ITALIA


PREMESSA

Il capitano di vascello Ubaldo degli Uberti pubblicava nel 1940 il volume "La Marina da Guerra", che ebbe una vasta diffusione nell'opinione pubblica italiana e che a conflitto già iniziato così esponeva il giudizio ufficiale della Regia Marina sulla nave portaerei "Tra le varie unità effimere, nate nel disordine del pensiero tecnico operativo, che ha fatto seguito alla guerra mondiale, questa (la portaerei) è senza dubbio la più vulnerabile, la più illogica, la meno adatta per muoversi e per trionfare nell'ardente atmosfera della guerra moderna in mare. Questo perché, secondo alcuni entusiasti la nave portaerei dovrebbe sparare velivoli così come la sua consorella nave da battaglia spara proiettili o il naviglio siluri. Essi ammettono così che questa nave possa stare in linea con le altre durante la battaglia navale. Ora questo non è possibile principalmente per il fatto che, per dare agli aerei la possibilità di alzarsi, così come si è accennato, la nave deve correre contro vento alla massima velocità, libera da ogni vincolo di manovra del grosso della flotta per potersi eventualmente - e ciò sarà nella massima parte dei casi - allontanare dalla rotta comune, quindi dovrà essere scortata da unità adatte a proteggerla dal naviglio leggero e sommergibili e anche da aerei nemici attratti dal facile bersaglio. Un ponte di volo colpito da spezzoni di aerei, è presto inutilizzato e chi potrà mai pensare di farlo corazzato?.... Questo obbligo di rotta genera una servitù non sempre conciliabile con la manovra più opportuna, dopo un'azione tattica impegnativa, specialmente in bacini ristretti..."

Se la nostra marina è arrivata obsoleta alla Seconda Guerra Mondiale lo dobbiamo principalmente ai "Nelson" nostrani previdenti e preveggenti quali il capitano di vascello Ubaldo degli Uberti. (Shinano)

REGIA MARINA

La Regia Marina fu l'arma navale del Regno d'Italia fino al 18 giugno 1946 quando, con la proclamazione della Repubblica, assunse la nuova denominazione di Marina Militare.

PORTA IDROVOLANTI

Una nave appoggio idrovolanti è una nave dotata di installazioni per operare idrovolanti. Questo tipo di navi furono il primo tipo di portaerei utilizzato e fecero la loro comparsa poco prima dell'inizio della prima guerra mondiale. Possedevano un hangar per l'immagazzinamento e la manutenzione degli idrovolanti, ma non un ponte di volo come una vera portaerei, utilizzavano invece delle gru per abbassare e recuperare gli idrovolanti dalla superficie del mare (da cui atterravano e decollavano). Per agevolare le operazioni di decollo disponevano in genere di piccole rampe dotate di catapulte, che permettevano il lancio degli idrovolanti senza bisogno di farli decollare dall'acqua.
Queste navi erano normalmente mercantili convertiti, piuttosto che essere espressamente costruiti per questo scopo. Con il miglioramento degli aerei l'uso degli idrovolanti divenne sempre più problematico, questi potevano operare solo in condizioni di mare calmo e la nave doveva arrestarsi per il lancio ed il recupero, operazioni che potevano entrambe richiedere intorno ai 20 minuti. La nave appoggio doveva spesso viaggiare cinquanta miglia davanti alla flotta principale, insieme allo schermo di incrociatori, così da non rimanere troppo indietro quando si sarebbe arrestata per lanciare i suoi aerei. Gli idrovolanti inoltre hanno prestazioni inferiori a quella di un aereo equivalente a causa della zavorra ed ingombro dei galleggianti. Durante la prima guerra mondiale le navi appoggio idrovolanti vennero largamente sostituite dalle portaerei nelle flotte da battaglia, sebbene gli aerei giocassero ancora un ruolo minoritario in confronto alla potenza di fuoco dell'artiglieria navale.

