" ...Le comte était entièrement vetu de noir e d'argent. Son manteau de moire noire était voilé d' une dentelle d' argent retenue par des points de diamants. Il lassait voir un pourpoint de brocart d' argent orné des dentelles noires d' un point très recherché. Les memes dentelles en trois volant retombaient aux genoux sous la rhingrave de velours sombre. Les souliers portaient des boucles de diamants. La cravate, qui n'était pas en forme de rabat, mais de large noeud, était égalemment rebrodée de très petits diamants. Aux doigts une multitude de diamants et un seul très gros rubins... "
Tratto da " Angelique Marquise des Anges "
" ...Il conte era interamente vestito in nero e argento. Il mantello di moerro nero era velato da un merletto d' argento trattenuto da punte di diamante e lasciava vedere un farsetto di broccato d' argento ornato di pizzi neri di raffinata fattura. Gli stessi pizzi a tre balze ricadevano sui ginocchi sotto le brache di velluto scuro. Gli scarpini avevano fibbie di diamanti. La cravatta, che non era a forma di bavero, ma di ampio nodo, era anch'essa ricamata con piccolissimi diamanti. Alle dita portava un gran numero di diamanti e un solo rubino molto grosso... "
Tratto da " Angelica e il Giustiziato di Notre-Dame "
I romanzi di Angelica, con le loro descrizioni di sontuosi abiti e di vezzosi accessori, hanno fatto sognare le lettrici di tutto il mondo.
Ciò che alcuni non sanno è che la moda ai tempi di Luigi XIV, specialmente all'interno della corte, seguiva canoni ben precisi, che erano strettamente connessi al rango e alle consuetudini del tempo.
Non era possibile sottrarsi a queste regole; l'abito, infatti, rappresentava uno status, era una sorta di " biglietto da visita " per chi lo indossava. Inoltre l'abito alla moda presupponeva il desiderio di conformarsi ed essere accettati in certi ambienti.
In effetti alcune di queste affermazioni potrebbero essere applicate anche alla moda contemporanea, seppur con le dovute differenze.
Va però ricordato che nel caso della corte di Francia l'abito era un vero e proprio " lasciapassare " : i nobili che non potevano permettersi vestiti lussuosi e gioielli in gran quantità non potevano vivere accanto al Re. Erano allontanati dal Sole, centro del loro mondo in quel momento storico.
Soprattutto per questo i nobili spesso si indebitavano pesantemente: non potevano permettersi di essere esclusi e di non beneficiare di tutti i vantaggi che derivavano dalla loro permaneza a corte.
E questo non era l'unico sacrificio a cui erano disposti: alcuni degli abiti in voga all'epoca non erano il massimo della comodità, ma l'etichetta e la moda non prevedevano il comfort e soprattutto non permettevano lamentele di alcun tipo.
Questa pagina si propone di analizzare le principali correnti della moda del Seicento, focalizzando l'attenzione sulla Francia del Re Sole e sugli indumenti in voga in quel particolare luogo e momento storico.
Certo non si pretende la completezza, che può essere ricercata solo sui testi specifici, ma si può tentare, grazie proprio all'ausilio delle fonti, di dare spunti per una ulteriore ricerca, di tratteggiare per grandi linee il quadro della moda dell'epoca.
Il passaggio dalla società cinquecentesca al Seicento è segnato, nel campo della moda, dall'abbandono di abiti a linee sciolte, caratterizzati da panneggi che accompagnavano le forme del corpo e ispirati ai giochi di pieghe della statuaria antica.
Ora i modelli diventano molto vari e le linee della veste non corrispondono all'effettiva realtà anatomica : per qualche decennio si impone l'uso del guardinfante ( cache-enfant ) o verdogale .
L'Infanta Margheria in azzurro di Diego Velazquez 1659
Questo cerchio imbottito alla vita, che fa sembrare incinte tutte le donne che lo indossano, integra o sostituisce le armature di lamina d'acciaio dei busti . Questi ultimi già nel secolo precedente avevano contrastato la linea sciolta.
