Sorge nei pressi di piazza S. Antonio la chiesa dedicata a San Spiridione della Comunità
Serbo-Ortodossa.
La struttura delledificio, con pianta a croce greca coperta da una grande cupola
sostenuta da quattro arconi e affiancata da quattro calotte emisferiche che ricoprono i
quattro bracci della croce, ricorda lo stile bizantino delle chiese orientali; ha
unaltezza di 40 metri.
Il tempio fu aperto al culto il 2 settembre 1868 e può accogliere circa 1600 fedeli.
La pietra usata per la costruzione viene dalle cave di Santa Croce, cava locale, e da
quelle di Brioni in Istria; le colonne della facciata sono in marmo rosso di Verona ed i
cornicioni di marmo di Toscana. L'interno è decorato con pregevoli affreschi e pitture su
fondo ad olio.
Sopra l'altare si ammira: Cristo con gli Apostoli; sulla parte destra è rappresentata
l'Assunzione della Vergine.
Sulla parete sinistra in alto, è raffigurato il primo Concilio ecumenico di Nicea del 325
con San Spiridione e gli altri
padri conciliari.
L'iconostasi che divide il presbiterio dal resto della chiesa comprende, in basso, quattro
icone deccezionale valore e pregio artistico:
San Spiridione, Madonna con Bambino, Cristo Re, l'Annunciazione.
Sono ricoperte in oro e argento e sono state eseguite in Russia nel primo '800.
Nella fila superiore ci sono le icone dei Santi della Serbia:
; San Sava
(1175-1235 fondatore della Chiesa serbo-ortodossa);
San Stefano Prvovencani; zar Urosh.
Nella fila superiore si trovano le immagini del Battesimo, della Crocifissione e della
Resurrezione di Cristo.
Davanti all'iconostasi risalta il grande candelabro d'argento donato dal granduca russo
Paolo Petrovich Romanov durante la sua visita a Trieste nel 1772.
Il TEMPIO SERBO
ORTODOSSO DI S. SPIRIDIONE TAUMATURGO DI TRIESTE
presentato
dalla Comunità Religiosa Serbo-ortodossa.
Ciò che si deve sapere della Chiesa Ortodossa
Il tempio che Lei sta visitando è una chiesa serbo - ortodossa, consacrata a S. Spiridione Taumaturgo. È stata eretta oltre cent’anni fa dalla devozione dei serbi che già secolo prima fondarono a Trieste la propria Comunità religiosa.
Grazie al loro nobile interessamento e alle loro donazioni, questi serbi devoti hanno reso possibile che nella accogliente Città di Trieste, allora sotto la sovranità dell’Impero austro-ungarico, venisse eretta questa chiesa maestosa quale luogo di preghiera e per conservare tramandare la fede dei loro padri.
Dal 1918 la chiesa di
S.Spiridione e il culto cristiano orientale - si trovano sotto la protezione
delle leggi italiane che ne garantiscono la libertà e l'autonomia.
Il tempio è costruito nella
tradizione orientale a forma di croce, con cinque cupole, in stile
serbo - bizantino. Il tempio ha
un'altezza di 40 metri, è lungo 38 e largo 31 metri.
Può accogliere 1600 fedeli.
L'edificio sorge sulle
fondamenta della vecchia chiesa ortodossa eretta nella prima metà del'700.
I lavori per costruzione del nuovo tempio si protrassero dal 1861 1869
Il progetto fu elaborato dal celebre architetto milanese Carlo Maciachini,
mentre la direzione dei lavori affidata al triestino Pietro Palese e al
decoratore milanese Antonio Caremi. A un altro grande artista lombardo Giuseppe
Bertini, fu affidata l'esecuzione delle pitture tempio. La pietra con la quale
è costruito proviene dalle cave di Santa Croce, sul Carso triestino, e dalle
cave dell'Isola di Brioni, in Istria. Alcune colonne sulle facciate esterne sono
in marmo rosso di Verona ed i cornicioni marmo di Toscana.
L'interno del tempio è
decorato con pregevoli affreschi e pitture a olio. Sopra la Sacra Mensa e
l'altare c'è una grande immagine di Cristo sul trono con i dodici apostoli.
