Attrezzatura
Attrezzatura personale:
Impianto luce
Casco
Imbragatura
Attrezzatura per la discesa
Attrezzatura per la risalita
Abbigliamento
Attrezzatura di gruppo: 
Corde
Sacchi
Materiali da armo
Scale

 
 
ATTREZZATURA PERSONALE
L'uso di questi attrezzi non è difficile, ma tentare di impararne l'utilizzo da soli può essere pericoloso. Meglio rivolgersi al più vicino gruppo speleologico, i cui soci saranno certamente lieti di insegnarvi la tecnica di progressione su corda. 

 
 

ILLUMINAZIONE: La fonte di luce è fissata al casco, così da lasciare libere le mani dello speleologo. Vengono normalmente utilizzate due fonti luminose indipendenti l'una dall'altra: 

La fonte di luce principale degli speleologi è la lampada a carburo, mentre si usa una lampada elettrica come appoggio. L'illuminazione a carburo, o più precisamente a gas acetilene, presenta il grande vantaggio di produrre una luminosità diffusa attorno alla persona, non limitata ad un fascio ristretto. Questa luce molto bianca si ottiene grazie alla fiamma che brucia il gas acetilene e al suo riflesso sulle pareti. Le lampade a carburo presentano alcuni punti a loro favore:


- l'eccellente economia di esercizio, dovuta alla notevole autonomia d'illuminazione e al basso prezzo del carburo;
 - facilità di utilizzo, poiché una ricarica di carburo può essere contenuta in un contenitore stagno, come un pezzo di camera d'aria.

Il suo utilizzo richiede particolare attenzione durante il caricamento del contenitore, infatti il gas infiammabile viene prodotto dal contatto del carburo con l'acqua. Iil flusso dell'acqua viene regolato da un rubinetto a vite posto all'esterno, mentre l'impianto piezoelettrico fissato sul casco innesca la scintilla che accende la fiamma. 
La comodità di tale tecnica, oltre all'economicità del carburo ed alla notevole luminosità che si ottiene, si spiega con le facile trasportabilità di carburo "nuovo" e la frequente reperibilità di acqua in grotta. 

 

CASCO : E' assolutamente indispensabile e costituisce un elemento fondamentale nella speleologia. .Va indossato sempre, anche durante esercitazioni all'aperto o in cavità che non presentano rischi evidenti. 
Serve a proteggere la testa da urti e cadute di sassi, detriti e materiale dall'alto, che a seconda dell'altezza possono acquistare un'energia cinetica rilevante e causare gravi danni. Serve anchè a sostenere l'impianto di illuminazione  per lasciare libere le mani dello speleologo. Si raccomanda l'utilizzo di caschi per speleologia o per alpinismo omologato UIAA, mentre si sconsiglia vivamente l'uso di normali caschi da cantiere.
Il casco quindi, va considerato come elemento di principale importanza nella pratica della speleologia, e come tale deve essere estremamente sicuro ed affidabile.
 

ABBIGLIAMENTO : gli speleologi di solito usano una sottotuta in 'pile' o in microfibra ed una tuta di nylon semi-impermeabile. 
 

CALZATURE : stivali di gomma o scarponcini vanno bene nella gran parte degli ipogei sia artificiali che naturali. 
 
 
 
 
 
 

ATTREZZATURE TECNICHE:
per affrontare dislivelli da superare con l'uso di corde, occorrerà munirsi di una imbragatura e di una serie di attrezzi (croll, maniglia, discensore, ecc.ecc.) per muoversi nel pozzo.

 
 
 

IMBRAGATURA: Serve a sostenere praticamente tutta l'attrezzatura personale, ma soprattutto chi la indossa quando si necessita una progressione su corda. E' utilizzata con il croll, la maniglia ed il pedale e serve per il trasporto dei vari accessori (bombola del carburo, moschettoni, sacchetto personale, ecc.). L'imbrago è costituito essenzialmente da due parti:

Una inferiore, più robusta, dotata di cosciali, ed una superiore, in genere più leggera, utilizzata soprattutto per mantenere la posizione verticale ed evitare ribaltamenti. 
Anche per gli imbraghi vale il discorso sicurezza: 
Verificare lo stato d'uso, soprattutto dei cosciali, soggetti a maggiore usura.

