La Casa Ecologica


Bioarchitettura | In camera da letto | I mobili | Sotto i piedi | L' imbianchino ecologico | Fuori e dentro casa
Fitodepurazione | Impianto idrico


"Tutto ciò che giace sotto il cielo appartiene alla natura. Le strade e i tetti devono essere
riempiti di alberi e in città bisogna poter respirare aria di bosco"
.                                                      Friedensreich Hundertwasser - Architetto austriaco, 1950


LA BIOARCHITETTURA

La bioarchitettura, o "biologia del costruire", non si propone solo di evitare i danni di una casa "inquinata". Va oltre: considera la casa come un secondo "guscio" (il primo sono i vestiti). Data questa concezione, cerca di riscoprire e recuperare sistemi di costruzione semplici e naturali a misura d'uomo. La bioarchitettura paragona la casa a un organismo vivente. I suoi muri devono "respirare", per trattenere il calore d'inverno e disperderlo in estate. I materiali con cui è costruita devono essere il più possibile naturali. I colori, la forma, la disposizione delle stanze devono generare benessere.

Il discorso va al di là dei consigli pratici dell'ecologia domestica per sconfinare nella psicologia, nell'ecologia dei consumi, nella scelta del tipo di vita: non solo una casa senza pericoli, ma anche - in positivo - una casa naturale, armonica, salutare. La "casa ecologica" diventa il nostro vestito e la nostra opera d'arte, rivelando un diverso rapporto con gli altri e con l'ambiente. Il pensiero teorico si traduce in ambienti in cui le persone dormono bene, studiano e lavorano con una buona concentrazione, si rilassano senza sforzo. Dove gli ospiti sostano con piacere in ambienti armonici, in salotti caldi e accoglienti. Dove la luce del sole entra a fiotti dalle finestre e trovano dimora tante piante verdi.

Ma attenzione: anche la "bio-casa" può diventare una moda, un "look" da rincorrere con superficialità. Magari solo per non sfigurare con l'amica che ha un soggiorno in perfetto stile "bio" ed "ecologicamente corretto". Occorre quindi riuscire a distinguere l' utile dal futile, concentrarsi sui punti essenziali che apportano veramente dei vantaggi pratici e benessere.

Arrivano i Bioarchitetti
Ci sono professionisti specializzati in materia: si chiamano "tecnici di bioarchitettura" e ricevono un attestato di qualifica superiore al termine del percorso formativo. Sono i laureati ammessi a Trieste al corso di specializzazione, che si propone di trasformare architetti, ingegneri e urbanisti in esperti nell'organizzazione ecologica dello spazio edificato. Tra le materie di studio: energie alternative, fitodepurazione (cioè la depurazione dell'aria attraverso le piante), psicologia dell'abitare, gestione dei rifiuti.

Un check-up alla casa
Ci sono anche tecnici che effettuano perizie accurate delle abitazioni, per scoprire le cause di fenomeni come il dormire male e l'irritabilità. E ci sono strutture che dispongono di apposite strumentazioni per misurare la presenza di radon, formaldeide, radioattività e onde elettromagnetiche. Il costo non è alto e l'investimento è sicuramente valido, specialmente nel caso di terreni ancora da costruire. Le perizie vengono effettuate da architetti, medici e geobiologi specializzati.

dove costruire

Per scoprire eventuali fughe di microonde (causate dall'usura o dalla cattiva manutenzione) dai telefoni cellulari o dai forni, esiste un apparecchio speciale, è un rilevatore di microonde che si chiama Micromac. Simile a un comune telecomando misura con sei led luminosi, il grado di intensità della fuga. Basta avvicinarlo agli apparecchi e aspettare qualche secondo. È in vendita nelle farmacie e nei negozi di elettrodomestici

Quanto mi costa?
Le case ecologiche costano molto più di quelle convenzionali? "Contesto questa affermazione", ha scritto l'architetto Emilia Costa, citando tra l'altro una prova sul campo: la realizzazione di una banca a Krumbach‚ un centro vicino a Vienna. Il direttore della Raiffensen Kasse, avendo seguito passo passo la costruzione in chiave bioecologica della nuova sede, ha valutato in un 17 per cento in più i costi di costruzione rispetto alla cifra preventivata per il corrispondente progetto non ecologico. La cifra è di sicuro riferimento perché i due progetti sono stati elaborati con la stessa volumetria e progettati entrambi nei minimi dettagli. Di più: in paio d'anni dall'inaugurazione, ha dichiarato il direttore, è stato possibile verificare che è facile ammortizzare la differenza con consumi energetici più contenuti.

Prodotti dall' estero
La maggior parte dei prodotti e degli ingredienti di base utilizzati per ristrutturare, costruire e arredare una casa secondo i criteri della bioarchitettura e del "vivere sano" sono oggi d'importazione. Provengono da Paesi come la Germania, l'Austria, la Svizzera, dove questi concetti sono già diffusi da tempo. Basti pensare che più del 15 per cento del mercato edilizio in queste nazioni è orientato verso la costruzione ecologica. In Italia siamo in ritardo. Spesso però i materiali da produttori italiani costano meno di quelli d'importazione.


