Gruppo giovani

Attività dei gruppi giovani all'interno della Parrocchia

 

Animazione permanente

Campo scuola e "tre giorni"

Ganghereto

Recital

Coro

 

Attività dei gruppi giovani

in collaborazione con le altre Parrocchie di Rovigo

 

Gruppo RAG.GIO

Servizio in carcere

Animazione estiva

Festa Giovani

Gruppo Musicale Diocesano

 

 

 

Attività dei gruppi giovani all'interno della Parrocchia

    Animazione permanente

Cos'è:
Sono momenti di incontro fra ragazzi per parlare di temi come la conoscenza di sé stessi (talenti, valori, qualità, difetti, ...), l'amicizia, la famiglia, la libertà, temi di attualità (scuola, pace, pena di morte, aborto, eutanasia) e tanto altro ovviamente sempre su un chiaro percorso cristiano dando comunque spazio a diverse opinioni che si possano concretizzare in un dialogo proficuo.
Questi temi si affrontano con varie tecniche che, a seconda dell'età, stimolano il dialogo fra i componenti del gruppo e possono far nascere qualcosa di positivo in loro stessi.
A tutto questo si aggiungono momenti di gioco, divertimento e anche pizze e cene in compagnia!

A chi è rivolta:
A tutti i ragazzi del post-cresima (dai 14 anni in su)

Quando si svolge:
Generalmente tutti i sabati da metà settembre ai primi di giugno alle 15.45

Dove:
Nei locali parrocchiali

 

/torna su/

    Campo scuola e "3 giorni"

Cosa sono:
Sono due attività che rientrano nell'animazione permanente. I ragazzi dei vari gruppi condividono il tempo e il luogo per una settimana o solo tre giorni nei quali affrontano e sviscerano un tema condiviso da tutte le fasce d'età. L'esperienza di vivere insieme per alcuni giorni è molto proficua per l'unione del gruppo, per la nascita di nuove amicizie, per relazionarsi con gente di diverse età e per trovare il tempo di stare soli con Dio, fuori dal solito vivere quotidiano.

L'ultima "3 giorni":
<<Dal 17 al 19 aprile 2009 siamo stati ospiti presso Casa Fanciullo Gesù a Tonezza del Cimone (VI).

In questa bellissima casa, immersa nel verde abbiamo potuto trovare l’atmosfera adatta per trascorrere al meglio questa 3-giorni. A noi animati sono state presentate molte attività per aiutarci a riflettere sui temi proposti dagli animatori. Personalmente sono stata colpita dalla storia letta il primo giorno, la quale conteneva il messaggio dell’intera tre giorni. Il brano raccontava la vita di due persone: la prima, Carlo, un padre di famiglia con molti amici e una brillante carriera, la seconda, Odile, una bellissima ragazza. Entrambi , nonostante le loro fortune e i loro successi, erano insoddisfatti, oppressi dalla tristezza e dalla malinconia che inaridiva i loro cuori. Credevano in Dio, speravano il Lui, Lo invocavano e Lo pregavano fino a chiedergli di compiere per loro un gesto estremo, la morte. Avevano completamente perso la voglia di reagire e di vivere non riuscendo più ad assaporare le piccole gioie della vita. Queste storie erano però prive di conclusione ed è stato chiesto, ad ognuno di noi, di creare un nostro finale. Abbiamo scritto le nostre conclusioni; tutte terminavano con un lieto fine che esprimesse al meglio la nostra stessa gioia di vivere. Carlo e Odile dovevano riscoprire l’importanza della loro stessa vita, dovevano imparare di nuovo a vivere giorno per giorno come in una grande partita, giocando al meglio le loro carte e ricordandosi sempre che la vita è un grande dono per il quale dobbiamo essere sempre riconoscenti a Dio.>> Enrica M. (vedi foto)

 

L'ultimo campo scuola:

