Speleovivarium



 
 
 

Quando si parla del Carso triestino, è naturale pensare soprattutto alle grotte ed al misterioso mondo che si sviluppa sotto la sua superficie.
Il turista che visita le cavità sotterranee è, di solito, attratto dalla bellezza delle concrezioni cristalline e rimane affascinato dal silenzio, rotto soltanto dal ticchettio prodotto dallo stil­licidio delle gocce d’acqua.
Ma in questa atmosfera incontaminata si nasconde un mondo inaspettato di forme viventi: l’evoluzione ha fatto in modo che, anche in questo ambiente, a prima vista così sterile ed inospitale, molte specie di organismi appartenenti ai più svariati gruppi zoologici, abbiano potuto adattarsi a vivere in un mondo privo di luce e caratterizzato da fattori climatici del tutto particolari.

Il Proteo, superstar dello Speleovivarium, è un anfibio dal metabolismo estremamente lento e longevo, i cui antenati popolavano la terra all’epoca dei dinosauri.
Formidabile predatore, è capace di muoversi con estrema destrezza, nelle acque fredde e anche sulla terra; l’habitat di questo anfibio urodelo (Proteus anguinus - Laurenti 1768) è circoscritto nella zona che va da Postumia alle Bocche di Cattaro; attraverso le falde freatiche del sottosuolo carsico, arriva fino alle zone che circondano Gradisca e Sagrado; alcuni esemplari si spingono fino alle foci del Timavo.
È un animale che nasce con gli occhi per perdere poi la vista:
una progressiva regressione lo rende cieco.

L’ambiente sotterraneo in cui vive influisce sulla sua pigmen­tazione che è bianco rosea. Raggiunge la lunghezza massi­ma di 30 centimetri, è dotato di branchie esterne che mantiene per tutta la vita.
È l’unico vertebrato troglobio (che vive nelle grotte) della fauna europea:
vive esclusivamente in acque sotterranee e solo occasionalmente può essere trascinato all’esterno dalle piene.
Per le sue caratteristiche è uno degli animali più minacciati d’estinzione d’Europa: il suo principale nemico è rappresentato dall’inquinamento delle falde freatiche.
La necessità di poterlo allevare e riprodurre in cattività ha dato vita a quel progetto che ha portato alla creazione dello Speleovivarium. Attorno al Proteo si è sviluppato un complesso scientifico-didattico che si prefigge di far conoscere al pubblico le caratteristiche del Carso triestino e i princi­pali aspetti delle scienze
che lo studiano.

Tutto ciò nella cornice di un ex rifugio anti­aereo, costituito da una galleria artificiale, sito nel centro di Trieste, che straordinaria­mente presenta parametri fisici ambientali simili a quelli riscontrabili nelle cavità car­siche naturali.

Così dal 1990 in poi è stato messo a dispo­sizione del pubblico un settore espositivo in continua evoluzione che presenta gli aspetti più interessanti della flora e della fauna delle cavità del Carso triestino, inoltre lo spazio espositivo è stato ampliato ai minerali ed ai fossili con particolare riguardo alla storia geologica del Carso triestino attraverso le testimonianze paleontologiche e il fenomeno del carsismo.
Di particolare interesse la sala che ospita la sezione dedicata alla speleologia ed alla storia.
Alla speleologia urbana (che si rivolge ad ambienti scavati dall’uomo nel sottosuolo) è dedicata un’ ulteriore area espositiva.
La parte aperta al pubblico termina con una sala per conferenze e proiezioni, capace di ospitare 50 posti a sedere.
Lo Speleovtvarium vuole essere una struttura in continua evoluzione capace di venire incontro alle esigenze di un pubblico sempre più vasto.

Il Proteo ideale rappresentante dello Speleovivarium è certamente uno degli ani­mali a maggior rischio di estinzione; questo piccolo anfibio deve così diventare il simbolo di una lotta per salvare l’ambiente da ulte­riori danni provocati dall’inquinamento.
 
 


 
 

 
Speleovivarium Trieste
Via Guido Reni, 2/c
34123 - TRIESTE

Orari:
Dal 15 ottobre al 15 giugno aperto tutte le domeniche dalle ore 10 alle 12.
Per appuntamento visite guidate per gruppi e scolaresche - Tel. 040.823859 - 040.306770 - 040.947416