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BOLLETTINO N°. 45 DI MAGGIO
2006
Silvio: perché ? Quali sono le radici di Silvio Dissegna ? Dove affonda, questo piccolo grande
Servo di Dio, la sua formazione e la sua santificazione? Qual è l’humus
della sua esistenza così breve, ma ardente e singolare? Anche per
comprenderlo meglio, sono stato qualche volta a casa sua : c’è un gran
silenzio e una pace dolce attorno alla sua bella casa, a Borgata Becchio di
Poirino, in mezzo alla campagna ondulata che circonda Torino, ma lì a ben
guardare e ascoltare, tutto parla ancora di lui. Presso la sua casa, voluta e fatta erigere dai suoi
familiari, sorge la piccola cappella dedicata al Papa S. Pio X, originario
come loro della buona terra veneta. Silvio è cresciuto lì,conoscendo questo
santo Pontefice, difensore forte della Fede Cattolica, autore di un fortunato
Catechismo a domande e risposte chiare e precise, apostolo dell’
Eucaristia in mezzo ai fanciulli. A 8 anni, il 7 settembre 1975, proprio lì, presso il suo
“S. Pio X”, Silvio, con il fratello Carlo, riceve la !° Comunione
dal parroco don Vincenzo Pansa. Si era
preparato al grande incontro con Gesù Eucaristico, sul Catechismo di S. Pio X, studiando a memoria le risposte
luminose che vi sono riportate, come mirabile sintesi della Fede. Questo tempo egli lo userà ancora nelle
lezioni catechistiche in parrocchia e a scuola, e con il medesimo si preparerà alla Cresima, ricevuta il 21
maggio 1978, quando sarà già malato e in carrozzella, nella bella chiesa
parrocchiale di Poirino. L’abbiamo preso in mano questo piccolo suo Catechismo,
che – davvero si vede dalle impronte lasciate – Silvio ha usato e
studiato con la passione di conoscere ed amare Gesù, secondo Verità, la
verità del dogma cattolico. Questo
stupisce, perché in quei anni, già si stava mandando in pensione
l’antico limpido Catechismo di S. Pio X e si usavano già dei testi pubblicati
“ad experimentum”, quasi che si possa far le prove nella
trasmissione della fede, testi che presto si riveleranno vuoti e
inconsistenti. I sacerdoti che gli furono guide, il Parroco don Pansa e don
Luigi Delsanto, mantennero l’ottimo Catechismo che aveva formato
diverse generazioni di buoni cattolici e Dio solo sa quanti santi noti e
nascosti. Così Silvio affonda le radici della sua formazione davvero
cattolica, della sua offerta sacrificale con Gesù, quando la malattia si
abbatterà su di lui, proprio lì: Silvio pare uscito dal catechismo e dai
decreti di S. Pio X, dal cuore di questo Papa che aveva chiamato piccoli
e grandi a conoscere la Verità tutta intera del cattolicesimo, e accostarsi
presto, spesso e bene, in ottime disposizioni interiori alla Comunione
Eucaristica, profetizzando:”Ci saranno dei santi tra i fanciulli
grazie all’Eucaristia”. Andrà, Silvio, pellegrino con i suoi cari, alla casa di S.
Pio X, a Riese (Treviso), paese della sua nonna materna, nell’estate
1977, respirando colà la sua stessa aria fisica e soprattutto spirituale, e
di lì porterà a casa sua un’immagine del grande Papa e la terrà come
segnalibro nel suo diario scolastico, sino all’ultimo suo giorno di
scuola. Ricco della Verità così appresa, Silvio affronta la malattia,
si farà santo…realizzando la profezia di S. Pio X sulla santità dei
fanciulli. Dobbiamo dire che fu davvero fortunato a essere catechizzato
così. Su questa linea, Silvio Dissegna non ha nulla a che fare,
nulla da spartire con gli uomini e le
donne – i mondani – illustri dei suoi anni, dopo il famigerato
1968, dopo la contestazione e il rifiuto di tutto ciò che di vero, di buono e
di santo esiste. Silvio, fa pensar a “un angelo”, scappato
dal Paradiso e che ha sfiorato questo nostro mondo per appena 12 anni…e
poi se ne è andato, non in un incidente improvviso, quasi senza soffrire, ma
dopo aver patito una lunga crocifissione, più di 20 mesi, con Gesù
sofferente. Silvio non centra nulla con le becere novità del tempo in cui
è vissuto. L’aver avuto genitori retti nella Fede, l’essere
vissuto in un borgo di campagna, l’aver incontrato sacerdoti buoni,
l’hanno preservato da tristi avventure e lo hanno avviato verso la
vetta. Silvio è così anche il frutto della santità torinese, ma di
quella nobile e vera di S. Giuseppe Cafasso, di S. Giovanni Bosco, di S. Domenico
Savio e dei ragazzi usciti dalla scuola di don Bosco, dei santi canonici
Giuseppe Allamano, Giovanni e Luigi Boccardo. Domenico Savio, con tutto lo
stile che impersona e rappresenta, è stato esplicitamente tra i suoi modelli
con S. Bernardetta e Francesco e Giacinta Marto, i pastorelli di Fatima,
tutti da lui conosciuti e imitati
nell’offerta del dolore e dell’amore, della vita, a Dio. Per grazia di Dio, Silvio non c’entra nulla con la “sperimentazione”
in corso nei suoi anni. Sono molti a pensare che il buon Dio ha voluto Silvio dove è
vissuto e in quel periodo, perché con il suo stile, la sua preghiera, il suo
Rosario alla Madonna, la sua sofferenza, il suo amore struggente a Gesù
Eucaristico, riparasse gli errori di molti e indicasse qual è la via da
seguire nell’educazione dei figli, nelle famiglie, nelle parrocchie,
nella catechesi e nell’azione pastorale più vera, la via da seguire per
promuovere la santità, in particolare “ la santità
giovanile”. Così la santità di Silvio ( non intendiamo anticipare il giudizio
della Chiesa, ne parliamo solo per quanto appare ai nostri occhi), non è mai
allegra e festaiola, come la presunta esemplarità di tanti moderni, ma pur
nei suoi 12 anni, è seria e austera. E’ la santità della tradizione
della Chiesa: non facile, ma forte e serena, interiormente sicura e felice. Come
ebbe a dire papa Paolo VI: ”Il Cattolicesimo non è facile, ma è
felice”. La santità di Silvio è
la santità di un intenso rapporto con
Dio, non scioccamente collettivistica e sociologica, tanto meno gruppettaria
e movimentistica di oggi. La santità di Silvio scaturisce dal Crocifisso,
da Gesù Sacerdote e Ostia, cioè Vittima del suo Sacrificio offerto a Dio
per adorarlo e ottenere la salvezza del mondo. Allora – davanti al Crocifisso e a chi sta in croce con
Lui – occorre inginocchiarsi e mettersi in ascolto. Adorare. Offrire.
Poi alzarci e dirlo al mondo. Silvio è un ragazzo che Dio ha mandato non solo perché si
scriva o si dica di lui, ma perché ci sia impossibile continuare a vivere
come mai l’avessimo incontrato. Chi incontra Silvio. deve cambiare
vita. Paolo Risso ( foto del
pilone e del libretto del catechismo) CARO SILVIO….SONO LA TUA MADRINA Nelle croci della vita, mi rivolgo spesso a mio nipote Silvio
e, guardando attentamente la sua foto, mi sovviene in mente quanta fede aveva
quel ragazzo, nel sopportare pazientemente la sua terribile malattia.
Trascorreva i giorni con tanta serenità, ed essendo particolarmente
intelligente, dopo circa un’ora che
passavo con lui, mi consigliava.”Vai, zia, vai a casa, altrimenti
perdi il pulmann”. Si capiva che nella sua mente c’era tanta rassegnazione alla volontà di Dio, ma nel suo cuore di fanciullo, aveva un desiderio ardente di poter fare anche lui, come il fratello Carlo, una corsa con le proprie gambe nel prato. Fissandolo bene nel suo candido lettino, sembrava che avesse una missione da compiere, tanto era tranquillo, ma dolcemente cosciente. A quei tempi io lavoravo in fabbrica, e quando arrivavo a casa, anche se ero stanca, mi sentivo “attirare” da Silvio, come se fosse stato una calamita; per cui mi portavo subito al suo capezzale. Silvio mi accettava con grande serenità e, contento, mi parlava che al pomeriggio aveva ricevuto Gesù dal sacerdote don Luigi, che andava a trovarlo tutti i giorni, portandogli sempre l’Eucaristia. Mi parlava di suo fratello Carlo, che andava a scuola, della sua mamma e del papà, che lo portò più volte a Parigi, nella speranza di una pronta guarigione; e mi confidava di pregare tanto, specialmente di notte, con Gesù. Purtroppo il male dilagò per tutto il corpo e lui, sopportando con una gran fede in Dio, si affidava anche nell’aiuto della Madonna. Così trascorse i suoi ultimi giorni, e coscientemente si incontrava col suo Dio che amò tanto. E tutti noi abbiamo dovuto rassegnarci alla volontà di Dio. Abbiamo un angelo in cielo. Basta ricordare la grande
folla presente al suo funerale; e quando posso, vado a pregare sulla sua
tomba. Maria
Martignon Foto. Il giorno
della cresima. Dietro a Silvio, la madrina, Maria Martignon LASCIATE CHE I PICCOLI VENGANO A ME:
SILVIO E CHIARA E’ il titolo di un articolo molto bello comparso
sul bollettino “Credere all’Amore”, che fa conoscere Chiara
Badano, detta Chiara Luce. Questo
articolo confronta Chiara con
la figura di Silvio Dissegna.
Ringraziamo di cuore l’autrice
“Stella” che l’ha scritto con perizia e
delicatezza; e non possiamo fare a
meno di riportarlo anche sul nostro bollettino, ringraziando il Signore che
non ci fa mai mancare esempi
meravigliosi per la nostra conversione e santificazione. * * * * * “Mamma, ho capito che la mia vocazione è la
sofferenza”. Sono parole pronunciate da un ragazzino, che a soli
dodici anni è pronto ad andare da Gesù:” Se muoio non me ne
importa”. E ancora: Mamma,
noi saremo felici e contenti soltanto in Paradiso”. E’ il 24 settembre 1979. Silvio Dissegna spicca il
volo. Era nato a Poirino, in provincia di Torino, il 1° luglio 1967. Pochi anni lo separano
dalla nascita di Chiara Luce, ma molti sono i punti che li accomunano: le
origini da una semplice famiglia cristiana , la diligente opera educativa della mamma,
l’intelligenza, la vivacità e la bontà d’animo che li
caratterizzano fin da piccoli. Soprattutto condividono l’amore a Gesù
nell’ Eucaristia, ricevuto quotidianamente durante la malattia; e la
devozione filiale a Maria. La vita di Silvio è più breve di quella di Chiara, ma il
cammino di entrambi, negli anni dell’infanzia, è molto simile. Nel
corso poi della medesima malattia ritroviamo in loro espressioni che sembrano
rincorrersi sulla via dell’amore e dell’offerta di sé.
