BATTAGLIA NAVALE  DI TRAFALGAR

NAVAL BATTLE OF TRAFALGAR

(21 OTTOBRE 1805)

IL CAPOLAVORO DELL'AMMIRAGLIO NELSON


LA BATTAGLIA MINUTO PER MINUTO

THE BATTLE MINUTE FOR MINUTE


I PREPARATIVI

PREPARATIVES

(Tratto da "I gladiatori del mare", Angelo Solmi, 1980, Rizzoli Editori)

All'alba del 21 ottobre, mentre si scioglievano lentamente i vapori e le nebbie notturne, le due flotte si trovavano in vista l'una dell'altra al capo di Trafalgar, presso l'entrata occidentale dello stretto di Gibilterra: quella britannica era dalla parte del vento.  Nelson salì sul cassero in alta uniforme: marsina rossa con decorazioni di tutti gli ordini cavallereschi di cui era stato insignito. Per nessuna ragione al mondo Nelson avrebbe combattuto senza quelle decorazioni: l'ordine del Bagno, quello della Mezzaluna, le insegne del ducato siciliano di Bronte e cosi via.

Il vento era debole e le navi inglesi avevano spiegato tutte le vele che avevano: Nelson, se fosse stato possibile, avrebbe impiegato anche le camicie e i fazzoletti dei suoi uomini.  Le manovre di Villeneuve erano confuse: l'ammiraglio francese aveva cercato di riunire in una sola fila le sue cinque colonne, ma i suoi sottordini non riuscirono a eseguire la manovra o non capirono i suoi ordini, e si venne a formare una specie di semicerchio. Alle otto Villeneuve segnalò di ritornare a nord verso Cadice.  Nelson decise di impedire a tutti i costi la ritirata: aveva già diviso la sua flotta in due colonne, di dodici vascelli la prima, con la Victory in testa, e di quindici la seconda con la Royal Sovereign in testa e con Collingwood al comando.

Il vincitore di Abukir pensò allora di cambiare il piano di battaglia: non più trattenere l'avanguardia francese mentre Collingwood assaliva la retroguardia, ma irrompere nella fila avversaria con le due colonne già formate.  Comunque, data la scarsità di vento, c'era ancora tempo; Nelson scese nella sua cabina e scrisse: “Possa Iddio accordare all'Inghilterra, per la comune salute d'Europa, una piena e gloriosa vittoria. E possa Egli non permettere che alcuna debolezza individuale ne attenui lo splendore, e che dopo la vittoria nessun inglese dimentichi i sacri diritti dell'umanità.

Quanto a me personalmente, la mia vita appartiene a Colui che me l'ha data e che benedirà i miei sforzi mentre combatterò per il mio paese.  Nelle sue mani rimetto la mia persona e la giusta causa di cui mi ha affidato la difesa. Amen”.  Questa preghiera venne trovata sulla scrivania dell'ammiraglio dopo la sua morte.

Alle undici Nelson, dopo aver parlato con i capitani delle fregate “Oggi vedrete il nemico molto da vicino”, scese per un giro d'ispezione nelle batterie, trovandole tutte in ordine. Il vento era sempre debolissimo; l'ammiraglio fece issare anche le vele di sottovento e rimproverò un ufficiale per aver ammainato una piccola vela bassa di sottovento: fu l'unico rimprovero che dovette impartire quel giorno. Si andava confermando nel suo nuovo piano (comunicato a Collingwood) di attraversare l'avanguardia nemica per impedirle di andare a Cadice, mentre Collingwood avrebbe dovuto tagliare la retroguardia al dodicesimo vascello a partire dall'ultimo della linea. Si rendeva conto che, in tal modo, sia la Victory sia il Royal Sovereign avrebbero sopportato i maggiori colpi del nemico e forse avrebbero potuto essere affondate, ma riteneva che solo in tal modo con due formidabili « tre ponti>l incuneate nella linea avversaria l'Inghilterra avrebbe potuto conseguire una vittoria schiacciante.