Dal 17 al 25 agosto 2009 noi ragazzi delle Parrocchie di S. Maria delle Rose, della Commenda e Sant'Antonio siamo stati ospiti di Casa Osta a Castel del Rio (BO). <<Come ogni estate è stata riproposta l'esperienza del campo scuola, con la duplice funzione di concludere il "duro" lavoro dei singoli gruppi durante il corso dell'anno, ma soprattutto di condividere ogni momento della giornata, dalle piccole cose alla preghiera. Lo scopo è proprio quello di conoscere e a poco a poco approfondire il rapporto con l'altro e prima di tutto quello con noi stessi e con Dio. Fin dal primo giorno il gioco e la celebrazione hanno permesso di creare subito l'atmosfera giusta per affrontare il tema complesso e significativo, che ha interessato tutta la settimana: i doni dello Spirito Santo (sapienza, scienza, consiglio, fortezza, intelletto, pietà e timor di Dio). I momenti di gruppo, in cui spesso ci siamo confrontati prima tra pochi, poi tutti insieme, ci hanno dato la possibilità di ascoltare l'altro in modo più intenso e di mettersi in gioco nella discussione anche con persone appartenenti a parrocchie ed esperienza diverse dalle nostre. Ci tengo a sottolineare l'importanza della giornata di deserto, tanto temuta all'inizio, quanto apprezzata alla fine. La solitudine, la contemplazione del paesaggio,  una traccia fornita dagli animatori, garantiscono sempre la formulazione di riflessioni e pensieri, che permettono non solo un contatto più profondo con noi stessi, ma sono anche di aiuto per chi, durante la celebrazione conclusiva, lascia che le parole pronunciate imprimano un segno più o meno marcato nel proprio io. E' anche questo un modo per far entrare l'altro in noi e di farci scuotere da Dio. Mi sento di ringraziare, ancora una volta, tutte le persone che, dai giochi, alla preparazione dei momenti di riflessione, al semplice ascolto di chi ha bisogno, ogni anno si impegnano perchè tutto riesca nel migliore dei modi.>> Anna P. (vedi foto campo 2008)

 

 

Le prossime esperienze:
prossima "3 giorni"
: aprile 2011
prossimo campo scuola: agosto 2011

 

 

/torna su/

    Ganghereto

La storia

La storia di Ganghereto (AR) comincia da lontano, alla fine degli anni '60, quando Padre Ennio Domenico Staid con Padre Umberto Frassinetti e almeno agli inizi, Padre Raffaele Quilotti, giravano per l'Italia fondando e seguendo i primi gruppi giovanili misti (intendo maschi e femmine, cosa che allora dava adito a parecchie chiacchiere e parecchie perplessità da parte dei genitori).

I gruppi più forti nacquero a Bologna, a Ferrara, a Rovigo, a Vigevano; ce n'erano anche a Roma, a Preganziol, ad Arezzo, a Catania, ma non così stabili come gli altri. Tutti questi gruppi erano chiamati G.A., cioè Giovani Amici (del Rosario) erano basati sulla preghiera, specialmente quella del Rosario e su incontri di riflessione. Erano tutti autogestiti, perché gli animatori non esistevano ancora, bisognava ancora inventarli, e le due o tre visite all'anno di Padre Staid erano ossigeno e vita per noi. 

Avevamo degli appuntamenti fissi: ad ottobre il Festival della Rosa d'Oro a Bologna, dove ciascun gruppo presentava le sue canzoni; un campo invernale di una settimana a Pracchia (PT) durante le vacanze di Natale; la marcia della Speranza il Lunedì di Pasqua; un'altra settimana di campo estivo.

Di occasioni per conoscerci e stare assieme ne avevamo parecchie dunque: siamo tuttora legatissimi tra chi faceva parte dei gruppi GA di Rovigo, Ferrara, Bologna. Ci siamo ritrovati due anni fa in occasione del settantesimo compleanno di Ennio e sembrava fossero passati venti giorni e non venti anni dall'ultima volta che ci eravamo trovati tutti assieme.

Bene, ad un certo punto è nato un sogno, un'utopia, se vuoi: trovare una casa di accoglienza, di preghiera, ma soprattutto creare una comunità di laici e consacrati, che vivessero assieme. Ennio individuò in Toscana un vecchio convento francescano, abbandonato: Ganghereto, appunto. Era in condizioni disastrose. Il Vescovo di Arezzo lo diede volentieri, ma c'era un problema che tutti dicevano insormontabile: l'acqua. Non ce n'era.

