Cyborgcultura

 

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Tra le mutazioni indotte dalla tecnologia, è necessario parlare di un fenomeno che a prima vista non ha nulla a che fare con il classico cyborg elettromeccanico o genetico, perché riguarda un processo di smaterializzazione, di virtualizzazione del corpo.Quando entra in una rete, non solo una rete telematica, ma anche la più usuale e familiare rete telefonica vocale, o la rete televisiva, il nostro corpo, o un suo equivalente, si trasporta in qualche modo da un'altra parte, si dissemina per questa rete. Con il telefono vocale ciò accade solo alla nostra voce, la prima e la più immateriale delle nostre protesi tecniche, quella che ci consente di comunicare; con la televisione è l'immagine più o meno fedele di noi che viaggia nell'etere e appare simultaneamente su milioni di schermi; in Internet si disseminano i nostri pensieri sotto forma di parole, o i simulacri che cominciano a rappresentarci in certi siti, i cosiddetti "avatar".

Ma questi sono appunto simulacri immateriali, non corporei. Le reti si confermerebbero quindi un luogo (o un non luogo) di immaterialità, di virtualità. Ma il nostro corpo, per quanto immobile, per quanto fisso, è pur sempre coinvolto: sono nostre le dita che battono sulla tastiera o cliccano il mouse, sono nostri gli occhi che scorrono il monitor, sono nostri i neuroni che ordinano e danno senso agli input sensoriali. Che non si possa fare a meno del corpo, anche in rete, ce lo ricorda l'artista australiano

Stelarc

Stelarc sostiene una posizione molto radicale, quella dell'obsolescenza del corpo naturale, fino al punto di proporre di svuotarlo dei suoi organi naturali per sostituirli con nuovi e più avanzati organi artificiali (stomach).Egli realizza nelle sue performance un collegamento fra corpo e tecnologia che fa uso della tecnica fondamentale delle reti: la trasmissione di segnali elettrici lungo una linea (un cavo, un satellite). Il "terzo braccio" robotizzato che Stelarc aggiunge ai suoi arti naturali nelle sue performance può essere comandato dai movimenti dei muscoli del suo corpo, ma anche da un agente remoto via computer. In Fractal Flesh per esempio (uno dei suoi ultimi lavori),Stelarc collega il suo corpo, non solo il terzo braccio, al computer, e via Internet riceve i comandi digitati sulla tastiera da operatori situati in altri luoghi.

 

La misteriosa danza che esegue davanti agli spettatori risulta così da una combinazione di movimenti volontari e movimenti involontari, il suo corpo obbedisce in parte alle decisioni coscienti del suo cervello, in parte a decisioni prese da altri, che lui non può controllare. Poi, che questa performance sia la metafora di una nuova straordinaria libertà o di un oscuro e soffocante controllo, sta a noi deciderlo.Una volta esplorati e confermati i limiti umani come retaggio della "vecchia carne", Stelarc procede verso il loro superamento grazie all'innesto della tecnologia.

Per Stelarc il corpo umano non deve più essere considerato luogo della memoria, depositata-registrata fuori da esso, ma oggetto manipolabile, amplificabile, estendibile: "Ciò che conta è il corpo come oggetto, non come soggetto. Il corpo come oggetto può essere accelerato, amplificato e ridisegnato. Il corpo non deve essere ipnotizzato dalla memoria. La memoria culturale è storia registrata".
La pelle, come uno schermo, è illuminata e irradiata da rapide immagini, effimero tatuaggio elettronico: "I media sono diventati la membrana dell'esperienza umana. Un sistema di supporto vitale che sostiene il corpo. Il ruolo dei media non è semplicemente quello di trasmettere informazioni. Piuttosto, esso fonde il tessuto umano in un immenso schermo planetario di pelle. Un tessuto palpitante, sensibile, che si contrae in sintonia con le più remote stimolazioni."
Un'apoteosi dell'artificialità, dell'"illusione ad alta fedeltà". La carne si muta/dissolve in un coacervo di dati, immersa in uno spazio di dati (cyberspace).
In una visionarietà di esaltato candore profetico (nel senso che non viene minimamente paventata alcuna difficoltà, rischio o trauma individuale, sociale o "politico" che una simile sconvolgente mutazione potrebbe comportare.) viene implicitamente prefigurata e consacrata la divisione tra corpo (costrizione materiale, guscio, gabbia, limite), definitivamente negato, e la sua componente immateriale (anima? spirito? immaginazione? intelligenza?) ora finalmente liberata. Non è la "nuova carne" ma la "carne immateriale", la "non-carne" abitante nel "non-luogo".
La sparizione del corpo come ultimo stadio del "desiderio post-evoluzionistico", è auspicata come estrema possibile conquista, che spalanca a questo nuovo essere immateriale nuovi spazi privi di limitazioni biologico-corporee.