Elba

Il primo idrovolante imbarcato fu quello sulla nave da battaglia Dante Alighieri. In via sperimentale vennero dotati di idrovolanti anche gli incrociatori corazzati Amalfi e San Marco.In seguito alle esperienze fatte fu deciso di trasformare alcune unità in basi mobili per idrovolanti. Una di queste fu l’Elba, che era un incrociatore sottoposto a lavori di modifica. Poteva imbarcare 3 – 4 idrovolanti. L’aviorimessa era chiusa ai lati da teloni e poteva ospitare due aerei, mentre gli altri dovevano restare sulla piattaforma. Gli aerei venivano messi in mare e recuperati mediante due picchi di carico. L’Elba entrò in servizio nel giugno 1914 come nave appoggio idrovolanti. Al termine del conflitto l'Elba venne ritirato dal servizio e radiato il 15 maggio 1921 per essere venduto per demolizione il 22 marzo 1923. La nave aveva una stazza lorda di 2.460 t.

Caratteristiche: stazza lorda (2.460 t.), ponte di volo (m. 21,60 x 25,20), equipaggio (257 effettivo,  1.278 complemento), aerei (3/4 idrovolanti Curtiss), velocità 18 nodi

Quarto (Europa)

Nel gennaio 1915 fu acquisito quindi il Quarto, che era una nave da carico, che poteva ospitare idrovolanti. A fine lavori venne ribattezzata Europa ed era in grado di imbarcare quattro idrovolanti di medie dimensioni. Il 6 ottobre 1915 l’Europa entrò in servizio per la Regia Marina, con la classificazione di nave sussidiaria di I classe per trasporto idrovolanti ed appoggio sommergibili. In novembre l'unità divenne operativa, disponendo di dodici idrovolanti, otto dei quali pronti al volo. La sua base era l'Idroscalo di Brindisi. Il 27 gennaio 1916 l’Europa venne inviata a Valona e lì rimase di base, in appoggio alle operazioni di evacuazione dell'esercito serbo attraverso i porti albanesi[5]. Rimase nella base albanese sino al termine del conflitto operando dalla primavera 1917 con la 258ª Squadriglia, dotata di idrovolanti FBA Type H e poi Macchi M.5, che venivano impiegati nel pontile di Valona insieme a quelli della 257ª Squadriglia FBA del Regio Esercito che aveva invece base a terra a Brindisi. Il compiti delle 2 squadriglie FBA era di collaborare allo sbarramento del Canale d'Otranto difendendo il traffico navale alleato ed attaccare le basi austriache di Cattaro e Durazzo. Inoltre successivamente dovevano attaccare le postazioni difensive albanesi in appoggio all'esercito. Il primo comandante della 258ª è stato il Tenente di Vascello Aldo Pellegrini. Nel maggio 1917 2 FBA della 258ª della Regia Nave Europa presero parte alla battaglia del Canale d'Otranto. Nel corso della prima guerra mondiale la nave svolse principalmente attività di manutenzione ed appoggio idrovolanti, ma anche di appoggio ai sommergibili. Fu molto intensa l'attività operativa dei suoi velivoli, i quali effettuarono in tutto 1884 missioni di guerra, di cui più di 1500 di ricognizione in territorio nemico. Radiata nel 1920, l’Europa venne avviata alla demolizione. La nave aveva una stazza lorda di  8.805 tonnellate ed era in grado di ospitare 12 idrovolanti (8 pronti al volo e 4 di riserva).

Caratteristiche: dislocamento a pieno carico (8.805 t.), equipaggio (250), aerei (8 idrovolanti pronti al volo e 4 di riserva), velocità 12 nodi

