Lectio divina


Lectio divina

Lectio

Dio Uno e Trino

La Trinità è un mistero "per noi", cioè per la nostra salvezza: un mistero di condiscendenza. Questa è la parola che ci aiuta a capire tutta la preziosità, la portata del significato. Condiscendenza: due concetti racchiusi in questa parola: quello di scendere e quello di scendere insieme, unitamente (con) Dio Padre, Figlio e Spirito Santo scendono insieme verso noi, si adattano, accondiscendono, alla nostra piccola statura, al nostro piccolo passo. Vengono a vivere con noi.

Mandare, scendere, venire: questi sono i verbi con i quali si parla della Persona Divina. "Gesù" Sono disceso dal Padre e sono venuto nel mondo", "Dio ha mandato Suo Figlio nel mondo" - "Io ed il Padre verremo" - "lo Spirito verrà a voi e farà dimora presso di voi". Dio viene a noi e viene in tutto quello che è e come lo conosceremo un giorno.

La rivelazione della Trinità è, dunque, come una cascata di amore; è il supremo gesto della condiscendenza divina verso di noi. I greci dicevano "Nessun dio può mescolarsi all'uomo". (Platone) Il nostro Dio, invece, si è mescolato a noi; ha intrecciato la sua vita con la nostra per prepararci alla comunione eterna con Lui.

La nostra vita di cristiani è inestricabilmente legata alle tre Persone divine. Ci possono essere, senza dubbio, persone che nella vita e nella esperienza quotidiana ci sono più familiari: il coniuge, i figli, gli amici. Ci sembra quasi di non poter più concepire la nostra esistenza al di fuori della loro; essi ci appaiono come dei rami della nostra stessa esistenza. C'è quasi una simbiosi, cioè come un vivere assieme tra noi, e ce ne accorgiamo quando qualcuno di essi ci lascia per sempre. Ma nessuna persona è radicata in noi e radica la sua esistenza come queste tre Persone: il Padre, il suo Figlio Gesù e lo Spirito Santo.

Loro sono venuti in noi nel Battesimo. Hanno preso dimora in noi e sono più intimi a noi che noi stessi, dice San Agostino. Nel loro nome ed in dialogo con loro, si svolge tutta la nostra vita di fede, dalla culla alla tomba, alla soglia dell'esistenza siamo stati, battezzati nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo; al tramonto di essa, partiremo ancora nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo da questo mondo.

Segnandoci con il segno della Croce, noi dichiariamo ogni volta la nostra volontà di appartenere alla Trinità. Camminiamo, dunque, con le tre Persone Divine, ma spesso camminiamo senza riconoscerle, senza accorgerci di Loro. Non è così per i Santi: per loro un dialogo, una presenza sentita, cara e costante. Suor Elisabetta della Trinità si rivolge alla Trinità chiamandola "i miei Tre" e scrive "io ho trovato il cielo sulla terra... perché il cielo è la Trinità e la Trinità è dentro di me". La vita cristiana, senza questo ancoraggio interiore, e senza questa forza, è vuota e faticosa, soprattutto si svolge fuori dall'amore; con Loro, si trasforma, invece, in un paradiso.

Dunque, il Dio Trinità, è il Dio che è sceso tra noi, che ha accondisceso a vivere con noi. Ma perché questo? Forse perché Dio si è convertito a noi od al mondo?

Forse perché in basso, tra le creature, è la vera vita e Dio ha bisogno di scendere quaggiù, nel vortice del mondo, per sopravvivere a Se stesso? Oggi, c'è una dottrina teologica, che ha osato insinuare una cosa del genere. Il sacro si è dissello nel profano e "Dio è morto" per "dare la vita all'uomo Gesù". Ma non è così! Dio si è convertito a noi per convertirci a Lui; è sceso verso di noi, per innalzarci fino a Sé. Questo il secondo aspetto del mistero di oggi: la Trinità della speranza, dopo la Trinità della fede. La Trinità che ci attende e che è "in avanti" dopo la Trinità del passato che si è rivelata a noi e la Trinità del presente che abita in noi!

Noi siamo sulla strada del ritorno verso il Padre, in compagnia del Figlio Gesù, nella unità dello Spirito Santo.

Con Loro sarà la nostra vita eterna, forse prima di quanto pensiamo: fra qualche anno o fra qualche giorno. Per molti nostri fratelli, l'incontro misterioso è in questo momento; in questo istante, i loro occhi si spalancano nella luce della Trinità e comprendono come tutta la storia e tutto l'universo gravitano attorno a quel punto, come tutto da lì procede e tutto ritorna. Beati loro se si sono preparati a questo incontro: Gesù "Beati coloro che il Figlio dell'uomo troverà preparati".

Il Dogma della Trinità

253 La trinità è una. Noi non confessiamo tre dei, ma un Dio solo in tre persone: "La Trinità consustanziale" Le persone divine non si dividono l'unica divinità, ma ciascuna di esse è Dio tutto intero: "Il Padre è tutto ciò che è il figlio, il Figlio è tutto ciò che è il Padre, lo Spirito Santo tutto ciò che è il Padre e il Figlio, ciò un unico Dio quanto alla natura".

254 Le Persone divine sono realmente distinte tra loro. "Dio è unico ma non solitario". "Padre", "Figlio" e "Spirito Santo" non sono semplicemente nomi che indicano modalità dell'Essere divino; essi infatti sono realmente distinti tra loro: "il figlio non è il Padre, il Padre non è il Figlio, e lo Spirito Santo non è il Padre o il Figlio". Sono distinti tra loro per le loro relazioni di origine: "È il Padre che genera, il Figlio che è generato, lo Spirito Santo che procede". L'Unità divina è Trina.

255 Le Persone divine sono relative le une alle altre. La distinzione reale delle Persone divine tra loro, poiché non divide l'unità divina, risiede esclusivamente nelle relazioni che le mettono in riferimento le une alle altre... Infatti "tutto è una cosa sola in loro, dove non si opponga la relazione".

258 Tutta l'Economia divina è l'opera comune delle tre Persone divine: Infatti la Trinità, come ha una sola e medesima natura, così ha una sola e medesima operazione. "Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo non sono tre principi della creazione, ma un solo principio" Tuttavia, ogni persona divina compie l'operazione comune secondo la sua personale proprietà.

In sintesi
261 Il Mistero della Santissima Trinità è il Mistero centrale della fede e della vita cristiana. Soltanto Dio può darcene la conoscenza rivelandosi come Padre, Figlio e Spirito Santo.

262 L'Incarnazione del Figlio di Fio rivela che Dio è il Padre eterno e che il Figlio è consustanziale al Padre, cioè che in lui e con lui è lo stesso unico Dio.

263 La missione dello Spirito Santo, che il Padre manda nel nome del Figlio e che il Figlio manda "dal Padre", rivela che egli è con loro lo stesso unico Dio. "Con il Padre e con il Figlio è adorato e glorificato".
(Catechismo della Chiesa Cattolica 253-263).