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IN CAMERA DA LETTO

Cominciamo la nostra esplorazione della "casa ecologica" partendo dalla camera da letto. Qui si passa un terzo della giornata e soprattutto si trascorrono le ore in cui il nostro corpo è del tutto rilassato e, quindi, più esposto agli agenti inquinanti.

Una stanza spartana
Perfino oggetti apparentemente innocui, come impianti stereofonici, frigobar, televisori e radiosveglie, possono emettere radiazioni elettromagnetiche sufficienti a provocare disturbi. Ma sotto accusa ci sono anche i letti, le resine e i collanti dei mobili, moquette, tappeti, tendaggi, rivestimenti e vernici. È importante perciò seguire alcune semplici regole. In primo luogo: dormire in una stanza riparata dai rumori e dagli sbalzi termici, dotata di buona circolazione d'aria e giusto grado di umidità. Anche per questo è indispensabile l'impiego, in casa, di materiali naturali. In camera da letto, comunque, limitiamo al massimo elementi decorativi e d'arredo: è il segreto sia per ridurre l'apporto di sostanze tossiche, sia per usare meno lucidanti e detergenti che spesso contengono agenti chimici dannosi. Evitiamo anche tendaggi, tappezzerie e moquette in materiale sintetico che attirano la polvere e, quindi, elementi inquinanti. Preferiamo un arredo "spartano" in cui siano protagonisti il legno naturale, la lana, il cotone.

Fuori gli armadi
La camera da letto dovrebbe essere situata nel luogo più protetto e silenzioso della casa, preferibilmente separata dalla zona degli armadi. Gli abiti, infatti, possono emettere alcune delle sostanze chimiche impiegate da lavanderie e tintorie per il lavaggio a secco. Evitate di fumare in camera da letto. Se state per accendere la sigaretta pensate che il fumo rimane nell'ambiente per circa 500 ore. E non è affatto indicato respirarlo proprio mentre si dorme.

Il "sistema letto"
Reti, supporti e materassi, ma anche cuscini e biancheria, sono di fondamentale importanza per il dormire sano. Le reti realizzate con listelli in legno, che si adattano perfettamente alla schiena, abbinate a materassi in pura lana e lattice naturale, o in puro cotone, sono soluzioni ottimali per un sonno salutare e rigeneratore. Oltre a legno e lana, la bioarchitettura, applicata al "sistema letto", ha recuperato dalla tradizione altri materiali di origine vegetale e animale: la torba, la paglia, il cocco e il più noto e diffuso caucciù che possono, dopo un uso costante, rivelare sorprendenti proprietà benefiche.

Cosa metto nel materasso
La torba è una specie di terra vegetale che assorbe umidità, mantiene il calore e risulta, quindi utile contro i reumatismi, le infiammazioni croniche e i dolori alla colonna vertebrale. Oltre a svolgere un'azione stimolante sulla pelle, assicurando un riscaldamento omogeneo del corpo, la torba nel materasso evita il problema dei "piedi freddi". Anche la paglia di segale pressata e sterilizzata è un buon materiale su cui dormire. Questa fibra naturale - dicono i bioarchitetti - ha effetti positivi sulla circolazione, sulla pressione sanguigna e sull'attività muscolare. Ottimo l'abbinamento di questi materiali con il lattice, noto da molto tempo per l'elevata resistenza elettrica che favorisce l'isolamento di chi dorme, dalle radiazioni magnetiche presenti nell'ambiente. Risultato: non ci si alza stanchi, stressati e doloranti.

La testa a nord
A quanti è capitato di dormire agitati, di svegliarsi più stanchi di prima, con la schiena a pezzi e il mal di testa? Le cause possono essere molte, ma bastano a volte pochi cambiamenti per risolvere il problema. Innanzitutto: la posizione del letto. Gli esperti di bioarchitettura consigliano di mettere la testata a nord, secondo l'asse magnetico terrestre.

Il cuscino di fiori
Tra i vari sistemi per favorire un sonno sano e rigeneratore, ci sono anche i cuscini ergonomici e speciali. I "fitocuscini", imbottiti di fiori e foglie aromatiche, sfruttano gli aromi vegetali di certe piante officinali. Mediante il contatto col guanciale, grazie al calore del corpo e alla frantumazione delle erbe, si sprigionano, secondo gli esperti erboristi che li hanno brevettati, i vapori balsamici che vengono assimilati dall'organismo attraverso la cute e la respirazione. L'effetto garantito è anti-stress e assolutamente rasserenante. Ogni 12 mesi le erbe e i fiori vanno sostituiti. Nella serie degli ergonomici, contro dolori cervicali e similari, ci sono i cuscini in crusca di grano saraceno. Una comoda cerniera permette di regolare la consistenza e l'altezza del cuscino, semplicemente riempiendo più o meno il sacchetto. Vasta e articolata la collezione di guanciali anallergici ed ergonomici, imbottiti in puro lattice naturale a ciambella, sagomati per l'incavo delle spalle, sono comodi sostegni per il collo e la spina dorsale.