Giuseppe Miraglia

La prima porta idrovolanti italiana dotata di catapulte è stata una nave passeggeri: la Città di Messina. Venne impostata nel 1921 assieme alla nave gemella Città di Palermo. Nel corso della costruzione la Città di Messina fu acquisita dalla Marina, fu chiamata Giuseppe Miraglia, e fu inquadrata come “nave portaerei”. Il Miraglia aveva due gru necessarie per il sollevamento degli aerei dall’acqua. La nave appoggio idrovolanti Giuseppe Miraglia venne costruita come traghetto per le Ferrovie dello Stato con il nome di Città di Messina, ma dopo essere stata varata il 20 dicembre 1923, venne presa la decisione d'incorporarla nella Regia Marina per fornire supporto logistico agli idrovolanti in dotazione alle navi da battaglia ed agli incrociatori. Il suo compito era quello di nave officina per l'assistenza e riparazione degli aerei e nel contempo di appoggio per trasportarli nelle squadre navali. Era in grado di ospitare 17 idrovolanti ed aveva un dislocamento a pieno carico di 5.400 t. Dopo essere stata utilizzata durante il conflitto italo-etiope per il trasporto velivoli per l'Africa Orientale, venne successivamente impiegata durante la guerra civile spagnola. Durante il secondo conflitto mondiale dopo essere uscita illesa dalla notte di Taranto venne dispiegata nel Mediterraneo. In seguito alle vicende armistiziali si consegnò agli alleati salpando da Venezia per approdare con il resto della flotta a Malta, che raggiunse con la corazzata Giulio Cesare sotto la scorta di un idrovolante antisommergibile CANT Z.506 e dove venne impiegata come base appoggio per i sommergibilisti italiani. Al termine del conflitto venne utilizzata per il rimpatrio dei prigionieri italiani dall'Egitto e dall'Algeria e di civili dalla Libia e dal Dodecaneso; successivamente venne ormeggiata a Taranto, dove venne utilizzata in un primo momento come nave caserma per gli equipaggi delle motosiluranti e poi come nave officina, prima di essere disarmata e definitivamente radiata dal registro del naviglio militare dello Stato, il 15 luglio 1950.

Caratteristiche: dislocamento a pieno carico (5.913 t.), equipaggio (196), aerei (17 idrovolanti Macchi M.18AR), velocità 21 nodi

PORTAEREI

Una portaerei è una nave da guerra il cui ruolo principale è il trasporto in zona di operazioni, lancio e recupero di aeroplani, agendo in effetti come una base aerea capace di muoversi in mare. Le portaerei permettono pertanto ad una forza navale di proiettare la propria potenza aerea fino a grandi distanze senza dover dipendere da basi terrestri locali per gli aerei. Le marine moderne che operano portaerei le trattano come il nucleo della flotta, un ruolo giocato in precedenza dalle corazzate. Il cambiamento iniziò con la crescita della potenza aerea come parte significativa della guerra ed avvenne durante la seconda guerra mondiale. Le portaerei prive di scorta sono considerate vulnerabili ad attacchi da altre navi, aerei, sottomarini o missili e pertanto viaggiano come parte di un gruppo da battaglia di portaerei.

Aquila

La portaerei italiana Aquila fu l'unica portaerei che la Marina italiana riuscì a costruire, anche se non riuscì mai ad uscire in mare. Nata per porre in tutta fretta fine ad uno svantaggio tattico (la mancanza di portaerei nella potente Regia Marina) resosi evidentissimo dopo le tragiche notti di Taranto e di Capo Matapan avrebbe dovuto riequilibrare le sorti della guerra navale nel Mediterraneo. Tecnicamente, pur derivando da una nave di linea, sarebbe stata una nave valida, con buona velocità e discreta capacità offensiva (pari a quella della giapponese Taiho), la sottile blindatura del ponte di volo la rendeva discretamente difendibile dagli attacchi aerei. Esteticamente l'Aquila fu tra le portaerei più belle mai costruite (l'italian design c'era già all'epoca) e rivaleggiava con la classe Illustrious inglese per compattezza e slancio della linea (confrontatele pure con l'Akagi o con la classe Enterprise e noterete subito la differenza!). Una bella incompiuta! (Shinano).

Caratteristiche: dislocamento a pieno carico (27.800 t.), equipaggio (1.420 uomini di cui 107 ufficiali), aerei (51 Reggiani RE.2001), velocità 30 nodi, ponte di volo (211,60 x 25,20 m.)

