Imperdibile esibizione di:
Alessandro Canova, Giuseppe Ielasi, Domenico Sciajino, Kaffe Matthews (UK),
Andy Moore (UK), Paolo Bragalia, Cat Hope (Australia) nel mini-festival
Maceratese.
KATHODIK in collaborazione con CSA SISMA
PRESENTA
A-SINCRONI
Una due giorni di eventi
paralleli e contrapposti
CSA SISMA Via Alfieri 9 Macerata
Domenica 24 Novembre
Alessandro Canova
Giuseppe Ielasi, Domenico
Sciajino, Kaffe Matthews (Uk), Andy Moor (Uk)
Lunedì 25 Novembre
Paolo Bragaglia
Cat Hope (Australia)
Centro Sociale Sisma Via
Alfieri 9 Macerata
Alessandro Canova
Il progetto sonoro impersonato
da Alessandro è un'immersione uditiva totale tra sonorità
ai limiti del minimalismo, ambient rumorista ridotta ad alienazione cibernetica
e glitch noises sapientemente dosati.
Per tracciarne le coordinate
sarebbe vano ricorrere a riferimenti come i Pan Sonic per la, né
ci sono d'aiuto le concezioni post-ambientali riconducibili all'opera di
Bernhard Gunter dato che i suoni/rumori/disturbi restano comunque decisamente
in primo piano senza calarsi negli interstizi della realtà. Le sperimentazioni
che Canova conduce da qualche anno a questa parte su onde
sinusoidali e rumore bianco
lo hanno portato a confezionare un proprio (micro)sound davvero personale
ed efficace, ricorda i lavori di Richard Chartier o di marca 12K alla Taylor
Dupree, si avvicina alle sonorità di Inerex o Terrorstate,
Questi sono solo tentativi
di ancoraggio, il lavoro di Canova offre uno spettro di atmosfere sintetiche
realmente vario e ricercato.
Giuseppe Ielasi, Domenico
Scjaino, Kaffe Matthews, Andy Moor
Per la prima volta insieme
per questo tour italiano questo improv-ised quartet è composto da...
Giuseppe Ielasi: figura
più che ascendente nel panorama elettroacustico italiano. Ha collabborato
con diversi artisti della scena, tra cui risalta il nome di Taku Sugimoto,
Loren Chasse, Gino Robair, Alessandro Bosetti e tanti altri. E' inoltre
padre fondatore della label Fringes, affermata etichetta d'avanguardia,
con lavori al proprio interno che ruotano dai propri fino alla tedesca
Annette Krebs, Eliane Radigue, Melgun ecc.
Domenico Scjaino: musicista
palermitano diviso tra lo studio introverso del contrabbasso e l'uso articolato
degli elettronics. Al proprio attivo ha diverse uscite, tra cui spicca
quello con lo stesso Ielasi, Right After, uscito per l'americana "Earstwhile"
e 'Broken Bridge' esperienza a solo per la "Fringes".
Kaffe Matthews: musicista
londinese che lavora con l'elettronica manipolando suono e rumore con lirismo
e intimità. Tra le tecniche utilizzaterisalta quella della conversione
dal vivo del suono del suo violini attraverso campionamento dal vivo. Collaborazioni
con Lol Coxhill, Roger Turner, Cristian Fennesz, Pan sonic, Charles hayward,
Mimeo ecc...
Andy Moor: controverso bassista
della storica band olandese The Ex e dei neonati "Klekta Red"...il suo
presente lo vede coinvolto all'interno della scena improv-jazz di Amsterdam.
Fra le sue collaborazioni da citare i lavori con il newyorkese John Zorn,
Otomo Yoshihide e il live set con il sassofonista Evan Parker, più
svariate performance con la stessa Kaffe Matthews.