Stelarc sottolinea l'importante funzione dell'artista nella definizione della nuova forma post-umana: "L'artista può diventare un architetto degli spazi corporei interiori, ristrutturando il territorio umano e ridefinendo il nostro ruolo di individui."

 

PROGETTO STOMACH

Nel progetto "Stomach", Stelarc sostiene una posizione molto radicale, quella dell'obsolescenza del corpo naturale, fino al punto di proporre di svuotarlo dei suoi organi naturali per sostituirli con nuovi e più avanzati organi artificiali.

L'idea principale di questa performance è quella di inserire un'opera d'arte all'interno del corpo, di esporre una scultura in uno spazio interno. Il corpo diventa vacuo, senza differenze significative tra lo spazio pubblico, privato e psicologico. La tecnologia invade il corpo e funziona dentro di esso non come una semplice protesi ma come un ornamento estetico. Il corpo ormai svuotato del suo significato ospita non più il sé o l'anima ma più semplicemente una scultura.

Descrizione
Struttura-capsula costituita da ingranaggi e servomeccanismi.
Dimensioni- capsula chiusa:15mm x 5cm / capsula aperta: 5cm x 7cm / cavo flessibile: 8mm x 150cm / scatola di controllo: 7cm x 19cm x 21cm.
Materiali- metallo di tipo chirurgico come titanio o acciaio inossidabile, oro e argento
Funzioni-la capsula è una sorgente di luce e di suoni.
Movimenti-la capsula si apre/ si espande e si contrae/ si chiude.
Operazione- il meccanismo con la capsula viene attivato tramita un cavo flessibile lumgo 150cm, collegato ad un servomotore e controllato da un circuito logico.

L'intervento
Prima dell'inserimento della capsula lo stomaco verrà svuotato, procedura resa possibile da un digiuno di almeno 8 ore.
I meccanismi della capsula verranno attivati così da poterla inserire già funzionante. La capsula, emettente suoni e luci, sarà inserita all'interno dell'esofago con il cavo flessibile comandato dalla scatola di controllo esterna.
Una volta inserita la capsula nello stomaco verrà utilizzato un endoscopio per aspirare i succhi gastrici in eccesso. Dopo questa operazione lo stomaco sarà riempito d'aria.
La capsula verrà aperta ed espansa tramite i comandi posti sulla scatola di controllo.

 

LA TERZA MANO

THIRDHAND

Con il progetto relativo alla "terza mano" avviene il definitivo passaggio verso l'amplificazione reale della struttura corporea. Un braccio interamente tecnologico è connesso con il corpo di Stelarc, evento in sé non così innovativo visto l'uso ormai frequente di protesi anatomiche nei casi di mutilazione. Ma nelle intenzioni che sottendono la proposta stelarchiana non si può più parlare di "protesi" se intesa come sostituzione reintegrativa di un "pezzo" naturale. Non c'è volontà di ristabilire una condizione originaria, ma il superamento di questa. Espansione corporea, non costruzione robotica separata, autonoma e controllata a distanza, ma estensione innestata nella struttura originaria. Uno pseudo cut-up di carne e tecnologia dove la sintesi risultante varca la soglia dell'umano tradizionalmente inteso.

Il progetto "terza mano" non era un progetto ingegneristico nuovo, si basava su un prototipo sviluppato presso la Wassau University. Stelarc lo modificò leggermente. La ditta costruttrice lo elaborò secondo le sue esigenze, Stelarc disegnò la struttura di supporto e vi applicò un depressore di un'altra ditta. Stelarc voleva una mano adattata alle dimensioni della sua mano destra e ricoperta da uno stampo cosmetico, anche se non l'ha mai usato, poichè ritiene che la tecnologia presente dovesse essere visibile. Questa è la sua strategia generale. Egli ha delle idee su come si possono connettere appendici tecnologiche in simbiosi con il corpo e, stabiliti questi concetti, non gli interessa elaborare semplicemente un progetto di finzione scientifica o un'idea non realizzabile. Stelarc mette sullo stesso piano l'espressione con l'esperienza, con l'esperienza della realtà.