Tu non ci crederai, ma Ennio si fece insegnare da un rabdomante e, armato di bastoncino e di preghiera, trovò l'acqua. Era fatta. Ora mancavano solo i soldi, ma, sembra incredibile a raccontarlo, arrivarono sempre a tempo per pagare i muratori, le fatture, i materiali... Noi avevamo 17, 18 anni e abbiamo trascorso tutta la nostra estate, quella del '72,  con Padre Ennio e Padre Umberto, a Ganghereto a lavorare alla casa, a ripulire prima di tutto il pozzo, a dar vita a quelli che oggi sono "Il Giardino dei Semplici" e "L'Orto dei Miracoli" (erano adibiti a pollai, con la terra bruciata dagli escrementi dei polli e tutti ci dicevano che lì piante non ne sarebbero mai cresciute). Una stanza alla volta venne liberata da macerie, sporcizia, insetti e topi, in quest'ordine; ciascuno di noi ragazzi stava già pensando quale fosse la giusta facoltà universitaria o il lavoro più adatto per creare questa nostra comunità, questa utopia. Puoi immaginare l'entusiasmo che ci sosteneva? Era una cosa esaltante pensare che avremmo vissuto tutti insieme, che avremmo formato lì le nostre famiglie, che l'amicizia che ci legava non sarebbe mai venuta meno. Era magnifico.

Il Signore ci ha sempre sostenuti con la sua Provvidenza, l'abbiamo proprio vista all'opera, con il cibo che ci veniva regalato proprio quando non ce n'era più, con i soldi che arrivavano proprio quando servivano... ma evidentemente la comunità non era nei piani di Dio. L'estate del '73 sono state assegnate alla nascente (e ancora un po' fatiscente) Casa di Preghiera alcune suore: Madre Marie, Suor Anaig, suor Nicole, Suor Maria Luisa, in seguito Suor Agnese e Suor Stella. Quell'anno è anche arrivata la statua della Madonna del Sorriso a cui è stata dedicata la Casa. Anche questo l'ha voluto Ennio, che continuava a ripeterci che un cristiano triste è un cattivo cristiano. Madre Marie ha fortemente voluto la Casa di Preghiera, ha duramente lavorato per questo e l'ha tenuta in vita anche quando, per gelosie, per incomprensione dei superiori, penso soprattutto per la paura di questi che nascessero chiacchiere per la convivenza tra frati e suore, padre Ennio e Padre Umberto sono stati costretti ad andarsene, come puoi ben immaginare, con la morte nel cuore.

Quello che oggi è Ganghereto si deve a Madre Marie. Questa la storia.

Io ho cominciato a portare gruppi di ragazzini nell'83. Da quel momento Ganghereto è sempre stato il nostro punto di riferimento. Io credo che chiunque ci sia stato una volta poi sia tornato, con me o da solo. Cosa c'è in Ganghereto? Io penso che ciò che attrae subito è l'accoglienza, la sensazione di essere a casa, di essere tra amici. All'ingresso c'è una preghiera, scritta da Ennio, che invita la Casa di Ganghereto ad accogliere chiunque passi di lì, ed è questo che le suore fanno, con la loro semplicità e affabilità.

 

 

C'è poi la pace che aiuta, quasi invita, alla meditazione e alla preghiera. Se uno vuole, veramente può incontrare Gesù e sentirlo persona, fratello, Signore. Si scopre o si riscopre la dimensione del silenzio e della preghiera, quella fatta con calma, senza fretta, senza parole; si scopre lì che non c'è bisogno di parlare tanto o di parlar forbito per comunicare con Dio. Le suore poi sono magnifiche: tutte molto semplici, umili (poi magari scopri che ciascuna di loro ha almeno una laurea) e sempre disposte all'ascolto, sempre disposte all'aiuto. Ricordo il funerale di Suor Agnese, a cui ha partecipato una vera folla. Nel silenzio, nel nascondimento, ad imitazione di Maria, aveva aiutato materialmente o spiritualmente tutta quella gente. E quello che ha fatto lei lo stanno facendo anche le altre suore: forse, dopo tutto, è questa la santità: accogliere, ascoltare, agire. È notevole che anche persone che, crescendo, hanno abbandonato la pratica religiosa, comunque ricordino Ganghereto con nostalgia e con sincero rimpianto. Ganghereto è una parte di me ma credo di non sbagliare dicendo che è anche una parte di ciascuno di voi. Angela

 

Dov'è:
Nella provincia di Arezzo, vicino a Terranova Bracciolini.

Preghiera alla

Madonna del Sorriso:

Vergine SS.ma del Rosario che sorridi a me e al mondo da questa oasi di preghiera che è Ganghereto, volgi il Tuo sguardo materno e sorridente sul mondo intero.

Donami di capire che senza Gesù la vita è troppo triste, e che contemplando con Te i misteri della Sua vita sarò sulla via che mi conduce a Lui.