Sparviero

Lo Sparviero fu una portaerei della Regia Marina progettata durante la seconda guerra mondiale, modificando lo scafo del transatlantico Augustus, ma non entrò mai in servizio attivo. La presenza di un ponte di volo di soli 180 metri, interrotto dalla catapulta di lancio fu una scelta tecnica unica a livello di navi portaerei. In un momento in cui le altre marine andavano verso portaerei tutto ponte sempre più lunghe in Italia si riesumava una configurazione che ricordava molto quelle delle prime portaerei di fine anni venti (Furious e Vindictive per esempio). Quale utilità pratica potesse avere una tale configurazione è difficile desumerlo visto che la nave non fu mai completata, a posteriori si può però affermare che sarebbe nata "già vecchia" e difficilmente sarebbe stata di una qualche utilità a causa dei tempi lunghi necessari per poter lanciare gli aerei. Sarebbe dovuta essere una portaerei ausiliare all'Aquila e come tale costituire un gruppo di appoggio alla medesima. Anche se fosse stata completata prima della fine della guerra difficilmente sarebbe diventata operativa a causa dei tempi lunghi di addestramento che avrebbero necessitato i piloti. (Shinano). La nave avrebbe avuto un dislocamento di 30.418 tonnellate e sarebbe stata in grado di ospitare 34 aerei.

Caratteristiche: dislocamento a pieno carico (30.418 t.), equipaggio (1.420 uomini di cui 107 ufficiali), aerei (59 di cui 34 caccia Reggiani RE.2001, 16 caccia e 9 bombardieri / siluranti), velocità 20 nodi, ponte di volo (211,60 x 25,20 m.)

Bolzano

Il Bolzano fu un incrociatore pesante della Regia Marina, impiegato durante la seconda guerra mondiale. Apparteneva alla classe Trento, ma con delle diversità costruttive tali da farlo considerare talvolta una classe a parte. Nel 1943 era allo studio la trasformazione dell’incrociatore pesante Bolzano in nave lancia-aerei. Non era previsto però l’appontaggio degli aerei, che avrebbero dovuto raggiungere una base a terra. La situazione economico militare purtroppo era pessima e anche questo progetto dovette essere abbandonato.

MARINA ITALIANA / ITALIAN NAVY

La Marina Militare costituisce una delle quattro forze armate della Repubblica Italiana, insieme a Esercito Italiano, Aeronautica Militare e Arma dei Carabinieri: ad essa sono affidati il controllo e la condotta delle operazioni navali nelle acque territoriali ed internazionali.

La sua storia inizia nel 1946 dopo la seconda guerra mondiale con la nascita della Repubblica, ereditando la struttura della Regia Marina e quelle unità navali che le condizioni armistiziali e del trattato di pace lasciavano all'Italia. Dopo un'espansione dovuta anche alla cessione da parte degli Stati Uniti d'America di alcune unità navali e a un programma di costruzioni noto come "legge navale", necessario per far fronte alla minaccia proveniente dal Patto di Varsavia, a partire dalla fine del XX secolo è stato attuato un programma di ridimensionamento dovuto alla rivalutazione dei compiti della forza armata.

INCROCIATORI PORTAELICOTTERI

Una portaelicotteri è un'unità militare navale capace di imbarcare un elevato numero di elicotteri. Dopo le numerose classi di navi in grado di svolgere tale compito che sono state costruite a partire dagli anni sessanta, il termine è stato (quasi) abbandonato, così come la tipologia di nave originaria, in favore di mezzi come LHA, LHD e LPH. Il termine portaelicotteri inizialmente si riferiva a quegli incrociatori – imbarcazioni non di tipo tuttoponte o con ponte di volo continuo (tipico delle portaerei e delle portaeromobili) e senza bacino allagabile (tipico delle navi da guerra anfibia) – capaci di imbarcare oltre quattro elicotteri medi; oggi col termine portaelicotteri ci si riferisce più generalmente a tutte quelle navi militari capaci di imbarcare diversi elicotteri, ivi comprese le navi d'assalto anfibio.  Nella Marina Militare Italiana le prime grosse unità portaelicotteri furono i 2 incrociatori della classe Andrea Doria e soprattutto il Vittorio Veneto sul quale potevano operare 4 elicotteri medi SH-3D o 6 elicotteri leggeri AB 212. Venne anche classificata inizialmente portaelicotteri la Giuseppe Garibaldi (a lungo la ammiraglia della flotta della Marina Militare) prima di dotarsi degli Harrier ed essere riclassificata come portaeromobili (portaerei leggera STOVL o portaerei antisommergibile) e di disporre di una componente aerea di 12-18 aeromobili (SH-3D/EH-101 o/e AV-8B Plus).
La Cavour "classificata, sin dalla consegna, quale portaerei (CVH)" dispone di una componente aerea di 18-20 aeromobili (SH-3D/EH-101/NH90 o/e AV-8B Plus).

