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PAOLO VENEZIANI - QUADRAMUSIC
2002. cd-r autoprodotto, ogredung mp3 release


 

di Emanuele Rodolà


Ricordo ancora il mio primo incontro col neo-suono venezianiano; è da allora che i miei ascolti elettrici sono sempre più andati a configurarsi con la ricerca ardita di una idea inesatta che accostai al joie-de-vivre impressionista. Perchè questo è l'impressionismo in musica. Bianchissime notti oscurate da pennellate ligetiane a frequenza purissima: un continuum sonoro-mentale e lunare; è così che suonerebbe il sistema solare, se solo avesse un suono. Alcune citazioni a Lambda Suite, per non parlare dei richiami noise di Alphabet, si mescolano ora con trilli sirenici e gocce di metallo sul pavimento, per un ascolto che non riesce mai ad annoiarsi e ad annoiare. Assolutamente imperdibile il terzo movimento, un Nobukazu Takemura ambientoide e cibernoide, senza interruzioni, senza salti, un ritorno controcorrente risospinto senza posa nel passato, è qui che la nostra ricerca ha termine, tra i pad solari e i gas ionizzati delle atmosfere, tra la gioia di un ritorno a casa e la consapevolezza di aver lasciato qualcosa nello spazio. Torna il Paolo Veneziani più viaggiante, caldo e invitante nel vero, e solo in apparenza glaciale.
Mi permetto di sollevare obiezioni riguardo a una presunta 'noia compositiva' che a detta di alcuni intride l'intero lavoro: non si creda a l'uomo dietro la macchina o a tecnicismi di sorta, nè tantomeno al potere degli allori (se capite cosa intendo). In Quadramusic, bisogna credere al suono.
 

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