Sulla parte destra del tempio è rappresentata l'Assunzione
della Vergine. Sulla parte sinistra è raffigurato il primo concilio ecumenico
di Nicea tenutosi nel 325. Si possono scorgere i santi padri sotto la simbolica
presidenza di S.Spiridione, patrono di
questo tempio.
Sulla parte occidentale della chiesa è dipinto il sarcofago di
S.Spiridione, che si trova nell'isola di Corfù, dove ancor oggi si conservano
le sue reliquie.
L'iconostasi che divide il
presbiterio dal resto della chiesa è in legno massiccio, decorata da una ricca
ornamentazione intagliata. Nella prima fila in basso si trovano quattro grandi
icone di eccezionale valore e grande pregio artistico: esse raffigurano la
Madonna, Gesù Cristo, S.Spiridione e l'Annuciazione. Queste icone sono state
eseguite in Russia nel primo '800, sono ricoperte in oro e
argento, e originariamente
si trovavano collocate già nel vecchio tempio preesistente. Nella fila
superiore dell' iconostasi ci sono le raffigurazioni iconografiche dei santi
serbi: 5. Simone Mirotocivi, S Sava, S.Stefano Prvovencani e dello zar Uros.
Nella terza fila superiore si trovano le immagini del Battesimo di Cristo, della
sua Crocifissione e Resurrezione. Tutto l'altare è ornato da pregevoli lavori
di celebri iconografi e artisti.
All'interno del tempio è di
particolare risalto il grande candelabro d'argento, donato dal principe russo -
più tardi divenuto zar, - Paolo Petrovic' Romanov, durante la sua visita a
Trieste, nel gennaio del 1772. La contessa russa Julija Samojlòva ha donato al
tempio un Vangelo rivestito in oro, anch'esso di lavorazione russa, e preziosi
paramenti sacerdotali. Nel tempio ci sono oltre 100 icòne, alcune delle quali
molto antiche. Di particolare valore sono due Vangeli, di mezzo metro di
lunghezza e trenta centimetri di spessore, con le copertine artisticamente
lavorate a sbalzo in argento. Entrambi i Vangeli sono stati eseguiti nel 1797 da
artefici veneziani.
Per la sua particolare
bellezza e l'eccezionale valore artistico il tempio di S. Spiridione è stato
posto sotto la tutela della Legge per la protezione dei monumenti artistici in
Italia, e rappresenta uno dei monumenti architettonici più ammirati e
caratteristici di Trieste.
Ciò
che si deve sapere della CHIESA ORTODOSSA
Come si sa dalla
storia della Chiesa, il Cristianesimo già dai suoi inizi fu perseguitato
dall'impero romano. Nel periodo delle persecuzioni, che è durato circa tre
secoli, soffrirono per la fede molti martiri cristiani. Nell'anno 313
l'imperatore Costantino pubblico a Milano un decreto che concedeva la libertà
alla religione cristiana.
Subito dopo che il
Cristianesimo ottenne la libertà nell'impero romano, si manifestarono l'una
dopo l'altra molte eresie e varie
concezioni dogmatiche,
che successivamente a lungo turbarono la vita della Chiesa.
Tra il secolo IX e XI si
giunse a conflitti tra rappresentanti del Cristianesimo occidentale e di quello
orientale, tra i Papi di Roma e i Patriarchi orientali ed in particolare con il
Patriarca di Constantinopoli.
Però la polemica
non aveva
per oggetto
gravi divergenze dogmatiche
o concezioni
etiche (tali divergenze aumentarono successivamente), ma in questa
circostanza scoppiò con tutta la sua forza una divergenza ecclesiastico -
giuridica ed ecclesiastico - politica. Il Conflitto fu reso più grave dalle
differenze culturali e nazionali tra l'Oriente greco e l'Occidente latino.
Motivo principale del
contrasto fu la lotta per il primato ed il potere. L'Occidente portava argomenti
storici e teologici asserendo che i Papi di Roma avevano un'autorità giuridico
- canonica sin dal principio del Cristianesimo e che l'avevano ricevuta
dall'Apostolo Pietro e che Pietro l'aveva ricevuta dallo stesso Cristo. Ed in ciò
si richiamavano al testo evangelico di Matteo 16,19- A te darò le chiavi del
regno dei ciel4 e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli e
tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli. L'Oriente non
voleva neppure sentire parlare di argomenti di questo genere (cfr.Mat. 18,18 -
il perdono cristiano. - In verità vi dico: tutto quello che legherete sopra la
terra sarà legato anche in cielo e tutto quello che scioglierete sopra la terra
sarà sciolto anche in cielo.) Tutto ciò, assieme ad altre divergenze canonico
- disciplinari, liturgiche e dogmatiche, la teologia orientale proclamò
innovazioni occidentali ignote alla Chiesa orientale ed a tutta la Chiesa delle
origini.
