Viaggio interiore


Viaggio interiore

Angela

Cammino virtuoso

Altre parole del mio maestro. Io rifiuto ancora una certa realtà (subito mi ribello), quella di pormi con serenità e autogestione nei confronti di alcuni tipi di problemi pratici, -v.d la denuncia dei redditi- perché in tal senso sono ancora anestetizzata (blocco). Di conseguenza, proprio per questo atteggiamento, dimostro una certa trascuratezza, una mancanza di attenzione ed un lasciar correre, una certa superficialità che non sarebbero tipiche del mio carattere.

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La mia liberazione continua

Domenica 16
Analizziamo le cause:
* In parte, ciò è dovuto al fatto che ho avuto la -pappa pronta-, ossia in tale campo ho demandato all'intervento dei miei genitori e non me la sono cavata da sola ingegnandomi nella risoluzione di questi tipi di problemi;
* in parte non comprendo il fascino dello spirito di collaborazione, ma mi metto sempre io al primo posto.
A tale riguardo il mio maestro mi ha raccontato che una amica molto spirituale con cui aveva stretto una bella amicizia era caduta nella sofferenza. Egli, quindi, le ha proposto di pregare assieme per chiedere forza ed aiuto a Dio. Ella ha rifiutato con la giustificazione che, se il Signore non aveva ascoltato le sue di preghiere, era inutile pregare assieme. Questo è un tipico peccato di orgoglio, appartenente a coloro che non credono nella forza dell'unione di intenti.
*in parte dipende anche da quale persona mi propone una lettura diversa ed una diversa risoluzione del problema pratico. Qui entra in campo il rapporto conflittuale con i miei genitori, in particolare con la figura paterna. Sono sicura del suo amore, posso dire che mi vuole bene. Forse no perché il compito di un padre è quello di guidare un figlio sulle strade della vita. Tuttavia, questa conflittualità da me non viene vissuta bene perché in fondo si tratta sempre di un genitore, a cui io devo comunque rispetto ed amore.

In questo periodo posso concedermi le uscite con gli amici del gruppo a patto però che questo non mi procuri le solite "paranoie" o domande, i soliti problemi di confronto, di non comprendere i temi di cui si parla e così via. Se tali incontri mi giovano lo capisco dal fatto che ritorno a casa contenta e di buon umore: la compagnia mi ha giovato e mi ha fatto maturare.

Al ritorno a casa, poi, non devo fantasticare su di un ragazzo in particolare, ma per ora godere solo dell'Amicizia. Inoltre se non vi è malizia, accettare il cameratismo che si instaura tra di noi.
Prima di concedere all'altro la mia fiducia aprendogli il mio cuore devo stare bene attenta. Occorre conoscere bene la persona, le sue intenzioni, se è sincero o se - gioca.
A tale proposito molto chiare sono le parole a pag.13 e 14 del libro "Uno sguardo sull'anima": È l'amore che ci lega e mette in comunione le nostre anime, conglobando il mio io con il tuo per un noi. Da punto di vista umano, invece, l'amore è solo attrazione, desiderio quant'altro atto a soddisfare le concupiscenze, ma incapace di far nascere un qualcosa di superiore che permette di condividere gioie e dolori e alla fine dovrai arrenderti alla solitudine anche se avrai molte persone al tuo fianco, sarai solo. Chi, infatti, ti vorrà amare se quando l'altro ha bisogno di te tu non lo vuoi ascoltare? Se desidera tenderti la mano per camminare insieme sui sentieri della vita, tu non vuoi accettare perché hai paura di perdere qualcosa
In tale disposizione d'animo io mi sono ritrovata più volte, scoprendo di instaurare talvolta con gli altri (anche i miei genitori) un rapporto a "chiocciola", di servirmi di loro per avere delle conferme per non essere sola, ma in realtà non so amare veramente! Amare è altro!

Devo assolutamente riconciliarmi, o meglio, chiudere del tutto con una parte del mio passato: è stato sperimentato che dopo due anni una perdita o un lutto sono superati.
Devo imporre alla mia mente di considerare morto e sepolto per sempre il mio ex ragazzo, in una lapide, non esiste più, non può e non deve più avere influenza su di me. Questo non tanto per provare rabbia e rancore, ma per prendere per sempre le distanze da colui che mi ha fatto del male, che è stato il mio torturatore.
Tutto questo percorso fatto in un colloquio di due ore, mi ha portato ad una vera e propria liberazione: percorso di liberazione!

Venerdì 21
Mi sono riappropriata dell'allegria. Il motore di tutto questo, ovviamente, è la scelta di pregare costantemente nonostante le difficoltà a tenere fede a questo impegno; proprio in virtù di questa scelta quelle suddette non sono altro che variegate forme di rivolgere la mia umile Lode al Signore!

Il mio maestro, allora, mi spiega: Quando ad esempio faccio attività sportiva, quando il muscolo acquista vigore, mi sento bene e tutta la mia essenza fisica ha il benessere con scambio tra corpo e anima e viceversa: il benessere o il malessere del corpo si riflettono anche sull'Anima e viceversa. Ecco perché lo stimolo della fame aumenta e tendo quindi a mangiare con più appetito a tavola. Il mio pensiero allora è quello di dedurre che, avendo sprecato Energia la debba recuperare mangiando di più! In realtà non è proprio così: è Il benessere che libera energia ed io, inconsapevolmente, mangio per compensare tale energia.
Ciò avviene anche quando mi libero e posso finalmente esprimermi in certe forme spirituali a me care.
Al contrario, quando non ho energia positiva ho una specie di cappa, entro in uno stato di malessere e di conseguenza l'appetito diminuisce.