Analogamente, per l'abbigliamento maschile, l'abito aderente è abbottonato: prevalgono giacche e brache ampie e gonfie, lunghe giubbe con grandi polsini .
Per contrasto, risulta accentuata l'importanza del volto, unico elemento " naturale " visibile della figura. Questo si trova incorniciato tra due oggetti fondamentali della moda secentesca: il colletto ed il cappello .
Simboli del lusso e dello sviluppo dell'artigianato dell'epoca sono le guarnizioni: pizzi, gale ; gli accessori come le calzature , di vario tipo a seconda delle occasioni cui sono destinate e suscettibili di cambiamenti di gusto.; i ricami dei tessuti ; i nastri e i fiocchi .
Gli elementi che inizialmente avevano anche una loro funzionalità ( gale e nastri, per esempio, servivano per allacciare, con alamari o nodi ) , si moltiplicano e divengono puramente decorativi.
Ritratto di Madame De Maintenon da giovane
Nei primi anni del secolo la moda è caratterizzata da rigidi busti a punta, che stringono la vita ed evidenziano il seno, da gonne a campana, dal collo a gorgiera, conosciuto anche come " lattuga " e " ruota di mulino " .
I gioielli sono accessori privilegiati; è in voga indossarne molti o addirittura cucirli sui vestiti.
L'abito è molto rigido e non permette scioltezza nei movimenti. Questo stile conferisce alla figura un'aria quasi altera, ieratica e serve a marcare la differenza tra nobiltà e popolo, che indossa invece abiti più sciolti.
Questo stile è influenzato direttamente dalla moda spagnola.
Ritratto di Madame la Connétable Des Augures del 1620
Successivamente, per influenza francese, le vesti si aprono in scollature a forma di barchetta accentuate da grandi collari di pizzo. Pian piano queste scollature si allargano sempre di più, fino a lasciare scoperti la nuca, le spalle e l'attaccatura del seno.
Verso la fine del secolo la donna indossa una veste aperta davanti e sovrapposta ad una gonna con strascico arricciato.
il " vertugadin " (armatura per tener rigida la gonna) ed il busto rigido vengono definitivamente abbandonati per dare spazio a morbidi corpetti, la cui funzione rimane sempre quella di mettere in risalto le forme femminili, sottane ampie e sottogonne senza cerchi o armature. Inoltre spariscono le maniche strette ai polsi, sostituite da maniche più corte che scoprono l'avambraccio.
Viene anche introdotta la moda delle cuffie e dei falsi nei in seta, che hanno vari significati a seconda della posizione in cui vengono applicati.
Ritratto di Louise De La Vallière di J. Collignon
Anche l'abito maschile, all'inizio molto rigido, sempre secondo la moda spagnola, diviene più sciolto.
Negli anni trenta la figura ha un aspetto militaresco grazie ai giubbotti, agli alti stivali in cuoio, allo spadone portato al fianco e ai baffi.
La camicia è bianca e allacciata fino al mento, il collo rigido (anche per la moda maschile è in uso la gorgiera), il giustacuiore viene imbottito nella parte superiore e addirittura tenuto rigido sulle spalle tramite una sorta di steccatura che dal petto arriva fino alla cinta.
I mantelli, detti " alla spagnola " sono corti, ampi e di seta irrigidita con delle stecche.
La spada è sottile e portata nel fodero legato in vita con una cinta di cuoio ricamato.
I calzini sono imbottiti e a sbuffo. Sono in voga le calzemaglie.
In Francia però, i calzoni diventano quasi subito più lunghi ( sotto al ginocchio ) e le scarpe sono decorate e in armonia con il giustacuore ed il mantello.
I berretti possono essere a cono rigido o flosci, ornati dio spille piume, ma comunque abbinati al mantello.
Successivamente viene introdotta la veste a tre capi: la marsina, che è una giacca al polpaccio, la sottomarsina, chè è un lungo gilè e brache corte al ginocchio.
