MARINA ITALIANA

 


PORTA ELICOTTERI VITTORIO VENETO (550)

- AIRCRAFT CARRIER VITTORIO VENETO -

"Victoria nobis vita"


CARATTERISTICHE TECNICHE

Nave Vittorio Veneto
Identificazione 550
Tipo Incrociatore lanciamissili e portaelicotteri
Cantiere di costruzione Italcantieri, Castelamare di Stabia
Elicotteri imbarcati 9
Impostazione 10/06/1965
Varo 05/02/1967
Entrata in servizio 12/07/1969
Disarmo 29/06/2006
Lunghezza 170,61metri
Larghezza 19,40 metri
Lunghezza ponte di volo 48,00 metri
Larghezza ponte di volo 18,50 metri
Immersione 5,24 metri
Dislocamento 8850 tonnellate
Apparato motore 8 caldaie 2 gruppi di turbine 2 eliche
Potenza 73.000 cavalli vapore
Velocità 32 nodi
Combustibile 1.200 tonnellate
Autonomia 6.000 miglia a 20 nodi
Armamento 8 canoni da 76 mm.- 1 sistema missilistico-6 lanciasiluri a.s.-2 lanciarazzi
Protezione verticale -
Protezione orizzontale -
Equipaggio 72 ufficiali + 493 marinai
Aerei 6 elicotteri Sikorsky SH - 3Sea Kingo

