REGIA MARINA

 


- DANTE ALIGHIERI -


DANTE ALIGHIERI


CARATTERISTICHE TECNICHE

Nave

Dante Alighieri

Classe  Dante Alighieri

Tipo

Corazzata monocalibro

Cantiere

Castellamare di Stabia

Impostazione

06.06.1909

Varo

20.08.1910

Entrata in servizio

15.01.193

Radiazione

01.11.1928

DIMENSIONI

Lunghezza

168,10 metri

Larghezza

26,60 metri

Immersione

9,40 metri 

DISLOCAMENTO

A pieno carico

21.800 tonnellate

MOTORI

Caldaie

23 caldaie

Eliche 4
Turbine 3 gruppi di turbine 

Potenza

32.200 cavalli vapore

Velocità

23,00 nodi  

Combustibile

2400 tonnellate di carbone

600   tonnellate di nafta

Autonomia

5.000 miglia marina a 10 nodi

PROTEZIONE

Verticale cintura: 250 mm.
Orizzontale

ponte protezione: 50 mm.

Torrette principali 250 mm.
Torre di comando 280 mm

ARMAMENTO

Principale 12 cannoni da 305 mm. in 3 torri trinate e 2 torri binate
Secondario 20 cannoni da 120 mm.

16 cannoni da 76 mm.

2 cannoni da 40 mm.

AAW -
Siluri 3 lanciasiluri

AEREI

Aerei -

RADARS

Ricerca aerea Non presente
Ricerca di superficie Non presente
Controllo di tiro Non presente

EQUIPAGGIO

In tempo di guerra 970

di cui: 30 ufficiali e 940 marinai


DATI TECNICI

La Dante Alighieri fu la prima corazzata « monocalibra » della Marina italiana. Fu anche la prima corazzata ad avere torri trinate per i cannoni da 305 mm e un apparato moto- re a turbina su 4 eliche, invece che macchine alternative su 2 eliche.  Ebbe scafo con un corto castello e sperone a prora. Gli alberi erano due e i fumaioli quattro In due gruppi di due molto distanziati fra loro per la presenza di ben due torri d I cannoni da 305 mm nella zona centrale. L'armamento era formato da 12 cannoni da 305 mm in 4 torri trinate, di cui una a prora sul castello. due al centro fra i due gruppi di fumaioli e una a poppa in coperta, tutte con asse nel piano di simmetria. Dei 20 cannoni da 120 mm del calibro antisiluranti. 12 erano in casamatte nel ponte di batteria, 6 per lato in gruppi di 3 verso prora e 3 verso poppa; gli altri 8 erano in 4 torri binate disposte due ai lati di ciascuna delle torri da 305 mm di prora e di poppa. 

Questa soluzione venne adottata in seguito dalla classe Gangut della Marina Russa. L’armamento secondario era costituito da 20 cannoni da 120/50 Mod. 1909, in 4 torri binate e 12 torri singole e 16 cannoni da 76/50 mm, mentre l'armamento silurante era costituito da tre tubi lanciasiluri da 450 mm, ognuno dei quali dotato di tre siluri.
I cannoni principali da 305/46 erano progettati dalla ditta inglese Armstrong e costruiti negli Stabilimenti meccanici di Pozzuoli, mentre i cannoni da 120/50 mm, come quelli della corazzata Giulio Cesare, erano Elswick Pattern.
Successivamente per la difesa antierea vennero aggiunti 2 cannoni da 40/39 mm e 6 mitragliere.
Le torri corazzate dei cannoni da 305 mm erano brandeggiabili mediante un sistema sia idraulico che elettrico, mentre l’elevazione delle munizioni dai depositi, il caricamento e la manovra delle grosse artiglierie all'interno delle torri erano solamente idraulici. La manovra delle artiglierie secondarie era invece esclusivamente manuale.

La protezione verticale era costituita da una cintura dello spessore di 250 mm al centro, che si riducevano rIspettiva- mente a 100 mm e 76 mm a prora e a poppa. La protezione orizzontale era costituita da un ponte di protezione dello spessore di 50 mm, dal ponte di batteria da 30 mm e da quello di coperta da 24 mm.  L'apparato motore era composto da 3 gruppi di turbine azionanti 4 assi: ciascuno dei due assi laterali era mosso da una turbina di alta pressione e una di bassa pressione dei due primi gruppi; quelli centrali uno dal- la turbina di alta pressione e uno dalla turbina di bassa pressione del terzo gruppo. Le 23 caldaie erano in 4 locali sotto ai rispettivi fumaioli, i 3 locali macchine erano a centro nave, fra quelli delle caldaie. sotto le due torri da 305 mm.  La Dante fu radiata dopo soli 15 anni di servizio perché la sistemazione delle artiglierie .la rendeva unità superata.