 

ATTREZZATURA PER LA DISCESA
Al contrario della montagna e della falesia, la speleologia ci porta nelle cavità. All'ingresso della grotta la praparazione avviene per iniziare la discesa, sia a piedi o su corda. Ma lo speleologo attento deve considerare sempre la lunghezza della discesa e lo sforzo che dovrà fare dopo per tornare in superficie: dopo ore di marcia e contorsioni, esausto, appesantito dal peso del sacco e con gli arti intirizziti, dovrà risalire i pozzi con un movimento continuo di trazione sulle braccia e di spinta sulle gambe.
 

DISCENSORE: Il discensore è un mezzo meccanico atto a facilitare il controllo della velocità in discesa. Ne esistono moltissimi tipi, più o meno utili, concepiti sia per l'alpinismo che per la speleologia. Nell'Europa continentale il piu' diffuso è quello inventato da Dressler e costruito da Petzi, che sfrutta l'attrito della corda passata ad "S" tra due pulegge fisse in lega di alluminio. Un particolare congegno d'apertura consente l'inserimento della corda senza dover infilare un capo della stessa e senza staccare il discensore dal moschettone (che deve essere provvisto di ghiera). Si raccomanda di verificare l'esatta posizione di lavoro del discensore e della corda prima di procedere alla discesa.
Un utilissimo accorgimento consente di utilizzare un moschettone d'acciaio detto 'di rinvio' (senza ghiera), che migliora di gran lunga la capacita' del controllo della velocita'.
 
 


ATTREZZATURA PER LA RISALITA

Per la risalita su corda vengono normalmente impiegati due attrezzi molto simili per funzionamento. 
Il croll viene fissato al ventrale dell'imbrago, mentre la maniglia debitamente accessoriata con longe e fettucce si impugna con una mano, mentre un piede, o entrambi, agendo sulla staffa ci spinge verso l'alto. Il braccio serve più che altro a far avanzare la maniglia sulla corda e a mantenere la posizione verticale. 
Anche in questo caso l'utilizzo di materiale in buone condizioni è fondamentale, in particolar modo deve essere sempre in buono stato la molla che richiude l'attrezzo, altrimenti si rischia di far sganciare la corda quando si effettuano movimenti fuori asse.

 
 
 
 
ATTREZZATURE DI GRUPPO
Anche qui vale lo stesso discorso di prima. Per utilizzare le attrezzature in piena libertà e sicurezza è necesario imparare le tecniche speleologiche ai corsi di speleologia che tutti i gruppi speleologici effettuano.



CORDE : servono a scendere o salire i pozzi. Su di esse ci si muove con le 'attrezzature tecniche personali'. Esistono molti tipi di corde: quelle usate sono esclusivamente le statiche per speleologia. Normalmete si usano le corde del diametro di 10 millimetri. Escludere tassativamente qualunque altro tipo di corda, in particolare quelle che si trovano nei negozi di ferramenta e quelle nautiche. L'uso delle corde (nodi, manutenzione, precauzioni nell'uso) presuppone un minimo di pratica da acquisire con un corso di speleologia.
 
SACCHI: tutto quello che viene portato in grotta, oltre agli attrezzi personali che sono appesi ai vari anelli dell'imbrago, per comodità di trasporto viene collocato all'interno di appositi sacchi dotati di spallacci e maniglie. I sacchi devono essere robusti e resistenti, ma anche la forma affusolata è importante, permettendo al sacco di passare anche nei punti più stretti. 

MATERIALI DA ARMO: le corde vengono utilizzate fissandole alla roccia in più punti. Nelle grotte basta piantare un chiodo (uno SPIT o un FIX) sulla roccia calcarea. In ogni caso la corda deve essere fissata in almeno due punti e non deve assolutamente toccare la roccia: quando lo speleologo vi si appende: potrebbe tagliarsi!
La tecnica corretta di attrezzaggio di un pozzo si apprende nei corsi di speleologia.

SCALE: quelle flessibili, con pioli di alluminio e cavetto di acciaio, di antica e gloriosa memoria speleologica, possono ancora essere usate per piccolissimi dislivelli. Comunque stanno pian piano andando in disuso.