Kleine Berlin 

 
 
 
 
 
INFORMAZIONI STORICHE
 

Nell’800 il colle di Scorcola era percorso dalla strada della Stranga, l’attuale via Romagna, che conduceva anche alle poche ville di importanti famiglie triestine.
La vecchia casa di via Romagna 30, sovrastante l’ingresso principale delle gallerie, era denominata «caserma dei francesi», a ricordare il periodo in cui fu costruita (tra la fine del ‘700 e l’inizio dell’BOO). Poco più su verrà, in seguito, costruita la villa di Angelo Ara, direttore delle Assicurazioni Generali di Trieste e, dietro a questa, la villa di Ottocaro Weiss.
In via Fabio Severo (attuali campi di calcio di via monte Cengio) c’era la villa di Camillo Ara, avvocato e fratello di Angelo.
Tutte le ville erano circondate da ampi parchi.
All’inizio della seconda guerra mondiale il comune, con il concorso finanziario dello Stato, fece realizzare 17 gallerie, 18 serbatoi e 20 vasche idriche, in previsione di attacchi aerei, per poter dare riparo a molte decine di migliaia di persone. Alcune gallerie, furono progettate in modo da poter essere utilizzate, più avanti, come comunicazioni stradali. Il complesso sotterraneo del colle di Scorcola è molto vasto e probabilmente non ancora del tutto esplorato.
Oltre alle gallerie di via Fabio Severo, un interessante rifugio si trova alle spalle dell’Ospedale Militare, una galleria rettilinea di 1.140 metri conduce da via Tibullo alla piazza di Roiano, un piccolo sotterraneo si trova nel parco di via Romagna 28 (ex villa Weiss - sede del comando marina mercantile nel ’43 - ‘45), un grande rifugio è stato demolito con la casa Hausbrandt (via Romagna 5), mentre restano da visitare un piccolo posto di guardia a forma di “eIle” all’ingresso dell’ex parco della villa di Angelo Ara (via Romagna 34), un grande complesso sotterraneo tra via Virgilio, via Artemidoro e le scalette di via Scorcola e probabili gallerie presso il castelletto Geiringer.
Dopo l’8 settembre 1943 i germanici crearono il Litorale Adriatico, vasto territorio che si estendeva da Trieste in particolare, verso l’attuale Slovenia. Odilo Lotario Globocnick, nato a Trieste, divenne «der Hòher SS und Polizeifùhrer in der Operationszone Adriatisches Kùstenland» e riceveva ordini direttamente dal Reichesfùhrer SS, Himmler.
I centri e gli uffici posti sotto il comando di Globocnick a Trieste facevano riferimento all’Oberleutnant Hermann Kientrup, comandante dell’Ordnungs Polizei con uffici in piazza Oberdan. Si dice che nell’operazione fossero impiegati 400 ufficiali. 
 La zona di piazza Oberdan, del palazzo del Tribunale, le ville Ara e Weiss, la sinagoga, la «Deutsche Haus» (Gòethe lnstitut) e l’ex hotel Regina (che venne trasformata in mensa) divennero il luogo di comando per l’intero Litorale Adriatico, e per questo la zona venne soprannominata «Kleine Berlin». Da qui la denominazione del sotterraneo che serviva da rifugio per i presenti in zona. 
Le prime case ad essere requisite furono quelle delle famiglie israelite; Globocnick scelse così la villa di Angelo Ara, che aveva fatto costruire la casa di via Romagna 32 per i tre figli intorno al 1935. I due edifici erano immediatamente adiacenti al tribunale, dove Globocnick aveva i suoi uffici. Anche i sotterranei realizzati quale rifugio antiaereo dagli italiani vennero modificati, con l’aggiunta, tra l’altro, di un pozzo che scendeva dal giardino della villa Ara con due scale a chiocciola in legno fino alle gallerie, che avevano un passaggio diretto sotterraneo con il tribunale.
L’ingegnere Rudolf Hònig era Hauptbùro con l’incarico di organizzare la sede del governo del Litorale Adriatico e la protezione aerea passiva. La prima scala a chiocciola era protetta da una cupola di cemento a forma di ogiva. Un complesso simile si trova anche nel rifugio realizzato in via dell’Eremo nell’ex villa Modiano per il Gauleiter Reiner; nella zona e nelle ville di vicolo Scaglioni vi erano altri ufficiali.
lI 6 gennaio 1944 a mezzogiorno, il guardiano della villa di Angelo Ara ricevette l’ordine di sgomberare il suo alloggio entro due ore. In tribunale gli venne presentata una lista di case requisite a famiglie ebree tra le quali poteva scegliere a piacimento, e si trasferì in Corso 4.
I tedeschi lasciavano libero accesso al sotterraneo anche ai civili italiani, che potevano sedersi su panche di legno. Il complesso aveva ben sette ingressi; quattro con ampie gallerie sulla via Fabio Severo, uno con un ampio pozzo ben protetto da una robusta costruzione di cemento nel giardino del palazzo Ralli (piazza Scorcola), uno all’imbocco della via Romagna (sotto il n. 32) ed uno direttamente nel garage d’angolo del Tribunale.
Non è escluso che lo scavo, rimasto incompiuto nella galleria più lunga, tendesse a raggiungere la non lontana galleria Roiano-Tibullo.
Tutto quello che veniva requisito alle famiglie ebree era raccolto nelle soffitte della sinagoga, nel complesso delle scuole Dante e a villa Necker; qui venivano realizzate le casse per la successiva spedizione in Germania. Uno dei falegnami fu proprio l’ex guardiano della villa di Angelo Ara. Il sotterraneo della villa di Camillo Ara era usato come deposito viveri.
All’arrivo in città degli alleati e dei partigiani, ben pochi erano ormai i soldati tedeschi presenti al Tribunale. Non conoscendo l’estensione del sotterraneo e la presenza di militari nello stesso, si tentò di allagare il complesso immettendo acqua dall’accesso di via Romagna, l’unico in discesa. Risulta che così venne recuperato il corpo di un soldato tedesco.
Naturalmente l’allagamento era irrealizzabile, sia per la vastità degli ambienti che per l’ottima canalizzazione esistente.
La villa di Angelo Ara, già casa di Globocnick venne occupata dal genio militare inglese, che distrusse con il fuoco la scala a chiocciola in legno del pozzo alto di accesso al sotterraneo ed in seguito i militari gettarono nello stesso bottiglie, bidoni, pezzi di jeep, ecc., ostruendolo. Negli anni tra il 1955 ed il 1957 la villa Weiss venne sopraelevata di un piano e ristrutturata (attuale via Romagna 44) a cura della ditta arch. G. Gruden; nel suo parco sorsero cinque palazzine (via Romagna 28/1 /2 /4 /5 /6) mentre la prevista costruzione dello stabile 28/c non ebbe luogo proprio per la presenza di un rifugio antiaereo. La villa di Angelo Ara venne demolita (ditta Salenà e Rusconi) e nel suo parco sorsero altre palazzine - condominio Rimase soltanto la serra degli Ara.
Il successivo rapido sviluppo edilizio su tutto il colle ha sostituito l’originario ambiente di ville e parchi, portando alla costruzione di nuove strade e mascherando cosi gli accessi ai sotterranei, che restano pur sempre una pagina di storia della nostra città.

Ruggero CaIIigaris

 

 

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