Paolo Bragaglia
Paolo F. Bragaglia è
compostore elettronico dalla marcata attitudine a
cercare punti di collisione
e contatto tra diversi mondi sonori, con
l'intento di attraversare
i generi e gli stili predefiniti. Da suggestioni
ambient-electro fino all¹utilizzo
di suoni concreti, glitches e strumenti
acustici, il tutto confluisce
in uno stile personalissimo, ricco di afflati
evocativi e sempre sostenuto
da una solida struttura ritmica.
Dopo il suo disco d¹esordio
³ Magnum Chaos² che vede come ospite al
violino Mauro Pagani, nel
giugno 2002 esce ³Kinomuziq (short film and video
soundtracks 1994/2002)²,
una raccolta di estratti dalle colonne sonore da
lui realizzate nel corso
di un decennio per video, e cortometraggi
(presentati anche nel contesto
di manifestazioni di respiro internazionale
come il Festival del Cinema
di Venezia), nonché spettacoli e
videocoreografie.
Un viaggio musicale che
mostra la capacità di Bragaglia di confrontare la
propria personale concezione
della musica elettronica con il Jazz (come
testimonia la presenza in
diversi brani dell¹ex Lounge Lizard, Steve
Piccolo), con la musica
da film più classica, con i suoni industriali, fino
ad addentrarsi in territori
propri della cosiddetta musica colta.
Di imminente uscita è
Mensura, l¹ultimo lavoro di musica elettronica che
vede la partecipazione della
voce di Monica Demuru.
Cat Hope
L'australiana Cat Hope è
una tra le figure più versatili e poliedriche dell'intero panorama
musicale sperimentale (e non). Un'artista in grado di fluttuare con estrema
agilità dalle oscure sonorità industrial-oriented del progetto
Lux Mammoth alle crepuscolari dolcezze del pop decadente dei Gata Negra.
La sua abilità nel cimentarsi con le più svariate forme di
composizione (dai lavori musicali per la danza, il cinema, il teatro, alla
'tradizionale' rock song, alle
lunghe ed evocative composizioni
ambientali) e la sua flessibilità in campo artistico (oltre ad aver
diretto cortometraggi e opere teatrali è ora impegnata nel progetto
audio-visuale CavITY sulle nuove vie di integrazione tra musica ed immagine)
sono davvero disarmanti. Nonostante sia diplomata in flauto e abbia collaborato
con artisti ed ensemble tra i più diversi (dall'Opera Bellini di
Catania alla percussionista d'avanguardia Ikue Mori proseguendo per una
lista che
include: Jon Rose, Hugo
Race, Stellarc, Irene Moon, Mick Harvey...), il vero principio motore di
tutta la sua vena artistica è riconducibile ad un dispositivo dotato
di quattro corde, cui è di solito attribuito un ruolo di secondo
piano e che viene comunemente indicato col termine: basso elettrico.
Se ognuno ha una sana perversione
feticista per qualcosa, Cat ha la sua. Nella sua musica il basso diventa
qualcosa di più che un oggetto da venerare. Diventa un oggetto misterioso
di cui svelare i reconditi segreti e a cui attribuire di volta in volta
una diversa funzione: ora è pura ed irriconoscibile fonte di suoni
(a loro volta soggetti a deformazione digital-analogica), ora è
oggetto 'suonato' nei modi meno convenzionali, ora presenza aliena e inquietante.
Per quanto riguarda i riferimenti
è sicuramente più interessante citare quelli a livello di
attitudine artistica che quelli riguardanti le sonorità vere e proprie
(tutte legate comunque ad un ambient mesmerica e isolazionista): Cat si
situa in una ipotetica linea trasversale che unisce lo sperimentalismo
'colto' di Annette Krebs alla giocosità esplorativa di Bill Horist.
Se questi ultimi sono i ricognitori degli opposti emisferi del pianeta
chitarra, non mi resta che essere d'accordo con Time Off Magazine confermandovi
che Cat Hope... è indubbiamente la regina del basso.
Irrinunciabile il piacere
di addentrarsi nel suo regno.
INFORMAZIONI:
info@kathodik.it
sisma@ecn.org