UNA FINESTRA SULL' UMBRIA



                                                                          Artigianato


La produzione dì ceramiche, lungo un arco di tempo che dal XIII secolo giunge fino ai giorni nostri, è probabilmente il settore più emblematico e significativo di attività artigiana della regione umbra, per il suo valore culturale e storico-artistico, per la sostanziale continuità, per la molteplicità dei centri impegnati, e per il suo rilievo economico, per il numero degli addetti, per l'ampiezza della sua diffusione.

I centri della regione che sono stati fondamentali nella produzione d'arte tradizionale sono quelli di Deruta, Gualdo Tadino, Gubbio e Orvieto. Da non dimenticare inoltre la ceramica artistica di Umbertide, che si contraddistingue per l'applicazione del nero fratta che dà suggestivi riflessi metallici, mentre a Città di Castello sono le decorazioni araldiche e i rilievi a connotare la produzione locale.

                     

In sostanza possiamo parlare della produzione di ceramica in Umbria come di un fenomeno diffuso capillarmente perché la maggioranza dei comuni umbri sono stati interessati, nella loro storia, dalle varie attività produttive della ceramica. Si hanno, infatti, esempi di centri dove oggi è esaurita ogni lavorazione ma che in passato hanno conosciuto, insieme con una consistente produzione di terrecotte e laterizi, l'attività di laboratori di maiolica.
La qualità della produzione umbra oggi sta nella capacità di difendere la tradizione ma anche nel saper cogliere le linee del cambiamento e dell'innovazione.
Si sono affacciate negli ultimi anni in maniera decisiva nuove espressioni della creatività artistica che traggono spunto dall'arte moderna, sapendo innestare sull'arbusto della tradizione consolidata nuovi germogli.

Per riscoprire le tradizioni artigianali umbri alcuni percorsi tematici:
Tessuti, ricamo, merletti, pizzi -Terracotta, ceramica e maiolica -Ferro e rame Orafi e mastri cartai.


                                                                                 

 

      Tessuti- Ricami -Merletti    

 I più antichi esemplari della tessitura a mano umbra risalgono al XII secolo, quando a Perugia si affermò la fabbricazione delle ”Tovaglie Perugine”. Ma solo fra l’Otto e il Novecento questa antica produzione è stata rivalutata e trova ancora oggi una continuità. Il ”Quadruccio umbro”, i lini operati a ”Occhio di pernice” con bande colorate, il bisso con motivi spolinati di Città di Castello, il ”Pizzo d’Irlanda” dell’Isola Maggiore, il ”Punto Assisi”, il merletto di Orvieto, i merletti al tombolo e i ricami a mano su tulle dell’area del Trasimeno, non sono che le tante espressioni delle tecniche originali, ancora oggi reinterpretate dagli artigiani umbri.

            Punto Assisi                                                          Merletto al tombolo        

 
Percorsi suggeriti:
San Giustino, Città di Castello, Montone, Gubbio, Nocera Umbra, Valtopina, Spello, Montefalco, Trevi.
Norcia, Spoleto, Avigliano Umbro, Orvieto, Allegrona.
Assisi, Perugia, Sant’Angelo di Celle, Città della Pieve, Panicale, Magione.




La storia del Merletto d'irlanda di Orvieto

Il merletto di Orvieto  nasce alla fine dell'Ottocento, si esegue con l'uncinetto e affonda le sue radici nella trina d'Irlanda. Nel 1907, su iniziativa di alcuni esponenti dell'aristocrazia locale, nacque l'Ars Wetana, società di patronato che si proponeva  di dare alle donne del popolo un'opportunità di guadagno con un lavoro a domicilio non particolarmente gravoso. Fu scelto il merletto d'Irlanda, sia per la sua tipicità, sia perchè consentiva di suddividere il lavoro tra più operaie.


Ben presto il merletto di Orvieto acquisì caratteristiche sue proprie. L'Ars Wetana intendeva "svolgere l'attività di produzione e confezionamento di merletti e trine...con particolari richiami ornamentali al Duomo di Orvieto". I tipici motivi decorativi ad ornato riprendono quindi disegni di foglie di edera, di acanto e di vite, fiori eterei, figure ed animali tratti dai bassorilievi trecenteschi del Duomo, catturandoli in una rete impalpabile. La bellezza dell'ornato a rilievo era esaltata dalla stiratura, che, con particolari accorgimenti, faceva sì che esso richiamasse da vicino i bassorilievi del Duomo.
Dopo alterne vicende, l'Ars Wetana ha concluso nel 1974 la sua attività sotto forma di società di patronato per trasformarsi in azienda privata, pur mantenendo intatto il livello artistico della produzione.

