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     Louis Armstrong - Cheek to cheek

Albert John Lutuli

Biografia da Nobel Peace Prize
 

Albert Lutuli - Fotoritratto

Capo della sua tribù e presidente generale dell’ African National Congress, Albert John Lutuli (1), nato nel 1898(?) morto il 21 luglio 1967, fu il leader di dieci milioni di africani neri nella loro lotta non violenta per i diritti civili in Sud Africa. Un uomo di nobile portamento, caritatevole, intollerante all’odio ed irremovibile nelle sue richieste di uguaglianza e pace tra tutti gli uomini, Lutuli forgiò una compatibilità filosofica tra due culture – la cultura Zulu della sua Africa nativa e la cultura Cristiano-democratica d’Europa.

Lutuli fu erede di una tradizionale capacità di guida tribale. Suo nonno fu capo della sua piccola tribù a Groutville nella Umvoti Mission Resero vicino a Stanger, Natal,e gli successe il figlio. Il padre di Lutuli fu il figlio più giovane, Jhon Bunyan Lutuli, che divenne un missionario Cristiano e dedico gran parte dei suoi anni di vita nelle missioni nel Matabele della Rodesia. La madre di Lutuli, Mtonya Gumede, dedicò parte della sua fanciullezza nella casa di Re Catewayo ma fu cresciuta a Groutville. Incontrò suo marito in Rodesia dove il suo terzo figlio, Albert John, nacque in quella che Lutuli calcolò essere probabilmente il 1898. Quando suo marito morì non si conosce esattamente ma dal 1906 lei e Albert John tornarono indietro a Groutville.

 

Sostenuto da una madre che era determinata a che lui ricevesse un’educazione, Albert John Lutuli andò nella locale scuola congregazionista missionaria per la sua educazione elementare. Successivamente studiò al collegio chiamato Ohlange Istitute per due trimestri prima di trasferirsi nella istituzione Metodista a Emendale dove completò un corso per insegnanti nel 1917 circa. Dopo aver lasciato un lavoro che aveva tenuto per due anni,  come preside di una scuola media (fu anche tutto lo staff della scuola come ha scritto nella sua autobiografia (2)), completò presso l’Adams College il Higher Teacer’s Training Corse (Corso di Aggiornamento Educativo per Insegnanti) frequentando come studente. Per fornire un sostegno economico alla madre rinunciò alla frequenza dell’University College a Fort Hare e accettò una nomina all’Adams come uno dei due africani che entravano a far parte del corpo docente.

Un insegnante di professione per i successivi quindici anni, Lutuli sostenne poi  che l’educazione doveva essere resa possibile per tutti gli Africani che doveva essere liberale e di natura non poco professionale e che la sua qualità doveva essere uguale a quella disponibile èper i bambini bianchi. Nel 1928 divenne segretario dell’African Teacer’s Association (Associazione degli Insegnanti Africani) e nel 1933 il suo presidente.

Lutuli fu anche attivo nel lavoro della chiesa Cristiana essendo un pastore laico per molti anni. Come consigliere dell’organizzazione ecclesiale, divenne presidente del South African Board (Consiglio del Sud Africa) della Chiesa Congregazionista d’America, presidente della Natal Mission Conference (Conferenza Missionaria di Natal) ed un membro esecutivo del Christian Council of South Africa (Concilio Cristiano del Sud Africa). Fu delegato all’International Missionary Conference in Madras nel 1938 e nel 1948 dedicò dieci mesi ad un viaggio di conferenze negli Stati Uniti sponsorizzato da due organizzazioni missionarie.

Nel 1927 Lutuli sposò una collega insegnante, Nokukhanya Bhengu. Essi stabilirono la loro residenza a Groutville dove nel 1929 dove nacque il primo dei loro sette bambini. Nel 1933 gli anziani della tribù chiesero a Lutuli di diventare il capo della tribù. Per due anni esitò in quanto restio ad abbandonare la sua professione e la sicurezza finanziaria che ne derivava. Accettò l’incarico ai primi del 1936 e finchè non fu rimosso da questo ufficio dal governo nel 1952, dedicò se stesso per i successivi diciassette anni, alle cinquemila persone che costituivano la sua tribù. Svolse la funzione giudicatrice del magistrato, la funzione di mediazione ufficiale agendo in rappresentanza della sua gente e allo stesso tempo come rappresentante del governo centrale, la funzione tribale di presidio dignitario alle festività tradizionali e la funzione esecutiva di capo cercando una vita migliore per la sua gente (3).