Evidentemente lo Spirito Santo non si stanca di ripetersi, e mira sempre ad
ispirare l’amore. Dai quaderni di Silvio, nella seconda elementare si legge:”
A me piace tanto la neve, quando scende dal cielo”. E pochi mesi
dopo:” A me piacciono tanto i fiori”. Silvio e Chiara
amano raccoglierli nei prati e farne mazzolini da offrire alla mamma o da
deporre davanti all’effigie della Madonna. Nella gioia dei bimbi che scoprono la vita e la bellezza del
creato, si danno la mano: godono di buona salute, si divertono a correre
all’aria aperta. Quanta vitalità! Ricevono e donano amore, con un animo
delicato che gode nel servire. “Io, dice Silvio, nel
pomeriggio gioco con mio fratello; ma quando è sera ed ora di preparare la
tavola, aiuto la mamma”. E Chiara:” Ieri è tornata la
mia mamma. Ero tanto contenta e saltavo dalla gioia. Perché non si stancasse
l’ho aiutata”. Precocemente maturi si impegnano con diligenza nello studio,
ma anche nel lavorare il proprio temperamento, senza peraltro perdere la
spontaneità. Disponibili all’opera della grazia, si lasciano plasmare
giorno per giorno da Gesù che li prepara a comprendere il valore del dono di
sé nella sofferenza. Infatti, pochi anni dopo, un morbo arresterà la loro
corsa. Ci sembra incomprensibile la parola croce nella vita di una
creatura in giovane età, tanto che induce parecchi alla ribellione. Per
Chiara e Silvio, invece è il simbolo di una forte unione con la persona più
amata: è un diventare una cosa sola con Gesù. Ascoltiamo la preghiera di Silvio: “Signore Gesù, io
soffro come quando Tu trasportavi la croce ed eri picchiato. Io sono qui nel
letto, con tanto male; unisco le mie sofferenze alle tue. Stammi vicino,
Gesù!”. Essi trovano la forza in Colui che è la vera vita; lo
infiamma col suo amore, li sostiene e li porta a correre speditamente sulla
via della santità. E’ il frutto del dialogo con Gesù eucaristico, dei
ripetuti contatti con Lui nel corso della giornata e nella recita del
rosario. Aveva detto Silvio: “Io devo restare solo con Gesù, parlargli, dirgli tutto
quello che ho dentro il mio cuore.” Parole che richiamano quelle di Chiara:” Voi non
potete neppure immaginare qual è adesso il mio rapporto con
Gesù…”. Sono entrambi sicuri che Dio li ama; il”Dio
mi ama immensamente” di Chiara si affianca
all’espressione di Silvio:”Io voglio tanto bene a
Gesù…Papà, facciamoci tanto coraggio, Gesù non ci abbandona!”. E’
la gioia che deriva da questa certezza non svanisce neppure nei momenti di
più acuto dolore. Lo rivela la luce negli occhi di Chiara, come il sorriso
sulle labbra di Silvio. La paralisi alle gambe, le piaghe, le emorragie e gli
strazianti dolori non spingono i due ragazzi a ripiegarsi su se stessi.
Dimentichi di sé si interessano di chi li avvicina e a tutti rispondono di
star bene. Diceva Chiara:” Ho pregato e sono riuscita a dire
quell’ Eccomi. Ho sentito che questa mia offerta poteva servire e una
grande gioia mi ha riempito il cuore”. Se Silvio confidava a Gesù:”Ogni mio dolore sia un
gesto di amore per te”, Chiara amava ripetere:”Per te,
Gesù. Se lo vuoi tu, lo voglio anch’io!” Li anima la virtù della speranza con la certezza nel dopo; porta Silvio
ad
affermare con convinzione:”Io sarò felice quando avrò un posticino
in Paradiso”, e Chiara Luce:”Quando morirò non soffrirò
più. Andrò in Cielo e sarò tanto, tanto felice”. Aveva scritto Paul Claudel:”Gesù Cristo non è venuto
per sopprimere la sofferenza; e neppure è venuto per darne una spiegazione.
E’ venuto per abitarla con la sua presenza”. Ne è
conferma la Scrittura:” Nella misura in cui partecipate alle sofferenze
di Cristo, rallegratevi perché anche nella rivelazione della sua gloria
possiate rallegrarvi ed esultare”.(Pt. 4, 13) Mistero della croce che diviene segno di vittoria e di luce,
mezzo di salvezza e di redenzione. Anche nei piccoli Dio opera meraviglie: il Gesù
dell’Eucaristia, a lungo invocato da Chiara e Silvio, li ha accolti tra
i suoi Santi, perché:”Chiunque diventerà piccolo come questo
bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli”. (Mt.18, 5). Stella Fotografie di Silvio e
Chiara, come dal bollettino RICORDI DA PIOMBINO
DESE (Padova) In occasione di una bellissima festa di famiglia, a Piombino Dese (PD), Silvio, come si vede dalla fotografia, era stato preso per mano da mons. Antonio Dal Colle, allora parroco di Piombino Dese. C’erano anche altri cinque bambini, ma Monsignore ha preso Silvio per mano. Ed io vedo questo come un piccolo segno di predestinazione. Avevamo sempre tenuto al corrente Monsignore sull’andamento della malattia di Silvio, essendo il parroco di Gabriella, la mamma di Silvio ed avendo sempre avuto ottimi rapporti di amicizia con la famiglia Dissegna, del paese confinante. Ricordo con riconoscenza al Signore, la visita che feci a monsignore,
ancora vivente, ma infermo in parrocchia, nell’agosto del 1980. Mi
aveva ricevuto con tanto affetto e subito volle che gli parlassi di Silvio e
della sua morte, e ricordo, che prima di salutarmi, mi disse:” preghiamo
la Madonna perché Silvio possa essere proclamato santo”. Ora, il Monsignore, riposa nella sua grande chiesa parrocchiale, da lui costruita. Noi
genitori di Silvio preghiamo che il Signore doni a Piombino Dese, tanti
frutti spirituali, per tutto il bene che lui ha seminato. Nel giornalino
parrocchiale,”Costruire insieme”,del dicembre 1979,
l’attuale parroco, mons. Aldo Roma, scrisse in un articolo
intitolato:”Silvio Dissegna, un fiore delicato reciso a soli 12
anni”: “Anche Silvio Dissegna, di appena 12 anni, è partito
troppo in fretta, lasciando all’ombra del suo ricordo, tutta la
bontà di cui aveva seminato la sua
breve vita terrena”. Grazie, mons. Aldo Roma; anche se sono trascorsi molti anni, le sue belle e toccanti parole, sono sempre vive nei nostri cuori; grazie di cuore, per il bene che ancora oggi vuole ai suoi parrocchiani sparsi per il mondo. La salutiamo caramente, con stima e affetto, ricordandola nelle nostre preghiere al Signore, affinché la conservi a lungo nel suo ministero sacerdotale. Ci ricordi con una preghiera sulla tomba del suo
predecessore, il carissimo e indimenticabile monsignore Antonio Dal
Colle. Ottavio e Gabriella
Dissegna Foto: Silvio, preso per mano da mons. Antonio Dal Colle FRAMMENTI 484 – Costigliole (AT), 24/11/2005 – Desidero ringraziare pubblicamente il Servo di Dio, Silvio
Dissegna, perché in questo anno 2005 ora trascorso, così pieno di difficoltà
e di sofferenze, mi è stato davvero sensibilmente vicino. Grazie,
Silvio. Continua ad accompagnare la
mia vita come un vero angelo custode. Tu sei grande, bello e buono: continua
a farti sentire. Tuo aff.mo Paolo Risso 485 – Gramsh (Albania) Natale 2005 – Carissimi Ottavio e Gabriella, approfitto della venuta fra noi di don Ottavio, il parroco di Poirino, per ringraziarvi dell’invio del giornalino di Silvio. Vi ricordo tanto e prego perché il caro Silvio sia presto sugli altari. Un caro saluto a Carlo e a tutti gli Amici di Silvio.
Suor Attilia, suor Vincenza, suor Marinora (N.d.r. Suor Attilia era a Parigi quando Silvio andava a farsi curare ed è lei che ha dettato una bellissima testimonianza sul Servo di Dio).
486 – Domodossola (VB), 20/12/05 – Un grazie e una preghiera a Silvio per i miei cari. L.
e famiglia 487 – Valgrana (CN) Natale 2005 – Carissimi, vi ringrazio delle vostre preghiere, con la
certezza che il Signore, per mezzo del caro Silvio, vorrà darmi tanta forza
in modo che anch’io possa portare la mia croce con la stessa generosità
di Silvio. Vi saluto caramente. G.A. 488 –Venaria (TO) 22/12/05 – Carissimi, noi Associate al gruppo del S. Rosario
Perpetuo, volgiamo farvi pervenire i più sinceri auguri, unite nella
preghiera agli “Amici di Silvio”, attendiamo fiduciose la
conclusione della causa di canonizzazione di Silvio. Gruppo delle Rosarianti
C.A.C. 489 – Susa (TO) 20/12/ 05 Carissimi, a dire il vero ci vede anche impazienti fino al
giorno in cui il vostro Silvio non avrà ottenuto gli onori degli altari. Non
tanto l’onore, quanto la figura a cui tutta la Chiesa potrà e dovrà
guardare. Questo ci raccomanda il Vangelo stesso:”Affinché gli
uomini vedano le vostre opere buone e glorifichino il Padre”.
Quando tutto questo? Ci rimettiamo nelle mani di Dio. Ogni giorno preghiamo
per voi. Dio vi benedica. Prof. Don W.M. 490 – Balzan – Malta 16/12/05 Carissimi signori Dissegna, come vi ho già detto ho la
vocazione di fare il francescano, chissà se mi capiterà l’occasione di
celebrare una messa di Silvio, mi affido alla volontà del buon Dio. Ormai lo spirito
natalizio è già tra noi e dobbiamo purificarci spiritualmente per così
accogliere il piccolo Gesù con “un’anima bianca”, come
faceva Silvio. Lui è un grande esempio per noi specialmente sul come dobbiamo
preparo spiritualmente al santo Natale. Tanti auguri e saluti da tutti noi. A.D. 491 - Frabosa (CN) 12/12/05 Carissimi, grazie a nome dei bambini che hanno ricevuto in
dono il prezioso libretto del caro Angioletto Silvio. Voglia il Signore
mettere nel cuore dei nostri piccoli l’esempio generoso e forte di
anime belle come è stato il caro Silvio: Mi unisco alla loro preghiera. Dev. Suor
A. 492 – Tabiano, (IM) 2/10/05 Carissimi, un ricordo speciale nella festa della Vergine
del Rosario, alla Madre della contemplazione
dei Misteri della vita di Cristo, quei Misteri d’Amore e di
speranza che Silvio ha “incarnato” e testimoniato sino alla
fine. Dott. D.T. 493 – Valgrana (CN) 17/10/05 Carissimi, vi ringrazio ancora del nuovo bollettino di Silvio. Sono sempre più sicuro che il Signore, per
mezzo del caro Silvio, vuole aiutarmi a portare la croce, e mi sia venuto
incontro proprio per le preghiere le
sofferenze di Silvio. Oltre alla
guarigione di mio fratello, sono molte le grazie che ho ricevuto da Silvio in
questi ultimi anni. Cordialmente vi saluto. A.G. 494 – Asti, 28/10/05 Carissimi, benedico il cielo di aver trovato un opuscolo
dedicato a Silvio, nel santuario della Madonna della Spina. Ho già cominciato
a distribuire il materiale di Silvio alle catechiste della mia parrocchia,
alle amiche e al padre
spirituale…. Ancora vi ringrazio e prego Silvio per la sua
santificazione perché Silvio dal
Paradiso interceda presso il Signore per una grazia che mi sta molto a cuore. S.V. 495 – Grosseto, 8/11/05 Gent.mo don Lio, le scrivo per chiederle materiale sul
servo di Dio, Silvio Dissegna, perché lo voglio conoscere o, e poi nella mia
Parrocchia, specie tra i ragazzi del catechismo, come esempio da seguire e da
imitare. Dio la benedica e la protegga sempre. R.G. 496 –Verona, 1/12/05 Gent. Signori Dissegna, con la gioia nel cuore ho ricevuto le immaginette del vostro caro Silvio. Tutte le persone cui ho consegnato l’immaginetta, sono rimaste colpite e commosse di Silvio. Con gli auguri più cari. G. G. 497 – Poirino, (TO) 15/12/05 Caro Silvio, sono una nonna che ti ha chiesto un grande favore; mio nipote non è stato proprio bene. Ti dicevo”Silvio, aiutalo tu, perché è un ragazzino
come te; stagli vicino. Tu che sei vicino al Signore, puoi aiutarlo”.