Alcune abili merlettaie hanno portato e portano avanti ancora oggi con passione la loro attività, proponendo disegni antichi così come nuove creazioni.
                                   

                                                                                    

L’artigianato umbro è così ben integrato nel tessuto urbano delle cittadine d’arte della regione che i numerosi eventi, come mostre, mercatini, rievocazioni storiche degli antichi mestieri, ecc., e le innumerevoli botteghe sparse in tutta la regione, contribuiscono a dare ancora più risalto ai prodotti dell’artigianato locale







            Ferro e Rame

  

Ceramica -

  La produzione dì ceramiche, lungo un arco di tempo che dal XIII secolo giunge fino ai giorni nostri, è probabilmente il settore più emblematico e significativo di attività artigiana della regione umbra, per il suo valore culturale e storico-artistico, per la sostanziale continuità, per (a molteplicità dei centri impegnati, e per i) suo rilievo economico, per il numero degli addetti, per l'ampiezza della sua diffusione.


I centri della regione che sono stati fondamentali nella produzione d'arte tradizionale sono quelli di Deruta, Gualdo Tadino, Gubbio e Orvieto. Da non dimenticare inoltre la ceramica artistica di Umbertide, che si contraddistingue per l'applicazione del nero fratta che dà suggestivi riflessi metallici, mentre a Città di Castello sono le decorazioni araldiche e i rilievi a connotare la produzione locale.


                                  Ceramica Deruta                                                                        Ceramica Gualdo Tadino
 

In sostanza possiamo parlare della produzione di ceramica in Umbria come di un fenomeno diffuso capillarmente perché la maggioranza dei comuni umbri sono stati interessati, nella loro storia, dalle varie attività produttive della ceramica. Si hanno, infatti, esempi di centri dove oggi è esaurita ogni lavorazione ma che in passato hanno conosciuto, insieme con una consistente produzione di terrecotte e laterizi, l'attività di laboratori di maiolica.

                                 Ceramica Gubbio                                                                               Ceramica  Orvieto

   

La qualità della produzione umbra oggi sta nella capacità di difendere la tradizione ma anche nel saper cogliere le linee del cambiamento e dell'innovazione.
Si sono affacciate negli ultimi anni in maniera decisiva nuove espressioni della creatività artistica che traggono spunto dall'arte moderna, sapendo innestare sull'arbusto della tradizione consolidata nuovi germogli

          

Il coccio di Ficulle



Ficulle, piccolo paese vicino ad Orvieto deve la sua popolarità alle botteghe artigianali nelle quali, oggi come nella più remota antichità, vengono realizzati interamente a mano gli utensili di "coccio" per la casa, fatti di argilla lavorata al tornio e cotta nel forno a legna; è infatti nota come il paese delle terracotte.

                                                                                       

Tra queste, caratteristica per la forma è la truffa, vaso insolitamente rigonfio che inganna sul suo contenuto.






 Vetrai -Orafi - Mastri Cartai

Oltre alle tradizionali lavorazioni dei tessuti, del ferro, del legno e della ceramica, di notevole importanza sono quella del vetro, della litografia e dell’arte orafa; numerosi sono i laboratori e le botteghe da visitare, sparsi in tutta la regione.
                                                                                     
                                                                                   

I Maestri Orafi di Perugia, Torgiano, Spoleto, Orvieto e Terni hanno riportato alla luce la tecnica etrusca della granulazione.


                     
I Maestri Vetrai, nell’ottocentesco studio perugino, da tre generazioni ricorrono ai bozzetti del proprio archivio storico per d
ar vita a vetri ancora cotti nelle stesse fornaci di un tempo, assemblati e trafilati a piombo, per realizzare splendide vetrate.

                                                                         

L’antica tecnica del bulino, oggi utilizzata in uno studio xilografico perugino, permette di incidere il legno e farne un modello per stampare l’originale d’opera. Ma per le stampe d’arte bisogna andare a Città di Castello, in un laboratorio tipografico che risale al 1799.

Incisione su legno