Il Seicento è anche il secolo dell'invenzione della cravatta: una striscia di mussola ornata di pizzo che viene avvolta intorno al collo.
Il merletto, inventato a Venezia un secolo prima e protetto dalle leggi della stessa Repubblica, viene introdotto con uno stratagemma in Francia e indossato da uomini e donne.
Cosi la produzione di merletti e pizzi, già prerogativa degli artigiani italiani, si sviluppa ora soprattutto nelle Fiandre.
Luigi XIV e sua madre Anna D' Austria
In generale, il centro dell' eleganza non è più l' Italia, bensì la Spagna nella prima metà del Seicento. Successivamente si impone la Francia; dove, nel 1673, le sarte hanno il loro primo riconoscimento ufficiale come categoria artigianale.
Inoltre il peso più importante sulla moda lo esercita il Re Sole. Egli, infatti, come monarca assoluto, impone anche lo stile e determinati capi d'abbigliamento a seconda delle occasioni.
Per l' Italia, dunque, inizia un periodo di decadenza che si riflette anche sulla moda stessa. Da questo periodo fin quasi all'epoca moderna la Francia è il Paese da cui tutta l' Europa copia gli abiti.
L' epoca del Barocco, caratterizzata dall'esuberanza e dall'eccentricità, è in piena ascesa.
E', però, giusto ed interessante ricordare che il termine " moda " compare per la prima volta, con il suo significato odierno, nel trattato del 1645 " La carrozza da nolo, ovvero del vestire alla moda " dell'abate Agostino Lampugnani.
Ovviamente l' abbigliamento alla moda era prerogativa delle sole classi agiate, soprattutto per il costo dei tessuti. Questi abiti erano talmente preziosi da venire perfino elencati tra i beni testamentari.
Inoltre non esistevano le taglie, quindi ogni vestito era un pezzo unico e realizzato su misura.
I ceti più poveri, invece, usavano abiti tagliati in maniera rozza, di materiale e tinture scadenti e scarpe di legno o in panno.
Le pettinature
Ritratto di Madame De Montespan
Nel Seicento esplode la moda dei capelli scuri. Infatti questo colore accentua il pallore del volto allora in voga tra le dame nobili.
Le pettinature sono morbide e sensuali arricchite da riccioli che ricadono sul collo.
Altra novità è l'uso della parrucca maschile, caratterizzata, anch'essa, da folti riccioli che arrivano a metà del busto.
Di gran moda sono anche la cresta e le pettinature molto alte.
Il trucco
Ritratto di Elisabeth Alexandrine De Bourbon Condé, detta Mademoiselle De Sens di J.M Nattier (XVII sec.)
Uno dei cosmetici più in voga all'epoca del Re Sole fu la cipria: il termine deriva da Cipro, l'isola del Mediterraneo che in epoca classica era consacrata proprio a Venere, dea della bellezza.
La cipria è di origine cinese. Venne introdotta in Europa nel XV secolo. Dal XVII secolo venne impiegata come cosmetico per le parrucche e, cadute in disuso queste, per i capelli naturali.
Inoltre la cipria, insieme ad altri cosmetici come labiacca e la cerusa (questi ultimi, però, dannosi per l'organismo), erano utilizzati per dare alla carnagione un colore pallido, quasi spettrale, molto ricercato a quel tempo.
Per abbellire e donare luminosità alla pelle si usavano anche dei distillati come le acque canforate o di lattuga.
Per completare il trucco, infine, erano indispensabili i nei. Potevano essere di velluto, di taffetà o di raso, ma quel che più contava era la loro posizione: per esempio, posti accanto all'occhio donavano un'aria misteriosa e sfrontata, mentre all'angolo della bocca comunicavano sensualità.
Il ventaglio
Donna con Ventaglio di Hamilton
Il ventaglio era un accessorio fondamentale al tempo della Marchesa degli Angeli. Lo stesso re Luigi XIV inventò un vero e proprio "linguaggio" del ventaglio che, a seconda della posizione e del modo di sventolarlo, comunicava dei messaggi di amicizia o, peggio, di disgrazia, ai cortigiani.