Vittorio Veneto

L'incrociatore lanciamissili Vittorio Veneto (550) è stato la nave ammiraglia della Marina Militare Italiana, operando dal 1969 al 2003 (anno in cui è stato collocato in status di Ridotta Tabella di Disponibilità in attesa del disarmo, avvenuto nel 2006, e della radiazione e portando lo stesso nome di un'altra nave italiana, la nave da battaglia Vittorio Veneto della seconda guerra mondiale.  Il "Vittorio Veneto" è stato per una trentina d'anni, fino all'arrivo della "Giuseppe Garibaldi" e successivamente della portaerei "Conte di Cavour", l'ammiraglia della flotta e allo stesso tempo quanto la Marina Italiana avesse di più simile ad una portaerei. Questo perchè gli americani ci avevano tassativamente proibiti la costruzione di una portaerei vera e propria. Non sarà la "Nimitz" ma comunque il "Vittorio Veneto" ha avuto una carriera lunga e impegnativa seguendo in tutto il mondo le missioni n cui era impegnata come contingente di pace l'Italia, dall'Albania alla Somalia, per citare alcuni esempi noti. Il nome "Vittorio Veneto" deriva inequivocabilmente dalla corazzata della classe "Littorio" che è sta l'ammiraglia della flotta italiana durante la Seconda Guerra Mondiale. Possiamo dire che si è caratterizzata per essere una buona unità antisommergibile della sua classe, dotata di una discreta capacità offensiva. Peccato che la solita burocrazia italiana non abbia ancora permesso di trasformarla in nave museo ma l'abbia relegata ad arrugginirsi in totale abbandono nel porto di Taranto (Shinano).

Caratteristiche: dislocamento a pieno carico (7.500 t.), equipaggio (557 uomini), aerei (6 elicotteri Sikorsky SH-3 Sea King o 9 Agusta-Bell AB 212), velocità 32 nodi

PORTAEREI LEGGERA

Una portaerei leggera (in inglese: light aircraft carrier o light fleet carrier) è una portaerei più piccola delle altre portaerei (standard carrier o fleet carrier) presenti nella flotta di una marina militare. La precisa definizione di questa tipologia di nave varia a seconda delle nazioni; una portaerei leggera tipicamente imbarca una quantità di aerei pari alla metà o ai due terzi rispetto ad una portaerei di flotta. Una portaerei leggera era una tipologia simile alle portaerei di scorta per molti aspetti, tuttavia le portaerei leggere erano più veloci e concepite per essere dispiegate insieme alle portaerei di flotta, mentre le portaerei di scorta erano solitamente più lente ed erano impiegate per la difesa dei convogli navali (spesso navi civili impiegate per approvvigionamento delle truppe in Europa durante la seconda guerra mondiale) e per il supporto aereo durante operazioni anfibie.

Garibaldi

La portaeromobili leggera STOVL/CVS Giuseppe Garibaldi, matricola 551, è un'unità della Marina Militare Italiana e prende il nome dal generale del Risorgimento Giuseppe Garibaldi. L'unità è stata la prima portaerei nella storia della Marina Militare ad entrare in servizio attivo dato che due unità portaerei, l'Aquila e lo Sparviero, furono approntate nel corso della seconda guerra mondiale ma non entrarono mai in servizio. Non sarà la Nimitz o l'Enterprise ma la "Garibaldi" rappresenta la prima portaerei italiana che effettivamente ha affrontato il mare (non dimentichiamoci che l'"Aquila non è mai uscita dai cantieri navali nemmeno per una crociera di ricognizione). La sua potenza offensiva non è eccezionale ma nel suo piccolo è una buona unità che svolge con efficacia il suo ruolo di nave anti sommergibile o di portaerei leggera. Oltretutto rappresenta un valido esemplare della "filosofia" delle portaerei di piccolo tonnellaggio adatte agli aerei a decollo verticale seguita dalla Marina inglese (vedi la nuova "Ark Royal) ed in parte da quella francese, che si contrappone alle gigantesche portaerei americane adatte agli aerei a decollo orizzontale (F-18 Hornet e Super Hornet). La sua lunga storia operativa ha dimostrato la validità del progetto e mette un pò di tristezza a confronto vedere articoli in cui si pensa di destinare la nuova ammiraglia Conte di Cavour a semplice contenitore viaggiante per l'esposizione delle merci italiane nel mondo. (Shinano).