Ad es., il Credo della
Chiesa occidentale differisce da quello della Chiesa orientale nell'VIII
articolo, che nell'Ortodossia è cosi concepito: "Credo nello Spirito
Santo, Signore, apportatore di vita, che dal Padre procede", mentre nella
Chiesa occidentale è aggiunto "che dal Padre e dal Figlio procede".
La Chiesa
ortodossa in realtà ha conservato la formula primitiva del Credo, che si fonda
sulle parole di Gesù: "il consolatore ...Spirito di Verità, che dal Padre
proceda" (Cfr.Gv. 15,26).
I
contrasti tra l'Oriente e l'Occidente durarono, con interruzioni nel tempo e
pacificazioni, dalla metà del IX secolo al 1054, quando con reciproco anatema
il Papa ed il Patriarca di Costantinopoli si scomunicarono a vicenda e
dichiararono scismatica ed addirittura eretica la parte avversa.
Da quel tempo
sussistono due forme
di Cristianesimo: quello orientale o ecumenico, quello occidentale o
romano - cattolico.
Tra loro
sussistevano anche precedentemente alcune differenze insignificanti, ma dopo la
rottura del 1054 queste differenze che aumentarono sempre più non solo
nell'ambito liturgico, ma anche in quello dogmatico. Gli Ortodossi non hanno
accettato le nuove formulazioni dogmatiche della Chiesa romano - cattolica. Gli
avvenimenti storico - politici nel corso dei secoli successivi hanno spesso provocato
un'autentica atmosfera di sanguinosa polemica, tra i Cristiani occidentali e
quelli orientali.
Nel sec.
XVI nell'ambito del Cristianesimo
occidentale si ebbe la rivolta della Riforma. In tal modo, accanto alle già
esistenti forme del Cristianesimo ortodosso e romano cattolico si afferma una
terza forma di Cristianesimo, il Protestantesimo.
La Chiesa ortodossa, che
aveva la maggioranza dei suoi fedeli nell'Europa orientale e nel vicino Oriente,
si chiama anche orientale, sebbene quest'aggettivo attualmente non corrisponda
alla realtà, poichè tutti
i Cristiani sono diffusi per tutto il mondo.
L'aggettivo greco
“ortodosso", che qualifica la
Chiesa orientale,
significa 'rettamente
credente".
-Come
sua prima caratteristica l'Ortodossia fa risaltare -l'assoluta osservanza della
continuità della fede della Chiesa e del suo ordinarnento. Essa si sforza di
non aggiungere nulla di sostanziale alle decisioni dogmatiche dei concili
ecumenici, nè di cancellarne alcunchè.
-Come
seconda sua caratteristica essenziale la Chiesa ortodossa fa risaltare la sua
conciliarità (sobomost') o cattolicità : essa è universale. La sua dogmatica,
etica e liturgia sono destinate a tutto il mondo, senza limitazioni.
-Terza
caratteristica dell'Ortodossia è
la sua organizzazione
decentrata. La Chiesa ortodossa non ha un centro geografico o amministrativo.
Infatti la costituiscono le singole Chiese locali; esse sono completamente
autonome dal punto di vista amministrativo e canonico, come pure nella loro
situazione finanziaria.
Ma, pur essendo decentrata
amministrativamente, la Chiesa ortodossa costituisce un'unità spirituale. Le
Chiese locali non hanno alcun diritto di modificare i dogmi, la dottrina morale,
la liturgia ed i canoni comuni. L'unità interiore, sostanziale di tutte le
Chiese ortodosse, consiste nell' unità della fede, della grazia, della
preghiera, della liturgia, della disciplina e della gerarchia ecclesiastica. Così
un fedele ed un sacerdote di ogni Chiesa locale si sentono come in casa propria
in un'altra Chiesa locale.