Soltanto con l'amore a Gesù e alla preghiera sarò a mia volta "gioifero",illuminando di gioia il mondo.

Sorridi a me, Maria. Sarà il Tuo sorriso, o Madre, il segno che avrai posato Gesù, frutto benedetto della Tua maternità, nel mio cuore e nella mia volontà. Amen

 

Che si fa:
Come avete avuto modo di leggere siamo particolarmente legati a questa comunità domenicana e di anno in anno la frequentiamo per vivere giorni di intensa vita spirituale e non solo. I ragazzi che vi partecipano possono condividere assieme alle suore tutte le attività della giornata (momenti di preghiera, incontri di gruppo, pranzi, ...) e riprendere quel contatto con il Signore che spesso nel vivere quotidiano si allenta.

 



Giornata tipo:
sveglia (~ 7.30)
colazione e lodi (8.15)
seguono varie attività pratiche: pulizia delle camere e dei bagni, pulizia della cucina, preparazione del rosario, eventuale lavoro manuale (es. tagliare legna, tagliare erba, potare rami, pulizia della chiesa, raccolta di frutti, ...) (~ dalle 9.00 alle 10.00)
incontro di gruppo sul tema e riflessione personale (~ dalle 10.00 alle 12.00)
rosario (12.00)
pranzo
riposo e tempo libero
incontro di gruppo: condivisione (~ 15.30)
merenda e prove di canto (~ 17.00)
messa (18.30)
tempo libero e cena
compieta (~ 21.15)
le suore vanno a letto e noi andiamo nei prati a guardare le stelle e a raccontarci storie
dormire (~ 23.30)

 

 

L' ultima esperienza:
Giugno 2010

<<Un amico una volta scherzando mi disse: “Ganghereto crea dipendenza: Dopo la prima volta, non riesci più a smettere di andarci!”. Ganghereto non è solo un’esperienza bella a livello di emozioni. E’ molto di più. Significa vivere profondamente il senso dell’accoglienza, dell’ospitalità e della gratuità, sentirsi accettati e valorizzati per quello che si è, incontrare persone felici nel donarsi a Dio e all’altro, capire che anche il silenzio può parlare… E se ti capita di fare una chiacchierata con una della suore, impari anche il valore dell’ascolto e della comprensione. Per questo non mi stupisco che più di venti ragazzi di diverse età abbiano deciso di trascorrere là, parte di queste vacanze natalizie, così come non mi meraviglio del fatto che gli stessi si siano adattati immediatamente ( e senza brontolare!) alla vita e ai ritmi della Casa di Preghiera. Ciò che più caratterizza Ganghereto è la dimensione comunitaria: si condivide tutto con le suore e con coloro che si trovano lì, dai momenti di preghiera a quelli di gioco e svago, dalla preparazione della liturgia alle necessità della casa. Non mancano tempi di confronto in gruppo e di riflessione individuale organizzati dalle suore per noi ragazzi; durante l’ultima esperienza è stato approfondito il tema del “viaggio”, suggerito dal Vescovo, tra gli argomenti da trattare durante quest’ anno pastorale. Le sensazioni che suscitano queste attività sono quelle di un autentico e proficuo “stare insieme”, nella consapevolezza che il confronto fa crescere, e di un’introspezione personale che non fa paura, perché il Suo sguardo misericordioso è sopra di noi. A Ganghereto  non ci si vergogna di essere se stessi, coi propri limiti e difficoltà; non si ha paura di pregare e di raccogliersi in silenzio; non si vede l’ora di rendere felice l’altro (chiunque sia questo altro) al di là del nostro egoismo. A Ganghereto succedono piccoli miracoli.>> Michela (vedi foto)

 

 

La prossima esperienza:

Capodanno 2011


/torna su/

    Recital

I gruppi giovani organizzano spesso e volentieri un recital da proporre alla nostra comunità parrocchiale e non solo.
E' una forte occasione di unione fra i ragazzi dei gruppi e spesso tende a coinvolgerli in più ambiti: chi nel canto corale, chi nel canto da solista, chi nel suonare uno strumento musicale, chi nella preparazione della scenografia, chi nella ripresa di immagini.

