RITA CALDERONI

   

1969  Un tranquillo posto di campagna

1969  Il commissario Pepe

1969  Oh dolci baci e languide carezze

1970  Un gioco per Evelyn

1971  Questa libertà di avere le ali bagnate

1971  Il vero e il falso

1971  La verità secondo Satana

1972  Riti, magie nere e segrete orge nel '300

1972  Quando le donne si chiamavano Madonne (non accreditata)

1972  Delirio caldo

1974  Number one

1974  Nuda per Satana

1974  Anno Uno

1974  Le amanti del mostro

1976  Un attimo di vita

1976  Assassinio sul ponte

1977  Torino centrale del vizio

1977  Amori morbosi di una contessina

1978  Dolce pelle di donna

          

 

 

 

 

 

 

Una manciata di film, per lo più misconosciuti, per entrare paradossalmente nella leggenda: la carriera di Rita Calderoni (nata a Genova nel 1951) si può sintetizzare così. Trasferitasi giovanissima, con la famiglia, dalla natia Liguria in Friuli, precisamente ad Udine,  si mette inizialmente in mostra per le sue doti atletiche, tanto da intraprendere l'attività agonistica nella locale squadra di pallacanestro, fino ad arrivare in serie A. Ma il talento di Rita non può restare confinato nello sport e, dopo essere stata notata da qualcuno, soprattutto grazie allo splendido corpo di cui la natura l'ha dotata, esordisce nel cinema nel 1969, con il film di Elio Petri, "Un tranquillo posto di campagna", interpretando Egle. Nello stesso anno, Rita è chiamata in altri importanti film, come "Il commissario Pepe" di Ettore Scola, accanto ad uno splendido Ugo Tognazzi d'annata e "Oh dolci baci e languide carezze" di Mino Guerrini, dove è la protagonista assoluta. Nel 1971 ritroviamo la bella genovese protagonista di "Il vero e il falso" di Eriprando Visconti, prima di cedere alle lusinghe di Renato Polselli, alias Ralph Brown, legandosi al regista in un sodalizio che li consacrerà al mondo. La prima partecipazione ad un film del regista ciociaro è "La verità secondo Satana", strano horror thriller decisamente "spinto", con scene di sesso veramente dure da digerire per i censori dell'epoca (il film viene ovviamente sequestrato, mondato di tutte le scene hard e rimontato, finendo per risultare quasi incomprensibile), la storia di un attore di teatro ossessionato dalla bella Diana, che si concede a tutti tranne che a lui. 

"Riti, magie nere e segrete orge nel trecento", ancora del 1971, è invece un horror classico, con la bella Rita interprete di Isabel, una strega morta sul rogo, e Laureen, una paesana che i satanisti vogliono immolare per resuscitare la strega; sempre nel 1971 circola pochissimo  "Questa libertà di avere le ali bagnate", diretto da Alessandro Santini (insieme a Polselli, autore di soggetto e sceneggiatura), drammone su uno scrittore che forza la mano al suo editore fino alla tragedia; nel cast anche Marc Damon e Femi Benussi. "Delirio caldo", del 1972, è forse il film meglio riuscito della coppia, una storia di amore estremo tra l'impotente Herbert (Mickey Hargitay) e Marsha, amore contrassegnato dagli omicidi della coppia.  L'ultimo episodio è nel 1977, "Torino centrale del vizio", come sempre un film realizzato con scarsissimi mezzi e che, di conseguenza, subisce la stessa sorte dei precedenti. Una carriera legata a doppio filo con quella del regista, anche se, nel mentre, Rita partecipa a film di diverso spessore, come ad esempio quando Roberto Rossellini la vuole per la parte della giornalista nel film documento "Anno Uno", film sulla vita di Alcide De Gasperi. Una sortita in Germania per "Assassinio sul ponte", ultima partecipazione di rilievo (accanto a Jon Voight e Jacqueline Bisset), alcuni film interpretati che non godono di alcuna distribuzione e vanno direttamente nel dimenticatoio, prima di scivolare nell'oblio, a soli 27 anni, ma evidentemente già stanca di questa vita. Rita Calderoni, forse la nostra attrice più "nuda" mai apparsa al cinema.