Adesso sta meglio, e io spero che continui così. Caro Silvio, non lasciarci
mai. Una nonna 498 – Reggio Emilia, 10/12/05 Sempre nel vivo ricordo di Silvio. G.V. 499 – Roma, 9/12/05 Carissimi, nei nostri cuori e nelle preghiere, noi amiche di
S. Gianna ricordiamo sempre il piccolo Silvio e gli chiediamo di pregare Gesù
e Maria per la salute di tanti bambini che soffrono nel mondo. Saluti al caro
don Lio e a tutti voi carissimi”Amici di Silvio”. Carla D. 500 – Parigi, 20/12/05 Carissimi, il nostro caro Silvio dal Paradiso vi è particolarmente vicino sempre, in particolare in queste Sante Feste. Abbiamo un Santino in Paradiso. Nel Signore con affetto vi abbraccio. Suor M. T. 501 – Grosso Canavese (TO) 17/12/05 Carissimi, dal Paradiso don Antonio e il caro Silvio ci
aiutino e preghino per tutti noi. Vi abbraccio con affetto. P. e famiglia 502 – Centallo (CN) 9/01/2006 Carissimi, ho letto la storia di Silvio bellissima e
commovente sul libro di”Miracoli”. Ricordate nelle preghiere mio
fratello; io con la fede e la speranza ci credo che possa guarire. Vi
ringrazio e se potete mandarmi una reliquia di Silvio. B.F. 503 – Varazze, 13/01/06 Carissimi, non vedo l’ora che arrivi il 24 settembre
per pregare sulla tomba del mio fratellino Silvio, cui tengo moltissimo e spero che il mio desiderio si avveri. Vi
saluto caramente e vi ricordo nella mia preghiera. Maria Brigida 504 – Torino, 02/02/06 Caro don Lio, voglio segnalare che ho avuto l’aiuto e la protezione di
Silvio, di cui sono molto devota. Alcuni mesi fa ho iniziato ad accusare
alcuni disturbi visivi. Spesso mi capitava di vedere lampi di luce abbastanza
frequenti. Consultai un neurologo ed un oculista che mi consigliarono di
effettuare una TAC dell’encefalo, perché sospettavano disturbi, forse
gravi, al cervello. Io pregai Silvio e a poco a poco i disturbi alla vista
iniziarono a diminuire, e non ci fu più bisogno né della TAC, né di altre
cure. Ringrazio con tutto il cuore Silvio e continuo a pregarlo e
ringraziarlo per avermi aiutata. G.
M. 505 – Torino, 02/02/06 Don Lio carissimo, vengo a parlarle di una grazia ottenuta
pregando intensamente il piccolo Silvio Dissegna, che ho imparato a
conoscere, grazie a mia madre, a lui molto devota. Sei mesi fa ho avuto una
totale scomparsa della voce, dovuta a motivi inspiegabili. Poiché svolgo un
lavoro a contatto con il pubblico, ero disperata, perché i medici non
sapevano spiegarsi la causa di questo disturbo ed i farmaci risultavano
inefficaci. Dopo circa un mese vissuto
in questa situazione, mia madre mi suggerì di pregare Silvio, certa del suo
aiuto. Così abbiamo fatto ed in breve tempo, miracolosamente mi è tornata la
voce. Da subito ho iniziato a parlare perfettamente e da allora tutto è
andato bene. Ringrazio Silvio con tutto il cuore, sperando che questa mia
testimonianza contribuisca alla diffusione della devozione per Silvio, che
ancora ringrazio e prego. D. G. 506 – Santena (TO), 08/4/06 Carissimo don Lio, sono la mamma di E., 9 anni e di C., 2 anni. e mezzo. Ho pensato a Lei, ai genitori di Silvio e soprattutto a Silvio, perché E. il 23 aprile festeggerà la sua prima Comunione. Abbiamo conosciuto Silvio qualche anno fa e da allora non lo abbiamo più lasciato. Ci è stato vicino nei momenti più faticosi, ed ora in un momento così importante e felice, quale la prima Comunione, non potevamo non pensare a Lui. Vorrei che le mie bimbe prendessero Silvio come modello, avessero quella fede incrollabile, indispensabile per una vita serena. Silvio illumini il loro cammino! Una mamma PS. Silvio sarà la nostra “bomboniera”! 507 – Susa (TO) 09/4/06 Carissimi e stimatissimi Gabriella e Ottavio, domenica scorsa il Coro Primavera si è recato per la sua festa annuale in Valle d’Aosta, e precisamente a Issogne. Ha cantato la S. Messa e ha parlato del vostro e nostro SILVIO ( perché voi l’avete dato a tutti, e ve ne siamo grati). Alla fine i libretti su Silvio sono andati a ruba, a tal punto che ne abbiamo promessi altri al parroco ( e li abbiamo già pronti per la spedizione). Queste sono notizie semplici, ma ci pare giusto che ne siate a conoscenza, perché SILVIO è cresciuto sulle vostre ginocchia e voi avete preparato la strada a quel cammino prodigioso che lo Spirito Santo ha compiuto nel vostro ragazzo. In questo modo avete fatto del bene anche a noi. Nel nostro cuore egli occupa già un posto solenne, quindi di lui abbiamo un fascino particolare e una fiducia che ci spinge a pregarlo. La giornata ha visto anche un gesto spontaneo dei nostri ragazzi, che hanno voluto donare qualcosa dei loro risparmi per l’impazienza di vedere SILVIO presto sugli altari, e quindi ancora più impegnato a proteggerci. Tutto il Coro Primavera vi esprime poi fervidi auguri per una Pasqua ricca di quel Risorto che ora SILVIO vede faccia a faccia. E pregate per noi. Ho letto l’ultima biografia di SILVIO che mi avete mandato e vi ringrazio una volta di più. Con tanto affetto. Don Walter Mori Anche una vecchia maestra è felice di essere alunna di Silvio! Grazie per avercelo dato. Un abbraccio. Adriana. CARISSIMO SILVIO Pensieri lasciati nella cassetta vicina alla tomba di
Silvio o scritti sul quaderno che c’è nella chiesa della Beata Vergine
Consolata alla Lunga (Poirino). * Carissimo Silvio, ho bisogno di una grazia
e tu fammi da tramite presso Gesù. E’
Natale e deve succedere qualcosa di bello. Fa’ che si chiuda la
ferita alla mia carissima Kate, per una operazione importante. Fa’ che
in questo Natale possa abbandonare l’ospedale e che rimanga solo un
brutto ricordo. Chiedilo a Gesù, Tu
che sei vicino a Lui. Un’anima in pena * Caro Silvio, sono una nonna che ti ha
chiesto un grande favore: mio nipote non sta proprio bene. Aiutalo Tu che sei
vicino al Signore. Ora sta meglio, spero che continui a migliorare, ma Tu,
Silvio, non lasciarlo mai. Grazie. Una
nonna. * Caro Silvio, ti ringrazio per aver
riacquistato la voce, grazie alle tue preghiere. Aiutami a guarire nel corpo
e nello spirito, a seguire Cristo e ti affido la guarigione della mia mamma,
della famiglia di mio zio e la vita di mio fratello. Grazie per tutto quello
che fai per noi. D. * Silvio, veglia sempre sulle nostre famiglie. Aiuta tutti quelli che tu sai. Grazie per tutte le grazie che hai ottenuto per noi con la tua intercessione. Ciao, stai sempre con noi. * Cara gioia, Silvio, proteggi e risolvi tutti i grossi problemi della mia famiglia, in particolare il lungo esaurimento di mia figlia. Grazie P.G. * Caro Silvio, ti affido la mia famiglia E. A e ti chiedo la guarigione di mia madre e la mia, una lunga e sana vita per lei e per me, aiutaci nel lavoro, liberami dal male e concedimi per la tua intercessione presso il Signore, le grazie di cui abbiamo bisogno. Aumenta la nostra fede. * Caro Silvio, con la tua sofferenza hai salvato tante anime; aiuta anche me ad offrire le mie piccole sofferenze quotidiane a dio, come hai fatto tu. * Ti prego, Silvio, con
tutto il mio cuore per una persona che non ha ancora capito la strada che
porta a Gesù. Possa tu, Silvio, aiutarlo a
trovare la serenità della vita. G.M. UN NUOVO
LIBRO SU SILVIO DISSEGNA ”Silvio eroe a dodici anni. Il cancro la fede il sorriso”, di Pier Giuseppe Accornero. Edizioni San Paolo. Euro 12,50 «Il breve corso
della vita terrena di Silvio Dissegna (19671979) non è passato inosservato e
non è dimenticato anche fuori della stretta cerchia dei suoi familiari.