Nel 1944 Lutuli aderì all’African National Congress (ANC) un’organizzazione in qualche modo analoga all’americana NAACP (4) il cui obiettivo era assicurare l’affrancamento universale e l’osservanza legale dei diritti umani. Nel 1945 fu eletto al Committee of the Natal Provincial Division of ANC (Comitato Divisionale Provinciale di Natal dell’ANC) e nel 1951 alla presidenza della Divisione. L’anno successivo si unì con altri capi dell’ANC nell’organizzare lotte non violente per contrastare leggi discriminatorie. Il governo, accusando Lutuli di conflitto d’interesse, richiese che egli ritirasse la sua iscrizione dall’ANC o che rinunciasse al suo ufficio di capo tribù.  Rifiutando entrambe volontariamente, fu destituito dal governo sebbene fosse stato eletto dal elettori della tribù.

Un mese dopo Lutuli fu eletto presidente generale dell’ANC. Rispondendo immediatamente, il governo cercò di minimizzare la sua efficacia di leader interdicendolo dai maggiori centri del Sud Africa e dai pubblici raduni per due anni. Quando questa interdizione cessò di avere effetto, andò a Johannesburg per parlare ad un incontro ma all’aeroporto, fu colpito da una seconda interdizione che lo confinò ad un raggio di venti miglia dalla sua abitazione per altri due anni. Quando questa seconda interdizione cessò di avere effetto, organizzò una conferenza dell’ANC nel 1956, solo per essere arrestato e accusato di tradimento, pochi mesi più tardi, insieme ad altre 155 persone. Dopo essere stato tenuto in custodia per circa un anno durante le audizioni preliminari, fu rilasciato nel dicembre 1957 e le accuse contro di lui ed altri sessantaquattro caddero.

Il ritorno di Lutuli alla conduzione attiva nel 1958 fu di breve durata per l’imposizione di una terza interdizione, questa volta un’interdizione di cinque anni che gli proibiva la pubblicazione di qualsiasi cosa confinandolo ad un raggio di quindici miglia da casa sua. L’interdizione fu momentaneamente sospesa perché testimoniasse alle continue udienze del processo di tradimento (che terminò col verdetto, nel 1961, assolvendo l’ANC dall’essere sottomesso ai Comunisti e di pilotare il rovesciamento del governo). Fu sospeso di nuovo nel marzo del 1960 per consentire il suo arresto a seguito dell’incendio in pubblico del suo lasciapassare – un gesto di solidarietà con quei dimostranti contro la Legge sui Permessi, che erano morti nel “Massacro di Shaperville”. Il Pan-Africanist Congress, non l’African National Congress, aveva indetto la manifestazione, ma nel successivo stato di emergenza che era stato ufficialmente dichiarato, Il Parlamento aveva messo fuori legge entrambe le organizzazioni e arrestato i loro capi. Lutuli fu trovato colpevole, multato, condannato alla prigione da una sentenza che fu sospesa a causa del suo precario stato di salute, in modo da consentirgli di tornare all’isolamento di Groutville. Un’ultima volta l’interdizione fu sospesa, questa volta per dieci giorni, ai primi di dicembre del 1961, per consentire a Lutuli e a sua moglie di partecipare, a Oslo, alle cerimonie di consegna del Premio Nobel per la Pace.

Nel maggio del 1964, il giorno prima della scadenza della terza interdizione, una quarta interdizione della validità di cinque anni confinò Lutuli alle immediate vicinanze della sua casa. Ancora, Lutuli rimase vivo nella memoria pubblica.