Caratteristiche: dislocamento a pieno carico (13.850 t.), equipaggio (550 uomini + fino a 230 addetti componente aerea+ staff Comando per un totale di 830 uomini), aerei (Linea di volo costituita da 12-18 aeromobili (SH-3D/EH-101 o/e AV-8B Plus), velocità 30 nodi, ponte di volo (174,00 x 30,40 m.)

LPD

Le Landing Platform Dock (LPD) sono unità da trasporto anfibio dotate di un bacino allagabile con il compito di trasportare e sbarcare truppe di assalto anfibio in zone di guerra con il loro equipaggiamento bellico e logistico. Queste navi sono anche dotate di ponte di volo per l'appontaggio degli elicotteri. La configurazione di uomini e mezzi trasportabili varia a seconda della tipologia di missione. Queste navi sono in grado di trasportare veicoli corazzati da combattimento, veicoli anfibi avanzati, mezzi da sbarco tipo LCM o LCVP capaci di caricare in bacino e spiaggiare 1 o 2 mezzi corazzati alla volta o squadre di fanteria. Secondo la classificazione della US Navy, una LPD è un Amphibious Transport Dock (nave da trasporto anfibio).


Classe San Giorgio

La Classe San Giorgio della Marina Militare, detta anche classe Santi (dato che le tre unità che la compongono hanno i nomi di tre santi), è costituita da tre LPD, il San Giorgio, il San Marco, e per ultimo, leggermente diverso, il San Giusto, specializzate in operazioni da sbarco che hanno sostituito quelle della Classe Grado andate in disarmo alla fine degli anni ottanta. Sono inserite nella Forza di Proiezione dal Mare, la componente anfibia delle Forze Armate italiane. Le tre navi dovrebbero essere sostituite da tre nuove unità LHD a partire dal 2020. Le navi hanno un dislocamento a pieno carico di 8.000 tonnellate e sono in grado di ospitare 4 elicotteri. A partire dal 2022, la nuova LHD "Trieste " sostituirà una delle tre unità. Le rimanenti 2, saranno sostituite da altrettante LHD, le quali saranno commissionate a discrezione del Bilancio della Difesa del 2018. Nel 2011 la Marina Algerina ha ordinato un esemplare migliorato di tale unità, classificato Bâtiment de Débarquement et de Soutien Logistique e designato in campo internazionale ufficiosamente come San Giorgio Improved; la nave è stata consegnata il 4 settembre 2014 ed è entrata in servizio il 28 marzo 2015 col nome di Kalaat Béni Abbès (474).

Caratteristiche: dislocamento a pieno carico (7.960 t.), equipaggio (17 ufficiali + 146 sottufficiali e comuni oltre 350 uomini del Reggimento San Marco), aerei ( 2 elicotteri leggeri AB212 o NH90, 2 elicotteri medi SH-3D o EH-101), velocità 21 nodi, ponte di volo (133,00 x 20,50 m.)

San Giorgio

Realizzato dalla Fincantieri nello stabilimento di Riva Trigoso è stato impostato il 27 maggio 1985, varato in forma ufficiale il 21 febbraio 1987, scese in mare il 25 febbraio a causa delle cattive condizioni del mare e consegnato alla Marina Militare Italiana il 13 febbraio 1988. In precedenza due unità della Marina Italiana avevano portato il nome San Giorgio. Il primo era un incrociatore corazzato del 1908 della Classe San Giorgio che, dopo aver preso parte alla Guerra italo-turca e alla prima guerra mondiale negli anni trenta venne riammodernato e trasformato in nave scuola per gli allievi dell'Accademia Navale di Livorno. Allo scoppio della seconda guerra mondiale venne destinato al Comando Navale della Libia nella base di Tobruk dove venne autoaffondato il 21 gennaio 1941. Successivamente nel secondo dopoguerra con questo nome fu ribattezzato l'incrociatore leggero Pompeo Magno: esso fu ricostruito come cacciatorpediniere ed entrò in servizio nel 1956. Tra il 1963 e il 1965 fu convertito in nave scuola per gli allievi dell'Accademia navale di Livorno prestando servizio fino al 1980.

