UNA FINESTRA SULL' UMBRIA
POESIE
Alinda Brunacci Brunamonti
Pescatore del Trasimeno
Par tremolio di marina in amore l’incresparsi in questa umbra laguna, quando le
infonde l’imminente luna nella conca d’opale il suo splendore.
Rabbrividisce in un sottil vapore d’aere malsano la vallata
bruna ; ma lento approda senza tema alcuna, tra i ciperi e le schiancie il
pescatore.
Se il ribrezzo talor della quartana lo coglie, a maledir mai non
impara la sua povera patria laghigiana :
Ché la terra natia sempre è la gemma d’ogni paese, e sovra ogni
altra è cara, anche a pié del Vesuvio, anche in Maremma.
SPIEGAZIONE E COMMENTO. Il tremolio del lago quando viene
illuminato dalla luce della luna è paragonato ad un movimento d’amore. La
vallata scura rabbrividisce per l’umidità malsana che caratterizza la laguna ma
il pescatore approda lento, senza nessun timore, tra le piante lacustri e i
canneti. Benché la paura di febbri malariche qualche volta lo assalga, non si
lamenta mai del suo malsano ambiente lacustre e della sua vita dura, poiché la
terra dove si nasce è sempre la più bella e la più amata. La poetessa con questa
poesia descrive l’ambiente intorno al lago e con poche righe dà un’ immagine
della durezza della vita del pescatore. L’autrice sottolinea l’amore e il
sentimento che lega ogni persona alla propria terra natale, anche se questa non
sempre è accogliente e sicura. Condividiamo questo attaccamento alle radici che
fanno parte del nostro patrimonio culturale.
NOTIZIE SULL’AUTRICE. Alinda Brunacci
Brunamonti (1841 - 1903) Nata a Perugia, seguì studi classici e
letterari sotto la guida esigente del padre, professore di lettere noto
nell’ambiente letterario perugino. Si sposò con Pietro Brunamonti di Bevagna,
professore di diritto all’Università di Perugia. Fu donna di cultura, poetessa,
scrittrice e pittrice, appassionata di botanica, attenta studiosa e critica
d’arte. In campo civile fu l’unica donna a votare l’annessione delle Marche e
dell’Umbria al Regno d’Italia e la prima fra le donne ad auspicare la
Conciliazione tra lo Stato e la Chiesa. Scrive quasi ininterrottamente per 25
anni un diario che intitola "Memorie e pensieri" da cui è tratta la poesia
"Pescatore del Trasimeno".
Vittoria Aganoor
Pompili
Le tre isole
Tre perle chiude in sé questa conchiglia
di lago : la Polvese, l’isoletta
e la Maggiore ; e sono una famiglia
di tre fanciulle che le nozze aspetta.
L’aura, che tra le arici s’impiglia,
e co’ baci a sbocciar l’iridi affretta,
i segreti d’amor lene bisbiglia
or luna or’ all’altra giovinetta.
Sposo alle tre sultane è il Divin Maggio,
che a’talami di canna e di ninfea
scende fresco, odorifero e selvaggio.
E nella notte cantano le rane,
lontanamente, in tutta la vallea,
l’epitalamio delle nozze arcane.
COMMENTO
Questa poesia descrive il nostro paesaggio lacustre,la parte che
ci é piaciuta di più è : "Tre perle chiude in sé questa conchiglia di lago :la
Polvese,l’Isoletta e la Maggiore ;e sono una famiglia di tre fanciulle che le
nozze aspetta",perché mette in primo piano le isole del lago ed é come se sono
legate tra di loro in un matrimonio che verrà.
Vittoria Aganoor è una poetessa che è vissuta dal 1855 al 1910, ha sposato un
senatore che viveva a San Feliciano, un paese rivierasco del Trasimeno, qui si è
trasferita e ha imparato ad amare il Trasimeno, come possiamo leggere in questa
poesia...
Sandro Penna
Autunno
Il vento ti ha lasciata un'eco chiara,
nei sensi, delle cose ch'ài vedute
- confuse - il giorno. All'apparir del sonno
difenderti non'sai: un
crisantemo,
un lago tremulo e una esigua fila
d'alberi gialloverdi sotto
il sole
*
E' Pur Dolce Ritrovarsi
E' pur dolce il ritrovarsi
per contrada- sconosciuta.
Un ragazzo con la
tuta
ora passa accanto a te.
Tu ne pensi alla sua vita
- a quel
desco che l'aspetta.
E la stanca bicicletta
ch'egli posa accanto a sé.
Ma tu resti sulla strada
sconosciuta ed infinita.
Tu non chiedi
alla tua vita
che restare ormai com'è.
*
Già mi parla l' autunno
Già mi parla l'autunno. Al davanzale
buio, tacendo, ascolto i miei pensieri
piegarsi sotto il vento occidentale
che scroscia sulle foglie dei miei
neri
alberi solo vivi nella notte.
Poi mi chiudo nel letto. E mi saluta
il canto di un ragazzo che la notte,
immite, alleva: la vita non muta.
Sandro Penna nasce nel 1906 a Perugia da una famiglia borghese, si diploma in ragioneria e lavora a Perugia in
modo saltuario facendo diversi mestieri: il contabile, il commesso di libreria,
il correttore di bozze e il mercante d'arte.
Ha modo di entrare in contatto con il mondo dei letterati in seguito alla
conoscenza di Umberto Saba
nel 1929 e all'incontro con gli artisti
fiorentini che frequentano il "Caffè Le Giubbe Rosse" di Firenze.
Nel 1939, grazie all'interessamento di Giuseppe Ferrara e Sergio Solmi, pubblica la
prima raccolta di versi il cui successo lo fece entrare, come collaboratore, in
alcune importanti riviste dell'epoca, come "Corrente", "Letteratura", "Frontespizio", il "Mondo" su cui
apparvero negli anni '40 alcune prose che
saranno più tardi (1973) raccolte nel volume
Un po' di febbre. Nel 1950 venne pubblicato il suo secondo
libro di versi uscito nelle edizioni della Meridiana con il titolo di
Appunti.Nel 1955 pubblicò il racconto Arrivo
al mare e nei due anni seguenti due opere importanti che definiranno meglio
la sua personalità e lo stile della sua poesia: Una strana gioia di
vivere, edito da Scheiwiller nel 1956 e
la raccolta completa delle sue Poesie edita da Garzanti che gli fece ottenere, nel 1957, il Premio Viareggio. Nel 1958 pubblicò Croce e delizia
con la casa editrice Longanesi e solamente nel 1970 apparve presso l'editore Garzanti il suo libro
Tutte le Poesie che comprendeva le poesie precedenti e molti inediti. In
quello stesso anno fu assegnato a Penna il Premio
Fiuggi.
Nel 1976 venne pubblicato sull'"Almanacco
dello Specchio" una scelta di sue poesie e, alla fine di quell'anno, il volume
Stranezze (1976) per il quale, nel
gennaio del 1977, pochi giorni prima della
morte, gli venne assegnato il Premio Bagutta. Muore a Roma il 21 gennaio 1977.
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