E’ un dato di fatto. Ma perché? Che cosa può offrire e lasciare un
ragazzo di dodici anni al nostro mondo distratto e smemorato? Una risposta
possiamo trovarla proprio in queste pagine dovute alla penna giornalistica di
don Pier Giuseppe Accornero, quasi la cronaca "minuto per minuto"
di un evento che è giunto a coinvolgere l'attenzione ammirata di un numero
sempre maggiore di persone. La Chiesa stessa si è ufficialmente interessata
alla vicenda di Silvio, avviando il procedimento che ci auguriamo possa
condurre al riconoscimento delle virtù cristiane da lui esercitate in grado
eroico e ‑ se Dio vorrà ‑ anche alla sua beatificazione. Davvero
anche per Silvio oggi si può affermare che”benché morto, parla ancora”
(Eb.11,4) e lo fa anche attraverso il
racconto appassionato qui riferito con la ricerca scrupolosa e affettuosa di
chi, avendone rivisitato la testimonianza, vuole condividere le proprie
emozioni offrendole alla cerchia – che mi auguro numerosa – dei
lettori che si lasceranno attirare e avvincere da un vissuto significativo ed
esemplare…… L'esperienza
terrena di Silvio parla ai suoi genitori e al fratello, parla ai ragazzi e
ai giovani, ha un messaggio da trasmettere a quanti si accostano alla realtà
delicata e terribile, ma preziosa, della sofferenza innocente…... Sia ancora
Silvio a trasmettere a quanti riceveranno il suo messaggio, che è quello di
Gesù Crocifisso e Risorto, la capacità
e la forte volontà di accoglierlo e viverlo. (dalla Prefazione
del card. Severino Poletto ) Per informazioni e acquisto del libro rivolgersi a: Segreteria Poirino tel. 011. 9450595 Appendino. Maddalena La Lunga. Poirino tel. 011. 9450031 Mariotti Dario La Lunga Poirino tel. 011. 9451893 Tachis. Anna La Lunga Poirino tel. 011. 9450287 Commenti autorevoli al nuovo libro su Silvio: 1 – Dal Vaticano 27/2/06 - Reverendo don Lio de Angelis, con cortese lettera dell’8 febbraio, Ella, anche a nome di codesto gruppo”Amici di Silvio Dissegna”, ha voluto esprimere al Santo Padre Benedetto XVI filiale devozione, accompagnata dall’assicurazione di costanti preghiere, manifestando altresì viva gratitudine per il dono della Sua prima Lettera Enciclica “Deus caritas est” ed unendo una pubblicazione curata dal reverendo don Pier Giuseppe Accornero. Il Sommo Pontefice, grato per il premuroso gesto e per i sentimenti che lo hanno suggerito, mentre auspica che le testimonianze di fede di quanti hanno seguito fedelmente Cristo suscitino, specialmente nei ragazzi e nei giovani, il desiderio di annunciare con coraggio il Vangelo della vita e dell’amore, invoca la celeste protezione della Vergine Consolatrice e Le imparte di cuore la Benedizione Apostolica, volentieri estendendola a quanti si sono associati all’atto di omaggio ed ai fedeli della Comunità Parrocchiale. Approfitto della circostanza per confermarmi con sensi di distinta stima Dev. mo nel Signore Mons. Gabriele Caccia assessore della Segreteria di Stato 2 - Roma 15/2/06 - Caro don Lio, ti ringrazio per l’invio della nuova biografia del Servo di Dio Silvio Dissegna. Ti auguro ogni bene per il tuo ministero. Cordialmente. don Mauro Rivella Uff. Naz. Probl. Giuridici CEI. 3 - Roma, 17 / 2/ 06 – reverendo Signore, mi è giunta la Sua lettera del 15 febbraio u.s. che accompagna il libro “Silvio, eroe a dodici anni. Il cancro, la fede, il sorriso”. La ringrazio per l’attenzione che ha voluto riservarmi e mi è gradita l’occasione per porgerle il mio cordiale saluto, assicurando il ricordo nella preghiera. Dev. mo Mons. Giuseppe Betori. Segretario Generale della CEI 4 - Vaticano !7/2/06 – Rev. Don de Angelis, ho ricevuto la sua gentile lettera del 15 febbraio scorso che accompagna il volume di Pier Giuseppe Accornero “Silvio, eroe a dodici anni. Il cancro, la fede, il sorriso”. La ringrazio molto del pensiero che ha avuto nei miei riguardi e sono lieto di apprendere che la vita di questo ragazzo è presentata ai bambini che si preparano alla prima Comunione. Mi è gradita l’occasione per assicurare a Lei e ai membri del gruppo “Amici di Silvio Dissegna” il mio ricordo nella preghiera con la benedizione del Signore. Card. Camillo Ruini. Presidente della CEI 5 - Vaticano 17/2/06 - Rev. Presidente, mi è pervenuta gradita la sua cortese lettera del 15 febbraio c.a. insieme al volume di Pier Giuseppe Accornero, intitolato,”Silvio. Eroe a dodici anni. Il cancro, la fede,il sorriso”. Sono a ringraziarla vivamente per il gentile pensiero e l’invio della suddetta pubblicazione. Essa presenta ai lettori la singolare e dolorosa vicenda di Silvio Dissegna. Questo giovane ragazzo di Poirino, con la sua sofferenza e la fiducia in Dio, è un testimone forte per il mondo di oggi. Con cordiale saluto. Card. Edward Nowak Congr. Cause dei Santi. 6 - Vaticano 17/2/06 – Rev.do don de Angelis, ho ricevuto e apprezzato il dono del libro dal titolo”Silvio, eroe a dodici anni”, che racconta la breve e straordinaria vita cristiana del giovanissimo Silvio Dissegna. Nel ringraziarLa, esprimo vivo compiacimento per questa edificante pubblicazione che, attraverso la esemplare testimonianza di fede di un ragazzo, aiuta a riflettere su temi essenziali dell’esistenza, come la voglia di vivere, la chiamata alla santità e il valore redentivo della sofferenza. Auspicando ogni bene, saluto con viva cordialità. Card. Giovanni Battista Re. Prefetto Congregazione dei Vescovi 7 - Vaticano, 18 /2 /06 - Il Cardinal Sodano saluta cordialmente il rev. sac. Lio de Angelis e, grato per l’invio del bel nuovo libro sul giovane Servo di Dio Silvio Dissegna, esprime vivo plauso per la ben riuscita presentazione della dolce figura dell’esemplare giovinetto poirinese, assicurando uno speciale ricordo al Signore per ogni Sua intenzione e perché, se Dio vorrà, presto si giunga al tanto atteso traguardo dell’esaltazione della santità del piccolo Silvio. Card. Angelo Sodano Segretario di Stato di Sua Santità. 8 - Vaticano 24/2/06 – Reverendo
don Lio, ho ricevuto con piacere il volume da lei inviatomi, che riporta la
vicenda di “Silvio, eroe a dodici anni”. Nonostante la
giovane età egli, da coraggioso testimone di Cristo, ha saputo affrontare la
sua malattia col sorriso, grazie alla saldissima fede che lo ha sempre
sostenuto. Nel ringraziare di cuore
per il dono, La prego di voler portare un saluto cordiale all’autore
della biografia, don Pier Giuseppe Accornero, che ebbi l’onore di avere
tra i miei alunni negli anni del mio insegnamento torinese. Con fraterna
amicizia mi creda Suo Mons Paolo
Sardi Nunzio Apostolico e
Camerlengo di S.R.C. 9 - Treviso 25/2/06 – Reverendo don de Angelis, mons. Paolo Magnani, Vescovo emerito di Treviso, mi incarica di ringraziare per l’invio del volume “Silvio, eroe a dodici anni”, e ringrazia per l’attenzione, salutando cordialmente. Marconato don Bernardo Segretario 10 - Vaticano 28/2/06 – Venerato fratello nel sacerdozio, ho ricevuto da qualche settimana la pregevole biografia del servo di Dio Silvio Dissegna, scritta da Pier Giuseppe Accornero, che ho avuto modo di conoscere ed apprezzare per i suoi interessi alla santità ecclesiale in terra piemontese. Conosco Silvio da molti anni, ricevo puntualmente il bollettino informativo e, adesso, sono entrato nelle pieghe più profonde della sua offerta con questa biografia che, tra altro merito, conferisce al ragazzo un ampio respiro ecclesiale. Mentre nella sua stessa persona, ringrazio “Gli Amici di Silvio”, esprimo viva gratitudine al Signore per averlo voluto portare sui miei sentieri. Fortunatamente Padre Cristoforo Bove, OFM Conv. Relatore per le Cause dei Santi.
(L’elenco continua sul prossimo numero) ************************
BOLLETTINO N°. 44 DEL GENNAIO
2006
COME E’
POSSIBILE SOFFRIRE COSI’? Alla “comune” di Parigi, nel 1871, i
rivoluzionari comunisti cantavano bestemmiando:”Dio non c’è e
se esistesse, bisognerebbe fucilarlo. Non deve passarla liscia quel Vecchio
dalla barba bianca che ha deciso di far piangere i bambini”. Sono 25 anni che scrivo di Silvio Dissegna. Lo conosco bene. Anch’io posso dire che “ ho sentito piangere” Silvio ragazzino di 12 anni. Dal suo bel volto di angelo, che ho esposto in casa mia, lui mi guarda sorridendo, perché gli era facile il sorriso, abitato com’era da Dio. Ma io sento ancora il suo pianto e il suo strazio è mio. Ma non bestemmio come i comunardi parigini. Non bestemmio
come quell’anziano illustre politico italiano che si vantava di essere
ateo ogni volta che veniva in TV, e che diceva”Che cosa si può fare
davanti al dolore, se non bestemmiare?” Davanti a Silvio, io adoro Dio e lo lodo e lo
benedico:”Com’è bello il mondo e come è grande Dio”. Sulle sue fragili spalle di bambino, si abbatte una bufera che ogni giorno diventa più imponente e devastante: il cancro, con dolori atroci. Silvio sa che lo attende solo il patire ed il morire. Tuttavia, prega:” Gesù, io credo al tuo amore per
me”. Un incanto, qualcosa di sovrumano. Ma com’è possibile, come è credibile? DIO SOLO E’ BUONO E’ certo che Dio solo è buono – anzi ottimo e massimo – e non può aver creato né il male né il dolore. Eppure il male e il dolore dilagano nel mondo. Il mondo è buono nel suo essere, ma è uno schifo nel suo esistere. Tutti hanno meditato su questo interrogativo. I
tragediografi greci lo hanno espresso con la compostezza e drammaticità dei
classici, finendo nella disperazione. I più lucidi hanno intuito che non a Dio, ma all’uomo è da imputare il
male e il dolore. Il poeta Ugo Foscolo si domandava perché all’inizio
della storia Caino uccidesse il fratello Abele e gli uomini corrompessero le
loro sorelle e via dicendo:”Dev’esserci stata una colpa prima
che ha guastato tutto – concludeva –in una universale
catastrofe”. La divina Rivelazione registrata dalla Sacra Scrittura e confermata dal Figlio di Dio fatto uomo, Gesù Cristo, spiega che l’uomo e il mondo sono sotto il dominio del peccato dal giorno in cui all’alba dell’umanità, Adamo si è ribellato a Dio e ha voluto farsi dio al posto di Dio. E’ l’enorme tragedia, il sovvertimento totale di ogni creatura che pretende di farsi creatore e signore. Sovvertimento, rottura di ogni regola ed armonia, scatenamento di forze cupe e oscure: questo è il mondo. Non è stato solo “rubare la marmellata” al buon Dio, come possono sorridere ironici quelli che vogliono saperla lunga, ma un’offesa, uno schiaffo senza limiti, di infinita gravità, dato dall’uomo al suo Dio. Dio non può accettarlo. Dio non è babbo natale. Dio non è “un buon-uomo”. Da allora è inscritta nell’umanità una legge, dura legge:”quae iubet nasci”, che comanda di nascere, e questo è bello, ma purtroppo”iubet et mori”,comanda di morire, di soffrire per morire, di morire non in pace come un placido sonno, ma nello strazio. “Chi rompe paga, non c’è altra legge,
non c’è altro ordine di valori, e i cocci sono suoi”! “ECCE AGNUS DEI” Ma Dio può venirci incontro…Dio chiede ad Abramo di sacrificargli l’unico figlio Isacco. Avrebbe potuto chiedergli di sacrificare anche la propria vita. E’ l’uomo che deve pagare il male compiuto. Il Cielo è irato ed implacabile. Il Cielo è impenetrabile dopo il primo peccato e non c’è sacrificio umano che lo possa squarciare. Ma Dio è amore. Quando Abramo sta per sferrare il colpo,
Dio lo ferma e gli mostra un agnello impigliato nelle spine:”Non
voglio tuo figlio, voglio quell’ agnello in sacrificio”. Ecco: Dio ha dato all’uomo l’Agnello, lo stesso
Figlio suo, Gesù, il quale sarà la vittima che ripara. E’ l’Innocente per eccellenza, ma espia per
tutti. E il suo sangue divino sarà sparso in remissione dei
peccati,”per molti”, per tutti quelli che ci stanno al patto di
amore eterno, accolto e contraccambiato dall’uomo. Novum et
aeternum testamentum”. Scrisse il Card. Joseph Ratzinger, oggi Papa Benedetto XVI:”Chi vede l’Agnello, Gesù sulla croce, sa: Dio ha provveduto. Noi vediamo l’Agnello – il nostro sguardo si appunta al Crocifisso – il nostro sguardo si apre al Cielo: contempliamo, attraverso Lui immolato, Dio amore e salvezza per noi. Il Cielo aperto che si rasserena. Agnus Dei qui tollit peccata mundi”. Dio dunque, al problema del dolore, ai bambini che piangono innocenti, ha dato risposta: non con una lezione da filosofo o da professore, ma con la sua stessa presenza: il Figlio suo, Lui stesso ha voluto condividere il dolore e la morte, perchè il suo patire e morire, insieme al nostro patire e morire, diventasse redenzione del mondo. Silvio Dissegna, nella bufera del cancro, nella distruzione progressiva della sua vita in fiore, ha scoperto questo dramma divino e l’ha fatto suo: stare sulla croce con Gesù, condividere, lui piccolo innocente, la sua passione; diventare lui, vittima sacrificale, il braciere ardente che riscalda, faro di luce che irradia chi non crede, chi non spera e non ama , chi bestemmia. Com’è possibile? Com’è credibile? Dalle piaghe del Cristo, c’è una potenza grande che scaturisce e investe le anime e la storia. “Sono venuto affinché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” (Gv.10,10) ha promesso Gesù. E’ la vita della Grazia che guarisce, illumina, attira, converte, santifica, divinizza. “ FA”
QUESTO E VIVRAI “ Vissuto sempre in grazia di Dio dal giorno del suo Battesimo, Silvio ha accolto questo dono di Dio. E’ possibile soffrire con Lui, immolarsi con Lui, comprendere ciò che troppi adulti e sedicenti sapienti, non sanno o non vogliono capire: una luce nuova, una visione nuova della vita, del dolore e della morte. L’esistenza, il dolore e la morte, come offerta suprema. Olocausto con Gesù Crocifisso. “Come fa ad essere così forte e sereno?” domandava il fratello Carlo alla mamma. La quale rispondeva:”La forza gli viene dalla Comunione quotidiana”. Ecco: ha potuto vivere e soffrire così, come un gigante, perché stava ogni giorno con Lui, diventando un capolavoro di Gesù Crocifisso e Eucaristico. Un miracolo grandissimo di Dio. Un ragazzino di 12 anni, che come scrisse P. Garrigou-Lagrange, diventa con la sua vita stessa, risposta vivente al problema del dolore”. Così, hanno torto marcio i comunardi di Parigi. Non è Dio che fa piangere i bambini. E’ Dio che compie un miracolo così, più grande – dico io – che moltiplicare i pani e far crescere una gamba più corta dell’altra. Posso adorarlo un Dio così. E amarlo e benedirlo in
eterno, perché al mio dolore cocente, alla mia morte che sarà uno schianto,
ha donato come suprema certezza il Figlio Crocifisso…e un bambino come
Silvio Dissegna che mi dice:”Fa’ anche tu così…come
Gesù…come me”. Paolo
Risso A PARIGI : MARIA ERA
ILMIO CONFORTO Questa è la foto della Chiesa dove è apparsa la
Madonna, in Rue du Bac a Parigi nel 1830, a S. Caterina Labouré, dove mi
recavo a pregare nei viaggi che facevo con Silvio nel 1978. Con molta commozione ricordo che Silvio, dopo aver
ricevuto in regalo da Suor Maria Teresa di Parigi, la statuina della Madonna
della Medaglia Miracolosa, mi mandava sovente a pregare per chiedere la sua
guarigione e per fare bene la volontà di Dio. Ogni qualvolta mi recavo in questa chiesa, provavo una
forte emozione; sembrava che la Vergine Santa mi aiutasse a superare quel
momento così duro e difficile. Una volta portai anche la foto di Silvio e la misi
sulla sedia dove era apparsa seduta Maria SS., che si trova nella parte
destra della navata centrale, quasi vicina all’altar maggiore. Ricordo molto bene quello che scrissi dietro la foto:”O
Maria concepita senza peccato, prega per noi, salva il mio Silvio”.
