Approfondimento
Federazione
Scacchistica Italiana
Guida Tecnica
1. GENERALITA SUL CERVELLO
- Evoluzione del cervello (della mente)
nelle varie età.
Luomo è sempre andato fiero del suo
cervello, ma conosce ben poco dei meccanismi che concorrono ad attivarne le
complesse funzioni. Le ricerche in neurobiologia sono appena agli inizi e la
maggioranza dei risultati è fondata su ipotesi, talvolta contraddittorie.
Gli organi contenuti allinterno del cranio costituiscono, nel loro insieme,
lencefalo. Esso è avvolto da tre membrane protettive disposte a strati,
chiamate meningi. Allinterno di queste sono racchiusi i vasi sanguigni che
alimentano lencefalo (nonché un liquido che lo protegge, soprattutto
ammortizzando la trasmissione degli urti subiti dal cranio).
La parte superiore dellencefalo è il cervello propriamente detto. Esso è
formato da due emisferi tenuti separati da una profonda piega delle meningi. La
parte esterna degli emisferi è detta corteccia, dal colore grigio. Le
principali attività coscienti, comprese le cosiddette funzioni superiori, hanno
origine nella corteccia, la quale dispone di aree specializzate per le varie
funzioni (vedi figura n. 1).
I due
emisferi del cervello non sono simmetrici; presentano differenze anatomiche
visibili e soprattutto svolgono diverse funzioni. Si tenga presente, fra
laltro, che ciascun emisfero riceve informazioni dal lato non omologo del
corpo. Essi svolgono unattività complementare, per quanto differenziata.
Lemisfero sinistro è specializzato nelle funzioni atte ad articolare il
linguaggio nei processi logico-sequenziali ed è superiore al destro nelle prove
relazionali, elaborando le informazioni in modo analitico.
Lemisfero destro è specializzato nelle attitudini musicali e pare sia la
sede delle elaborazioni a carattere intuitivo.
I due emisferi sono collegati dal corpo calloso formato da uno spesso
fascio di fibre che assicura un intenso, reciproco scambio di informazioni (vedi
figura n. 2).
Al
di sotto del corpo calloso cè il talamo.
Esso riceve gli stimoli dagli organi di senso e li armonizza prima di inviarli
alla corteccia, cioè al cervello. Questo può essere paragonato ad un dirigente
dazienda di cui il talamo fa le funzioni di un bravo segretario che vaglia
corrispondenza, telefonate, ecc., e le comunica correttamente al superiore.
Nelle regioni più profonde del cervello cè il sistema limbico, la
sede delle emozioni e dei bisogni primari. La paura, laggressività, la fame,
il sonno, ecc., hanno riscontro in questa sede, la parte più antica
dellencefalo, originata dalla vecchia corteccia dei rettili.
Oltre al cervello, al talamo e al sistema limbico, fanno
parte dellencefalo il cervelletto e il bulbo.
Il cervelletto, situato in prossimità della nuca, è anchesso diviso in due
emisferi e riveste le funzioni (ancora utilizzando similitudini) del computer
aziendale: controlla che il programma (i movimenti automatici decisi dal
cervello) sia scrupolosamente osservato apportando autonome modifiche in caso di
casuali scostamenti dalle direttive iniziali.
Il bulbo, o midollo allungato, funge da collegamento tra cervello, cervelletto e
midollo spinale.
- Il neurone: cenni di fisiologia.
I neuroni sono le cellule speciali del cervello. Essi non si riproducono
come le cellule delle altre parti del corpo, anzi, a partire dai ventanni
detà, inizia la loro graduale autoeliminazione fino a raggiungere il 60% del
totale. I rimanenti, però, anche se usurati, garantiscono pur in età molto
avanzata la totalità di sufficienti funzioni.
Essi hanno bisogno di zucchero (sotto forma di glucosio), di ossigeno e di altre
sostanze chimiche per sopravvivere; di neurotrasmettitori e peptidi per
intercomunicare.
I neuroni (vedi figura n. 3) sono
formati da un corpo cellulare, fornito di nucleo, per le proprie funzioni di
sostentamento; da dendriti vari e da un solo assone per il contatto-scambio con
le altre cellule. Tale contatto, chiamato sinapsi, secondo le conoscenze
attuali può avvenire in diversi punti reciproci. Esso produce un vivace scambio
di informazioni per mezzo di neurotrasmettitori (acetilcolina, serotonina,
dopamina, noradrenalina, ecc.) prodotti dallorganismo a partire dai «precursori»,
cioè da elementi più semplici provenienti dallalimentazione e di peptidi
che sono frammenti delle catene proteiche di aminoacidi. Tutto ciò avviene in
presenza di differente potenziale elettrico. La trasmissione nervosa è pertanto
di carattere sia biochimico che elettrico e si intuisce quanto una corretta
alimentazione sia condizione essenziale al buon funzionamento cerebrale, al pari
di una equilibrata attività fisica.
Ciascun neurone comunica con un elevato numero di altri neuroni fino a formare
in media da mille a diecimila connessioni. Nella corteccia esistono almeno
centomila miliardi di questi piccoli centri!