Questo oggetto può essere costruito con diversi materiali, come legno, carta, avorio, madreperla, e avere diverse fogge in base all'occasione in cui deve essere usato.
Venne introdotto in Francia da Caterina De' Medici, ebbe una grande diffusione tra il XVII e il XVIII secolo, diventando dapprima un accessorio aristocratico e artistico.
Molto interessante è ciò che il ventaglio ha rappresentato nei secoli. Come si è accennato all'inizio del paragrafo, esso divenne uno strumento di comunicazione, un codice e non solo a Versailles.
Infatti " l'espressività " del ventaglio ha un valore sociale e culturale, poichè nasce in un momento storico in cui i rapporti tra uomini e donne non erano liberi, ma rigidamente codificati. Dunque questo oggetto offrì una gradevole e discreta via d'uscita alle regole e alla morale.
I principli gesti e i loro significati corrispondenti sono:
aprirlo e chiuderlo lentamente e ripetutamente : sei crudele;
aprirlo molto lentamente con la destra : aspettami;
aprirlo molto lentamente con la mano sinistra : vieni e parliamo;
aperto massimamente ma coprendo la bocca : sono single;
chiuderlo a metà sulla destra e sulla sinistra : non posso;
sostenere il ventàglio con la mano destra di fronte al viso : seguimi;
sostenerlo con la mano sinistra di fronte al viso : vorrei conoscerti;
sventagliarsi lentamente : sono sposata;
sventagliarsi rapidamente : sono fidanzata;
apoggiarlo sulla guancia destra : si ;
apoggiarlo sulla guancia sinistra :no;
appoggiarsi il ventàglio sulle labbra : baciami;
muoverlo con la mano sinistra : ci osservano;
muoverlo con la mano destra : voglio bene ad un altro;
lasciarlo scivolare sulla fronte : sei cambiato;
lasciarlo scivolare sulle guance : ti voglio bene;
lasciarlo scivolare sugli occhi :vattene, per favore;
coprirsi per un po' l'orecchio sinistro : vorrei che tu mi lasciassi in pace;
cambiarlo alla mano destra : come osi;
lanciarlo con la mano : ti odio;
mostrarlo chiuso e fermo : mi vuoi bene? ;
far scivolare un dito dell'altra mano sui bordi : vorrei parlarti
abbandonarlo lasciandolo appeso : rimaniamo amici
colpirsi la mano sinistra con il ventàglio chiuso : scrivimi.
Curiosità
Luigi XIV dipinto da Hyacinthe Rigaud nel 1701
La cravatta, accessorio ormai conosciutissimo e molto usato nella nostra società, comparve per la prima volta in Inghilterra alla fine del regno di Carlo II.
A quel tempo era completamente di merletto, di lino con del merletto sui bordi, oppure su un bordo solo.
Questa moda, però, arrivò dalla Francia, dove Colbert aveva promosso alcune manifatture francesi, tra cui proprio il merletto. Inoltre venne stabilito che nessun merletto eccetto il " Punto di Francia " poteva essere indossato a corte.
L'origine della moda della cravatta, però, è da attribuire ai Croati; essi portavano un particolare fazzoletto al collo e gli ufficiali francesi nel 1636, durante la Guerra dei Trenta Anni, videro questa novità e l'adottarono senza indugio.
Anche l'orgine della parola " cravatta " è francese: deriva infatti dai termini " Crabbat " o " Cravates " .
Si accorciarono perfino le sontuose parrucche in voga nel Seicento, che altrimenti avrebbero quasi completamente coperto la bellezza e la ricercatezza dei merletti delle cravatte.
Bibliografia
* Enciclopedia Europea ed. Garzanti 1979 ;
* Angelica e il Giustiziato di Notre Dame di Anne Golon, ed. Tea Due 1997;
* Cravats di Jackson, Mrs.Nevil. The Connoisseur, Vol.9 ( 1904);