Sulla sedia vi erano molte foto su cui era scritto che altri fedeli
attendevano una grazia. Ho molto pregato, con tante fede, e invocato la
protezione della Vergine Santa.
Tornato in ospedale, ho raccontato tutto a Silvio, che avevo pregato
tanto per lui. Lui era molto contento per tutte le volte che andavo in chiesa a pregare. Mi diceva spesso:”Papà, lasciamo fare alla
Madonna, noi continuiamo a pregare sempre”. Sono sicuro e convinto ancora oggi, che la SS. Vergine
Maria, sia stata molto vicina a Silvio e lo abbia sostenuto e aiutato nella
sua malattia, aumentando la sua fede nel Signore Gesù, ricevendo molte grazie
e favori celesti. Così, anche Silvio, per mezzo mio, è stato
“pellegrino” a Rue du Bac, come tanti illustri uomini e santi
della Chiesa, anche se lui era un ragazzino. Papà Ottavio CON COMMOZIONE RICORDO SILVIO Questa fotografia scattata in occasione di un giorno che eravamo in compagnia di Silvio, Carlo e Pina, mi fa venire in mente un periodo felice spensierato della mia vita. Noi quattro eravamo inseparabili compagni di gioco. Ci univano interminabili ore di gioco e avventure nella nostra splendida campagna; una vera e propria fortuna. Il giorno della Prima Comunione di Silvio fu davvero speciale; una festa molto attesa perché Silvio e Carlo ebbero il privilegio di ricevere insieme Gesù a casa loro, davanti al pilone dedicato a S. Pio X. Silvio era molto orgoglioso di quel pilone. In quell’angolo di giardino, così grazioso e curato, ci giocavamo spesso e occasionalmente il pilone diventava un ottimo nascondiglio. Ricordare quello che seguì è sempre riaprire una ferita, un grande dolore. Avevamo pregato tanto tutti; perché Dio se lo era voluto prendere così presto? Questo fu il mio pensiero, la mia rabbia quella sera, quando mia madre telefonò per dirci che Silvio se ne era andato per sempre. Io pregavo perchè Silvio guarisse e Silvio pregava per poter essere accolto in Paradiso. Solo una fede profonda e sconfinata come la sua poteva dargli tutto quel coraggio. Se solo stessimo più attenti, potremmo accorgerci che chi crede veramente riesce ad affrontare prove durissime, anche col sorriso sulle labbra; a volte come se quelle prove fossero “un dono di Dio”. Io dico che queste persone sono degli Angeli caduti dal Cielo e Silvio era uno di loro, sempre pronti a preoccuparsi degli altri. Io non l’ho mai sentito lamentarsi della sua condizione, delle sue sofferenze. Quando andavo a trovarlo, alla domanda:”Come stai?” lui rispondeva che stava bene. Finché la malattia glielo consentì, Silvio preparava dei giochi per noi, da fare nel pomeriggio, finiti gli impegni scolastici, poi quando arrivava don Luigi, ci univamo a lui nelle preghiere e ci accostavamo alla Comunione. Quando Silvio ritornava da Parigi, portava sempre un regalino per ognuno di noi, che ignoravamo quanto fosse dolorosa la terapia alla quale si sottoponeva; e se poi pensiamo che i regali si portano generalmente ai bimbi ammalati, possiamo immaginare che bimbo fosse Silvio. Un giorno, era il settembre dell’anno precedente la sua morte, doveva iniziare la scuola ed io, senza pensarci, gli dissi:”Che barba, inizia la scuola!”. Silvio mi rispose:”Come vorrei essere al tuo posto”. Non seppi più cosa aggiungere. Mi vergognai così tanto che il silenzio che ne seguì, mi pesa ancora adesso. Quante volte ci lamentiamo per delle sciocchezze, senza pensare a tutte quelle persone che per qualche motivo sono in difficoltà e soffrono. Vissuta da ragazzina, questa vicenda, fu per me un vero shock; adesso che sono madre, al solo pensiero, mi si strazia il cuore e a fatica trattengo le lacrime. Nelle mie preghiere io chiedo sempre a Silvio di poter dare sollievo a tutti i bambini che soffrono ( per qualunque tipo di sofferenza) e di dare grande forza e coraggio a quei genitori chiamati ad affrontare la prova più dura, che è quella di sopravvivere ai propri figli.
P. Mariateresa cugina di Silvio UNA GUARIGIONE
INASPETTATA Tucuman (Argentina) 9/8/2005 Carissimi Ottavio e Gabriella, tramite suor Claudia che ritorna in Italia, vi mando la lettera di Luigi Fernando Ferreyra che dà una bella testimonianza per la grazia ricevuta per l’intercessione di Silvio, vostro amato figlio. Allego la cartella clinica del dottore che voleva operarlo ai piedi che erano ormai senza movimento. Con la preghiera di tutti, Silvio ha ottenuto dal Signore la guarigione. Aiutateci a ringraziare il Signore e la Vergine Maria che Silvio tanto amava. Speriamo di ricevere dalle persone che lavorano per la beatificazione di Silvio, un loro giudizio. Ho conosciuto una giovane mamma, molto giovane che
piangeva per la paura di perdere il primo figlio, dato che i medici davano
come negativi tutti i risultati delle ecografie. Ora, dopo sette mesi è
venuta con la sua bambina di un mese a ringraziare il Signore, che per
intercessione di Silvio è nata sanissima. Anche questa grande grazia speriamo
che serva per la santità del vostro caro figlio. Aff. Suor Lucia
M. “ Sono
Luis Fernando Ferreyra, ho 15 anni e, a 9 anni ho cominciato ad avere dolore
ai piedi. Il dottore nel 1994 mi ha diagnosticato un grande problema che
doveva essere risolto solo con l’operazione.( vedi la cartella
clinica). Tre giorni prima dell’intervento chirurgico, una suora
incaricata della cappella della Santa Croce, mi ha fatto conoscere la vita e
la storia di Silvio Dissegna, morto di cancro a soli 12 anni, un bambino che
aveva accettato con fede e amore la propria malattia e che continuamente
soffriva dolori. In seguito, dopo la
preghiera con la mia famiglia e la comunità della Cappella, Silvio (adesso
Servo di Dio), mi ha fatto la grazia di poter camminare e piano piano posso
muovermi con più facilità. Attualmente, (28 maggio 2005), mi sento molto
bene, felice e soddisfatto perché posso ritornare a studiare nel collegio di
Nostra Signora di Lujan. Ringrazio il servo di Dio, Silvio e chiedo la sua
continua protezione e intercessione presso Nostro Signore Gesù Cristo e a
tutte le persone che mi hanno aiutato nei momenti più difficili, in
particolare la mia famiglia, amici e le suore.”. Luis Fernando Ferreyra RICORDANDO SILVIO *
Poirino 14 agosto 2005- Caro Silvio, un po’ di tempo fa sono stato a
trovare i tuoi genitori e così mi è venuta in mente l’dea di scriverti una
lettera. E’ vero che ogni volta che vengo a casa tua o passo lungo la
statale il mio sguardo è attirato da quel luogo e ricordo in modo particolare
la prima volta che ci sono stato per accompagnare don Luigi. Ti vedo ancora
mentre saltelli attorno al tavolo, al piano terra, perché una gamba non ti
regge più, ma tu sei sorridente perché don Luigi ti ha portato la S.
Comunione; poi molte volte successive fino all’ultima in
particolare. Sono già passati tanti anni,
eppure certi ricordi ed impressioni sono sempre chiari e limpidi. In quei mesi mi hai fatto partecipe di
una strana avventura, che continua ancora oggi più che mai, perché ti penso,
ti ricordo e ti prego Mi sei diventato familiari più di allora che ti vedevo.
Mi fai fare ora molte riflessioni, specie quando sono solo, se ci sono delle
difficoltà. Sento che mi sei vicino, come alcuni anni fa quando, non
riuscendo a risolvere un grosso problema familiare, mi sono rivolto a te con
una novena e proprio l’ultimo giorno, solo dopo un’ora che
l’avevo terminata, ho ricevuto una telefonata in cui veniva fissato
l’incontro che avrebbe risolto il problema. Ti dico grazie di cuore. Quando vado al cimitero, non manca mai una visita alla
tua tomba. Cerco di immaginare in
quale stato si trova ora il tuo corpo, in vita tanto martoriato, ma mi fa
pensare a come sarà quando avverrà la risurrezione. L’Eucarestia ha
nutrito anche il tuo corpo fisico, per cui non potrai non risorgere. Mentre ti scrivo, mi trovo tra due
festività molto belle, quella del 6 agosto che ricorda la Trasfigurazione di
Gesù sul Tabor e l’altra del 15 agosto, l’Assunzione della
Madonna al cielo. Attraverso la visione degli Apostoli presenti, Gesù ci
ha mostrato la sua gloria e potenza, come lo vedremo, e penso che tu già ora
lo vedi così nel paradiso; così pure vedi la Madonna, la quale, già
quando apparve ai tre pastorelli di
Fatima, a Bernardetta e a tanti altri, manifestò la sua sconcertante
bellezza, quel che potremo anche noi diventare un po’. Tu vivi ormai queste realtà, ma quanto ti è costato!