Il comandante delle fregate, Blackwood, che intuiva la gravità del pericolo, cercò di convincerlo a passare sull'Euryalus, ma Nelson oppose un secco rifiuto. Blackwood)), disse, “è proprio in un'occasione come questa che tocca al capo dare l'esempio”.  Se no, quando altrimenti potrebbe farlo?  Del resto, aggiunse,  “bisogna ormai confidare nell'arbitro sovrano degli avvenimenti di questo mondo.

Consentì soltanto, su preghiera dei comandanti in sottordine, che si avvicinassero di più alla Victory, per sostenerla, il Temeraire e il Neptune (entrambi da 98 cannoni) e il Leviathan.  Più avanti Collingwood, sul Royal Sovereign, avanzava velocemente, seguito dal Belleisle e dal Mars. Era ormai quasi mezzogiorno. Ed ecco un segnale dell’ammiraglio a tutta la flotta britannica: “England expects that every man will do his duty “L 'Inghilterra attende che ciascuno faccia il proprio dovere.

Il segnale fu composto con dodici bandiere issate una dopo l'altra, formate da altrettanti numeri: 253,269,863,261,471,958,220,370, 4, 21, 19, 24. Un formidabile urrah parti dai 27 vascelli britannici, che inalberarono tutti di colpo la bandiera di San Giorgio, mentre le navi francesi, in risposta, issarono il tricolore e gli equipaggi schierati in coperta gridarono per sette volte Vive l'Empereur!.  Anche lo spagnolo Gravina non volle essere da meno e issò sul Principe de Asturias, sul Santa Ana, sul Santissima Trinidad e sugli altri suoi vascelli il glorioso stendardo giallo e rosso delle due Castiglie, quello stesso che Colombo aveva piantato a Guanahani, Cortes a Città del Messico e Pizarro a Cajamarca e a Cuzco.

Nelle sue file egli aveva la nave in teoria più formidabile delle tre flotte: la quattroponti Santisima Trinidad, da 140 cannoni; ma non fu il numero dei cannoni a decidere le sorti della battaglia. Cosi cominciò la lotta, una lotta in cui, con incredibile audacia, il condottiero inglese aveva cambiato, come s'è visto, il piano d'attacco all'ultimo momento per il sopraggiungere di nuove circostanze. Pochi altri l'avrebbero fatto: c'era oltretutto il rischio che gli ufficiali non potessero afferrare i nuovi disegni e disponessero le navi in modo confuso e disordinato.  Ma Nelson era sicuro dei suoi subordinati e della loro serietà professionale: e aveva capito che un rapido e vigoroso attacco ai Franco-Spagnoli, lanciato in una formazione insolita, avrebbe avuto in se tali elementi di sorpresa da garantire la sconfitta del nemico.


THE PREPARATIVES

Despite the failure of the Egyptian enterprise de11798, Napoleone succeeded in firmly taking the control of the situation.

To the dawn of October 21, while the vapors and the nighttime fogs slowly loosened him, the two fleets were found in sight the one of the other to the head of Trafalgar, near the western entrance of the narrow one of Gibilterra: that British was from the part of the wind.

Nelson climbed on the I will cancel in tall uniform: red marsina with decorations of all the chivalrous orders of which you/he/she had been honored. For any reason to the world Nelson would have fought without those decorations: the order of the Bath, that of the Crescent, the insignias of the Sicilian dukedom of Bronte and so street.

The wind was weak and the ships English had explained all the sails that had: Nelson, if you/he/she had been possible, you/he/she would also have employed the shirts and the handkerchiefs of his/her men.

The manoeuvres of Villeneuve were confused: the French admiral had tried to gather in an only line his/her five columns, but its suborders didn't succeed in performing the manoeuvre or they didn't understand its orders, and he came to form a kind of semicircle. To the eight Villeneuves it signalled to return to north toward Cadice.

Nelson decided to prevent all the costs the retreat: you/he/she had already divided his/her fleet in two columns, of twelve vessels her before, with the Victory in head, and of fifteen the second with the Royal Sovereign in head and with Collingwood to the command.

