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Albert John Lutuli

Biografia da South African History Online
 

Albert Lutuli - Fotoritratto

Presidente-Generale dell’African National Congress dal dicembre 1952 fino alla sua morte del 1967, insignito del Premio Nobel per la Pace nel 1960, Luthuli fu il più famoso e rispettato leader africano del suo periodo. Approdato tardi alla politica aveva circa 50 anni quando assunse per la prima volta l’ufficio politico nazionale. Nel corso della sua carriera politica le sue capacità crebbero progressivamente durante il corso della sua militanza.

Nacque intorno al 1898 nei pressi di Bulawayo nella missione avventista di Seventh Day. Suo padre morì quando era ancora un bambino e intorno al 1908 sua madre gli fece fare ritorno nella casa tradizionale della famiglia nella stazione missionaria di Groutville a Natal. Luthuli poi visse per un certo periodo con la famiglia di suo zio, Martin Luthuli, che a quel tempo era il Capo eletto degli Zulu cristiani abitante nella riserva missionaria di Umvoti vicino Groutville. Quando completò il suo corso d’insegnamento a Emendale nei pressi di Pietermaritzburg, Luthuli avviò una piccola scuola elementare nella periferia di Natal. Divenendo seriamente conscio della sua religione per la prima volta, fu confermato nella Chiesa Metodista e divenne un pastore laico. Il linguaggio della Bibbia e i principi Cristiani influenzarono profondamente il suo stile politico e credette per il resto della sua vita.

Nel 1920 rivette una borsa di studio governativa per partecipare ad una più alta formazione di insegnante all’Adams College e successivamente entrò a far parte del corpo insegnante del college insegnando insieme a Z. K. Mathews, che fu poi il direttore del Adams College High School. Soccombendo alle pressioni degli anziani della sua tribù, Luthuli acconsentì nel 1935 ad accettare la conduzione della riserva di Groutville e ritornò a casa per divenire un amministratore degli affari della tribù. Per 17 anni si immerse nei problemi locali della sua gente, giudicando, mediando le beghe locali ed organizzando i coltivatori di canna africana affinché guardassero i loro stessi interessi. Con minor frastuono verso l’autorità dei bianchi fece la sua prima esperienza con la difficile situazione politica africana. Viaggiando fuori dal Sud Africa allargò anche le sue vedute durante questo periodo; nel 1938 fu delegato ad una conferenza missionaria in India e nel 1948 dedicò nove mesi ad un giro sponsorizzato dalla chiesa degli Stati Uniti.

La malattia e la morte di John L. Dube nel 1946 svegliò il suo interesse attivo nel rafforzare l’ANC (African National Congress) che a quel punto a Natal era piuttosto un’organizzazione confusa centrata intorno a diverse personalità rivali. Cominciando la sua carriera nella politica nazionale, Luthuli sconfisse Selby Msimang nella elezione per la successione a Dibe nel Natives' Representative Council. Luthuli fu poi rieletto nel 1948 al semi-defunto consiglio senza che vi fosse opposizione. Col ritorno a Natal nella ANC Youth League (Lega Giovanile dell’ANC) and Jordan Ngubane in Inkundla ya Bantu, avanzò di un altro piccolo passo sulla scena nazionale ai primi del 1951 sconfiggendo per un pelo A. W. G. Champion per la presidenza provinciale dell’ANC di Natal. Il suo appoggio pubblico alla Campagna di Lotta del 1952 lo portò finalmente in diretto conflitto col governo del Sud Africa e al suo rifiuto di dimettersi dall’ANC, nel Novembre del 1952, fu estromesso dalla sua carica di capo. In risposta Luthuli pubblicò "The Road to Freedom is via the Cross" (“La strada alla Libertà passa per la Croce”) forse la dichiarazione più famosa dei suoi principi, un credo nella non-violenza, una convinzione che l’apartheid degrada tutti coloro che ne fanno parte, ed un ottimismo che i bianchi sarebbero stati presto o tardi costretti a cambiare cuore e ad accettare una società condivisa. La notorietà acquisita con le sue dimissioni, la sua eloquenza, la sua cristallina personalità e la sua dimostrata lealtà all’ANC fecero di Luthuli il candidato naturale che poteva succedere al Presidente dell’ANC James Moroka che al suo processo per la Campagna di Lotta provò a dissociarsi dagli altri imputati.