Eppure attraverso le tua sofferenza, il tuo dolore vuoi dirci che vale la
pena vivere e soffrire, per quel che ci sarà dopo. Come Maria, hai detto il tuo “si” alla
volontà di Dio e Gesù Eucarestia ti ha traghettato attraverso il calvario e
la croce. Un altro pensiero è questo: nel mondo odierno molti
giovani hanno una cura spasmodica del corpo per diventare belli e famosi e
fanno tante fatiche sacrifici, ma inutili. Tu invece del tuo corpo ne hai
fatto un trampolino di lancio per la vita dello spirito. Molti di quelli che oggi i mass media ci
presentano come famosi, saranno presto dimenticati; al contrario per te
aumenta la fama e notorietà. E’
vero quanto dice la Madonna nel Magnificat:” Ha rovesciato i potenti
dai troni, ha innalzato gli umili”. Vedi, caro Silvio, quante cose
mi dici, mi fai pensare e quante altre mi suggerisci. Davvero sento che è stata una grazia
l’averti conosciuto di persona e mi ricompensi in molti modi il fatto
di aver accompagnato qualche volta don Luigi a portarti l’Eucarestia. E mi raccomando, continua a starmi sempre vicino. Tuo aff. G. Marocco DON VINCENZO PANSA HA RAGGIUNTO SILVIO In punta di piedi, don Vincenzo Pansa, ex parroco di Poirino dal 1968 al 1980, anni in cui ha potuto conoscere pienamente Silvio Dissegna, domenica, 27 novembre 2005, ha raggiunto il suo caro parrocchiano in Cielo. E’ lui che l’ ha seguito, dalla nascita fino alla morte ed è lui che ha detto pochi mesi prima di morire:”.. durante la malattia, mi ero reso conto quanto Silvio fosse cresciuto spiritualmente e come il suo modo di fare e le sue risposte fossero veramente intrise di preghiera e di Dio…..La Chiesa faccia pure il suo corso e dica tutto quello che potrà, ma per me, Silvio è un santo e io lo prego tutti i giorni ed è lui che mi sostiene!”. E certamente Silvio l’ha accolto a braccia aperte. I genitori di Silvio, don Lio de Angelis, il prof. Paolo Risso e tutti gli Amici di Silvio lo ricordano al Signore con riconoscenza ed affetto. 25 settembre 2005 – Abbiamo ricordato la nascita al
Cielo di Silvio C’è un appuntamento speciale che molte persone non dimenticano mai: l’incontro per l’anniversario della morte di Silvio. Domenica 25 settembre 2005, infatti, gli amici di Silvio si sono ritrovati, come di consuetudine nella parrocchia di La Lunga, per una giornata dedicata alla preghiera e al ricordo del ragazzino morto di cancro a 12 anni. Molti i partecipanti, tra cui il Sindaco, ing. Sergio Tamagnone, il vice sindaco, assessori e consiglieri. Alle 15 c’è stato il S. Rosario meditato. Il piccolo Silvio recitava costantemente il Rosario e, rivolgendosi a Maria, la pregava di aiutarlo a raggiungere il Paradiso. Alle 16, la messa concelebrata e guidata dal cappellano dell’ospedale Molinette di Torino, don Domenico Caglio, si è svolta nella chiesa gremita di persone, che occupavano anche il capannone situato dinanzi alla chiesa stessa.”Ho conosciuto Silvio, leggendo il libro di don Antonio Bellezza, quando ho iniziato a fare il Cappellano di Ospedale, ha detto don Domenico Caglio nell’omelia, e devo ringraziarlo vivamente perché mi ha molto aiutato a compiere con più amore e fede, questo mio compito delicato, che ho svolto in diversi ospedali e sto svolgendo ancora adesso alle Molinette di Torino”. Come sempre c’era la possibilità di procurarsi immagini e libri su Silvio. Una stanza, rimessa a nuovo nei lavori di ristrutturazione della casa parrocchiale, contiene già dal mese di giugno, quadri che riassumono la vita di Silvio, arricchiti di fotografie ingrandite, oltre ad alcune frasi più significative di Silvio. Inoltre, per l’occasione di domenica, abbiamo
esposto delle fotografie che riguardano le precedenti giornate degli incontri
che si sono tenuto finora, qui alla Lunga.
La festa è stata particolarmente arricchita dalla presenza di alcuni
ammalati, anche in carrozzella, venuti a pregare per ottenere grazie e
conforto, per l’intercessione di Silvio. FRAMMENTI 469 – San Remo, 22/7/2005 Cari Sigg. Dissegna, ho ricevuto con commozione il
giornalino e le immagini di Silvio. Con questo gesto mi avete annoverato fra
gli “Amici di Silvio” e come tale mi sento privilegiata. Ho chiesto a Silvio la sua intercessione
per un problema che aveva mia mamma e come al solito è venuto in nostro
soccorso. Grazie Silvio! Un abbraccio forte. G.B. 470 – Genova, 2/8/2005 Gent.mi genitori di Silvio, il Signore nel suo amore misericordioso che tanto ha amato Silvio e dal lui così tanto riamato, lo vorrà vedere al più presto…Quanto potrà essere di esempio e di conforto conoscere la storia della sua breve esistenza, soprattutto per chi è nella sofferenze e nella malattia. Nella certezza che Silvio al paradiso prega e intercede,
vi assicuro di farlo conoscere il più possibile, nella nostra parrocchia, ai
nostri gruppi e alle classi di catechismo. Se non vi arreca disturbo, di
spedirmi alcune copie di Silvio e immaginette. Con tanto affetto nel Signore
vi saluto caramente.
I.P. 471 – Tucuman Argentina, 9/8/2005 Carissimi Ottavio e Gabriella, ho conosciuto una giovane mamma che piangeva per la paura di perdere il primo figlio dato che i medici le davano tutti i risultati delle ecografie negativi. Le ho dato la preghiera di Silvio; ora dopo sette mesi. È
venuta con la sua bambina di un mese, a ringraziare il Signore, che per mezzo
della intercessione di Silvio è nata sanissima. Vi saluto e vi ringrazio
della preghiera per noi. Suor
Lucia Massa 472 – San Remo, 17/9/2005 Carissimi, con la nostra Diocesi abbiamo fatto un meraviglioso pellegrinaggio al Colle don Bosco, per il Congresso Eucaristico della chiesa di Ventimiglia-San Remo. Quando col mio pulmann attraversavamo Poirino, ho preso la parola al microfono e ho parlato di Silvio, della sua vita, della sua offerta, della sua maturità spirituale, della sua santità, della centralità dell’Eucarestia nella sua vita. Quale miglior inizio di pellegrinaggio dedicato all’Eucarestia, che accostandosi alla figura di un preziosissimo “Ostensorio” vivente del Pane Eucaristico: Silvio Dissegna! Vi abbraccio e domenica 25 sarò spiritualmente con voi,
faremo festa a Gesù Eucarestia con il vostro amato Silvio. A presto. Dott. D.T. 473 – Susa, 18/9/2005 Carissimi, il ricordo di voi e dell’indimenticabile Silvio ci accompagna ogni giorno. Lo preghiamo quotidianamente e siamo impazienti di leggere il riconoscimento della sua santità. E’ una perla della Chiesa, è un aiuto che deve essere noto a tanti perché a tanti occorre la sua intercessione. Per la gloria di Dio, deve risplendere non solo alla Longa o nella vostra casa. Ecco perché siamo impazienti, vorremmo noi fare qualcosa, ma siamo piccoli. Il vostro Silvio non è solo nella vostra casa, ma è vivo in noi e nel nostro Coro Primavera, è un sorriso che illumina. I nostri più affettuosi saluti. Don Mori Walter 474 – Firenze, 1\8/9/2005 Carissimi, vi ringrazio con tutto il cuore per il libretto e le immaginette di Silvio. Credo che Silvio dovrà essere conosciuto e pregato sempre di più nelle Comunità e nelle Parrocchie. Conoscere la storia di Silvio è stato commovente e tanto edificante, ma soprattutto l’immagine del suo viso, buono e dolce conquista! Si sta pregando Silvio per un bambino affetto da una malattia. Spero di poter avere altro materiale per farlo conoscere.
Con stima il mio grazie. M.G.C. 475 – Finale Ligure, 11/9/2005 Rev.mo don Lio, leggo volentieri le biografie dei santi; mi potrebbe inviare due copie “Silvio Dissegna un ragazzo meraviglioso”scritto dal prof. Risso e delle immaginette? I miei più cordiali saluti unti nella preghiera. P.G.B. 476 – S. Potito Sannitico, 24/9/2005 Carissimi…..soffro tantissimo. Tutto offro, caro
Silvio, per la pace e serenità in famiglia. Dona ai miei figli ed a mio
marito tanto amore verso di me e tutti i sofferenti. Chissà che un giorno,
anche affetta da gravi patologie, non venga a pregare sulla tua tomba. L.D.S. 477 – Varazze, 31/9/ 2005 Caro Silvio, aiutami insieme al tuo grande protettore, S.
Pio X, ora che siete in Paradiso, a sconfiggere la malattia che mi fa star
male, non ne posso più. Aiutami, piccolo grande fratellino, a essere serena e
forte dentro la mia anima. La tua
amica. Maria Brigida 478 – Balzan Malta, 23/9/2005 Carissimi Dissegna,….Silvio è un grande ed esemplare
ragazzo che ha saputo sopportare il suo dolore attraverso il suo immenso
amore verso il Buon Gesù. Mi piace molto leggere i libri su Silvio, perché
ogni volta scopro un nuovo valore che Silvio aveva, e così approfondisco la
mia amicizia con Silvio. Silvio è un angelo sia per me e sia per la mia
famiglia. Tanti saluti da tutti noi. A.D.& F. 479 - Gorje, Slovenia, 5/10/2005 Carissimi Amici, rinnovo i miei ringraziamenti per
l’invio del giornalino di Silvio, che mi fa sempre tanto piacere.
Infatti si può considerare un insegnamento parziale di catechismo, oltre che
darci le informazioni. Penso che sia stato giusto mettere allo stesso livello
S. Teresa del B.G. e il nostro caro Silvio, tutti e due a 8 anni. Mi piace
l’articolo e la fotografia del titolo” Mi sento veramente
privilegiata”. Mi piacciono i pensieri lasciati nella chiesa della B.V.