San Marco

Impostato presso i cantieri di Riva Trigoso il 26 marzo 1985, varato il 10 ottobre 1987 e consegnato il 14 maggio 1988; a differenza dell'unità gemella i principali compiti del San Marco riguardano operazioni di soccorso umanitario, anche per conto della Protezione Civile, per cui l'unità ha una componente ospedaliera più completa, una superiore capacità di produrre acqua potabile e la possibilità di eseguire interventi di bonifica antinquinamento tramite l'impiego di solventi biodegradabili.

San Giusto

La nave d'assalto anfibio San Giusto è la terza unità della Classe San Giorgio, della quale costituisce una versione migliorata e potenziata. La nave, costruite come le altre dalla Fincantieri a Riva Trigoso è entrata in servizio nel 1994 e viene classificata LPD. La differenza principale con le altre unità della classe sta nel propulsore, leggermente più potente e nel ponte di volo che è 3/4 di quello delle sorelle. Il ponte è stato accorciato per permettere l'installazione a prua di un cannone da 76/62mm Super Rapido per aumentare le capacità difensive dell'unità.

BDSL 474

Nell'agosto 2011 la Marina Algerina ha ordinato presso Orizzonte Sistemi Navali (Gruppo Fincantieri) una LPD classe San Giorgio migliorata. Il taglio della prima lamiera è avvenuto a Riva Trigoso nel febbraio 2012. Presso la Marina algerina la nave è classificata come BDSL (Bâtiment de Débarquement et de Soutien Logistique) con una seconda unità che è stata opzionata. MARINALLES, il dipartimento della Marina Militare italiana che segue gli allestimenti per la squadra navale è stato coinvolto nell'allestimento dell'unità in virtù dei programmi di assistenza e cooperazione internazionale nei quali l'Italia è impegnata. La prima BDSL è stata varata il 4 gennaio 2014, è stata consegnata il 4 settembre 2014 ed è entrata in servizio il 28 marzo 2015 col nome di Kalaat Béni Abbès (474). L'unità fungerà da ammiraglia per la Marina Algerina, sarà la più potente nave della flotta, e, caso unico per una unità tipo LPD, darà protezione al resto della squadra navale, visto che le fregate recentemente acquistate in Germania tipo MEKO A-200 saranno dotate solo di missili di difesa di punto Umkhonto (lancia) di produzione sudafricana. La prima BDSL è stata varata nel dicembre 2013, ed è stata consegnata nel settembre 2014, dovrebbe entrare in squadra nella primavera 2015.

NAVE D'ASSALTO ANFIBIO (LHD)

Le Landing Helicopter Dock (LHD), secondo la classificazione della US Navy, sono delle unità d'assalto anfibio polivalenti dotate di ponte di volo continuo, a bordo delle quali possono operare aeromobili quali elicotteri e/o velivoli STOL/VTOL. Le unità sono dotate anche di un grande bacino allagabile in grado di accogliere mezzi da sbarco del tipo LCAC, LCU o LCM. Secondo la classificazione della US Navy, una LHD è una Amphibious Assault Ship (Multi-Purpose) (nave d'assalto anfibio multiuso. Le unità sono dotate di un grande bacino allagabile in grado di accogliere mezzi da sbarco e mezzi del tipo LCAC. Appartengono a questa categoria le navi della US Navy della classe Wasp che sono capaci di imbarcare 3 LCAC o 2 LCU.   Le LHD europee, a differenza di quelle statunitensi, hanno dimensioni più ridotte e in particolare un minor dislocamento; in genere presentano comunque il bacino allagabile per utilizzare diversi tipi di mezzi da sbarco, operano principalmente con elicotteri e, quando dotate di sky jump, eventualmente anche con aerei STOVL.