Questione di frequenze
Inquinamento elettromagnetico: quando si dorme è meglio evitarlo. Mentre infatti le radiazioni provenienti dai campi elettromagnetici naturali sono ritenute biologicamente utili, quelle di derivazione artificiale possono creare stress e anomalie nell'organismo, soprattutto dove coesistono tessuti e finiture sintetiche o aria condizionata. Meno fili elettrici percorrono le pareti e meglio è, tanto più che le spine che si usano sono sempre le stesse. Elementi come radiosveglie, televisori, hi-fi e computer dentro la camera da letto possono condizionare l'organismo. Secondo alcuni tecnici, che eseguono perizie sulle influenze elettromagnetiche in casa, i valori dati dalla presenza di certe radiosveglie a pochi centimetri dalla testa di chi dorme sono molto superiori alla soglia di sicurezza. La tv, poi, oltre a emettere radiazioni, abbassa il livello di "vitalità" dell'aria a causa della produzione di ioni positivi. I fili elettrici non dovrebbero passare dietro la testata del letto e i vari apparecchi dovranno essere posti alla massima distanza (almeno un metro e mezzo). La soluzione ideale è comunque quella di adottare un impianto elettrico di forma stellare e non a cerchio chiuso, adottando per radio e sveglie l'uso di batterie.

Il Bioswitch
Per difendere il riposo dai disturbi elettrici, sono molto utili i cavi elettrici schermati, in acciaio estremamente flessibile, di diverso diametro e maneggevoli, che si adattano facilmente alle irregolarità delle tracce nei muri. Hanno però un costo elevato, per cui sono da adottarsi solo in caso di un impianto elettrico molto articolato. Esistono anche degli speciali disgiuntori di corrente, detti Bioswitch che, applicati al contatore, sono in grado di abbassare al minimo la tensione di corrente nelle stanze. Durante la notte, infatti, il disgiuntore disinserisce dal quadro generale la tensione di rete: si eliminano così tutti i campi di disturbo dati dalle oscillazioni elettromagnetiche. Il disgiuntore entra in funzione spegnendo l'ultima lampada di casa e si riattiva riaccendendola al mattino. C'è da precisare che la riaccensione non avviene nei casi di utilizzo di lampade al neon e quando si vogliono attivare utensili come il trapano, l'aspirapolvere o lo spazzolino da denti elettrico. È inutile collegare il disgiuntore con stanze come la cucina, dove ci sono apparecchi sempre in funzione come la caldaia o il congelatore. Una soluzione può essere quella di allacciare in una linea a parte tutti quegli apparecchi che hanno continuamente bisogno di alimentazione elettrica (come il frigorifero, gli antifurto ecc.) e che verrebbero messi temporaneamente fuori uso dal funzionamento del disgiuntore.


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I MOBILI

L'arredamento è fondamentale per la salute dell'uomo. L'inquinamento, infatti, può essere provocato da mobili, elettrodomestici, vernici e colle. E se non è facile ricostruire una casa dalle fondamenta al tetto, si può pensare di rinnovarla "secondo natura": tanto legno massello e senza vernici tossiche, poco metallo, nessun materiale sintetico.

Bentornati, vecchi mobili
Comprarsi un armadio può essere un problema, se non si sa con quali materiali è fatto e cosa è da preferire. Chi sceglie il "tutto naturale", può puntare su vecchi armadi a due ante adeguatamente restaurati, cassapanche, ripiani a muro chiusi da tende di cotone. In tal modo potrà utilizzare solo elementi in legno naturale, non trattati e senza colle, formaldeide e affini. Per la finitura dei legno, meglio quella a olio vegetale e cera d'api.

La sindrome del mobile "invecchiato"
Avete presente quei mobili "anni 60-70, ad esempio i componibili della cucina, che ancora dopo anni emanano un cattivo odore? La causa è la formaldeide, utilizzata per la produzione di colle e nella costruzione dei pannelli di truciolato, compensato e simili (impiegati non solo per i mobili ma anche in controsoffittature e isolamenti termici). Il problema riguarda soprattutto i mobili comprati anni fa perché ormai le aziende italiane fabbricano collanti e pannelli con basse quantità di formaldeide. Almeno, così assicurano i produttori.

