HUYSMANS OPERA

Edito nel 1884, A’Rebours è il testo che meglio spiega che cosa significasse per l’esteta rifugiarsi nel bello.

TRAMA

Il protagonista, Jean Des Essentes, ultimo discendente di una nobile famiglia è un trentenne anemico e nevrastenico. Rifiutando la ridicola mediocrità del mondo contemporaneo, si ritira in una specie di squisita clausura: in provincia, a Fontenay-aux-Roses si crea un rifugio rispondente ai suoi gusti: pareti decorate con stoffe rare, finestre ornate di vetri gotici, mobili fastosi, quadri caratterizzati da un fantastico morboso, profumi esotici, artificiose bellezze, piante rarissime che imitano quelle finte. La biblioteca è piena di testi della decadenza latina, da Petronius a Apuleius, e di mistici di tutte le epoche, oltre che dei testi di Baudelaire, Mallarmé, Verlaine. In questo ambiente Des Esseintes rievoca come in sogno le proprie esperienze ma è poi assalito da una grave forma di nevrosi. Costretto per guarire a rinunciare al suo isolamento, Des Esseintes implora il miracoloso soccorso del dio dei cristiani: le sue tendenze verso l'artificio non erano altro forse che slanci verso un ideale di vita lontano dalla concretezza del reale. Des Esseintes è il capostipite degli eroi decadenti. In aperta opposizione col mondo e la vita di ogni giorno, con i valori e le norme borghesi egli è un ribelle, a cui manca tuttavia una ricca vita interiore, che dia senso alla sua costruzione di mondi alternativi. La sua violazione delle regole, che determinano la civile convivenza, lo spingono ad un rigido isolamento, retto sull'artificiosa ricostruzione di un ambiente di vita del tutto fittizio, in cui il soggetto tenta di ricostruirsi una dimensione esistenziale privilegiata e protetta rispetto alla volgarità della normale vita della sua società, producendo uno schermo dalle onde della mediocrità umana che salgono fino al cielo. In questa prospettiva arte e bellezza divengono valori fondanti di questo mondo alternativo, vacuo e sterile, che si ricrea progressivamente con un processo di continua astrazione dalla realtà, dalla quale si finisce per perdere ogni contatto. Nella costruzione artificiale di questo concetto di bellezza esclusiva, la fantasia concretizza ogni desiderio di appagamento e di piacere intenso e raffinato. Dapprima agisce l'analitica perlustrazione dei sensi, accuratamente esaminati nelle loro risposte a stimoli precisi. L'esame degli effetti dei colori sull'arredamento degli interni non è solo finalizzato a creare una raffinata realizzazione decorativa, ma piuttosto a concretizzare uno stabile legame tra certe tonalità pregnanti sulla sensibilità dell'esteta e la loro soggettiva, quotidiana frequentazione. Dallo studio delle abitudini percettive del soggetto si ricrea artificialmente un complesso sistema di concrete soluzioni, che hanno il compito di rinnovare indefinitivamente sensazioni forti ed esclusive. Tali sensazioni tuttavia si esauriscono nello spazio chiuso del loro fruitore. Una bellezza continuamente rifatta e manipolata: ogni senso richiede di rispettare una sorta di codice di riferimento, fatto non di semplici duplicazioni della bellezza della natura, ma di infinite sue variazioni ed intrecci, che facciano dimenticare la virtualità asettica e falsificata del piacere stesso. La natura è soppiantata dalla cultura, intesa come artificio. Anche gli attributi classici della bellezza ( purezza, armonia, linearità naturale ) vengono soppiantati dalla manipolazione e dall'artificio umano. Interessante a questo proposito il repertorio di profumi che Des Esseintes colleziona nella sua dimora e che educano l'olfatto a sensazioni sempre più particolari... staccate del tutto dall'abituale contesto percettivo degli uomini comuni. Sublimazione, condensazione, dislocazione, rarefazione sono le operazioni che rendono possibile la nuova fruizione allucinata del piacere estetico. " Tutto sta saper fare, saper concentrare l'attenzione su un unico punto; sapersi astrarre abbastanza da produrre l'allucinazione e da sostituire alla realtà reale la realtà fantasticata". Il distacco definitivo tra arte e vita (ove la prima si assume il compito di assorbire la seconda ) è segno di malattia, di crisi esistenziale e di nevrosi, che rasenterà la follia. Des Esseintes ama del resto la letteratura della decadenza, il suo è un ritorno all'indietro ( A’rebours) a quelle età che hanno assaporato il gusto malato della crisi di valori e l'estenuazione di una raffinata preziosità, che sa di morte e sconfitta di antichi valori morali.