Albert Lutuli nel suo studio

Il South African Colored People's Congress (Il Congresso della Gente di Colore del Sud Africa) lo designò come Presidente, il National Union of South African Students (l’Unione Nazionale degli Studenti del Sud Africa) lo nominarono Presidente onorario, gli studenti della Glasgow University lo votarono come rettore, il New York City Protestant Council (Consiglio dei Protestanti della Città di New York) gli conferì un premio. A dispetto dell’interdizione pubblica, la sua biografia circolò per tutto il mondo ed il suo nome apparve nelle petizioni per i diritti umani presentati alle Nazioni Unite.

Per quindici anni prima della sua morte, Lutuli soffrì di ipertensione del sangue e una volta ebbe un infarto. Con l’età il suo udito e la sua vista si danneggiarono e forse costituirono un fattore della sua morte. Nel luglio del 1967, all’età di sessantanove anni, fu fatalmente ferito quando  fu colpito da un treno merci mentre passeggiava sulla campata del ponte, sul Fiume Umvoti, vicino casa sua.

 

 

Bibliografia Selezionata

Benson, Mary, The African Patriots: The Story of the African National Congress in South Africa. New York, Encyclopaedia Britannica Press, 1964.

Benson, Mary, Chief Albert Lutuli of South Africa. London, Oxford University Press, 1963 .

Callan, Edward, Albert John Luthuli and the South African Race Conflict. Rev. ed. Kalamazoo, Michigan, Institute of International and Area Studies, Western Michigan University, 1965.

Current Biography, 1962.

"Foe of Apartheid", the New York Times (October 24, 1961) 22.

Gordimer, Nadine, "Chief Luthuli", Atlantic Monthly, 203 (April, 1959) 34-39.

Italiaander, Rolf, Die Friedensmacher: Drei Neger erhielten den Friedens-Nobelpreis. Kassel, W.Germany, Oncken, 1965.

Legum, Colin and Margaret, "Albert Lutuli: Zulu Chief, Nobel Peace Prize Winner in The Bitter Choice: Eight South Africans' Resistance to Tyranny" pp. 47-72. New York, World, 1968.

Lutuli, Albert John, "Freedom is the Apex". Cape Town, South African Congress of Democrats, [1960?].

Lutuli, Albert John, Let My People Go: An Autobiography. Prepared for publication by Charles and Sheila Hooper. Johannesburg and London, Collins, 1962. Lutuli's life story to 1959; in later printings, sixteen pages, written no earlier than 1964, have been added.

Lutuli, Albert John, "The Road to Freedom Is via the Cross". Appendix A of Let My People Go, q.v. Public statement made after dismissal from his chieftainship by the government in 1952.

Lutuli, Albert John, "What I Would Do If I Were Prime Minister". Ebony, 17 (February, 1962) 21-29.

Lutuli, Albert John, and others, Africa's Freedom. London, Allen & Unwin, 1964.

Obituary, the New York Times (July 22, 1967) I, 25.

Obituary, the (London) Times (July 22, 1967) 12.

Reeves, Ambrose, Shooting at Sharpeville, with a Foreword by Chief Luthuli. London, Gollancz, 1960.

Sampson, Anthony, "The Chief" in The Treason Cage: The Opposition on Trial in South Africa, pp. 1851 - 1971. London, Heinemann, 1958.

 

 

NOTE

1. Lutuli preferiva l’ortografia del suo nome così come è usato qui, sebbene l’ortografia comunemente impiegata “Luthuli” sembra essere l’interpretazione fonetica più appropriata;  egli preferiva anche il suo nome Zulu  "Mvumbi" (pioggia continua) a quello di Albert John. Si veda Sensor, Chief Albert Lutuli of South Africa, p. 3.

2. Let My People Go, p. 31.

3. Per un breve sommario della lotta di Lutuli contro l’apartheid si veda Callan, Albert John Luthuli and the South African Race Conflict.

4. Riportato da C. e M. Legum, The Bitter Choice, p. 50.

 

Tratto da Nobel Lectures in data 08/08/2008

 

 

 

 

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