La formaldeide sotto la lente
La sua formula chimica è CH2O. È una sostanza presente in natura la usano le formiche nei combattimenti per mettere ko il nemico, si trova in dosi minime nelle combustioni incomplete, come quelle di sigaretta. Alla fine dell'Ottocento si cominciò a produrla a livello industriale e oggi viene usata in particolare per le colle, per i prodotti di legno e per quelli utilizzati per la coibentazione di muri e soffitti. La formaldeide è presente anche nelle tende, nella carta da parati e nelle moquette. Viene usata come conservante anche in alcuni prodotti come i cosmetici, il sapone, lo shampoo, il dentifricio, le vernici e per il trattamento di alcuni tessuti. È ancora largamente impiegata in certe resine, come la fenolo-formaldeide, di largo impiego nell'industria del legno per esempio in molti pannelli truciolari. "Agisce" in modo subdolo: si libera rapidamente nell'aria all'inizio, poi molto lentamente e a lungo, ha un tempo di dimezzamento addirittura di sei anni. Il tasso di emissione aumenta con il calore e con l'umidità. Vediamo come agisce sull'uomo. Se inalata provoca irritazione degli occhi, del naso e del tratto respiratorio; edema e spasmo laringeo, disfagia, bronchite, polmonite. Sintomi da contatto cutaneo sono: irritazione, necrosi da coagulazione, dermatite. Non è invece ancora definitivamente accertato se sia cancerogena.

La camera dei bimbi
Nella sua stanza il bambino non solo dorme, ma trascorre molto del suo tempo. È quindi importante che il locale sia quanto più possibile sano e sicuro. Ma i mobili, i tendaggi, le carte da parati, le vernici per le pareti, come abbiamo già detto, non ci danno sufficienti garanzie di salubrità. Le lavorazioni industriali, infatti, comportano molti trattamenti chimici e spesso legni, carte, tessuti, e altri prodotti contengono, ed emettono, vapori tossici. Oltre alla formaldeide, sono molte le sostanze guardate oggi con un certo sospetto, come i fenoli (presenti nei legni compensati e truciolati), l'ammoniaca e il benzene (entrambi presenti nelle vernici). Quindi, mobili, tappezzerie, tendaggi potrebbero provocare nell'ambiente domestico, e in particolare nella camera del bambino, l'accumulo di vapori organici irritanti o comunque nocivi. Allo stato attuale delle conoscenze è difficile stabilire che cosa è realmente dannoso e in quali quantità: perciò non ci si deve allarmare eccessivamente. È però utile "stare in guardia", informarsi e scegliere, quando è possibile, prodotti sicuri.

Ecco qualche consiglio pratico.
Scegliere i prodotti di aziende che esportano molto in Germania e nei Paesi nordici dove esiste una normativa abbastanza restrittiva: la loro produzione per il mercato italiano generalmente rispetta gli stessi livelli di sicurezza di quella per l'estero.
Usare il naso. Se aprendo un armadio o un cassetto sentiamo un odore acre e irritante, evitiamo di acquistarlo.
Dopo aver arredato la cameretta, aerarla bene e frequentemente: a poco a poco le eventuali sostanze nocive (a eccezione della formaldeide che, purtroppo, persiste piuttosto a lungo) se ne andranno dalla finestra.


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SOTTO I PIEDI

Il pavimento è un elemento fondamentale degli spazi in cui viviamo: contribuisce a creare il "carattere" di un arredamento, conferisce o meno calore ai locali, può essere più o meno facile da pulire e conservare. Al di là, quindi, del puro impatto estetico è la parte della casa con cui abbiamo un contatto fisico continuo e diretto. È perciò importante che sia gradevole e confortevole al massimo. Varie sono le soluzioni per rivestire i pavimenti in modo sano e funzionale.

Il legno
Caldo, naturale, con buone proprietà isolanti, il legno non deve però essere trattato con vernici chimiche, poichè la pellicola protettiva plastificante porta a un eccessivo accumulo superficiale delle cariche elettrostatiche facendo perdere al legno la sua capacità di interagire con il microclima interno. Se invece è trattato con oli e cere naturali, che tengono lontani parassiti e muffe, il legno ci darà il massimo dei vantaggi. Una buona scelta è quella dei legni nazionali, provenienti da alberi tagliati su indicazione del Corpo forestale, come il legno di rovere, larice, abete, ontano, castagno e betulla. In commercio si trovano le assi piallate, già pronte per essere incollate, avvitate o inchiodate a vista. La robinia, indicata soprattutto per il parquet, è un'altra essenza nostrana da riscoprire, che fornisce ottime prestazioni e durata. Anche le lastre di sughero - alto circa 1.0 mm e posate direttamente sulla soletta - sono da prendere in considerazione per un pavimento piuttosto caldo e durevole.

Il cotto
Sempre in tema di pavimentazione, un materiale da consigliare, bello da vedere e da calpestare a piedi nudi, è il cotto. Realizzato con un impasto di acqua e argilla è un antico e splendido prodotto della tradizione costruttiva e decorativa italiana validissimo ancora oggi. Anche le piastrelle di ceramica sono una scelta funzionale e bio-compatibile, a patto che si possa escludere la presenza di cariche radioattive nel composto di base e nei colori. Applicate sul fondo di calcestruzzo, le piastrelle vanno saldate con uno strato di malta cementizia o di colla speciale: ne esistono di atossiche.