- Evoluzione del cervello (della mente) nelle varie età.
Il cervello adulto pesa circa 1400 grammi, con oscillazioni che possono
aggirarsi intorno ai 500 grammi in relazione a razza, statura, sesso, ecc.
Lintelligenza non è necessariamente legata al peso del cervello come
dimostrano le ricerche su famosi uomini di genio, il cui valore ponderale è
risultato in taluni casi superiore, in altri inferiori alla media.
Al momento della nascita il peso del cervello umano è circa un quinto di quello
definitivo, ma il numero delle cellule che lo compongono (i neuroni) è al
completo: circa cento miliardi! Laumento di peso successivo è dovuto
allevoluzione strutturale dei neuroni stessi e della loro interazione.
Il neonato inizia immediatamente ad attivare il potenziale neurologico con le
prime elaborazioni sensoriali e particolarmente del tatto. La manipolazione
automatica di qualsiasi oggetto alla sua portata, prima ancora che ne abbia una
indefinita concettualizzazione, dà avvio allo sviluppo della sua intelligenza
logico-matematica.
La statura eretta conquistata dai nostri progenitori, rispetto agli altri
primati, permise di liberare le mani e di usarle nel manipolare oggetti,
favorendo un accumulo di esperienze così notevoli da causare unimprevedibile
impennata dellevoluzione cerebrale.
Il neonato ripercorre lo stesso iter mani-cervello e per vari mesi continua ad
esplorare oggetti e giocattoli. Solo ad un anno e mezzo egli comprende che gli
oggetti esistono anche se non sono sotto il controllo dei suoi ricettori
sensitivi. Più tardi, il bambino inizia ad osservare la correlazione tra i vari
oggetti, a dividerli per sottoinsiemi, per dimensione ed uso.
E soltanto verso i tre anni che comincia a contare ed è allincirca sui
cinque-sei anni che egli nota analogie tra lo stesso numero di oggetti diversi.
E a questa età che gli scacchi (le stesse figure davorio e debano del
papà rassegnato, abbondantemente manipolate e decimate!) offrono al bambino
motivi di curiosità tali da indurlo ad accettare con buona grazia le prime
spiegazioni elementari e a voler «giocare» continuamente. In tal modo si
pongono, inconsapevolmente, le basi per rapide conquiste di tappe evolutive, per
convenzione attribuite ad età successive. Ad esempio, infatti, accettare il
movimento differenziato dei pezzi e le stesse inflessibili regole di gioco
subito applicate (pezzo toccato pezzo mosso!) fa sì che il bambino sia disposto
ad adeguarsi alle imminenti regoli sociali organizzate, (ingresso nella scuola
elementare) con naturalezza.
Età 6-8 anni: se in questo periodo gli scacchi sono coltivati senza
forzature, ma semplicemente come unalternativa ad altri giochi, è assai
probabile che diventino un insostituibile compagno di viaggio per tutta la
fanciullezza ed oltre, con beneficio immenso per lintelligenza ed il
carattere.
Età 8-11 anni: insieme alletà precedente, forma il periodo doro
dellapprendimento in generale. La capacità di immagazzinare informazioni è
pressoché illimitata, è altresì denominata età della ragione, caratterizzata
dalla consapevolezza della propria identità sessuale e dalla possibilità di
affermarsi quale individuo, nel rispetto delle regole.
Età12-13 anni: la cosiddetta età difficile. Il fanciullo si sente «grande»
ed aspira ad una pur relativa indipendenza, il rapporto con i coetanei è
complesso, la ricerca della propria identità lo porta talvolta a violenti
scontri dialettici. Gli scacchi, se associati a frustrazioni, possono essere
respinti come pure divenire il rifugio delle proprie paure (in tal caso sarà
utile proporre la pratica contemporanea di uno sport di squadra).
Età 14-15 anni: la personalità e lintelligenza sono praticamente
formate ma solo verso il 17° e 18° anno di età (periodo ideale per i primi
impegnativi cimenti agonistici) si raggiunge un buon equilibrio che mitiga
liniziale confusione generata dallansia, dallapatia, dallincoerenza,
nel difficile cammino, tra turbolenze ormonali e daltro genere, alla ricerca
di sé.
«E tra gli undici e quindi anni che lintelligenza subisce una profonda
evoluzione. Tale trasformazione è caratterizzata da una logica di pensiero
orientata in senso astratto e capace di manovrare complessi sistemi ideativi di
natura ipotetica e deduttiva (logico proposizionale).
Ladolescente porta nellambiente sportivo quella «carica intellettuale»
sotto forma di atteggiamento contestativo che pone al vaglio critico tecniche di
allenamento, le strategie di gara
»
Antonelli e Salvini Psicologia dello sport
E in questa ampia fascia di età che loperato delleducatore è
sottoposto a dura prova; egli, anche se animato da entusiasmo e buoni propositi,
non può permettersi errori che possono pregiudicare non tanto il legame
dellallievo con lo sport prescelto, quanto di rallentare, per ottusità od
ignoranza, lo sviluppo indipendente della personalità a lui affidata.