STORIA

La carriera della Dante Alighieri, nonostante l'impiego durante il primo conflitto mondiale, fu priva di eventi significativi. La nave, varata il 20 agosto 1910 ed entrata in servizio il 15 gennaio 1913, ricevette la bandiera da combattimento nella rada di La Spezia il 26 gennaio 1913 dalla signora Ildegarde Occella, Presidente del comitato femminile della Società Dante Alighieri. La nave subito dopo l'entrata in servizio effettuò una crociera in Atlantico, in cui, superata Gibilterra, tocco i porti di Dakar in Senegal, Funchal nell'isola di Madera, Ponta Delgada e Vigo, svolgendo poi attività di squadra e crociere nel Mediterraneo.
Nel 1913 venne sperimentata la sistemazione di un idrovolante Curtiss Model H, all'epoca genericamente denominato Curtiss Flying Boat, e nello stesso anno imbarcò a Livorno Re Vittorio Emanuele III per recarsi a Castellammare di Stabia ad assistere al varo della corazzata Caio Duilio. La corazzata Dante Alighieri fu la prima nave della Regia Marina ad avere un idrovolante imbarcato e quasi contemporaneamente in via sperimentale vennero dotati di idrovolanti anche gli incrociatori corazzati Amalfi e San Marco e in seguito a tali esperienze venne deciso di trasformare alcune unità in basi mobili per idrovolanti.
Allo scoppio del primo conflitto mondiale, la nave, al comando del Capitano di Vascello Biscaretti, era dislocata a Taranto, come ammiraglia della I Divisione con insegna del Contrammiraglio Camillo Corsi. Il 5 settembre 1915 imbarcò a bordo l'ammiraglio Luigi Amedeo di Savoia, duca degli Abruzzi innalzandone l'insegna. Il 30 novembre 1916 approdò a Corfù, facendo rientro a Taranto il 27 gennaio 1917.
Durante la guerra svolse principalmente attività di pattugliamento nel Mar Adriatico meridionale, ma senza essere mai impegnata in combattimento, in quanto le navi da battaglia della Imperial-Regia Marina Austro-Ungarica raramente lasciavano i loro porti.
L'unica azione significativa durante la prima guerra mondiale fu il bombardamento del porto di Durazzo, il 2 ottobre 1918, con a bordo l'ammiraglio Thaon di Revel, che ne innalzò l'insegna, in un'azione a protezione di un gruppo di navi italo-inglesi.
Nel 1918 la nave venne ridislocata a Venezia per l’occupazione delle coste e delle isole dalmate.
Alla fine del 1920 in seguito all'Impresa di Fiume di Gabriele d'Annunzio la nave non prese parte al blocco di Fiume (vi era bloccata) e non partecipò al bombardamento della città, nei giorni che passarono poi alla storia con il nome di Natale di sangue.
Nel 1922 il Re Vittorio Emanuele III ha intrattenuto a bordo dell'unità i delegati alla Conferenza di Genova.
Nel 1923 venne rimodernata, in particolare tutte le caldaie furono convertite per l'alimentazione a nafta venne installato un nuovo albero di trinchetto quadripode in sostituzione di quello tripode e vennero allungati i fumaioli per ridurre gli scarichi del fumo della combustione sul ponte.
Nel 1924 prese parte insieme a Cavour, Doria e Duilio ad una crociera in Spagna in occasione di una visita dei reali d’Italia. Nello stesso anno venne testato un nuovo sistema di controllo del fuoco a distanze fino a 26.000 metri; sempre nel corso dello stesso anno la nave ha trasportato a Palermo Benito Mussolini in occasione della visita in Sicilia del capo del governo.
Nel 1925 la nave venne attrezzata per imbarcare un idrovolante da ricognizione “M 18” e nel 1927 visitò insieme alle Duilio la città di Zara.
Alla fine degli anni venti lo stato di sofferenza dell'economia italiana reduce dal primo dopoguerra non consentiva di mantenere una flotta considerevole e venne pertanto deciso di ridurre il bilancio navale; conseguentemente venne sospesa la costruzione delle Caracciolo, venne deciso di smantellare la corazzata Leonardo da Vinci di cui era stato previsto il riallestimento dopo il recupero nel porto di Taranto e di ritirare dal servizio le corazzate Dante Alighieri e le Cavour e così il 1º luglio 1928 la nave venne posta in disarmo, per essere radiata e smantellata dopo poco.
Sulla corazzata Dante Alighieri ha prestato il suo servizio militare dal 1925 al 1927 Egidio Bullesi, un giovane terziario francescano dichiarato venerabile nel 1997 da Giovanni Paolo II che durante il suo imbarco organizzò un gruppo di riflessione e preghiera e conobbe Guido Foghi a cui trasmise la sua passione e che, dopo la sua morte, sarebbe diventato missionario francescano in Tibet e successivamente in Guatemala, mutando in sua memoria il nome in Padre Egidio Maria Foghin.


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