Alla conferenza annuale del dicembre del 1952, Luthuli fu eletto presidente generale da una grande maggioranza. Le interdizioni imposte ai primi del 1953 e rinnovate l’anno successivo gli impedirono di dirigere le attività quotidiane del Congresso, ma come “uomo del popolo” simbolo del paese, che combina le maggiori qualità inspirate di Cristiano e la capacità di leadership tradizionale, divenne un potente simbolo per una organizzazione che combatteva per mettere insieme il supporto di massa. Fu rieletto presidente generale nel 1955 e nel 1958. sebbene le interdizioni lo confinassero nella sua casa di campagna per tutta la sua presidenza, tuttavia fu in grado di scrivere comunicati e discorsi per presentazioni alle conferenze dell’ANC e occasionalmente le circostanze gli permettevano di partecipare personalmente alle conferenze.

Nel dicembre del 1956 fu incluso tra gli arrestati per tradimento ma fu rilasciato con altri 60 verso la fine del 1957 nella fase istruttoria della causa. Successivamente fu chiamato come testimone della difesa e testimoniò a Pretoria il giorno della sparatoria di Sharpeville del 1960. Godè di un periodo di relativa libertà tra il suo rilascio della fine del 1957 ed il maggio 1959 quando una nuova interdizione lo confinò nel distretto di Lower Tugela per cinque anni. Durante questo periodo di restrizioni scrisse un gran numero di discorsi propagandistici per un pubblico di bianchi e di gente mista che culminarono in un viaggio nel Western Cape. I suoi splendidi discorsi e gli appelli equilibrati a favore delle relazioni razziali gli valsero l’elogio di molti bianchi. Le reazioni non furono tutte di apprezzamento, comunque, e ad un incontro tenutosi a Pretoria, fu assalito e spinto giù dal palco da un gruppo di giovani africani.

Quasi sin dall’inizio della sua presidenza, Luthuli si dovette confrontare con quei critici che lo mettevano in guardia circa il fatto che si permetteva di diventare uno strumento dell’ala sinistra dell’ANC.

Albert Lutuli - Fotoritratto

A causa delle circostanze dovute alle restrizioni non fu in grado di supervisionare da vicino le attività ed i movimenti degli altri leader dell’ANC, ma fu realisticamente conscio dei problemi e a mala pena rappresentò l’ingenua figura che qualche critico aveva descritto. La sua risposta fu sempre di difesa del diritto della gente di tutte le convinzioni politiche a giocare la loro parte nella battaglia per l’uguaglianza dell’africano e a sostenere la multirazialità del Congress Alliance come fondamento della futura società integrata. In termini ideologici espresse personalmente la preferenza per il socialismo del tipo abbracciato dal Partito Laburista Britannico.

 Dieci giorni dopo l’emergenza di Shaperville del 1960, Luthuli cercò di unire gli Africani nel resistere dal bruciare pubblicamente il suo permesso di soggiorno a Pretoria, in accordo con una decisione dell’ANC, e chiedendo una giornata di lutto. Il 30 marzo fu arrestato e imprigionato fino ad agosto quando fu processato e condannato ad una multa di 100 sterline con una condanna con la condizionale per sei mesi. Gli fu permesso di recarsi a Oslo per ricevere il Premio Nobel per la Pace nel dicembre del 1961 un premio che il Die Transvaler etichettò come “un inesplicabile fenomeno patologico”. Era ironico, infatti, che in quei giorni dopo la presentazione del premio, si scelse un giorno in concomitanza con una festività africana, l’ANC si imbarcò nella sua prima campagna di sabotaggi. Il 21 luglio 1967 mentre passeggiava nei pressi della sua casa di Natal, Luthuli fu ucciso, si dice, travolto da un treno.

 

Una nota circa i nomi:

Il cognome di Luthuli si scrive molto spesso “Luthuli”, come riportato nella sua autobiografia, che fu preparata per una pubblicazione per gli amici che non parlavano il dialetto. Ma lo stesso Luthuli preferì un’altra ortografia e si firmò senza la “h” (quindi Lutuli n.d.t.). Mentre annotiamo questo, per facilitare le ricerche internet, dove è più diffuso l’ortografia di “Luthuli”, questa è più adatta alla ricerca anche se il testo su riportato non aderisce alle preferenze di Luthuli. Mary Benson, nella sua biografia, fa notare che Luthuli, sebbene battezzato Albert John, preferisse il suo nome Zulu: “Mvumbi” che significa pioggia continua.

 

 

Tratto da - South African History Online – il 08/08/2008

 

 

 

 

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