ITALIA 1849 - 1931
Il decennio 1849-1859 servì a preparare l' unità
nazionale con la presenza, dopo Mazzini e Garibaldi, di
Vittorio Emanuele II e Camillo Benso conte di Cavour. La partecipazione del Piemonte alla guerra di
Crimea, voluta da Cavour, servì a toglierlo dall'
isolamente ed attirare le simpatie di Francia e Inghilterra, inoltre si sedette al tavolo delle
trattattive al Congresso di Parigi dove ci fu l' intesa
anti-austriaca con Napoleone III, nuovo imperatore di Francia, che aveva come prospettiva l' annessione al
Piemonte del Lombardo-Veneto per la costituzione di un
regno dell' Alta Italia.
Con la Seconda Guerra d' Indipendenza nel 1859, le forze
congiunte di Vittorio Emanuele II, Napoleone III e
Garibaldi con i "cacciatori delle alpi", dopo diversi combattimenti favorevoli, riportarono, la
vittoria di Magenta e la liberazione di MIlano. Le
successive battaglie di Solferino e S Martino furono favorevoli ai Franco-Italiani ma, l' enorme sacrificio di
vite umane, indusse Napoleone III e Francesco Giuseppe a
sospendere le ostilità senza avvertire Vittorio Emanuele II. Nel frattempo fuori del teatro di
guerra le popolazioni dei ducati di Parma e di Modena,
quelle del Granducato di Toscana e delle legazioni pontificie portarono avanti delle rivoluzioni
ordinate che sfociarono nelle votazioni di un plebiscito
dove si chiedeva l' annessione all' Italia.
Garibaldi, con la "Spedizione dei Mille",
conquista il Regno Borbonico (5 maggio-1 ottobre 1860).
L' esercito piemontese interviene per consolidare le conquiste di Garibaldi e delle popolazioni centrali. Il
18 febbraio 1861 si riunì il primo "Parlamento
Italiano" . Il 17 marzo 1861 si approvò la legge sanzionata da Vittorio Emanuele II che proclamò il
"Regno d' Italia".
Non mancarono difficoltà nei primi anni del nuovo regno,
all' unità nazionale mancavano le Venezie e il Lazio,
nel 1865 la capitale fu trasferita a Firenze.
Ottone di Bismarck per ingrandire la Prussia a spese
dell' Austria fece un' alleanza con l' Italia dove si
stabiliva che a fine guerra i territori delle Venezie andavano all' Italia mentre la Prussia rivendicava la
stessa estensione in Germania. Fu la Terza Guerra d'
Indipendenza dichiarata il 19 giugno 1866 e finita con la pace di Vienna e la cessione del Veneto
all' Italia.
Nel 1870 Bismarck sconfisse Napoleone III a Sedan, lo
stesso fu dichiarato decaduto e in Francia si costituì
la Terza Repubblica, a questo punto il governo italiano ordinò al generale Raffaele Cadorna di
occupare il Lazio e Roma che fu presa il 20 settembre.
Intanto la politica italiana guardò alle riforme sociali con governi di sinistra e per evitare l'
isolamento in Europa si aderì alla "Triplice
Alleanza" con Germania e Austria. Fu iniziata un' espansione coloniale con l' occupazione di Massaua
(1885),dell' Eritrea (1890) e iniziò una penetrazione
pacifica della Somalia.
Il tentativo di espansione in Abissinia terminò con il
disastro di Adua (1896).
Negli ultimi due anni dell' ottocento, il rialzo del
prezzo del pane e la scarsità degli approvvigionamenti
fomentarono tumulti e saccheggi nel Mezzogiorno e un programma rivoluzionario a Milano fu represso nel
sangue. Questo portò all' uccisione del re Umberto I a
Monza il 29 luglio 1900, per mano dell'anarchico Bresci. Nel 1911, l' Italia dichiara guerra
alla Turchia per un' espansione nel Mediterraneo ed
occupa la Tripolitania e la Cirenaica. Nel 1914
inizia la Prima Guerra Mondiale che vide schierati da una
parte, Germania ed Austria e dall' altra, Francia,
Inghilterra e Russia. L' Italia si dichiara neutrale ma, per il desiderio di redenzione di
Trento e Trieste (non ancora italiane), nel 1915,
dichiara guerra alla Germania e all' Austria. Nel 1917, a causa della rivoluzione d' ottobre, ci fu, sul
fronte, la defezione russa che fu conpensata dall'
intervento nella guerra degli Stati Uniti. Nel 1918, nella battaglia di Vittorio Veneto, si giunse alla
vittoria finale e all' Italia furono assegnate: la
Venezia Tridentina, l' Alto Adige, la Venezia Giulia, l'
Istria ed alcune isole e città dalmate fra le quali Zara. Il
conflitto costò all' Italia 600.000 vittime. I disagi
del dopoguerra portarono a scioperi sempre più consistenti ed i ceti conservatori favorirono Benito
Mussolini nella fondazione, nel 1919, dei "Fasci di combattimento". I problemi politici indebolirono i
governi che si succedevano in quel periodo, favorendo così
l' ascesa al potere del Fascismo (1922).
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