Chi è la Beata
"Gianna Beretta Molla"?


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Gianna Beretta Molla

Una mamma che canta la vita.

Gianna Beretta è nata a Magenta il 4.10.1922 da due santi genitori, retti e sapienti, timorati di Dio. Cresciuta in una famiglia numerosa, tante volte si interroga su quale sia per lei la volontà di Dio. Sarà un ritiro che le darà la giusta direzione, che l'aiuterà a scoprire il campo della sua santificazione: mamma di famiglia e medico. Nel 1942 in pochi mesi perde prima la mamma e poi il papà. Animatrice di Azione Cattolica, nel 1949 consegue la laurea in Medicina e Chirurgia.

Da allora vede nel contatto coi malati la sua missione, dove potrà incontrare Gesù nel volto dei sofferenti. Sogna di andare in Brasile come missionaria laica presso l'ospedale del fratello sacerdote, ma Dio pone sul suo cammino, dopo insistente preghiera, Pietro Molla. Un fidanzamento incantevole per una ragazza amante della musica, esperta sciatrice, raffinata nei gusti, sprizzante di vita, radiosa, ricca di speranza per il futuro: il matrimonio su cui Dio riversa il Suo amore. Il matrimonio con Pietro Molla avviene il 24.09.1955.

Nascono i primi tre bambini. Nel 1961 si scopre di nuovo incinta, ma a fianco dell'utero cresceva un grosso fibroma asportabile solo con un intervento chirurgico. Nel suo cuore di medico si scatena la lotta: la sua vita o la vita del bimbo con la morte sicura della madre, al quinto o sesto mese di gravidanza o al momento del parto per rottura dell'utero e conseguente setticemia? La scelta è per la vita del figlio: quello che ha fatto non l'ha fatto per andare in paradiso, sono le parole del marito, l'ha fatto perchè si sentiva una mamma.

Difendeva, amava così la sua creatura che portava in grembo con gli stessi diritti degli altri figli, anche se era stata concepita da appena due mesi. Per la piccola creatura che stava nascendo in lei dava la vita, anche se era persuasa di essere utilissima alla sua famiglia. Estirpato il fibroma, la vita che sbocciava in lei continuava a svilupparsi, mentre Gianna serena e materna, ritornava a casa, accudiva alla casa con un'attenzione particolare, riordinando cassetti e armadi come se avesse dovuto partire per un lungo viaggio.

Il 20.4.1962, Venerdì Santo, Gianna entra nell'ospedale di Monza per affrontare un intervento chirurgico che non può essere dilazionato e che rivelerà tutto il suo coraggio e la sua fede in DIO. Al marito prima del parto dice, con tono fermo e al tempo stesso sereno, con uno sguardo profondo che non dimenticherà mai più: se dovete decidere fra me e il bimbo, nessuna esitazione: scegliete, e lo esigo, il bimbo: salvate lui!

Il 21 aprile alle ore 11, dopo il taglio cesareo, ecco una bella bimba. Sarà chiamata, per volontà del padre, Gianna Emanuela: Gianna in ricordo della madre ed Emanuela per ricordare la presenza di Dio tra di noi, anche nei momenti più difficili della vita. Dopo qualche ora dal parto iniziarono per lei sofferenze inaudite, la lunga agonia, durante la quale per salvarla fu tentato tutto. Gesù invocato e ricevuto tante volte, le diede la forza per l'ultimo dono di vita... si spense mormorando: Gesù, ti amo. Erano circa le 8 del 28 aprile 1962. Aveva 39 anni.

Il 24.4.1994 Papa Giovanni Paolo II la dichiarò Beata additandola ai credenti come modello di sposa e di madre ed ebbe a dire: "Quale eroica testimonianza è la sua, vero canto alla vita, in stridente contrasto con una certa mentalità oggi dilagante".

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