 

L'ultima esperienza "Il Sogno di Giuseppe":
13 giugno, 3 settembre 2006 S. Maria delle Rose - Rovigo ore 21.00. <<Il sipario si apre sul recital “Il Sogno di Giuseppe”. Sul palcoscenico noi, una ventina di ragazzi e giovani delle Parrocchie di Santa Maria delle Rose e Madonna Pellegrina. Brillano i nostri sfarzosi vestiti da egiziani e anche i nostri occhi: grande è la voglia di mostrare al meglio il frutto di otto mesi di prove e l’intenzione di comunicare con efficacia la forza del perdono attraverso la storia del personaggio biblico Giuseppe. Storia che, durante tutto questo tempo, in qualche modo è diventata anche un po’ nostra. I tre flauti, le due chitarre, la batteria e il basso intonano la prima canzone: tremano per l’emozione le nostre voci, eppure è subito tripudio di applausi nel prefabbricato di Santa Maria delle Rose, gremito da parenti e amici. Si succedono una dopo l’altra, suddivisi in due atti, le canzoni dei solisti e del coro, i balletti, le scene recitate…quante emozioni nel raccontare l’incredibile avventura di Giuseppe, figlio di Giacobbe , diventato, in modo alquanto rocambolesco, il braccio destro del Faraone d’Egitto e marito della dolce Asenat. Egli sarà capace di andare oltre le ingiustizie subite e di riconciliarsi con quegli stessi fratelli che lo avevano venduto per invidia. Dopo le ultime canzoni e i molteplici bis, i nostri volti tesi e accaldati si rischiarano di soddisfazione e gioia nel salutare un pubblico entusiasta. Si chiude il sipario. Nell’abbracciarci e nel farci i complimenti a vicenda, non facciamo altro che ripeterci: “Vorrei che rifacessimo presto lo spettacolo!” “Ma quando lo rifacciamo?” “Lo rifacciamo, vero?”>> Michela (vedi foto)


 

Gli altri recital:

Il Sogno di Giuseppe (2006)
Una storia che cambia (2004)

La Ballata del Bene e del Male (2002)
Il Sogno di Giuseppe (2001)
Processo a Gesù (1999)
La Ballata del Bene e del Male (1992)
Tre sapienti e una stella (1991)
Processo a Gesù (1985)
e vari a sfondo natalizio.

 

/torna su/

    Coro

Ovviamente facciamo sentire la nostra voce anche all'interno delle celebrazioni eucaristiche ed in particolare in occasione della veglia pasquale e dei matrimoni. Dal 1997 alcuni di noi cantano anche in carcere (vedi servizio in carcere).

Nella sezione download puoi trovare il quaderno dei canti in formato .pdf.

Per visualizzarlo è necessario avere ).

 

/torna su/

  

Attività dei gruppi giovani in collaborazione con le altre Parrocchie di Rovigo

    Gruppo Rag.gio

Il gruppo RAG.GIO. ("RAGazzi GIOvani") nasce nel 2001, per volere del Vescovo Andrea Bruno Mazzocato, con lo scopo di coordinare le attività di animazione giovanile delle parrocchie della città di Rovigo.

Gli obiettivi del gruppo RAG.GIO. sono diversi: prima di tutto si e' sentita la necessità di riunire gli animatori del post-cresima di tutta la città in un gruppo che crescesse insieme e avesse una formazione di base comune; in secondo luogo questa iniziativa vuole favorire la cooperazione tra le varie parrocchie, sotto forma di scambio reciproco di idee, metodi di animazione, esperienze...; altro importante obiettivo è quello di far sentire i ragazzi come parte di una grande comunità di giovani, che non sono solo quelli della propria parrocchia, ma di tutta la città. L'obiettivo di fondo, comunque, è quello di migliorare e rafforzare l'animazione cattolica nella nostra città, e offrire a tutti i ragazzi e giovani una valida ed efficace proposta di vita cristiana.

Il gruppo RAG.GIO. è stato costituito da Don Alex Miglioli, coordinatore e responsabile del gruppo, e formato inizialmente da un animatore per ogni parrocchia e dal coordinatore dell'animazione estiva.

Il lavoro del primo anno è stato quello di analizzare la situazione dell'animazione giovanile in città e di capire quali erano le necessità principali su cui intervenire: si pensò che il primo passo da fare era quello di iniziare a lavorare con gli animatori in modo da creare, possibilmente, un gruppo che in futuro avrebbe potuto e dovuto agire in stretta cooperazione. Inoltre si è lavorato per programmare le attività dell'anno seguente.