Consolata, e mi unisco alla loro preghiera; è una testimonianza di fede e di
stima riguardo a Silvio. Sarei contento di avere qualche immaginetta del
Servo di Dio, Silvio. Con saluti cordiali di gioia cristiana. Fra S.P. 480 – Valgrana,(CN) 17/10/ 2005 Carissimo don Lio, sono Giuseppe Armando che sul bollettino N°37 avevo fatto pubblicare la grazia della guarigione di mio fratello Domenico…..Sono sicuro, come del resto la maggior parte dei miei familiari , tra cui il dott. B.D., figlio di mia sorella, che Domenico ormai non sarebbe più guarito senza un intervento miracoloso del Cielo….A 74 anni gli hanno rinnovato la patente, segno sicuro della sua buona salute. Inoltre ringrazio il Signore per la guarigione e soprattutto perché ha voluto affidarsi a Silvio. E credo che la sofferenza e la croce portata da Silvio, contribuiscono alla mia santificazione, aiutandomi a portare la mia croce con la generosità e l’amore di Silvio, per la salvezza delle anime. Mi accorgo che Silvio mi è vicino e mi aiuta. La saluto con la speranza viva nel cuore che questo nuovo Papa, Benedetto XVI, possa concludere positivamente la causa di Beatificazione del caro Silvio. Dev. mo Giuseppe Armando 481 – Grosseto 3 novembre 2005 Gent.mo don Lio, le chiedo materiale sul Servo di Dio
Silvio Dissegna, perché lo vorrei conoscere meglio e poi farlo conoscere
nella mia parrocchia specie tra i ragazzi del catechismo, come esempio da
seguire e da imitare…Dio la benedica e la protegga. Reale Gesualdo 483 - Grosseto 21 novembre 2005- Cari Amici tutti, ho ricevuto i libretti da voi
cortesemente inviatimi. Darò ad ognuno dei bambini a cui faccio catechismo
una copia del libretto, perché lo possano leggere ed imitare. Questo santo
ragazzo, che spero sarà di esempio per tutti loro, lo darò anche ad altri che
conosco. Il signore saprà poi toccare
mirabilmente i loro cuori. Dio vi benedica.
Reale Gesualdo 484 – Costigliole (AT), 24/11/2005 – Desidero ringraziare pubblicamente il Servo di Dio, Silvio
Dissegna, perché in questo anno 2005 ora trascorso, così pieno di difficoltà
e di sofferenze, mi è stato davvero sensibilmente vicino. Grazie,
Silvio. Continua ad accompagnare la
mia vita come un vero angelo custode. Tu sei grande, bello e buono: continua
a farti sentire. Tuo aff.mo Paolo Risso 485 – Gramsh (Albania) Natale 2005 – Carissimi Ottavio e Gabriella, approfitto della venuta fra noi di don Ottavio, il parroco di Poirino, per ringraziarvi dell’invio del giornalino di Silvio. Vi ricordo tanto e prego perché il caro Silvio sia presto sugli altari. Un caro saluto a Carlo e a tutti gli Amici di Silvio.
Suor Attilia, suor Vincenza, suor Marinora (N.d.r. Suor Attilia era a Parigi quando Silvio andava a farsi curare ed è lei che ha dettato una bellissima testimonianza sul Servo di Dio). Noi genitori di Silvio, l’11 agosto 2005, in una visita
al Colle don Bosco (To), abbiamo avuto la grande gioia di conoscere un
ragazzo speciale, innamorato di Silvio, in compagnia dei suoi illustri
genitori, provenienti da Malta. Si chiama Andrea Diacono. Con tanta
commozione, scambiati i saluti, abbiamo parlato molto di Silvio e della sua
grande Fede e Amore a Gesù. Andrea ci ha fatto un grande dono, una bellissima
poesia da lui composta e dedicata a Silvio, impressa su una foto di Silvio,
con la bandiera di Malta e la sua foto. Andrea è uno studente liceale, che con l’aiuto di
Silvio, ha superato brillantemente gli esami. Grazie infinite, Andrea, del gran bene che vuoi a Silvio, con
i nostri migliori auguri e ricordi nella preghiera. E’ NATO ALBERTO SILVIO Rev. Don Lio, le voglio testimoniare una grande grazia che ho ricevuto da
Silvio Dissegna, in occasione della nascita di mio figlio. Era da poco uscito
il libro ”Silvio, ovvero morire di cancro a 12 anni”,e mia
madre l’ acquista. Me lo passa
ed io l’ho letto tutto e rimasi molto colpito da questa straordinaria
figura, dalla malattia alla sua grandissima fede. Quanto dolore Silvio
dovette sopportare prima di diventare un angelo del Signore. La figura di Silvio, mio coetaneo, mi
ha accompagnato in tutti questi anni. Mia moglie Rita era in gravidanza del
secondo figlio, quando incominciò ad avvertire strani sintomi. Andiamo a fare
il controllo alla fine di Agosto 2004, quando la data presunta del parto era
a metà Ottobre. Scopriamo che il bimbo
rischiava già di nascere a giorni. Tornati a casa molto preoccupati, il mio
primo pensiero è stato di rivolgermi a Silvio, chiedendogli aiuto; e mia moglie
viene a conoscenza, da quel momento, di questo ragazzo dalla storia piena di
sofferenza e di grande fede. Pur anticipando di qualche settimana, nostro
figlio nasce il 24 settembre 2004, con un parto perfetto senza alcuna
complicazione. Abbiamo subito pensato ad una grazia di Silvio, tanto più che
è proprio nato il giorno della morte di Silvio. La domenica successiva,
giornata in cui alla Lunga si ricordava Silvio, ricevetti la seconda medaglia
d’oro come donatore di sangue. In questa seconda coincidenza, io e mia
moglie abbiamo deciso di donare questa medaglia in onore di Silvio, come
riconoscenza per la grazia ricevuta. Inoltre, nostro figlio è stato battezzato il 6 marzo 2005 e
l’abbiamo chiamato Alberto Silvio, affidandolo alla protezione del Servo
di Dio, Silvio Dissegna. Con riconoscenza. I suoi genitori Benedicenti Piero e Rita
e la sorellina Marta. CARISSIMO SILVIO Pensieri lasciati nella cassetta vicina alla tomba di Silvio e scritti sul quaderno che c’è nella chiesa della Beata Vergine Consolata alla Lunga (Poirino). - Chiedo
l’intercessione a Silvio per mio
fratello gravemente malato presso l’ospedale di Pietra
Ligure…anche solo un piccolo miglioramento. Grazie - Silvio, ora che sei nel
Regno di Dio ricordati della nostra gioventù. Mi ricorderò sempre di te.
Agnese. - Purtroppo questo cancro ti
ha distrutto la vita ma tu continuavi
ad essere felice, nonostante tutti i problemi che avevi, i malori, la
sedia a rotelle. Nonostante tutto eri felice. Io ti ammiro per questo, - Tu che sei stato un Servo
di Dio aiuta anche me a servire bene Dio. Intercedi per France che è stata
operata di tumore a fa la chemioterapia.. - Grazie per avermi guarita
facendomi tornare la voce. - Noi chiediamo sempre e lo
so che tu mi ascolti; fai quello che è meglio per me e la mia famiglia.
Grazie. - Cambia un po’ il mio
carattere, fammi avere un po’ più di pazienza. - Tu che sei mio Amico e mi
ascolti, sai cosa farebbe felice il mio cuore. Ti prego con speranza. - Converti la mia famiglia e
guarisci me e mia madre. Tu sai di cosa ho bisogno. - Veglia sempre sulla mia
famiglia. Ti prego per Maria che ha un’infezione al midollo G.G. - Gesù, per intercessione di Silvio, ti
raccomando Franca, operata di tumore e fa la chemio. Per L. e P. che si
convertano e guariscano dai loro mali. - Per me Antonella e per
tutte le persone che ho nel cuore, conosciute durante la malattia (tumore al
seno), M.C….intercedi per noi affinché il male contro cui abbiamo
lottato con tante fede non torni mai più e possiamo continuare a vivere in
salute, abbracciando ogni istante la fede che ci hai fatto ritornare. - Grazie per avere protetto
E. , continua a pregare per lui, per la sua completa guarigione. Aggiungo
perché preghi con noi per la sorella V. che ora aspetta un bambino, ma ha
qualche problema. Continua a vegliare su di noi e su E., il fratello più
piccolo. Una mamma. - Ti ringrazio per
l’aiuto che dai alla mia famiglia, che ti ho tanto raccomandato e
raccomando sempre. - Aiutami a guarire. D.T. - Silvio, continua la tua
opera di intercessione per la nostra salvezza. - Silvio, aiutami a
ritornare con mio marito F., supplica Dio per me, affinché tocchi il suo
cuore per questa creatura che Dio ci ha mandato; chiedo che tutto vada bene
per questa maternità, perché questa creatura viva; ne ho perse altre 2 al 5°
e 7° mese e subìto ben 3 operazioni. Aiutami, Silvio, che questo bimbo abbia
anche il suo papà e io mio marito. L. - Proteggi i miei
nipotini Chiara e Daniele e la sua famiglia Angelo e Barbara e i suoi
genitori Giacomo e Maria. - Caro Silvio, come ti avevo
promesso sono venuta a ringraziarti per avermi fatto la grazia della
guarigione della mia nipotina Margherita. Tutto l’estate è passata pregandoti e tu mi hai ascoltata.