9 Augusta Bell AB 212

Motto Victoria nobis vita
Soprannome Canguro grigio

Il progetto derivava direttamente dalle due unità della classe Andrea Doria: con tali imbarcazioni era stata introdotta la tipologia di incrociatore lanciamissili portaelicotteri; con una rampa missilistica Mk.10 a prua, cannoni antiaerei al centro e un ponte di volo a poppa, capace di far operare, assieme all'hangar associato, due elicotteri pesanti Sikorsky SH-3D Sea King o Agusta-Bell AB 204 queste navi non erano però abbastanza efficienti da giustificarne il costo, data l'esiguità della linea di volo; il progetto venne rivisto e ingrandito, con un aumento di dislocamento del 50%, per arrivare a sei elicotteri SH-3 Sea King pesanti o nove AB-204 ASW medio-leggeri. La progettazione riuscì, almeno in parte, a risolvere il problema del rapporto costo-efficacia, e il Vittorio Veneto entrò in linea nel 1969, restando però esemplare unico, cosa che certamente non giovò alla massimizzazione dei vantaggi della sua progettazione.
In seguito all'evolversi della tecnologia e a perplessità sulla sua capacità di difesa antiaerea e antinave, la nave venne sottoposta a lavori di aggiornamento presso l'Arsenale di Taranto durante il periodo 1980-1983, al termine dei quali il Vittorio Veneto venne a trovarsi con un armamento molto potente e diversificato, adatto a molte esigenze, e con una mezza squadriglia elicotteri. La linea di volo venne rinnovata con la sostituzione degli AB 204 con gli AB 212 ASW, ma uno dei limiti era che i Sea King non potevano operare totalmente dalla nave, perché, essendo troppo alti non c'era spazio nell'hangar per questi elicotteri.
La linea della nave presentava una prua senza castello e con un alto bordo libero mentre la parte poppiera era come una nave portaerei con un ponte di volo rettangolare relativamente grande (circa 800 m2), lungo 48 metri e largo 18,50, con una rimessa sottostante di 27,5 x 15,3 m, collegata con un elevatore. Nonostante le apparenze, le grandi sovrastrutture non hanno spazio per la sistemazione di un hangar, come nei classe Moskva - Progetto 1123 Kondor praticamente coevi e pesanti circa il doppio. Dalla plancia alla poppa estrema vi era una lunga sovrastruttura che si estendeva per tutta la larghezza e alzando la coperta di un interponte. La decisione di dotare l’unità di un ampio ponte di volo poppiero con hangar sottostante che comportò la necessità di creare un cassero esteso per quasi 2/3 dell’intera lunghezza della nave; il profilo dell’unità presentava la prua alta e slanciata che si raccordava al cassero con andamento discendente e insellatura poco pronunciata, con la poppa che risultava leggermente più bassa dell’estremità prodiera. Lo scafo era dotato di pinne stabilizzatrici antirollio, ed era caratterizzato dalla presenza del bulbo prodiero in cui era collocato il sonar. La poppetta, sottostante alla parte estrema del ponte di volo, era destinata alle operazioni d’ormeggio. Il profilo dell’unità era caratterizzato da un unico blocco centro prodiero che ospitava il ponte di comando e tutti i locali necessari per condurre l’attività operativa. A poppavia della sovrastruttura della plancia due strutture denominate mack, che integravano i due fumaioli, per lo scarico dei fumi delle caldaie, con gli alberi che fornivano un supporto per tutte le antenne radar e di telecomunicazione dalla nave. L’ampio spazio tra i due mack era riservato alla possibilità, poi tramontata, d’imbarcare missili tipo Polaris e vi era sistemata una gru con ampio braccio.
La nave era equipaggiata di quattro Caldaie Ansaldo-Foster Wheeler, con due gruppi turboriduttori Tosi, dalla potenza di 73000 hp che trasmettevano il movimento agli assi portaeliche con due eliche a passo variabile. La velocità massima era di 32 nodi con autonomia di 6.000 miglia a 17 nodi.
L'armamento principale era dato dalla rampa Mk.20 Aster, con tre tamburi rotanti per 20 ASROC e 40 Terrier, collocata a prora in coperta. L'armamento di artiglierie per la difesa aerea ravvicinata aveva una cadenza teorica di 60 colpi/minuto, che potevano essere sparati complessivamente dagli otto cannoni da 76 mm/62, costruiti dalla Oto Melara di La Spezia, raggruppati ai lati della sovrastruttura in torrette singole, quattro per lato, disposti due davanti alla plancia e gli altri sei a lato della tuga centrale. Vi erano poi anche sei lanciasiluri antisommergibili in due impianti tripli situati nella zona poppiera sui due lati prima del ponte di volo[3] per siluri leggeri da 324 mm, del tipo Mk 46 e successivamente del tipo A 244.
Il ciclo di lavori ai quali l'unità venne sottoposta tra il 1980 e il 1983 ha visto l'aggiunta di tre sistemi Breda Dardo, uno a prua e due a poppa, collocate ai lati dell'hangar su torri binate da 40mm per potenziare la sua capacità difensiva antiaerea a corto raggio, e quattro rampe di missili a lungo raggio franco-italiani OTOMAT, che conferirono all'unità notevoli capacità antinave, collocate a due a due a centro nave, per la cui collocazione è stata necessaria l'aggiunta di apposite mensole sporgenti lungo le murate. I sistemi Dardo in aggiunta ai cannoni da 76mm portarono ad un totale di 14 bocche da fuoco. Anche la rampa principale MK 10, analoga a quella dei classe Belknap, venne aggiornata allo standard Mod. 9 acquisendo quindi la possibilità di lanciare missili Standard e ASROC.
Notevole la componente elettronica dell'unità. Il radar tridimensionale di scoperta aerea lontana Hughes AN/SPS-52B era posizionato sull’albero di maestra prodiero. Il TACAN e il radar bidimensionale di scoperta aeronavale della Lockheed Electronics AN/SPS-40 erano collocati sul mack poppiero, mentre il radar di navigazione e di scoperta di superficie SMA MM-SPQ-2B era collocato sull’albero di trinchetto. Il radar bidimensionale di scoperta aeronavale AN/SPS-40 era stato acquisito in attesa che venisse sviluppato il nuovo modello di produzione nazionale MM/SPS-768 che venne prodotto a partire da novembre 1975 e avrebbe equipaggiato tutte le unità di altura della squadra navale a partire dalla seconda metà degli anni settanta.[5] I due radar guida-missili Sperry AN/SPG-55A erano posizionati sulla sommità della struttura centro-prodiera. Le quattro centrali di tiro ELSAG -Elettronica San Giorgio Argo NA-10/RTN-10X, ciascuna asservita ad una coppia di cannoni da 76/62, erano sistemate una a prora, una a poppa e due in posizione centro-laterale. Il sistema di guerra elettronica I.F.F. e E.S.M./ECM era Abbey Hill e disponeva di due lanciarazzi chaff/jammers/flares SCLAR Breda-Elsag collocati ai due lati dell'unità. La nave era dotata di sistema di comando e controllo SADOC-1 e di un sonar a scafo a media frequenza AN/SQS-23G a cui erano associati i sensori degli elicotteri imbarcati.
L'elettronica della nave con l'acquisizione delle più recenti apparecchiature e dei nuovi sistemi d'arma, dopo il ciclo di lavori a cui la nave venne sottoposta tra il 1980 e il 1983 venne completamente rinnovata, avendo provveduto alla sostituzione di tutte le apparecchiature, che hanno caratterizzato il nuovo aspetto dell’unità.
Il radar bidimensionale di scoperta aerea lontana AN/SPS-40 è stato sostituito dal nuovo radar di costruzione nazionale Selenia MM/SPS-768 con secondario IFF Mk XII, installato sul mack di poppa alla cui sommità era collocata l'antenna del TACAN, Face Standard del tipo URN-25, per la radionavigazione degli elicotteri imbarcati. Il radar di scoperta di superficie SMA MM/SPS-702 con secondario IFF, con antenna collocata su di una mensola del mack prodiero, ha sostituito il precedente radar SMA MM/SPQ-2B di navigazione e scoperta navale e dopo i lavori la nave venne equipaggiata con radar di navigazione MM/SPN-748, con antenna collocata sul cielo della plancia. A proravia del mack prodiero vi erano i due radar guidamissili Sperry AN/SPG-55C[5] per missili Standard, che hanno sostituito i precedenti AN/SPG-55A[5] asserviti ai Terrier, mentre asserviti al sistema di difesa di punto CIWS Dardo vi erano due direzioni di tiro Selenia-Elsag Orion SPG-74 RTN-20X,[5] collocate lungo l'asse longitudinale a prora e a poppa.


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