Il pavimento in Tetrapak
Una novità interessante è il rivestimento da pavimenti in Tetrapak riciclato, una proposta ideale per la camera dei ragazzi e per le zone di servizio: è resistente al calpestio, facile da pulire con il solo straccio inumidito e ad alto isolamento termo-acustico. Disponibile in pannelli, è ricavato da scatole di Tetrapak riciclate al 100 per cento, non ha formaldeide ed è trattato in modo da essere resistente a batteri e miceti e da essere nuovamente riciclato al termine del suo utilizzo.

La moquette
È, insieme ai rivestimenti continui come le fibre di cocco e il linoleum, il rivestimento più facile ed economico per cambiare "faccia" a un pavimento. Da un po' di anni, però, la moquette riscuote minori consensi, soprattutto per i problemi di igiene (può essere ricettacolo di acari e batteri), di carica elettrostatica (tende a trattenere la polvere), di pulizia (non basta il solito colpo di spazzolane e straccio, ma serve passare spesso il battitappeto e lavarla è impegnativo).


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L' IMBIANCHINO ECOLOGICO

Il requisito principale per intonaci, pitture e vernici è quello di lasciar traspirare la superficie su cui vengono applicati: le pareti devono poter funzionare da filtri naturali dell'aria e svolgere una funzione equilibratrice dell'umidità che, specialmente in cucina e nel bagno, può raggiungere livelli alti. I prodotti ecologici, in vendita nei negozi specializzati, costano più degli altri, a parità di quantità, tuttavia compensano ampiamente tale svantaggio con l'aumento del benessere in casa, la resa molto alta, la facilità di applicazione dei successivi interventi e il freno all'inquinamento ambientale.

Smalti e vernici
Tra i maggiori inquinanti domestici ci sono gli smalti, che rientrano nella categoria delle vernici. Per gli interni è preferibile evitare l'uso di vernici a base di metalli pesanti o funghicidi (antimuffa). Anche il piombo, lo zinco e il cromo possono infatti provocare danni alla salute. Da preferire sono le lacche con una bassa percentuale di solventi e vernici antiruggine a basso contenuto di metalli pesanti. Piombo e non solo
Oltre che nelle vernici, il piombo si trova nelle tubature, negli accumulatori, nelle ceramiche e in alcuni insetticidi. È tossico per il sistema nervoso centrale e può interferire con la sintesi dell'emoglobina. Può dare cefalea, nausea, irritabilità, ipotensione. In particolare, bisogna fare attenzione alle vernici che contengono il piombo come essiccante. Il piombo, comunque, non è l'unica sostanza nociva presente nelle vernici. Quelle "sintetiche" ad esempio, durante la fase di essiccazione liberano nell'aria molecole di resina e, nel caso di vernici poliuretaniche, una sostanza dal nome difficile: isocianato. Basti sapere che è un elemento molto tossico per l'organismo umano e per l'ambiente. Se ne sconsiglia l'uso nei locali chiusi.

Vernici "naturali"
Esistono anche vernici non tossiche, realizzate in conformità alle norme Cee. Sono le vernici "sintetiche acriliche". La loro caratteristica è che non usano principalmente solventi chimici, ma l'acqua, come diluente. Sono quindi sicuramente meno tossiche per l'uomo, pur contenendo il 15% circa di solvente. Un malcostume adottato da molti è quello di versare gli avanzi delle pitture pitture e vernici all'acqua nel lavandino o nei water: sarebbe meglio, invece, smaltirli in sedi più adeguate, le stesse dove si depositano i rifiuti tossici.
Le "vernici ecologiche", sono prodotte quasi esclusiva mente con materie prime naturali come la caseina, la creta, la cellulosa di faggio, la borace, l'olio di rosmarino e altro. Inquinano poco ma presentano un altro problema: essendo senza conservanti di sintesi rischiano di "andare a male" nel barattolo, se non usate entro una certa scadenza. Attenzione, quindi, a eventuali strani odori all'apertura delle latte e, nel caso, richiedere al rivenditore la sostituzione.
Alcuni esperti e ricercatori ritengono che le pitture e le vernici ecologiche potrebbero creare muffe e provocare allergie per l'alta presenza di componenti naturali, animali e vegetali. I produttori, dal canto loro assicurano adeguati trattamenti con sali di boro e oli essenziali, battericidi e funghicidi. Il rischio, comunque, può essere superato verificando i certificati di qualità che accompagnano i prodotti e la data di scadenza.


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FUORI E DENTRO CASA

L'inquinamento può anche venire dall'esterno. La minaccia non è solo lo smog cittadino, provocato dai tubi di scappamento e dagli impianti di riscaldamento, che annerisce le facciate dei palazzi e i polmoni. Dentro la nostra dimora possono penetrare anche altri tipi di inquinamento spesso sottovalutati, come elettrosmog, gas naturali pericolosi, rumori.

