gianfranco pernaiachi "ora"
2002 2xCD ants/silenzio
di Etero Genio (no ©)
Pernaiachi non è certo un musicista di primo pelo, sia per quanto riguarda l'anagrafe (è nato a Roma nel 1951) sia per quanto riguarda l'attività che lo ha visto frequentare il conservatorio prima come allievo e poi come docente. Autore non particolarmente prolifico, ha solo altri tre dischi alle spalle, Pernaiachi porta a compimento con "Ora" una ricerca nei meandri del silenzio interiore che dura ormai da oltre vent'anni. Tale ricerca parte dall'opera musicale di Morton Feldman e da quella pittorica di Mark Rothko - tanto per fare due nomi, ma sarebbe lecito citarne anche altri come György Ligeti… - per approdare a questa enigmatica rappresentazione che si differenzia, a causa di una maggiore introspezione, dalle più riuscite opere con cui potrebbe essere tessuto un paragone: 4'33" di John Cage, Stones di Christian Wolff, Silence del trio A. Braxton / L. Smith / L. Jenkins, Beinhaltung del trio P. Durrant / T. Lehn / R. Malfatti e Un peu de neige salie di Bernhard Günter. La reale difficoltà nell'approccio ad "Ora" sta proprio in questa sua introspezione, una caratteristica che da sempre richiede un tipo di particolare affinità fra l'artista e il suo pubblico per essere penetrata. In termini più chiari una canzone di Tim Buckley avrà sempre un pubblico più ristretto di una canzone di Bob Dylan, anche nel caso che questa sia strutturalmente più complessa da ascoltare. "Ora" è essenzialmente costituito da registrazioni concrete, suoni naturali o, come si usa dire oggi, field recordings. Rispetto a ciò emergono delle considerazioni: non sono le tecniche o le fonti utilizzate ma è la sensibilità dell'artista a fare di un'opera quello che è. Perché un disco di field recordings può esprimere una desolazione e un disagio in grado di renderlo più simile ad un disco fatto con un sassofono (il quale esprima gli stessi stati d’animo) che non a tutti gli altri dischi di field recordings del mondo. Così field recordings resta un termine vuoto, che non indica nulla, perché "Ora" potrebbe benissimo essere stato realizzato con un pianoforte o con l'uso di strumenti elettronici restando sempre quello che è: espressione pura di una ricerca sofferta e sofferente. "Ora" è un'opera aperta e in questo riprende le idee cageane a proposito del pubblico e dell'ambiente, quali elementi protagonisti e non semplicemente destinatari passivi dell'evento musicale, idee discograficamente messe a punto da Eliane Radigue in ?=a=b=a+b, un singolo del 1969 i cui lati potevano essere ascoltati anche in sovrapposizione, con asincronie e velocità variabili. Le tre tracce che suddividono i due CD di "Ora" sono da intendere in questo senso e non come altrettante composizioni. Un tutto unico che l'ascoltatore-protagonista, sempre che abbia a disposizione due impianti o un mixer, può divertirsi a montare come meglio preferisce in un numero di combinazioni quasi inesauribile. Ma l'importanza - e la bellezza - di "Ora" non sta in questi ragguagli tecnici bensì nella sua indagine interiore, cioè la memoria, nel suo regalare emozioni, cioè il presente, e nel suo lasciare spazio all'immaginazione proiettandosi nel futuro, verso quella pace e quel distacco dal mondo materiale a cui tutti inconsciamente aneliamo. Verso la fine del tempo.
Contatti e info: http://www.silenzio-distribuzione.it