ordeal : "malan"
cd 2002
(eibon records)
di Mauro Carassai
Tutt'altro che terrificante si rivela l'esperienza
che ci propone Gabriele
Santamaria a discapito del nome scelto
per il suo autonomo progetto Ordeal,
parallelo agli industrial/isolazionisti
I burn. Ulterirormente impreziosito
da una confezione grafica davvero notevole,"Malan"
(licenziato dalla Eibon
Records) è sicuramente una tra
le più interessanti proposte nel campo dello
sperimentalismo elettronico contemporaneo,
autoctono e non. Le incursioni
transgenere nelle diverse regioni del
territorio minimal ambient operate dai
brani sono davvero agili e penetranti
al tempo stesso. Le diverse fonti
sonore utilizzate (softwares, oggetti,
campionamenti, chitarre trattate) si
amalgamano ora in dilatazioni sonore magnetiche
ed avvolgenti solcate da
drones frequenziali (Just the Same Logic
Aside), ora in insoliti ovattati
tribalismi come quelli dei brani d'apertura,
ora in alienanti soundtrack per
sinistre panoramiche catacombali (Graduale).
Nel disco convivono la
staticità e la laconicità
di alcuni dei lavori di casa Rune Grammofon (vedi
Waiting, One Empty Dish and a Dead Clock),
gli 'altrove' sonici indistinti
del Biosphere più mesmerico (vedi
One Haiku in Half-Sleep) e, in generale,
circa cinquanta minuti di moti orbitanti
intorno al pianeta
industrial/isolazionista superlativamente
tracciati. Il tutto è poi immerso
in un'atmosfera di misticismo digitale
che, oltre a donare un senso di unità
pervasiva all'eterogeneità delle
atmosfere, rende alcune delle composizioni
esperienze soniche totalizzanti. Ci sono
dischi che immergono completamente
l'ascoltatore in mondi artificiali facendogli
perdere qualsiasi contatto con
quello reale, altri che ne hanno solo
la presunzione. "Malan" appartiene
sicuramente alla prima categoria