L'elettrosmog
Se state comprando casa, sia in città che in campagna, controllate se dalla finestra si vedono grandi antenne, trasmettitori tivù o cavi dell'alta tensione, o se sul terrazzo condominiale sorge un traliccio della telefonia mobile. Tra i nuovi rischi dell'inquinamento ambientale, infatti, c'è anche quello da radiazioni elettromagnetiche. È ancora poco conosciuto. Si stanno però raccogliendo dati sugli effetti che queste radiazioni possono indurre nelle persone che abitano vicino a linee elettriche ad alta tensione, radar e grossi ripetitori per le telecomunicazioni. L'esposizione prolungata si presume che possa provocare disturbi di vario tipo, dallo stress nervoso, all'insonnia, fino ad alterazioni cellulari anche gravi (si sospetta un allarmante collegamento con la frequenza dei casi di tumore nelle zone attorno a potenti postazioni radar). La zona a rischio si estende, secondo gli esperti, fino a un raggio di due chilometri dal punto di emissione nel caso dei ripetitori televisivi e dei radar, mentre per distanze superiori non dovrebbe esserci alcun pericolo. Nel caso di tralicci ad alta tensione, la distanza di sicurezza dovrebbe essere di 300 metri. Si è costituito in Italia un Comitato contro l'alta tensione, che cerca di informare e tutelare il più possibile i cittadini che a esso si rivolgono per un aiuto (telefonare allo 0423/487302, chiedendo di Claudio Cazzolato). Anche la Usl di Rimini sta dimostrando un efficace servizio di assistenza per problemi connessi all'alta tensione e all'inquinamento elettromagnetico.

La rete di Hartmann
La bioarchitettura prende in considerazione anche il terreno su cui sorge l'edificio. La casa ecologica - consigliano i suoi fautori - non deve essere costruita su un terreno umido o che presenta una radioattività naturale superiore alla media. Secondo alcuni ricercatori un reticolo elettromagnetico (detto "rete di Hartmann' dal nome del suo scopritore) avvolgerebbe la superficie terrestre con una maglia invisibile, di linee elettromagnetiche e fasce. Questa rete varierebbe però in rapporto alla resistenza dei diversi materiali ai campi geomagnetici e in corrispondenza delle linee idriche, di fiumi sotterranei, delle linee del vento. Dove le linee elettromagnetiche si incrociano (i cosiddetti "nodi"), soprattutto in corrispondenza di crepacci, corsi d'acqua sotterranei e giacimenti minerari, si ipotizzano effetti negativi sull'organismo umano.

Radon, il nemico dal sottosuolo
Circa il 40 per cento dell'inquinamento interno è causato da esalazioni dei materiali da costruzione. In prima fila c'è il radon, un gas radioattivo che deriva dal "decadimento" dell'uranio. Inodore, incolore e dunque invisibile, si raccoglie soprattutto nei luoghi chiusi dove la concentrazione può risultare ben otto volte superiore che all'esterno. Il radon non è pericoloso di per sè, perché quando viene respirato non aderisce alle mucose polmonari ed è riespulso velocemente. Sono molto nocive, invece, le sostanze radioattive generate dal suo "decadimento", in particolare il polonio, che si deposita nelle particelle di polvere e una volta inalato, si fissa nei polmoni, irraggiandoli. A questo punto, il rischio di contrarre un tumore è pari a quello di chi fuma più di un pacchetto di sigarette al giorno.

Le zone a rischio
Il radon è presente naturalmente nel sottosuolo e penetra negli edifici attraverso le fondamenta, le micro fessure delle solette ai piani terreni, le pareti degli interrati, le giunture tra pavimento e tubature (e perciò è più concentrato ai piani bassi delle abitazioni). Ma lo si può anche rilevare in alcuni materiali da costruzione e di rivestimento, come il tufo, la pozzolana, il granito. Per sapere se ce n'è troppo in casa, ci si può rivolgere a società specializzate come la Eet di Trento (per informazioni, tel. 0461/239143) e a istituti universitari, come quello di Fisica applicata di Milano (tel. 02/2663163). A pagamento, si riceverà un rilevatore di radon da esporre per alcuni giorni negli ambienti e riconsegnare al laboratorio per l'analisi. Per ridurre di molto l'effetto radon nelle abitazioni è comunque sufficiente una buona ventilazione. Basta cambiare l'aria spesso aprendo più volte le finestre durante la giornata (in particolare, quella della camera da letto prima di andare a dormire).

