Ho iniziato il mio percorso di autoconoscenza frequentando gruppi di auto-aiuto in varia veste, prima uditore, poi partecipante, quindi conduttore e ancora rimango dell’opinione che il conduttore debba anche partecipare e, a volte, anche solo … udire, sentire … aspettare. Il gruppo rimane quindi la mia fonte di contatto, incontro, miglioramento. Quindi, una volta costruito il sostegno esterno, ho iniziato a vedere dentro me stesso e ho scoperto un mondo nuovo e diverso. Ora cerco di consolidare ciò che ho scoperto e di approfondire le mie fondamenta nella certezza che la crescita è un continuo divenire, una ricerca di se stessi in se stessi.

Casella di testo: Ho tanta ...
chilometri                
di calma
Ottanta chilometri ad ottanta chilometri all’ora. Un po’ come dirsi che “ho tanta voglia di prendermela con calma”. Prendermela cosa? La vita. Il corpo mi dice ciò che desidera e si rilassa alla guida di quest’auto che viaggia sulla strada ai piedi dei monti, tra colline e prati. “Rilassa” forse è una parola grossa, che non descrive il mio stato d’animo … attento al volante, attento alla strada, attento a ciò che sta intorno e a ciò che c’è dentro di me. Percorrendo ottanta chilometri a ottanta chilometri all’ora c’è tutto il tempo per guardarmi intorno e abbinare le immagini ai pensieri … che vanno …. vanno … vanno … a ottanta all’ora. A ottanta all’ora, chilometro più, chilometro meno, con quel camion là in fondo, che rimane per tutto il viaggio là in fondo, e per la prima volta non sento la necessità di raggiungerlo e “doverlo” sorpassare. Anzi, mi fa da guida lungo la strada. Gli altri arrivano, passano e sorpassano. Ma io non ho fretta. Ho proprio voglia di prendermela con calma. La vita. Non che non sappia correre, quando serve. Squilla il telefono. Mi fermo nella piazzola, la prima che vedo. Rispondo al telefono alle richieste di un intervento urgente. Ascolto, spiego, indico, invio. E riparto, a ottanta chilometri all’ora. Strano, ma questa “lentezza” è iniziata per fare … un record. Volevo fare il record del minimo consumo indispensabile. Sono alla fine del mese e mi sto giocando il nuovo primato, pressoché imbattibile, di 19,2 chilometri al litro contro i 18,6 del mese precedente. E’ iniziato così e finisce che mi sono affezionato alla calma. Ad andare piano, quando si può, e in genere si può. D'altronde è tutta la vita che “posso”, correndo a perdifiato e arrivando spesso … all’ultimo momento utile. Forse il mio corpo, con quegli ottanta chilometri a ottanta all’ora mi sta dicendo … di prendere la vita con calma. Così, magari, arrivo anche in anticipo.. Non si sa mai!!!

Questo sito è “curato” da:

 

Alessandro Floris

· Figlio, Padre, Marito e Medico-Chirurgo

· Specialista in Allergologia

             e Immunologia Clinica

· Medico Alcologo

· Psicoterapeuta In formazione

Tel. 328 4251313

 

Riceve per appuntamento a:

 

CAGLIARI

IGLESIAS

CAPOTERRA

 

Conduttore Volontario Gruppo Solidarietà CSM ASL 7 — CARBONIA

http://www.psichiatriasirai.org

PERCORSI & RELAZIONI

Casella di testo: Spazi e tempi di condivisione by Alessandro Floris M.D.

 

Una mattina

mi sono svegliato e ho scoperto che valeva la pena di conoscermi

un po’ più

a fondo

Cammino per questa strada solitaria,

l’unica che conosco,

non so dove porta

ma almeno la conosco e per me è come essere a casa.

 

Cammino per questa strada vuota

sulla via dei sogni infranti,

mentre la città dorme,

e io sono l’unico a camminare solo.

 

Solo la mia ombra mi cammina accanto

e il mio cuore vuoto è l’unica cosa che batte.

Qualche volta desidero che qualcuno qui fuori mi trovi.

Ma fino a quel momento camminerò solo.

 

Cammino giù per la linea

che da qualche parte divide la mia mente.

Cammino sulla linea di confine che mi separa dall’orlo del baratro,

proprio dove cammino solo.

 

Leggi tra le righe e trova

ciò che ormai è andato e ciò che invece va bene.

Cerca i miei segni vitali

per sapere che sono ancora vivo e cammino solo.

 

Green Day

Casella di testo: Casella di testo: Casella di testo: DETTO DELLA VITA  
Mi sa 
che oggi è 
il giorno giusto
 per fare 
un riposino

 

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La malattia è sempre una regressione e porta automaticamente l'uomo ad assumere l'atteggiamento di chi è stato consegnato alla giustizia o di chi si trova in una condizione di assoluta impotenza. La posizione orizzontale fa capire una cosa: non è la vita che giace ai nostri piedi, ma noi che giaciamo ai piedi della vita. Questo rende ogni forma di malattia dignitosa e onesta. L'atteggiamento di umiltà, unito alla necessità di raccoglimento e all'obbligo di obbedire alle parole "sia fatta la Tua volontà", ha effetti salutari. La malattia permette, allora, di prendersi una vacanza all'estenuante comportamento umano e, soprattutto, dal "sia fatta la mia volontà". Più consapevolmente si accetta questa condizione e si trova l'umiltà necessaria ad affrontarla, più efficace risulterà il rito di guarigione. (Rudiger Dahlke, Malattia linguaggio dell’anima; ed. Mediterranee).

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