La mostra multicultura
La mostra ‘Multicultura’ organizzata
dai ragazzi sotto la guida di alcuni insegnanti, ha rappresentato più che un
raffronto tra culture diverse, un’occasione data ai ragazzi per esprimere
qualcosa di sé agli altri, per mostrare qualcosa che per ognuno ha un
significato simbolico. Gli oggetti raccolti sono quelli richiesti già nel
“sesto sentiero” del questionario multicultura1 dove si diceva: “usa i
mezzi che la tua creatività suggerisce (scrittura, disegni, foto,
musica,oggetti, cucina ecc.) per trasmettere agli altri la ricchezza delle tue
origini. Puoi anche utilizzare favole, fantasie, ricordi trasmessi dai tuoi
nonni o genitori”. Si è inoltre chiesto ai ragazzi di motivare la loro scelta
con almeno una frase scritta. In questa maniera ogni singolo, indipendentemente
dal suo paese d’origine ha contribuito alla mostra ed ha potuto esprimere agli
altri le caratteristiche della sua diversità, del suo “Altro”.
L’Altro qui rappresentato non mostra solo il diverso paese
d’origine; l’Altro in questione ha un valore diverso, più prezioso è la
nostra parte più interna che spesso tace o parla solo attraverso un linguaggio
speciale che è quello del simbolo. In questo senso tutti siamo Altro, tutti
possiamo scoprire il valore di ciò che ci rende diversi ma anche unici.
Con il materiale portatoci sono stati creati cinque spazi che sono
stati così intitolati:
·
Animali
amici
·
Infanzia
·
In
famiglia
·
Sogni,
desideri, imprese per il futuro
·
“Cara
vittoria”
Ogni oggetto è stato esposto con sotto la didascalia
scritta dal ragazzo di cui riporto alcune in allegato.
Per ora tralascio un esame approfondito di tale
lavoro, con un’analisi dei contenuti e dei significati del materiale
pervenutoci, in quanto richiederebbe una trattazione a parte.
I colloqui di counselling
Con alcuni ragazzi segnalati dagli
insegnanti o che hanno dimostrato particolare disagio durante gli incontri, sono
stati effettuati, previo consenso delle famiglie, dei colloqui di counselling.
Il Counselling è un processo di apprendimento che si realizza attraverso
un’interazione tra il counsellor ed il cliente. In particolare il counselling
nella scuola mira a prevenire il disagio da cui origina il fenomeno della
dispersione scolastica. Questo avviene attraverso: a) l’utilizzo specifico
delle tecniche centrate sulla soluzione di problemi specifici, sull’aiutare a
prendere decisioni, a risolvere situazioni di crisi, migliorare relazioni,
sviluppare risorse e consapevolezza, lavorare con emozioni e pensieri,
percezioni e conflitti interni e/o esterni b) una funzione di riferimento cui il
ragazzo e/o la famiglia può rivolgersi per chiedere aiuto c) una funzione di
collegamento e di rete tra ragazzi, famiglie, scuola, servizi sociali
territoriali, strutture terapeutiche specializzate.
Valutazione
preliminare dell'intervento
Le reazioni dei docenti
Come è noto e si può ricavare dalla letteratura specialistica, un intervento in una struttura scolastica come la scuola media inferiore risulta piuttosto "invasivo" nei confronti dei docenti. Ciò è dovuto essenzialmente alla natura esclusiva del rapporto insegnante/studente, caratterizzato da una funzione educativa quasi quotidiana e protratta nel tempo per tre anni. Da questo punto di vista, la possibilità di un punto di vista dell'esterno, capace di ristrutturare la situazione - la cui funzione terapeutica è enfatizzata come decisiva dalla pragmatica della comunicazione umana - non viene presa in considerazione, almeno in certi casi. Data l'importanza del ruolo dei docenti in questo tipo di interventi, tale atteggiamento richiede un tentativo, sia pure negoziato e contrattuale, di superamento.
La reazione degli studenti
In certi casi gli studenti, soprattutto in una classe, hanno espresso dei pareri negativi sull'intervento. In altre sporadiche occasioni, altri hanno rifiutato i questionari o non hanno risposto, adducendo delle motivazioni legate alla riservatezza personale. In tutte queste occasioni si è notato un corto circuito tra reazioni dei genitori, alcune resistenze dei docenti e reazioni degli studenti. La multiculturalità esige proprio come metodo di apprendimento un lavoro sul sé richiedente il coinvolgimento delle proprie emozioni, di conseguenza reazioni di questo tipo erano attese.
Di
carattere più tecnico si sono dimostrate invece altre reazioni negative
riguardanti le simulazioni e i giochi di ruolo utilizzati. Tali attività non
hanno mai un valore assoluto, ma richiedono di sintonizzarsi caso per caso con
il gruppo di intervento. Di tali critiche si è tenuto conto per il programma
degli anni successivi.