Silenzio, per favore
La silenziosità è una qualità importante, eppure le moderne case sono costruite con materiali che non difendono nè dai rumori nè dalle vibrazioni. E non è solo colpa di vicini rumorosi. Le strade e il traffico sono fonti continue di rumori, le metropolitane provocano vibrazioni alle strutture. Rumori e suoni ci raggiungono anche durante il sonno: non ce ne accorgiamo, ma il sistema neurovegetativo li registra. Una soluzione possibile, è applicare alle pareti e ai soffitti pannelli isolanti, utili sia per l'isolamento acustico che per la coibentazione termica. Ma presentano un inconveniente: sono realizzati con materiali ritenuti potenzialmente nocivi. Al contrario, i materiali vegetali, purchè non trattati con sostanze chimiche e tossiche, risultano molto affidabili. In commercio se ne trovano sia in lastre, sia sotto forma di granulati da inserire nelle intercapedini o da stendere sulle superfici piane. Il sughero è il "principe" degli isolanti ecologici: difende dal freddo e, grazie alla sua porosità, è un ottimo fonoassorbente. È permeabile all'aria e permette il ricambio smaltendo le componenti malsane.


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Fitodepurazione
La fitodepurazione verrà senz' altro utilizzata nel caso di lontananza da reti fognarie comunali e conseguenti alti costi di allacciamento. In caso contrario dovranno essere valutati a fondo i costi ed i benefici.

Cos'è la fitodepurazione
La fitodepurazione è un processo per depurare le acque di scarico civili (cucina, bagno) che utilizza le piante come filtri biologici in grado di ridurre le sostanze inquinanti in esse contenute.
I trattamenti di fitodepurazione sfruttano la capacità degli ambienti acquatici, come stagni e paludi, in cui si sviluppano particolari tipi di piante, come la canna palustre, che hanno la caratteristica di favorire la crescita di microorganismi mediante i quali avviene la depurazione.

Il ruolo delle piante
Il denso intreccio di rizomi e radici della canna palustre, che attraversa sia in senso orizzontale che verticale il filtro di sabbia fino alla profondità di un metro, contribuisce a rendere soffice il terreno, assicura il continuo flusso dell'acqua attraverso il filtro di sabbia e ghiaia, fa si' che il filtro sia sempre ben ossigenato e che in esso si sviluppino microganismi a carico dei quali avviene la depurazione delle acque.

Come funziona
Gli impianti di fitodepurazione sono trattamenti biologici di depurazione che operano attraverso l' azione combinata di batteri e piante. Necessitano di una depurazione preliminare, ottenuta da una vasca "Imhoff", che opera una sedimentazione primaria. Dalla vasca Imhoff escono le acque di scarico private delle parti solide, che verranno pompate sul filtro di sabbia attraverso un sistema di tubi distribuito su tutta la superficie utile. L' acqua passando attraverso il filtro subisce un processo di depurazione effettuato prevalentemente da microrganismi aerobici. Le acque filtrate vengono quindi raccolte da un sistema di tubi posti sul fondo che le conduce ad un pozzetto di controllo e poi pompate in un deposito per il riutilizzo nell' impianto di irrigazione dei giardini, negli scarichi dei WC o per il lavaggio auto.

Dimensionamento
Per la fitodepurazione occorrono circa 3 metri quadri di impianto per persona collegata. Per mille persone occorrono sui 3.000 metri quadri, ad esempio 100 m. di lunghezza per 30 di larghezza.

Manutenzione e durata
La manutenzione di un impianto di depurazione non richiede personale specializzato. Gli interventi di manutenzione sono limitati alla pompa dell'acqua, al sistema di tubi ed alla vasca Imhoff dalla quale devono essere asportati i fanghi primari 1 o 2 volte l' anno.
Si considera che un impianto abbia una vita media di 20 anni.

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Impianto idrico
L' acqua non è una fonte inesauribile: solo lo 0,03% del totale dell'acqua del nostro pianeta è effettivamente disponibile per gli usi umani. Il cambiamento degli stili di vita ha portato a sprechi incalcolabili, all' esaurimento o all' inquinamento delle risorse sotterranee e a costi collettivi crescenti.

Io spreco, tu sprechi, egli spreca....
Il primo spreco avviene nella rete di distribuzione idrica che in molti comuni, specialmente del sud, è fatiscente e forata come un colabrodo. Le perdite nella distribuzione sono calcolate al 30%.
Nel caso nostro questo non avverrà, perchè le condutture saranno nuove di zecca e saranno anche di moderna concezione, fatte per durare a lungo, e comunque di facile sostituzione, essendo canalizzate.

Il secondo spreco è dovuto alla rete unica di distribuzione dell' acqua. Le acque vengono, infatti, trattate e potabilizzate come se tutta l' acqua dovesse andare a finire nei nostri bicchieri, mentre invece il 98% va a finire nei lavandini, nel WC, nella doccia, nella lavatrice, nella lavastoviglie, per lavare l' auto o annaffiare il giardino.