-Secondo
la dottrina ortodossa, Capo della Chiesa è il suo fondatore, il Signore Gesù
Cristo. La suprema autorità visibile - sia organizzativa che dottrinale - non
spetta ad alcun vescovo nè patriarca, ma solo al concilio ecumenico. Le
decisioni di un concilio ecumenico sono obbligatorie per tutta la Chiesa;
nessuna Chiesa locale autonoma può modificarle.
-La
Chiesa ortodossa finora riconosce solo le decisioni dei primi sette concili
ecumenici (ivi compreso quello di Nicea dell'anno 787). Questi concili furono
convocati in seguito a gravi contrasti teologici per confermare la fede
ortodossa e distinguerla dalle dottrine eterodosse o eretiche. Essi presero pure
decisioni canoniche per regolare i problemi pratici della Chiesa dell'epoca. Le
decisioni di questi primi sette concili ecumenici sono riconosciute in tutta la
Chiesa.
Alla teologia ortodossa è
estraneo il razionalismo protestante Cosi come la scolastica romano-cattolica.
Ciò non significa che essa respinga l'intelletto umano, ma la filosofia umana e
la scienza sono cose prettamente umane per cui hanno un valore relativo, poichè
possono essere - e spesso lo sono - oggetto di vari errori e deviazioni.
Perciò la teologia - cioè
la dogmatica - può e deve fondarsi solo sulla Rivelazione divina, che si
acquista con la fede motivata, non già con fanatico pietismo ed ancor meno con
una superba "saggezza corporea" o con un eccessivo razionalismo. il
metodo di studio della teologia ortodossa può essere espresso da questi versi
dell'innografia ecclesiastica:
"il
mio cuore si copre di paura e di umiltà affinché, insuperbendo non si
allontani da te che sei misericordioso".
La
ricchezza della conoscenza di Dio, secondo la concezione ortodossa, si acquista
solo con l'aiuto della grazia dello Spirito Santo:
"La
ricchezza della
conoscenza divina,
della contemplazione spirituale e della sapienza si raggiungono con lo
Spirito Santo. Giacché per mezzo suo il Verbo di Dio rivela tutti gli ordini
del Padre".
Quest'opera
dello Spirito Santo nella conoscenza si acquista, secondo la dottrina dei Santi
Padri - la cui teologia è determinante per
gli Ortodossi
per mezzo dell'attività
interiore e dell'ascesi, grazie alle quali la teologia ortodossa acquista una
specie di fondamento empirico. Cosi, dunque, l'ascesi, la 'mistica e l'empirismo
religioso diventano particolarità essenziali dell'Ortodossia.1.)
I
Santi Padri, o Padri della Chiesa (in latino Patres Ecclesiae) sono gli eminenti
dottori cristiani, che conobbero gli Apostoli e continuarono la loro opera
(Padri Apostolici); rientrano tra i loro seguaci gli antichi dottori e teologi
cristiani che vissero particolarmente tra il IV ed il VI secolo ed infine coloro
che contribuirono al progresso del pensiero teologico.
Secondo la concezione
ortodossa l'unità spirituale in Cristo non nega il fatto che esistano vari
popoli, che hanno il loro carattere nazionale, le loro particolarità, la loro
mentalità, una propria cultura, un proprio stato e diritto all'esistenza.
Il Cristo, dopo la
resurrezione apparve ai suoi Apostoli, ai quali, per mezzo dello Spirito Santo,
concesse il dono di parlare in varie lingue (cfr.Att 2,3-11) e comandò loro di
andare a predicare il suo insegnamento a tutti i popoli (Mtt.28,19). Quindi i
popoli, nel loro insieme debbono essere parti della Chiesa universale da lui
fondata. Questo principio fu applicato dalla Chiesa ortodossa nella sua
organizzazione ed in tal modo si sono costituite le singole Chiese nazionali.