Nell'anno 2002-2003 il gruppo ha iniziato con le prime attività che erano rivolte a tutti gli animatori della città: lo scopo era quello di intraprendere un cammino di formazione cristiana comune a tutti. Sono stati organizzati una serie di incontri con scadenza mensile, e nel mese di Ottobre una tre giorni alla quale ha partecipato, seppure solo per una giornata, anche il nostro Vescovo.

Oggi: il gruppo viene coordinato da Don Piero Mandruzzato (Pastorale Giovanile Diocesana) e Don Andrea Varliero con il programma di mantenere il percorso di formazione per gli animatori (tre giorni ad Ottobre ed incontri mensili) al quale aggiungere una settimana di "convivenza" sempre rivolta agli animatori e incontri zonali rivolti ai giovani dei gruppi del post-cresima.

 

Qui di seguito gli incontri di formazione per l'anno 2010-2011:

 

SEZIONE IN AGGIORNAMENTO

La settimana comunitaria

<< Non è facile vivere tutti i giorni con 20 persone sotto lo stesso tetto: “Grande Fratello”, “La Fattoria” e tutte le varianti di reality show che ci tormentano in questo periodo, ce lo mostrano.

Eppure… un’alternativa, anzi, un “piuttosto”(Rather), c’è!

Noi del gruppo Rag.gio ci abbiamo provato: senza telecamere o personaggi oscuri, ma con tanta voglia di dare un significato nuovo al nostro quotidiano. E ci siamo riusciti!!!

La “casa” – una casa rurale a Grignano, provvidenzialmente prestata per l’occasione – si è aperta domenica pomeriggio, ed è stato un “fresco” impatto: il calore, abbiamo capito, dovevamo mettercelo noi.

La nostra vita doveva svolgersi come sempre, la novità veniva dal conciliare esigenze ed orari di tutti: come in una grande famiglia c’è chi lavora, chi va a scuola, e chi aspetta e prepara il ritorno degli altri.

A tenere acceso il “focolare” era lo spirito di essenzialità, la vita un po’ scomoda, l’atmosfera data dalle piccole cose, come il cucinare assieme o i bigliettini di buongiorno lasciati in giro dai primi a svegliarsi.

Ma il momento più atteso da tutti era il ritorno nella “casa”: la sera l’atmosfera si riscaldava perché si era tutti insieme, si cenava insieme e qualche amico spesso ci raggiungeva.

Però un grande fratello, anzi… un “fratello più grande” c’era: tutto questo è stato fortemente voluto da don Piero Mandruzzato che ci ha accompagnato ed ha vissuto con noi questa esperienza.

Il nostro enorme GRAZIE, perché tutto ciò è stato possibile, va a lui.

Alla fine, però, non ci sono state nominations: nessuno è stato cacciato, siamo arrivati tutti insieme alla fine, pronti a continuare… un’altra settimana, ma purtroppo ci siamo salutati, promettendoci però di riprovarci… molto presto! >> (vedi foto)

/torna su/

    Servizio in carcere

Nel 1997 alcuni animatori della nostra parrocchia in collaborazione con Don Damiano Furini hanno iniziato ad animare la messa festiva nella casa circondariale di Rovigo. Pian piano questa esperienza si è ampliata ad altri animatori, e non solo, coinvolgendo altre parrocchie. Ecco l'esperienza di uno di noi:

<< E' buffo quando si dice, il sabato sera "Ci vediamo domattina in carcere". Oppure quando raccontiamo, il mio ragazzo ed io, che ci siamo conosciuti in carcere. A volte la gente non ci crede, a volte ci scherza ("Una di queste volte ti tengono dentro!"), a volte non capisce. Ma il nostro gruppo fa un servizio molto semplice: la domenica mattina, e alle principali feste, andiamo a messa con i ragazzi -e, quando è possibile, le ragazze - detenuti, ci portiamo dietro una chitarra, e animiamo la Messa cantando, leggendo le letture se serve... insomma, partecipiamo con loro.

    Una cosa semplice, semplicissima, ma che ti apre la mente, e il cuore. Perché non ci pensi, prima, che magari "dentro" ci sono dei disgraziati, nel vero senso della parola, gente che in fondo non è cattiva, e che, se solo quella volta non avesse reagito così, o se avesse avuto una famiglia diversa... Ma anche che c'è gente che ne approfitta, usa bene il tempo "di pausa" che passa lì per pensare, fare scelte (come quella di farsi battezzare, o ricevere il sacramento della Cresima, o pensare che ha un figlio piccolo a casa, e deve darsi una regolata). Certo, se sono lì non sono solo dei santerelli sfortunati, ma magari scambiare qualche parola con loro può aiutarci a capire le diversità, e non rappresentare un pericolo mortale.

