Vorrei scriverti una lettera lunga come tutta una vita,
in modo che ogni giorno ed ogni istante di te,
ci possa essere una piccola parola da leggere,
per ogni istante un germoglio di anima,
che possa diventare un giorno un campo di grano,
grande e immenso come il sole meraviglioso che lo fa crescere,
come il sole caldo di quando i giorni di vacanza ti portano lontano,
come i pensieri dei giorni di pioggia che la mente vola via.
Vorrei scriverti una lettera tanto grande,
da poterci salire sopra e guardare lontano,
lontano nell’orizzonte infinito delle montagne,
che si vedono solo nei giorni di vento,
vento che ti sfiora con le sue mani invisibili,
invisibili come i pensieri che sfiorano le parole e le mie righe,
pensieri che diventano pagine,
pagine che improvvisamente scopro danzare intorno a me.
Vorrei scriverti una lettera lunga e docile,
docile come la corrente del fiume che scorre lenta,
una lettera dove mettere i saluti e gli auguri,
parole e pagine dove mettere affetto e nostalgia,
tanto spazio dove finalmente la mia anima vola via,
e lascia i suoi timidi e accennati segni.
Vorrei scrivere una lettera così grande,
da poterci mettere tutti i regali che tu vuoi,
una lettera si cui ci si può salire come su di un tappeto volante,
che ti porta fin dove i tuoi pensieri possono arrivare.
Vorrei scrivere una lettera che fosse in grado di suonare,
che basterebbe metterci il pentagramma e le note di tutti gli strumenti,
per poterti mandare tutta una sinfonia,
tutta un’intera orchestra da far suonare quando vuoi tu,
vorrei riuscire a scriverti una lettera che sia come la neve,
che cade lentamente, senza far rumore, che ti gira attorno, ti sfiora,
che ti ci puoi anche mettere sotto e lasciartela scendere attorno,
e lasciare che le parole possano ricoprirti dolcemente,
e aspettare così, senza fare niente, senza pensieri,
lasciare che tutto il resto del mondo continui a girare,
per i fatti suoi.

Farfalle e rilevazioni barometriche Petunie e quarantaduesimo parallelo
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