Io canto e sto bene: ho il ben-essere perché la mia mente associa certe forme alla gioia di vivere. Quando mi rifugio nel letto ho il mal-essere, difatti non mangio.
Secondo il mio maestro: l'Angela che si rifugia nella fantasia è l'Angela che rifiuta la realtà! La fantasia è un rifugio, la compensazione, altrimenti continuare a vivere sarebbe impossibile.
Quando apprezzo la Natura, quando il vento che si muove tra le fronde degli alberi mi accarezza il viso, mi sento in pace e vorrei rimanere lì per sempre a godermi il tutto; se, però, non ci fossero gli impegni che mi richiamano. In altre parole: se improvvisamente arriva il temporale, il vento si fa minaccioso e le fronde si muovono sempre di più, io scappo, perché lì non sto bene.
Questo sta a significare che, se non ho gli elementi per trovare benessere, compenso con la fantasia che, altro non è, una compensazione del cervello: quest'ultimo non può più continuare a tollerare uno stato di malessere continuo.

Io devo affrontare la realtà ma questa va affrontata meglio con una maggiore spinta, cioè con l'energia dell'entusiasmo di conquistare le vette.
Il mio maestro prosegue così: Mediamente, una persona normale non va ad analizzare i propri meccanismi; invece, dissodando e coltivando il terreno, crescono le piante buone. Le erbacce soffocano ciò che è buono. Dal punto di vista figurativo io sto dissodando il mio terreno.

Non posso non citare le bellissime parole che per me sono diventate preghiera giornaliera e sono tratte da "Preghiere per un Cammino d'Amore" sempre dei fratelli Guelpa: Non lasciarmi nelle tenebre dell'orgoglio, aiutami ad estirpare la gramigna che mi soffoca. Provvedi affinché le pianticelle tenere delle Virtù siano innaffiate dalla tua Grazia. Non merito nulla o mio Dio. Soltanto il sacrificio immenso della Croce mi invita a sperare.

Lunedì 24
È indubbio che io sia potuta arrivare a questo punto solo grazie al percorso svolto fino ad ora. La scioltezza con cui riesco ad organizzare le mie giornate, il desiderio di fare, di programmare, i "comandi" interni che io mi do quando mi osservo nello svolgimento delle mie azioni, sono il frutto della interiorizzazione graduale di quello che mi è stato insegnato. Ogni giorno mi stupisco di qualche cosa.
Pian piano mi sto svincolando da certi rituali grazie alle catene che ho spezzato: certo, è facile ricadere in comportamenti che si sono radicati nel tempo, ma la mente ora è libera di agire, di dire "io voglio" e quindi la Certezza e la Speranza ci sono.

Sono anche consapevole dell'immensa Grazia che ho avuto nel ricevere, tramite il mio maestro, le amorevoli cure del Medico per eccellenza: Dio Padre! Sicuramente è la chiamata ad una revisione della mia vita e a mettere in discussione certe sicurezze! L'amorevolezza però richiama autorevolezza e quindi costanza, impegno da parte mia a consolidare sempre più quello raggiunto e a non "trastullarmi" nel successo, ma a guardare alla vetta. A pag.76 del libro "Uno sguardo sull'Anima": Se hai ottenuto una vittoria, l'orgoglio ti tenta dicendo che sei stato veramente il più bravo. Non ascoltarlo perché l'insidia che ti lancia è quella dell'orgoglio spirituale.

Mi identifico nell'immagine del viandante descritto nel libro "Uno sguardo sull'Anima" a pag.66 di cui riporto solo le parole che mi colpiscono maggiormente: Un viandante quando cammina nella pianura assolata, è tentato di fermarsi sotto l'orma di un qualsiasi albero, anche striminzito, pur di trovare sollievo ai raggi infuocati del sole, ma non si fermerà chi ha impresso nella mente il desiderio di trovare l'ombra vera. Raggiunto il tanto sospirato bosco, si delizierà del refrigerio.

Il processo di ascolto di ciò che proviene da se stessi come necessità profonda, riscoprire la vera essenza facendo ciò che si desidera, per cui si è profondamente motivati ed il contemporaneo lavoro di recisione delle catene che ci soffocano sono bene evidenti in questo libro. Tutti, per suo tramite, potranno iniziare un cammino di liberazione e di revisione delle proprie certezze e ciascuno, a suo modo, si ritroverà in ciò che ho scritto.

A pag.17 del libro "Uno sguardo sull'Anima" sono riportate le seguenti parole: Lo Spirito ha una voce che per mezzo della coscienza si fa sentire all'intelletto. Ora se tu non la senti, anche dopo delle azioni scellerate, significa che l'hai uccisa. Fermati dunque un attimo e ascolta la voce dell'Anima. E ancora a pag.115: Dare la caccia alle impercettibili cose può sembrare superfluo, tuttavia tante piccole impurità possono formare un macigno, come il peccato mortale, capace di schiacciare il più forte degli esseri. Tanti, credendo alla limitata influenza del peccato veniale costringono l'anima a soccombere sotto il peso di una montagna di piccole colpe. L'ascesa spirituale si attua vincendo le piccole debolezze difficili da estirpare.

L'ultima parte della Preghiera di consacrazione al Sacro cuore di Gesù dice: Entra in ogni cuore, Gesù! Bussa, bussa alla porta del nostro cuore. Sii paziente e perseverante. Noi siamo ancora chiusi, perché non abbiamo capito la tua volontà. Bussa continuamente! Fa', Gesù buono, che ti apriamo i nostri cuori almeno nel momento in cui ci ricordiamo della tua Passione sofferta per noi! Queste parole mi colpiscono e non posso non provare amarezza per quanto io contribuisca ad accentuare le sue spine e quindi il suo dolore per i miei peccati.