Trieste

Il Trieste  è una futura Nave d'assalto anfibio della Marina Militare italiana, classificata ufficialmente come Landing Helicopter Dock (LHD) ed ordinata a seguito del Programma navale 2014. Facente parte della Legge Navale 2014-2015, la nuova unità LHD avrà un tonnellaggio di circa 33.000 tonnellate e sarà lunga circa 250 metri, detenendo così il titolo di unità più grande della flotta. Il design innovativo si rifà allo stile della portaerei inglese Queen Elizabeth. Infatti presenterà due isole distinte, la prima (quella di prua) per il comando della nave e la navigazione, la seconda (quella di poppa) per la gestione ed il controllo delle operazioni di volo. Questo assetto ha una triplice funzione, garantendo infatti un maggior raggio visivo, più spazio sul ponte di volo e anche una gestione più fluida ed efficiente delle varie attività. Attualmente è in costruzione presso il cantiere navale di Castellamare di Stabia ed è stata varata alle ore 11.00 del giorno 25/05/2019 alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Inizialmente la nave era stata battezzata Thaon di Revel, detto nome è stato assegnato al primo pattugliatore polivalente d'altura. La nave entrerà in servizio nel 2022 e sostituirà il Giuseppe Garibaldi (che sarà dismesso di conseguenza) e una delle 3 navi della classe San Giorgio (che saranno dimesse nel 2019, 2020 e 2022).

Caratteristiche: dislocamento a pieno carico (36.000 t.), equipaggio 1.055 (posti letto max), 450 (equipaggio e personale per le operazioni aeree), 605 (componente comando complesso e forze da sbarco), aerei 30/32 aeromobili tra ponte di volo e aviorimessa, in diverse configurazioni (massima quantità approssimativa per mantenere la piena operatività di tutti i velivoli), velocità 25 nodi, ponte di volo (230,00 x 47,00 m.), mezzi anfibi (4 x Landing Craft Mechanized, 2 x Fast Assault Craft Baglietto Navy FFC15, 2 x 9,3 m gommoni, 2 x 7,1 m gommoni)

PORTAEREI

Conte di Cavour

La portaerei Conte di Cavour (CV 550) è una portaerei STOVL italiana, costruita da Fincantieri, ed entrata in servizio per la Marina Militare italiana nel 2009. La nave è stata costruita per combinare varie funzionalità fra cui, oltre alla predominante azione aerea tramite modelli V/STOL ed elicotteri, anche scenari di operazioni anfibie, comando complesso e di trasporto di personale civile e militare e di veicoli pesanti. Il 20 settembre 2011 ha ottenuto la certificazione ufficiale NATO come portaerei. La nave Cavour è posta alle dirette dipendenze del Comando in Capo della Squadra Navale. La nave venne impostata presso la Fincantieri di Riva Trigoso ed è stata varata il 20 luglio 2004. Il suo dislocamento è di 27.100 tonnellate; lunghezza 244 m; larghezza m 29,10 al galleggiamento e m 39 al ponte di volo; immersione m 8,70 ; velocità massima 28 nodi.

Caratteristiche: dislocamento a pieno carico (27.900 t.), equipaggio (1 210 divisi in: 451 equipaggio, 203 gruppo volo, 140 comando complesso, 325+91 Reggimento San Marco, aerei (22 aeromobili (ufficialmente dichiarati), 10 aerei STOVL/V/STOL (Harrier II AV-8B Plus o F-35B), 12 elicotteri ASW, ASuW (EH-101 AEW/ASW, SH-3D, AB-212 ASW e/o NFH-90), Quantità massima: 36 aeromobili (tra ponte di volo e Hangar), velocità 29 nodi, ponte di volo (220,00 x 34,50 m.)

NAVI DA GUERRA / WARSHIPS AND BATTLESHIPS


PORTAEREI NELLA STORIA / AIRCRAFT CARRIERS

PORTAEREI NELLA STORIA - REGIA MARINA-MARINA ITALIANA  - PORTAEREI - PORTA ELICOTTERI -