San Sava, 1175 - 1235 fondatore della Chiesa Serbo-ortodossa
Oggi esistono i seguenti
Patriarcati: Constantinopoli (Istambul),
Alessandria, Antiochia
(sede Damasco), Gerusalemme,
Mosca e tutta la Russia, Serbia (sede Belgrado), Georgia (sede
Thilisi), Romania
(sede Bucarest), Bulgaria (sede Sofia), Arcivescovati: Cipro (sede
Nicosia), Atene e tutta la Grecia (sede Atene), Finlandia (sede Kuopio),
Metropoli: Praga e tutta la Cecoslovacchia
(con sede a Praga); Varsavia
e tutta la Polonia (Varsavia) ecc. Esse hanno assunto la funzione di educare i
popoli ortodossi. In seguito alle circostanze storiche la Chiesa ortodossa è
divenuta in alcuni casi la custode della coscienza nazionale ed ha assunto la
funzione di cemento dell'unità nazionale dei popoli che professavano la fede
ortodossa. In ciò si mise alle volte un tale fervore, che la fede ortodossa si
uni con la coscienza nazionale dei popoli ortodossi. Perciò spesso si è messo
in risalto il carattere "nazionale" della Chiesa ortodossa trascurando
il fatto e la dottrina in base ai quali la Chiesa ortodossa per sua natura é
una, santa, cattolica, e apostolica.
La Chiesa ortodossa in tutto
il mondo prega:
"Per la pace di tutto
il mondo, per benessere delle Chiese di Dio e per l'unità di tutti".
L'Ortodossia ha dato un
assai il ricco contributo alla
cultura di tutta l'umanità
sia grazie alla sua teologia che alla letteratura dei singoli popoli ortodossi,
in cui si nota una forte influenza dell' Ortodossia, come dimostra, ad esempio,
la poesia popolare serba. Ciò avviene anche nelle belle lettere e nella
filosofia, specialmente in quella russa, in cui l'Ortodossia anche oggi lascia
la sua traccia e la sua impronta. Infine, in quest'ambito vanno annoverate le
arti, quali l'architettura, la pittura e la musica, nelle quali ci sono
capolavori presso tutti i popoli ortodossi.
La Chiesa
ortodossa nella sua storia è stata oggetto di tragiche, difficili e lunghe
persecuzioni, più dure di quelle capitate a qualsiasi altra comunità
cristiana.
La sua
attuale condizione nel mondo è caratterizzata da seri e difficili problemi che
sono il risultato di mutamenti sociali e politici, conseguenze di due guerre
mondiali e di rivoluzioni. Questi problemi hanno vari caratteri: politici,
economici ed addirittura canonici. Per fortuna l'Ortodossia non è lacerata da
problemi e contrasti teologici dogmatici.
Le
circostanze storiche hanno influito sull'attività missionaria della Chiesa
ortodossa, che oggi, purtroppo, è insignificante se confrontata con quella dei
Romano - cattolici e dei Protestanti.
Tuttavia
in questi ultimi tempi l'occidente s'interessa vivamente dell'Ortodossia. In
Africa è nata, per cosi dire spontaneamente, la Chiesa ortodossa nell'Uganda,
nel Kenia e nello
Zaire, regioni
queste che
rientrano nella
giurisdizione del patriarcato di Alessandria. Cosi pure in Asia la Chiesa
autonoma Giapponese è sotto la protezione del Patriarcato di Mosca.
Per
quanto concerne il numero degli Ortodossi, è molto difficile rispondere
esattamente a questa domanda, poichè mancano sicuri dati statistici. Si ritiene
che il loro numero vari dai 120 ai 170 nzlioni. Anche questa incertezza è
conseguenza riflesso della situazione generale in cui si trova la Chiesa
ortodossa.
Bisogna distinguere l'Ortodossia
dall'Uniatismo
Dopo la
rottura della comunione ecclesiastica tra Roma e l'Oriente ortodosso nel 1054 ci
sono stati numerosi tentativi di ristabilire l'unità perduta, cioè di
stabilire l'unione (unija) tra la Chiesa ortodossa ed il Papato. Siccome questi
tentativi sono stati frutto più di interessi politici che di sincero desiderio,
essi rimasero senza alcun risultato. Nella storia non sono mancati numerosi
tentativi di unione con la forza da parte della Chiesa romana. Quelli che non
sono riusciti a resistere alla propaganda di Roma, hanno accettato la dogmatica
romano-cattolica e la autorità del Papa, ed hanno conservato la liturgia
Ortodossa. Essi sono, per così dire, una combinazione dell'Ortodossia e del
Cattolicesimo romano "ortodossi nella forma, cattolici romani nella
sostanza" che gli Ortodossi chiamano Greco - cattolici.
