
appartiene a se stesso come appartiene a tutti per cui ciò che l’artista crea
deve essere donato perché appartiene a tutti.”
In
questo senso Dubla è un idealista, ma i suoi sogni
possono anche apparire come cristallizzati nel passato, in quanto le sue tele
richiamano sempre momenti personali di vita vissuta, di scorci paesaggistici
con cui dialogare, di espressioni e momenti che sempre hanno qualcosa da dire.
Dubla può anche prendersi il lusso
di creare un cielo in verticale, quando ha definito già le tre dimensioni,
l’importante è creare la giusta sensazione nel fruitore.
Il
gusto che Dubla ha per il sogno sembra quasi imparentarlo
al surrealismo che si traduce in esistenzialismo. In Dubla
sono presenti diversi pensieri e sono sempre identificabili attraverso i
soggetti delle sue opere. I fiori, i paesaggi, i cieli: tutti presentano una
loro particolare peculiarità.
I
famosi fiori celofanati di Dubla
ti danno il giusto senso della forza della natura, come se non fossero ancora
sbocciati e stessero custoditi nella trasparenza.
I
tipici paesaggi, anche essi celofanati di brina e di
rugiada, adagiati su ripide scogliere che
sembrano voler abbracciare, contemporaneamente, mare e terra, sviluppano
l’incanto della immagine realistica, soffusa e riservata in un
accostamento di tinte (bellissime quelle nuansate)
che riescono ad esprimere tutta la bellezza propria e, allo stesso tempo, una
profonda delusione per il ritardo operativo dell’uomo.
Quando
si osservano le opere di Dubla si viene presi dalla
necessità di considerare prima l’uomo e poi la pittura, ma, a mio parere, il
dubbio maggiore viene dalla necessità secondo la quale non si sa se creder
all’individualismo o all’insieme di persone. Un fatto certo, comunque, resta e
cioè che la lunga esperienza di vita vissuta fra la docenza e l’arte, fra la
lotta interiore e la lotta sociale restano improntate sulla tela con la chiarezza
di un codice che invita a rinunciare ad ogni forma di odio, di invidia e di
agire scorretto.
L’arte
di Franco Dubla ha permesso di ricercare nel sogno il
vero divenire della vita, ma ci ha anche suggerito che lassù, sempre, qualcuno
è pronto a giudicarci per la parte migliore di noi che abbiamo dedicato agli
altri.
Dio
solo sa! Rimani con noi!