La stragrande maggioranza degli italiani l' acqua da bere, invece, se la va a comprare e a caro prezzo, in certi casi vicino al prezzo di un vino da tavola sfuso. Vi siete mai domandati a cosa è dovuto questo prezzo esagerato, quando la materia prima in se stessa ha un costo zero? Incidono innanzitutto l’ imbottigliamento, il contenitore, le spese di distribuzione, per le acque pubblicizzate ovviamente la pubblicità e poi incide moltissimo il trasporto: non solo sul nostro portafoglio ma anche sull' inquinamento e quindi sulla nostra salute. L' acqua è pesantissima (la merce normale pesa in media 3 quintali a metro cubo, l' acqua ne pesa 10 ed ha un valore molto basso, quindi l' incidenza del trasporto è altissima. Pensate che per trasportare i circa 25 milioni di litri di acqua minerale che si bevono in italia giornalmente, occorrono 1000 autotreni! E poi spesso quest' acqua non viene mica dall' orto dietro casa: sgorga dalle fonti pure e limpide di alta montagna, a centinaia di chilometri da noi o addirittura viene dall' estero!

Avete fatto mai il conto di quanto vi costa? Considerando un prezzo medio di 350 lire al litro ed un consumo familiare giornaliero di 2 litri al giorno fanno 255.500 lire l'anno ovvero 132 Euro. Sembra poco, ma in tanti casi quelle poche centinaia di litri di acqua minerale costano di più del centinaio di metri cubi (100.000 litri) di acqua del rubinetto consumati in un anno, che mediamente costa sulle 2 lire al litro. Fra acqua minerale e acqua potabile si arriva al 2-3% di un salario medio solo per l' acqua! E poi si spreca perchè nella testa nostra abbiamo radicata la convinzione che l' acqua non costa niente...

Per ovviare a questo problema e ridurre sostanzialmente i costi economici ed ambientali derivanti dagli usi dell' acqua, il progetto SOLARIA prevede una rete di distribuzione idrica interna tripla o addirittura quadrupla:

  • una rete di distribuzione dell' acqua per uso generico, prelevata da uno o più pozzi locali e messa in rete facendogli i trattamenti minimi indispensabili (ad esempio per il calcare se l' acqua fosse troppo dura), allacciata all' impianto generale della casa. Si potrebbe anche prevedere il recupero dell' acqua piovana, incanalando verso un deposito od un laghetto artificiale l' acqua di scarico dei docci. L' acqua piovana è pura ed è ottima per lavare. Se l' acqua dei pozzi fosse troppo dura, mischiandola all'acqua piovana si eviterebbe di doverla addolcire;

  • una rete di distribuzione dell' acqua potabile, cioè da bere, collegata ad un rubinetto separato posto nella cucina. Ci sono dei trattamenti particolari che possono rendere qualsiasi acqua gradevole da bere e quindi si potrebbe immettere nella rete dell' acqua potabile quella dei pozzi, trattata. Se questo sistema non fosse ben accetto dalla maggioranza dei soci, ormai assuefatti all' uso di acque minerali, si potrebbe prevedere un deposito e farsi trasportare l' acqua da bere con autocisterne da fonti non troppo lontane. A questo punto però ci sarà chi la vorrà liscia, chi gassata e chi Ferrarelle. Quindi, se non si vuole tornare ai vecchi tempi e utilizzare le bustine di Frizzina, occorrerà un’ altra rete ed un secondo rubinetto per l’ acqua gassata ottenuta aggiungendo localmente anidride carbonica;

  • una rete per le acque depurate, che escono dall' impianto di depurazione, collegata ai WC, all' impianto di irrigazione del giardino ed al lavaggio auto. Con questo sistema si ridurrebbe il fabbisogno di acqua da prelevare dai pozzi.

Una rete di distribuzione quadrupla potrebbe sembrare a prima vista molto costosa. Data, invece, la disposizione razionale delle case e la predisposizione di un unico condotto per tutti i tubi, la spesa per ogni rete aggiuntiva si limiterebbe al costo di circa 15 metri di tubo per ogni abitazione!

Il terzo spreco avviene nella fase finale, cioè nei consumi e qui si può fare molto con la tecnica ma anche con l' educazione personale al risparmio idrico.

La tecnica può intervenire con apparecchiature che vengono definite "acceleratori di flusso" e consentono di accelerare il flusso dell' acqua sfruttando il principio del "tubo Venturi" risparmiando fino al 50% sul consumo di acqua sia fredda che calda. Sono utilizzate per il getto delle docce e per i rubinetti. Questi sistemi evitano depositi di calcare ed evitano le variazioni di flusso di acqua calda quando si aprono più rubinetti.

Si può anche risparmiare facendo la doccia al posto del bagno in vasca che richiede una quantità doppia di acqua, non lasciando aperto continuamente il rubinetto mentre ci si lavano le mani o i denti (da un rubinetto aperto escono 10 litri di acqua al minuto), facendo riparare i rubinetti che perdono e che possono arrivare a far sprecare dai 20 agli 80 litri di acqua al giorno.

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