BATTAGLIA NAVALE DI SALAMINA

NAVAL BATTLE OF SALAMINA

(23 SETTEMBRE 480 A.C.)

IL TRIONFO DI TEMISTOCLE

- LA GRECIA SALVA L'OCCIDENTE -

LE FORZE IMPEGNATE

Varie Polis greche:

Impero Achemenide

Comandante: Temistocle Comandante: Serse I
Greci:

370 galee

Persiani:

1000 galee

Atene 180 Fenici 300
Corinto 40 Egizi 200
Sparta 16 Ciprioti 150
Egina 30 Cilici 100
Calcide 20 Ioni 100
Megara 20 Ellespontini 100
Perdite: Perdite:
40 navi 200 - 300 navi

CONSIDERAZIONI SULLA BATTAGLIA

La battaglia di Salamina (in greco antico: ἡ ἐν Σαλαμῖνι ναυμαχία, hē en Salamîni naumachía) fu uno scontro navale che si svolse probabilmente il 23 settembre del 480 a.C., in piena seconda guerra persiana, e che vide contrapposti la lega panellenica, comandata da Temistocle ed Euribiade, e l'impero achemenide, comandato invece da Serse I di Persia. Lo stretto tra la polis di Atene e l'isola di Salamina, sita nell'attuale golfo Salonicco, fu il teatro dello scontro.

Molti commentatori indicano le battaglie di Salamina e di Platea come il punto di svolta di tutta la storia europea, che portò l'Europa a diventare una civiltà basata sulla cultura greca, e non un vassallo degli imperatori orientali.

Fuller (A Military History of the Western World, voI. I, p.. 52) afferma che queste due battaglie «si ergono come i pilastri del tempio dei secoli a sostegno dell'architettura della storia occidentale».

Durant (The Life of Greece, p. 242) definisce la vittoria greca come la più importante «della storia europea, perchè rese possibile la nascita dell'Europa.

Fornì alla civiltà occidentale la possibilità di sviluppare sue proprie istituzioni politiche, libere dalle imposizioni di re orientali.  Indicò chiaramente ai Greci la via per il primo grande esperimento di libertà; ne preservò per tre secoli la mente dal debilitante misticismo dell'est e diede alle loro iniziative la piena disponibilità del mare».  Quindi, le basi delle istituzioni politiche, del pensiero politico e delle scienze provengono dalla Grecia: oggi, ben poco si fa o si concepisce a cui i Greci non avessero già pensato oltre due millenni fa.

Se i Persiani avessero vinto, avrebbero probabilmente esteso l'impero ben addentro l'Europa.  Se fossero riusciti a mantenere qualche sorta di ordine nella stessa Grecia (certamente un ordine difficile da ottenere) e avessero arruolato soldati greci per integrare il loro già imponente e valido esercito, ben pochi ostacoli avrebbero trovato in Europa. Nessun popolo europeo possedeva un' organizzazione in grado di fronteggiarli: anche gli Sciti, che in precedenza avevano ottenuto qualche successo, sarebbero stati battuti da un esercito persiano reso più forte.

Una flotta persiana che avesse incrociato nel Mediterraneo con a bordo i soldati dell'impero, avrebbe potuto persino soffocare la nascente potenza di Roma.  In effetti, il mondo avrebbe potuto essere completamente diverso, senza il rischio corso da Ternistocle a Salamina.


STORIA DELLA BATTAGLIA

Una forza di 7000-8000 uomini al comando del re Leonida di Sparta era at- testata al passo delle Termopili, un tratto di costa lungo il golfo Maliano.  Trecentotrentatre navi presidiavano il braccio di mare attraverso cui avrebbero dovuto transitare quelle persiane, se volevano continuare a rifornire l'esercito.

I Greci speravano in una battaglia navale decisiva, mentre l'esercito rappresentava soltanto una scusa per costringere la flotta nemica a entrare in quelle acque anguste.  Per loro fortuna, gli avversari incapparono in una tempesta, perdendo 400 unità da guerra; Temistocle, che comandava le navi ateniesi, consigliò di attaccare immediatamente, approfittando del disastro.

Furono combattute due battaglie, ma entrambe finirono in parità; i Greci, tuttavia, si ritirarono quando giunse la notizia che le loro forze alle Termopili erano state tradite e sopraffatte dopo un'eroica resistenza del re Leonida con le sue 300 guardie del corpo.

Mentre l'esercito persiano avanzava, gli abitanti di Atene decisero di abbandonare la città, lasciando soltanto un contingente a difesa dell'Acropoli: le loro speranze erano riposte nelle murate di legno delle navi greche.  Temistocle guidò la flotta nelle acque racchiuse tra la costa sotto Atene e l'isola di Salamina.

Se i Persiani avessero aggirato Salamina su entrambi i lati, i Greci si sarebbero trovati imbottigliati, tuttavia il comandante ateniese scelse quella pericolosa posizione per indurre gli avversari ad attaccare, invece di aggirarli per dirigersi direttamente verso gli Spartani attestati a difesa dell'istmo di Corinto.  Nel frattempo, l'esercito di Serse sbaragliava i difensori e dava alle fiamme la città.  Mentre la flotta persiana si avvicinava, sorsero dissensi tra i capi di quella greca.

Il comandante in capo era lo spartano Euribiade, anche se il contingente navale di Sparta era esiguo: questa città guidava l'intera difesa greca, quindi anche al comando della flotta doveva esservi uno spartano.

Molti capitani non volevano mettersi nella pericolosa posizione suggerita da Temistocle, che però l'ebbe vinta quando minacciò di ritirare le navi ateniesi (che costituivano il grosso dell'intera forza navale), lasciando le altre alloro destino.  Poi, la mattina del 22 settembre 480, egli rischiò ancora di più: inviò segretamente un messaggio a Serse, offrendogli il proprio tradimento nel mezzo della battaglia, se la flotta persiana avesse attaccato.

Non aveva alcuna intenzione di farlo, ma questo forzò la mano a Serse, così come costrinse gli altri capitani a combattere quando le navi nemiche remarono verso di loro la mattina del 23 settembre.

Serse inviò un contingente di 200 navi egiziane ad aggirare la costa Occidentale di Salamina per impedire una ritirata greca, mentre il resto della flotta penetrava nelle ristrette acque da est, entrando direttamente nella trappola di Temistocle.

Le 1000 navi furono costrette a dividersi per doppiare l'isola di Psittaleia e spingersi nel canale di Salamina, quindi dovettero girare intorno a una lunga penisola per entrare nel braccio di mare vero e proprio, che era troppo angusto per consentire la manovra a un numero così grande di imbarcazioni.  La flotta persiana faceva affidamento sulla velocità e la manovrabilità, ma a questo punto aveva perso sia l'una che l'altra.  Le 370 galee greche, più grandi e pesanti, non dovettero fare altro che remare in avanti tra le disorientate unità avversarie, urtandole e speronandole nella loro avanzata.  Per 7 -8 ore il rumore del legno fatto a pezzi e le urla di battaglia e di morte giunsero alle orecchie di Serse, seduto su un trono, intento ad assistere a quello che riteneva essere il suo coup de main navale. Invece, vide più della metà della sua flotta distrutta, mentre i Greci persero soltanto quaranta navi.


STORIA DELLA BATTAGLIA NAVALE DI SALAMINA (HISTORY OF THE NAVAL BATTLE OF SALAMINA)


MAPPA DELLA BATTAGLIA (MAP OF THE BATTLE)


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