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aavv: electrotune 2
cd (mens tune/astrazioni foniche) 2002

di Emenuele Rodola'

"La seconda uscita della collana Electrotune, ricalca l'impronta della precedente allargando, però, il proprio range anche all'elettro-pop."
Apre Future Phase con una IDM/chill molto old-school, tra la Warp di Brothomstates e la melodica incantevolezza del primissimo Mellow-D; un pezzo che non prende mai il via ma che è un susseguirsi continuo di intermittenze melodiche su cyber-synth e blip beats. O.R.P.H.E.O. ci propone breakbeat dal sound intelligente ed acquatico, sempre mantenendo una certa costanza chill-out e senza pretendere frenesia da d'n'b. Segue Sabina Orlandini, la prima vera sorpresa dell'album, cantato puro e filtrato, esattamente sensuale come altresì propone a livello testuale; una voce che si dilata su un ritmo costante e synth spaziali in panbrello, arie magiche alla Luke The Wizard vs Aaron Goldbody. Figura Otto ci invita a prendere un cocktail nel suo lusk bar dove persone piacevoli piacevolmente discutono e sorridenti lasciano che la Natura musicale sia complice e si adatti anzi all'atmosfera: fiati e corde e agogo sintetici, bassline profonde e pad cristallini vestiti di color caffè. Punto.exe si destreggiano tra acrobazie vocodiche in iterazione e linee ritmiche da dancefloor per poi evolvere in un rap (certi 99 Posse) filtrato e nascosto nel sintetico. Rassicurante synth-pop in Roundpear e Maxa Frizher, con un punto a vantaggio di quest'ultimo per la bassline decisamente più accattivante, episodi entrambi di valore e buon gusto. Altre atmosfere lussuose per Bodega Bay, che tra sassofoni e synth ci propone un Xhale molto lounge ma più pieno di sè, chitarre funky ad alta frequenza e tribalismi IDM alla Mitchell Akiyama. Buonissimo l'impatto di Onemanband e il suo synth rock 'February Sky', voce trattata e sovrapposta, molto belli i bassi e molto intrigante la scelta del sassofono a fine pezzo, veramente la ciliegina sulla torta. I leads a fine pezzo, il parlato giapponese e le armonie argentee ne fanno per certi versi il pezzo di punta della compilation. Ma le sorprese non sono finite, Cubico spiraleggia tra noise e leads quasi goa in salsa IDM, in un buon intreccio di percussioni intelligenti; forse mi sarei aspettato più frenesia e com-passione per l'ascoltatore, da questo artista che sto imparando a conoscere. Chiude Rodion con la bellissima 'Ephél', colonna sonora per un film di rimpianti e dolcezze lasciate alle spalle. Breakbeat costanti e tappeti malinconici, mentre i synth narrando si incontrano con teneri arpeggi sognanti. Ottima conclusione per un album che si è aperto altrettanto sapientemente e che sa decisamente mantenere l'attenzione alta per la varietà e la rinfrancante competenza musicale che propone.
Siamo in vista di un'ulteriore episodio.

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