Nella Chiesa ortodossa è
caratteristico l'antico simbolo liturgico, il segno della Croce con il
monogramma del Cristo:
- sopra la
trave orizzontale della Croce sono segnate le prime e le ultime lettere greche
del nome Gesù Cristo IC XC;
- sotto la
trave orizzontale della croce è segnata la parola NIKA Ciò significa: Gesù
Cristo vince. Questo 'simbolo" fu usato per la prima volta dall'imperatore
Costantino come iscrizione sulle tre croci poste a Costantinopoli.
Caratteristica ortodossa è
pure il modo di unire le dita per fare il segno della croce (sebbene questo modo
di segnarsi fosse in uso anche in Occidente sino al sec. XII.
segno della Croce si fa con la mano destra particolarmente
all'inizio ed alla fine
delle preghiere per esprimere la fede e l'invocazione dell'aiuto di Dio):
- si
uniscono alla sommità le prime tre dita della mano destra, mentre le due ultime
si piegano sul palmo della mano;
- con le
dita così disposte, il fedele tocca la fronte consacrando a Dio la propria
mente e dice: "In nome del Padre";
- poi tocca
il petto, per consacrare a Dio il proprio cuore (in segno di amore per Dio e
dice: "e del Figlio";
- infine
tocca dapprima la spalla destra e poi quella sinistra, consacrando a Dio la
propria forza, per compiere ciò che è bene, e dice: "dello Spirito
Santo";
- dopo
essersi fatto così il segno della croce, dice "Amin" che significa;
"così sia
Segnandosi in tal modo gli
Ortodossi esprimono:
1. La fede in Dio uno e
trino Padre, Figlio e Spirito Santo (unendo assieme le prime tre dita della mano
destra);
2. la fiducia nell'aiuto
del Cristo che, soffrendo sulla Croce, ha compiuto l'opera della Salvezza.
Tutto
quanto volete che gli uomini facciano a voi anche voi fatelo a loro:
questa infatti é la Legge ed i
Profeti (Mt 7,12).
Verranno
da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e
siederanno alla mensa nel regno
di Dio (Lc. 13,29).
Tutti
voi infatti siete figli di Dio per la frae in Cristo Gesù.
(GaI. 3,26).
Mai
voi non fatevi chiamare 'rabbi' perché uno solo e il vostro maestro
e voi siete tutti fratelli (Mt. 23,8).
Alla
pietà l'amore fraterno, all'amore fraterno la carità (2 Pt. 1,7).
Amatevi
gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda (Rm.
12,10).
Da questo tutti sapranno che
siete miei discepoli se avrete amore gli uni per gli altri (Gv, 13,35).
Fedele
è Dio, dal quale siete stati chiamati alla comunione del Figlio suo Gesù
Cristo, Signore nostro. Vi esorto pertanto, fratelli, per il nome del Signore
nostro Gesù Cristo, ad essere tutti unanimi nel parlare, perché non vi siano
divisioni tra voi ma siate in perfetta unione di pensiero e d'intenti Mi è
stato segnalato infatti a vostro riguardo, fratelli dalla gente di Cloe,
che vi sono discordie tra voi. (1 Cor. 1,9 - 11.).
Perché
siete ancora carnali e non vi comportate in maniera tutta umana? Quando uno di
voi dice: "Jo sono di
Paolo", e un altro: "Io sono di Apollo", non si dimostra
semplicemente uomo? Ma che
cosa è mai Apollo? Cosa è Paolo? Ministri attraverso i quali siete venuti alla
fede e ciascuno secondo ciò che il Signore gli ha concesso... Siamo infatti
collaboratori di Dio, e voi siete il campo di Dio, l'edifico di Dio.
Secondo
la grazia di Dio che mi é stata concessa ho posto il fondamento; un altro poi
vi costruisce sopra. Ma ciascuno stia attento a come costruisce. Infatti nessuno
può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù
Cristo (1Coi;3, 3-5.e 9.-11).
Ma
mi sono fatto un punto di onore di non annunziare il Vangelo se non dove ancora
non era giunto il nome di Cristo, per non costruire su un fondamento altrui (Rm,
15,20).