Ho iniziato il mio percorso di autoconoscenza frequentando gruppi di auto-aiuto in varia veste, prima uditore, poi partecipante, quindi conduttore e ancora rimango dell’opinione che il conduttore debba anche partecipare e, a volte, anche solo … udire, sentire … aspettare. Il gruppo rimane quindi la mia fonte di contatto, incontro, miglioramento. Quindi, una volta costruito il sostegno esterno, ho iniziato a vedere dentro me stesso e ho scoperto un mondo nuovo e diverso. Ora cerco di consolidare ciò che ho scoperto e di approfondire le mie fondamenta nella certezza che la crescita è un continuo divenire, una ricerca di se stessi in se stessi. |
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Alessandro Floris · Figlio, Padre, Marito e Medico-Chirurgo · Specialista in Allergologia e Immunologia Clinica · Medico Alcologo · Psicoterapeuta In formazione |
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CAGLIARI IGLESIAS CAPOTERRA
Conduttore Volontario Gruppo Solidarietà CSM ASL 7 — CARBONIA |
PERCORSI & RELAZIONI |
Una mattina mi sono svegliato e ho scoperto che valeva la pena di conoscermi un po’ più a fondo |
Cammino per questa strada solitaria, l’unica che conosco, non so dove porta ma almeno la conosco e per me è come essere a casa.
Cammino per questa strada vuota sulla via dei sogni infranti, mentre la città dorme, e io sono l’unico a camminare solo.
Solo la mia ombra mi cammina accanto e il mio cuore vuoto è l’unica cosa che batte. Qualche volta desidero che qualcuno qui fuori mi trovi. Ma fino a quel momento camminerò solo.
Cammino giù per la linea che da qualche parte divide la mia mente. Cammino sulla linea di confine che mi separa dall’orlo del baratro, proprio dove cammino solo.
Leggi tra le righe e trova ciò che ormai è andato e ciò che invece va bene. Cerca i miei segni vitali per sapere che sono ancora vivo e cammino solo.
Green Day |
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La malattia è sempre una regressione e porta automaticamente l'uomo ad assumere l'atteggiamento di chi è stato consegnato alla giustizia o di chi si trova in una condizione di assoluta impotenza. La posizione orizzontale fa capire una cosa: non è la vita che giace ai nostri piedi, ma noi che giaciamo ai piedi della vita. Questo rende ogni forma di malattia dignitosa e onesta. L'atteggiamento di umiltà, unito alla necessità di raccoglimento e all'obbligo di obbedire alle parole "sia fatta la Tua volontà", ha effetti salutari. La malattia permette, allora, di prendersi una vacanza all'estenuante comportamento umano e, soprattutto, dal "sia fatta la mia volontà". Più consapevolmente si accetta questa condizione e si trova l'umiltà necessaria ad affrontarla, più efficace risulterà il rito di guarigione. (Rudiger Dahlke, Malattia linguaggio dell’anima; ed. Mediterranee). |