    E poi vediamo quanto sono contenti di vederci, la domenica, e quando a settembre torniamo, dopo la pausa di agosto - nostro mese di "ferie" - ci chiedono come va, cos'abbiamo fatto di bello. Ancora, ti allarga il cuore quando con la gioia negli occhi qualcuno ci dice: "Domani esco, torno a casa", specialmente se non è italiano, ed uscire per lui significa tornare nel suo paese dopo tanto tempo.

    Dopo qualche anno di servizio, trovo che ho ricevuto moltissimo, e che le persone che partecipano alla Messa nella piccola cappella del carcere riescano ad essere molto autentiche, anche se a celebrare è il Vescovo: non ci sono molte maschere da portare, quando si è privi della libertà, si torna come bambini, il che, davanti a Dio, è un gran bene.

    Per cui mi rende felice dire che alla Messa di Natale ho partecipato in carcere: è stato un privilegio, come lo è il dire, talvolta, che nonostante io sia cresciuta in una parrocchia, e poi mi sia trasferita in un'altra, la mia attuale parrocchia... è il carcere.>> Sara

 

Sito: http://www.cccrovigo.135.it/

Info:cccrovigo@libero.it

 

/torna su/

    Animazione estiva

settembre 2009: anche quest’anno la parrocchia di S. Maria delle Rose ha organizzato il grest per bambini e ragazzi con momenti di riflessione e gioco, lavoretti manuali e tante attività ricreative.

Settantatre bambini e ragazzi dai 5 ai 13 anni hanno partecipato al grest che si è tenuto dal 31 agosto al 11 settembre dalle 15 alle 19. I ventitre animatori avevano programmato per queste due settimane non solo tante attività ludico-ricreative (giochi, bans, balli di gruppo), ma anche laboratori per la creazione di lavoretti manuali come scatoline in legno decorate, spille in lamierino. Tra le tante attività, tuttavia, non è   stata trascurata la crescita personale e spirituale dei bambini, che sono stati coinvolti in momenti (mai noiosi) di riflessione, confronto e preghiera suggeriti dalle tematiche di “Bobo, il settimo fratellino”, storia scelta come “filo conduttore” del percorso formativo dell’animazione, e che gli animatori drammatizzavano “a puntate” durante la settimana. Divertenti ed interessanti sono state l'uscita, durante la prima settimana, presso la Fattoria Didattica "La Vecchia Fattoria" a San Pietro di Morubio (VR), ammirando numerose specie animali presenti e lavorando il pane e curando gli animali, e la festa finale, tenutasi l'11 settembre nel prefabbricato parrocchiale, durante la quale animati e animatori si sono esibiti in sketch comici, balletti, canti.

Il grest è un’esperienza divertente ed entusiasmante, un’occasione di crescita personale sia per i bambini che per i ragazzi che danno la loro disponibilità come animatori, perché aiuta a capire il valore dell’amicizia e della responsabilità, la gioia dello stare insieme, l’importanza di quell’amore che Gesù ci ha insegnato. Filippo

/torna su/

    Festa Giovani

Il Servizio di Pastorale Giovanile della Diocesi e il Gruppo Rag.Gio. ha organizzato la Festa Giovani 2010 al Centro Don Bosco di Rovigo sabato 27 marzo 2010 (vedi foto festa 2006 ).

 

 

Gruppo Musicale Diocesano

 

Iniziali di Gruppo Musicale Diocesano.
Idea fresca di musica.
Linea melodica accattivante.
Espressione di differenti tecniche e competenze.
Fusione di stili ed emozioni.
Collante di tutto l'amore per il servizio e la fede.

 

Ecco il breve biglietto da visita di questa realtà giovane voluta da sua Eccellenza Mons. Lucio Soravito de Franceschi, Vescovo della Diocesi di Adria-Rovigo.
Il G.M.D. ha debuttato in occasione della FESTA GIOVANI 2006 ed è attualmente coordinato da Riccardo Pizzo e dai responsabili della Pastorale giovanile e vocazionale don Piero Mandruzzato e don Umberto Rizzi

 

Sito: http://www.gmdrovigo.135.it/

Info: gmdrovigo@gmail.it

 

 

/torna su/