Continua a proteggerla insieme ai suoi fratellini Gabriele e Matilde, con i
loro genitori. Questa nonna ti ringrazia e continuerà a pregarti per ottenere
la tua beatificazione. Grazie, nonna Lina G. - Caro Silvio, mi rivolgo a
te che hai conosciuto la sofferenza, perché tu possa intercedere presso Dio
per ottenere la grazia della guarigione di A. Grazie e Pace. A. nonna di A. LA MESSA: LA FESTA DI
DIO CON I SUOI FIGLI L’anno dell’Eucarestia è terminato, ma ha lasciato nei nostri cuori un forte desiderio di”trattare meglio” questo grande dono che Gesù ci ha lasciato, di migliorare le nostre celebrazioni eucaristiche e di conformare di più la nostra vita alla presenza di Gesù in mezzo a noi. Il Santo Padre Benedetto XVI, parlando ai giovani convenuti a Colonia, ci ha dato una meravigliosa “spinta” per capire ed amare di più l’Eucarestia. Senz’altro Silvio Dissegna, avrà gioito dal paradiso nel sentire queste cose che lui stesso ha cercato di vivere, nella sua piccola, ma intensa vita eucaristica. E qui vogliamo riportare alcuni passi del suo meraviglioso discorso:
“L’Eucarestia deve diventare il centro
della nostra vita…Al mattino di Pasqua, i discepoli ebbero la grazia di
vedere il Signore. Da allora in poi essi seppero che ormai il primo giorno
della settimana, la domenica, sarebbe stato il giorno di lui, il
Cristo… Per questo è così importante la domenica. E’ bello che
oggi, in molte culture, la domenica sia un giorno libero. Questo tempo
libero, tuttavia rimane vuoto se in esso non c’è Dio… Cari amici. Qualche volta può risultare scomodo dover
programmare nella domenica anche la Messa. Ma se vi ponete impegno,
constaterete poi che è proprio questo che dà il giusto centro al tempo
libero. Non lasciatevi dissuadere dal partecipare all’Eucarestia
domenicale ed aiutare anche gli altri a scoprirla, perché da essa si
sprigioni la gioia di cui abbiamo bisogno… Non siamo noi a far festa per noi, ma è invece lo
stesso Dio vivente a preparare per noi una festa. Con l’amore all’Eucarestia riscoprirete
anche il sacramento della Riconciliazione, nel quale la bontà misericordiosa
di Dio consente un nuovo inizio alla nostra vita… Chi ha scoperto Cristo, deve portare altri verso di
Lui. Una grande gioia non si può tenere per sé. Bisogna
trasmetterla…. Non di rado, però, la religione diventa quasi un
prodotto di consumo. Si sceglie quello che piace, e certuni sanno anche
trarne profitto. Ma la religione cercata alla maniera “fai da
te”, alla fine non ci aiuta. E’ comoda, ma nell’ora della
crisi ci abbandona a noi stessi. Aiutate gli uomini a scoprire la vera
stella che ci indica la strada: Gesù Cristo.” “..E CHE DI QUESTO
MALE NON NE MUOIA MAI PIU’ ” Questa frase è l’ultima riga di una filastrocca che Silvio ha scritto, una piccola autobiografia, poco tempo prima di morire, quasi un “canto del cigno”, come ha scritto don Antonio Bellezza Prinsi nel suo libro. Silvio, sapeva la gravità del suo male, ed ha pregato ed augurato che più nessuno soffrisse come lui. E’ un augurio che per
fortuna sta diventando pian piano una realtà. Questo lo si può ricavare da
quanto è emerso il mercoledì 26 ottobre 2005, nell’udienza del
Papa; e qui riporto in parte un
articolo comparso su Avvenire, il
giorno dopo:”Gioia, profonda gratitudine e tanta voglia di
festeggiare la loro guarigione e la vita. Era questa l’atmosfera che si
respirava ieri in piazza San Pietro tra i 3500 pellegrini arrivati un
po’ da tutta Italia sotto l’egida della “Città della
Speranza”, la fondazione nata nel 1994 a Padova, dall’impegno
di un gruppo di imprenditori veneti, uniti per sostenere la ricerca sulle
neoplasie infantili e costruire un nuovo reparto di oncoematologia pediatrica
nell’Azienda ospedaliera di Padova. Un progetto che a distanza di
undici anni registra successi crescenti… e il pellegrinaggio a Roma
porta proprio il segno della gratitudine e dell’impegno…persone
guidate dal Vescovo Antonio Mattiazzo, rappresentanti le istituzioni, i
medici e gli operatori che quotidianamente lavorano per salvare piccoli pazienti
alle prese con sofferenza e dolore e lo spettro di una morte precoce. Un
gruppo cui Benedetto XVI non ha
mancato di rivolgere una parola particolare:”Cari Amici, la croce di
Cristo ci fa comprendere il significato vero della sofferenza e del dolore. Unitevi
spiritualmente a Gesù Cristo e abbandonatevi fiduciosi nelle mani di maria,
invocandola incessantemente con il Rosario. Una adolescente sorridente e
luminosa dice:”Sono felice di essere qui perché significa che ho
superato la malattia”, spiegava lei e se potesse esprimere un
desiderio al Papa chiederebbe che “nessun bambino provi quello che
ho provato io”. La somiglianza di questo
episodio con la vicenda di Silvio, fa pensare che veramente esiste la
“Comunione dei santi”. Certo le sofferenze e le preghiere di
Silvio quand’era qui in terra, ma specialmente adesso in cielo, unite
alle nostre preghiere, possono e devono servire a far si che il suo desiderio:”e che di questo
male non ne muoia mai più”, possa diventare realtà per tanti
bimbi e ragazzi che soffrono come lui ha sofferto. Lo speriamo tutti, mentre
ci raccomandiamo sempre alla sua intercessione. D.L. LA
PEDAGOGIA DEL DOLORE INNOCENTE 5 – Il dolore dei
bimbi: un ’inestimabile tesoro per la Chiesa Abbiamo detto che il dolore dei bimbi non trae da sé il proprio valore di grazia, ma dalla sua intima inserzione su quello di Gesù. Tale inserzione è automatica – in forza della grazia battesimale – fintanto che nel bambino è incosciente, cioè negli anni favolosi dell’infanzia e della puerizia, durante i quali lo Spirito Santo fa da tramite diretto tra il suo spirito e la Trinità: ma deve diventare sempre più cosciente e riflessa, mano a mano che aumenta ed in lui si fa luce la ragione e la responsabilità personale. E poiché tale “presa di coscienza” rientra nel compimento dell’educazione cristiana, noi possiamo parlare di una pedagogia soprannaturale del dolore. Pochi sono gli educatori che la conoscono compiutamente e ne applicano i principi, con grave ed irreparabile danno per la vita soprannaturale delle anime e per la ricchezza mistica della Chiesa. Ebbi di ciò la visione quasi fisica un giorno del dopoguerra, indimenticabile ed orientatore per sempre. Dopo lo scoppio della bomba, Marco, l’unico superstite dei quattro bambini, che, ignari e spensierati, giocavano su un campo minato, era stato immediatamente sottoposto all’intervento chirurgico: amputazione delle gambe, estrazione del bulbo oculare e regolarizzazione delle vaste e numerose ferite che ne crivellavano il fragile corpo palpitante. Lo vidi qualche tempo dopo
l’operazione, quando ancora le medicazioni quotidiane lo facevano tanto
soffrire e gli domandai:”Quando ti strappano le bende, ti frugano
nelle ferite e ti fanno piangere, a chi pensi?”. “ A
nessuno”mi rispose con una punta di meraviglia nella voce. “ Ma tu non credi che ci sia qualcuno al quale potresti offrire il tuo dolore, per amore del quale dovresti reprimere i lamenti e inghiottire le lacrime e che potrebbe aiutarti a sentire meno il tuo dolore?”. Marco fissò nel vuoto il viso devastato, guardando con l’unico occhio stranito, e poi, scuotendo lentamente la testa disse:” “Non capisco…” e tornò a giocherellare distratto con l’orlo del lenzuolo. Fu in quel momento che io ebbi la precisa, quasi materiale, sensazione di una immensa, irreparabile sciagura: della perdita di un tesoro, più prezioso di un quadro d’autore o di un diamante di inestimabile valore. Era il grande dolore innocente di un bimbo che cadeva nel vuoto, inutile ed insignificante, soprannaturalmente perduto per lui e per l’umanità, perché non diretto all’unica meta nella quale il dolore di un innocente può prendere valore e trovare giustificazione: Cristo crocefisso; e attraverso tutti quei lettini di ospedale, in quei bimbi sofferenti, e per essi in tutti i bimbi sofferenti del mondo ( quale massa di dolore era stata imposta ai bambini durante la guerra e nei tragici anni seguenti di tormentosa pace!) mi parve vedere allargarsi a dismisura questo dissennato dispendio, senza che gli educatori cristiani vi si opponessero sufficientemente, consci della preziosità di questo puro tesoro e dell’urgenza di ricuperarlo avaramente, per farne dono al Cristo ed alla Chiesa…. Poveri bimbi di guerra! Chi, come me, li ha visti in Albania, in Grecia, in Montenegro, in Croazia, in Polonia, in Ucraina, in Russia, a torme scomposte, macilenti, randagi, stecchiti nella fame e nella morte, non riuscirà mai più a trarsene dagli occhi e dal cuore l’immagine funerea e conturbante. Ma di tutta questa massa di dolore innocente, così intima, così pura e così vasta, quanta parte è andata a Cristo e all’umanità? E quanta parte al contrario è andata perduta, perché nessuno si è curato adeguatamente indirizzarla verso la sua meta naturale che è Cristo?... Ma gli uomini pur tanto solleciti nella valorizzazione dei tesori materiali e ciecamente credenti nella forza delle potenze terrene, non si curano di valorizzare i tesori spirituali nascosti nelle anime degli innocenti e non credono abbastanza al valore determinante, anche se incontrollabile, degli agenti soprannaturali, per la storia degli individui e per la storia del mondo!.... ( C.Gnocchi, Pedagogia del dolore innocente. La Scuola Editrice 1956) EDUCATO DAI SUOI E DA GESU’ All’inizio della sua malattia, Silvio Dissegna vive una singolare inserzione di Gesù Cristo. Il 21 maggio, solennità della SS. Trinità riceve la Cresima nella sua chiesa parrocchiale a Poirino. E’ già in carrozzella, eppure andrà lontano. Nella Cresima si unisce più intensamente, nella Spirito Santo, a Gesù vivo e, nel suo stato di vita, accoglie un dono singolare del divino Paraclito: la fortezza di portare la croce. Dalla domenica 4 giugno 1978, lui, che sempre tutte le domeniche e anche più spesso ha partecipato alla S. Messa con la Comunione Eucaristica, chiede per la prima volta:”Desidero ricevere la Comunione a casa”. Don Luigi Delsanto gli porterà Gesù Eucaristico ogni giorno, fino all’ultimo”. La Grazia dell’Eucarestia è quella di rendere più conforme a Cristo, di configurare a Lui, Vittima sacrificale offerta al Padre per la salvezza del mondo: è il dono cristifico che rende cristiforme chi lo riceve. (A.Piolanti: Il mistero eucaristico, Roma 1983) Ne deriva che Silvio, non solo per il suo desiderio, ma in modo reale- ontologico – è assimilato a Gesù e a Lui Crocifisso. Vivrà dunque come Lui, in un cenacolo eucaristico continuo, sul Calvario come sull’altare, a dire:”Mio Dio, io ti adoro e ti offro…mi offro…per la redenzione del mondo”, come Gesù immolato. La sua educazione cristiana subito lo orienta a questa offerta, senza perdere un minuto. Non è un piccolo ateo come, per la nessuna educazione religiosa ricevuta, sono la maggior parte dei ragazzi d’oggi, che davanti al minimo sacrificio sono già perduti, con voglie di suicidio. La “pedagogia del dolore innocente”, in lui è già cominciata da anni nella stessa educazione cristiana che gli è stata donata. Gesù – il divino Maestro interiore, il divino affascinante Amico, la Gioia che penetra anche il dolore – gli parla all’anima e lo istruisce, lo avvince, lo previene, lo segue, lo accompagna. Porterà tutto a compimento fino alla sua statura divina (Ef.4,13) Nei giorni del dolore appare più luminosa che mai l’opera dei suoi genitori: lo incoraggiano sempre a sperare nella guarigione e a chiederla con la preghiera incessante, ma non lo ingannano con “bugie pietose”, né lo illudono. Del resto non sarebbe possibile, con un bambino così precoce. I genitori pregano con lui e
gli parlano, facendosi tramite della Voce del Maestro interiore, Gesù. Silvio fa un proposito:”Pregherò
la Madonna con il Rosario intero”. Contempla Gesù e Maria nei “misteri”del gaudio, del dolore e della gloria e, attraverso il Rosario, apprende che il suo itinerario di vita è proprio come quello di Gesù: il gaudio dell’infanzia è trascorso e ora sta vivendo il dolore prolungato della croce, ma – il più bello deve ancora venire – domani ci sarà la gloria del Paradiso. Tutti con Lui, tutto per
Lui, tutto in Lui. I genitori, in primo luogo la mamma, ora lo accompagnano nella salita al Calvario, nella “via Crucis”. Silvio non è abbandonato né ingannato:mai. Dolcemente, delicatamente, da mamma e papà gli sono proposti i modelli di vita che hanno sofferto e offerto con Gesù. Prima di tutto Gesù sofferente, Gesù carico della croce, Gesù Crocifisso. E con Gesù, coloro che sono vissuti come Lui: S. Domenico Savio, S. Bernardette, la piccola veggente di Lourdes, i pastorelli di Fatima, S. Teresa di Gesù Bambino. Attraverso di loro, Gesù parla, illumina, indica la via, sostiene, trasforma Silvio nel suo dolore. Mirabile pedagogia del dolore innocente da parte di Gesù stesso, dei genitori, dei sacerdoti che gli sono vicini. Nulla del suo dolore,
neppure un istante andrà perduto, neppure una lacrima, neppure una goccia del
suo sangue andrà disperso. Tutto diventa offerta e riparazione. Tutto è preghiera e amore. Tutto diventa grazia. La Passione redentrice del Cristo, in Silvio, non sarà inutile, ma un tesoro preziosissimo per tutta la Chiesa e per l’umanità. Silvio lo sa:”Se dico un’Ave Maria nella mia stanza, serve per tutto il mondo”. Quante Ave Maria abbia detto, accompagnando l’offerta del suo dolore sempre più atroce, Dio solo lo sa. Silvio passa le notti in preghiera, sgranando il Rosario intero, sempre con la corona in mano, giorno e notte. Ogni lacrima si è fatta perla d’amore. Paolo Risso |
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