The winner of Abukir thought then about changing the plan of battle: not more to hold back state-of-the-art French while Collingwood attacked the rearguard, but to already storm in the line avversaria with the two formed columns.

However gives the shortage of wind, there was still time; Nelson went down in his/her box and wrote: "Is able God to grant to England for the common health of Europe, a flood and glorious victory. And is able Him not to allow but some individual weakness you attenuate the shine of it, and that after the victory any English forgets the right sacred of the humanity.

As for me personally, my life belongs to He who you/he/she has given him for me and that it will bless my efforts while I will be fighting for my country.

In his/her hands I put again my person and the correct cause of which the defense has submitted me. Amen."

This prayer was found on the desk of the admiral after its death.

To the eleven Nelsons, after having talked to the captains of the rubbings "Today you will see the a lot of enemy from near", gone down for a turn of inspection in the batteries, finding her all in order. The wind was always weak; the admiral made to also hoist the sails of leeward and reproached an officer to have furled a small low sail of leeward: it was the only reproach that you have to impart that day. You went confirming in his new plan (communicated to Collingwood) to cross the state-of-the-art enemy to prevent to go her to Cadice, while Collingwood would have had to cut the rearguard to the twelfth vessel beginning from the last one of the line.

You realized that, in such way, both the Victory both the Royal Sovereign would have borne the most greater hits of the enemy and you/they would perhaps have been able to be sunk, but it believed that only in such way with two formidable «three wedged ponti>ls in the line avversaria England would have been able to achieve an overwhelming victory.

The commander of the rubbings, Blackwood, that realized the gravity of the danger, tried to convince to pass him/it on the Euryalus, but Nelson opposed a dry refusal. Blackwood)), it said, "it is really in an occasion as this that touches to the head to give the example."

Otherwise, when otherwise you/he/she could do him/it? After all, it added,  "bisogna by now to confide in the sovereign arbiter of the events of this world.

It allowed only, on the commanders' prayer in suborder, that you/they drew near more to the Victory, to sustain her, the Temeraire and the Neptune (both from 98 guns) and the Leviathan.

More before Collingwood, on the Royal Sovereign, it quickly advanced, followed by the Belleisle and by the Mars. It was almost by now midday. And here is a signal of the admiral to the whole British fleet: "England expects that every hand will I give his duty "L 'England attends that every does his/her own duty.

The signal was composed with twelve hoisted flags one after the other, formed from as many numbers: 253,269,863,261,471,958,220,370, 4, 21, 19, 24. A formidable urrah parts from the 27 British vessels, that hoisted all of hit the flag of St. George, while the French ships, in answer, they hoisted the tricolor and the crews lined up in cover they shouted for seven times the Empereur he/she Lives!.

Also the Spanish Gravina didn't want to be from less and it hoisted on the Prince de Asturias, on the Saint Ana, on the Holy Trinidad and on the other his/her vessels the glorious yellow and red standard of the two Castile, that same that Christopher Columbus had planted to Guanahani, Cortes to City of Mexico and Pizarro to Cajamarca and Cuzco.

In his/her lines he had the ship in more formidable theory of the three fleets: the quattroponti Santisima Trinidad, from 140 guns; but it was not the number of the guns to decide the fates of the battle. This way the struggle started, a struggle in which, with unbelievable audacity, the commander English had changed, as you/he/she is seen, the plan of attack to the last moment to arrive of new circumstances. Few others would have done him: there was moreover the risk that the officers could not grab the new sketches and they prepared the ships in confused and messy way.

But Nelson was sure of his/her subordinates and of their professional seriousness: and you/he/she had understood that an express and vigorous attack to the Franco-Spaniards, launched in an unusual formation, you/he/she would have had in if such elements of surprised by to guarantee the defeat of the enemy.


STORIA DELLA BATTAGLIA NAVALE DI TRAFALGAR / HISTORY OF NAVAL BATTLE OF TRAFALGAR


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