Gli studenti italiani tra gli ultimi
della classe
Ricerca dell’Ocse in 32
Paesi. I quindicenni hanno difficoltà in matematica, scienze e
comprensione dei testi
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ROMA - La «bestia nera» è la matematica. Ma anche nella
lettura e nelle scienze i quindicenni italiani sono al di
sotto del livello medio di istruzione dei Paesi più
industrializzati. A marcare con un segno rosso la qualità
della nostra istruzione è l’Ocse (Organizzazione per la
Cooperazione e lo Sviluppo economico). In uno studio condotto
su 265.000 studenti dei 32 Paesi (oltre all’intera Europa, tra
gli altri, gli Stati Uniti, il Canada, la Russia, il Giappone,
la Nuova Zelanda e il Brasile) l’organizzazione ha messo in
risalto le capacità degli studenti nelle tre principali
branche del sapere. E l’Italia si è segnalata in negativo in
tutte e tre: al ventesimo posto per capacità di lettura,
intesa come comprensione ed elaborazione di un testo, al
ventiseiesimo per cognizioni matematiche e al ventitreesimo
per conoscenze scientifiche. In malavoglia di studiare i
nostri teen-ager sono pari solo agli ungheresi e secondi solo
ai belgi. Tuttavia, secondo l’indagine, il problema italiano
non sono le prestazioni scarse della media, quanto la carenza
di ragazzi «eccellenti».
MATEMATICA TI ODIO - La
«pagella» dei nostri quindicenni è imbarazzante. «In generale
- si legge nelle conclusioni - gli studenti italiani hanno
evidenziato una prestazione significativamente al di sotto
della media Ocse per tutti i settori coperti dallo studio e,
in maniera molto sostanziale, nelle conoscenze matematiche».
Materia nella quale invece svettano gli studenti giapponesi e
coreani.
L’ABC - Il 19% dei nostri ragazzi,
secondo l’indagine, si trova al livello 1. E’ praticamente
quello che noi definiamo l’abc: comprendere i testi. Nel
proseguire gli studi mostrano una sostanziale difficoltà.
Alcuni non si dimostrano in grado di farlo. Un’incidenza più
alta di un punto di quella media del campione.
GENI SPARUTI - Nei Paesi del Nord del mondo un
quindicenne su 10 registra livelli di alfabetizzazione di
vertice riuscendo, in sostanza, a comprendere testi complessi,
a valutare informazioni, a costruire ipotesi e a basare i
propri giudizi su informazioni specifiche. In Paesi come
Australia, Canada, Finlandia, Nuova Zelanda e Regno Unito i
ragazzi più dotati costituiscono tra il 15% e il 19% del
totale. In Italia solo il 5% degli studenti sono al livello 5,
quello più alto.
LE DONNE - L’Italia registra al
suo interno forti differenze tra sessi per la comprensione dei
testi scritti. Le ragazze registrano un risultato superiore di
38 punti (32 la media Ocse) a proprio favore. In tutti i
Paesi, inoltre, i maschi hanno una maggiore probabilità di
registrare il più basso livello di comprensione nella lettura
(livello 1). Ma in Italia ben il 25% dei maschi non riesce ad
andare al di sopra di tale livello a fronte del 13% delle
ragazze.
PERO’ OMOGENEI - Sotto l’aspetto
dell’omogeneità dei risultati degli studenti siamo secondi
solo alla Spagna. Ci sono Paesi dove è profondo il varco tra
studenti ricchi e poveri, di campagna o di città. E ancora,
tra chi frequenta scuole private o pubbliche o di regioni
diverse dove le scuole sono amministrate a livello locale.
«L’Italia - si legge invece nel documento - possiede un numero
relativamente piccolo di studenti con alti livelli di
alfabetizzazione, ma non presenta un numero sproporzionato che
registri risultati molto scarsi. Così la sua performance
complessiva ha più a che vedere con la mancanza di soggetti
con risultati molto elevati che con un problema eccezionale di
prestazioni scarse».
Virginia Piccolillo |