BATTAGLIA NAVALE DI AZIO

NAVAL BATTLE OF ACTIUM

(2 SETTEMBRE 31 A.C.)

IL TRIONFO DI OTTAVIANO SU MARCO ANTONIO

- LA NASCITA DELL'IMPERO ROMANO -


STORIA

HISTORY


LA BATTAGLIA

THE BATTLE

(Tratto da "Le cento battaglie che hanno cambiato la storia", Paul K. Davis, 1999, Newton & Compton Editori)

Nell'inverno del 32-31 a.C., Antonio si portò in Grecia con diciannove legioni, comprendenti circa 80.000 fanti e 15.000 cavalieri, mentre altre undici legioni erano dislocate in guarnigioni poste lungo le coste del Mediterraneo orientale fino all'Egitto. Ciò sembrava preludere a un'invasione della stessa Italia, e certamente Ottaviano, nella sua propaganda, insistette su questo punto, ma probabilmente si trattava di una mossa studiata per prevenire un attacco da parte di Ottaviano contro le province orientali. Antonio disponeva anche di 480 navi: la sua posizione ad Azio, sulla costa occidentale greca, era forte, e la linea di rifornimenti dall'Egitto appariva sicura.

Lo stesso non si poteva dire per Ottaviano, quando si mise in marcia: mantenere le sue legioni (73.000 fanti e 12.000 cavalieri) in movimento era costoso, e i contribuenti romani, spesso divisi nella loro dedizione alla causa, dovettero sopportarne le spese.

L'esercito attraversò l' Adriatico all'inizio del 31 a.C. e discese lungo la costa orientale; nel frattempo, Marco Vipsanio Agrippa, il miglior generale di Ottaviano, salpò con oltre 400 navi per la Grecia meridionale, dove attaccò con grande successo le retrovie di Antonio, tagliandogli le linee di rifornimento.

Ottaviano raggiunse una posizione circa 8 chilometri a nord di Azio, accampandosi sul tratto della penisola che separa il mar Ionio dal golfo di Ambracia.

Anche l' accampamento di Antonio ad Azio era su una penisola, al di là dello stretto che mette in comunicazione le due acque, ma egli stabilì un'altra base all'estremità della penisola di fronte, al comando del suo principale luogotenente, Publio Crasso Canidio.

I due avversari trascorsero l'estate sorvegliandosi a vicenda, mentre gli uomini di Antonio cominciavano a soffrire per la mancanza di rifornimenti. Finalmente, Antonio e Cleopatra si decisero per una battaglia navale, puntando sul fatto che le loro grandi navi, le quinqueremi, erano in grado di sopraffare quelle più piccole di cui disponeva Ottaviano; se avessero fallito, allora la flotta sarebbe salpata per l'Egitto, mentre le truppe di Canidio si sarebbero fatte strada per raggiungerli.

Il giorno della battaglia, il 2 settembre del 31 a.C., le due forze navali erano numericamente quasi uguali.

Le navi di Ottaviano erano disposte in tre divisioni affiancate di fronte allo stretto; Antonio mise la sua flotta in formazione analoga, con Cleopatra al comando di una riserva di sessanta navi.

La batta già si presentava dura per entrambi gli schieramenti: le enormi quinqueremi di Antonio erano troppo solide per essere speronate (il modo principale di combattere in mare, all'epoca) con successo, ma troppo lente per poterlo fare a loro volta. Inoltre, le navi di Ottaviano dovevano evitare di avvicinarsi a quelle nemiche, che trasportavano un gran numero di soldati, i cui giavellotti e trecce avrebbero potuto infliggere loro gravi perdite.

Perciò, le due forze navali trascorsero buona parte della giornata cercando di conquistare una posizione di vantaggio.

Agrippa, che comandava la divisione di sinistra, tentò di aggirare Antonio, a capo della propria ala destra.

Mentre le due squadre derivavano verso nord tentando ciascuna di attaccare il fianco dell'altra, apparve un vuoto al centro dei due schieramenti: il generale di Ottaviano, Lucio Arronzio, vi s'infilò con la sua divisione, creando scompiglio tra le navi di Antonio.

Vedendo che le sorti della battaglia cominciavano a volgersi contro di loro, Cleopatra decise di non farsi catturare.

Se si fosse impegnata con la sua riserva per chiudere il varco, la situazione, pur compromessa, avrebbe potuto probabilmente essere salvata; invece, essa guidò le sue 60 navi attraverso il passaggio e fece rotta per l 'Egitto: di fronte a questa mossa, Antonio si disimpegnò immediatamente e le tenne dietro con 40 navi, lasciando il resto della flotta priva di un comandante, in condizioni di grave inferiorità numerica e con gli equipaggi esausti dopo un giorno trascorso a remare e a manovrare gli enormi vascelli; a colmare la misura, sopravvenne una tempesta, che trasformò la confusione in panico e indusse i resti delle forze di Antonio ad arrendersi, consegnando circa 350 navi.


THE BATTLE

In the winter of the 32-31 a.C., Anthony went in Greece with nineteen legions, comprendenti around 80.000 infantrymen and 15.000 riders, while other eleven legions were displaced in garrisons set along the coasts of the oriental Mediterranean up to Egypt. This seemed to prelude to an invasion of same Italy, and certainly Ottaviano, in his/her propaganda, insistette on this point, but it probably dealt with a movement studied for preventing an attack from Ottaviano against the oriental provinces. Anthony also had 480 ships: his/her position to Azio, on the Greek western coast, it was strong, and the line of restocking from Egypt appeared sure.

The same could not be said for Ottaviano, when it put on in march: to maintain his/her legions (73.000 infantrymen and 12.000 riders) in movement it was expensive, and the Roman contributors, often separated in their devotion to the cause, they had to bear its expenses.

The army crossed the Adriatic to the beginning of the 31 a.C. and descents along the oriental coast; in the meantime, Mark Vipsanio Agrippa, the good general of Ottaviano, set sail with over 400 ships for southern Greece, where you/he/she attached with great success the back areas of Anthony, cutting him the lines of restocking.

Ottaviano reached a position around 8 north kilometers of Azio, camping himself on the line of the peninsula that separates the Ionian sea from the gulf of Ambracia.

Also Anthony's camp to Azio was on a peninsula, beyond the narrow one that puts in communication the two waters, but he established another base to the extremity of the peninsula of forehead, to the command of its principal lieutenant, Publio Crass Canidio.

The two adversaries spent the summer guarding himself/herself/itself to story, while the men of Anthony started to suffer for the lack of restocking. Anthony and Cleopatra were finally, decided for a naval battle, aiming at the fact that their great ships, the quinqueremis, were able to overpower those smaller than which prepared Ottaviano; if you/they had failed, then the fleet would be set sail for Egypt, while the troops of Canidio road would be made for reaching them.

The day of the battle, the 2 September of the 31 a.C., two naval strengths were almost numerically equal.

The ships of Ottaviano were prepared in three tiled divisions in front of the narrow one; Anthony put his/her fleet in analogous formation, with Cleopatra to the command of a reserve of sixty ships.

Beats her he/she already introduced him hard for both the line up: the enormous quinqueremis of Anthony were too much solid to be speronate (the principal way to fight in sea, to the epoch) with success, but too much lens to be able to do him/it to them turns. Besides, the ships of Ottaviano had to avoid to draw near to those hostile, that transported a big number of soldiers, whose javelins and braids would have been able to inflict them serious losses.

Therefore, two naval strengths spent good part of the day trying to conquer a position of advantage.

Agrippa, that commanded the division of left, tried to revolve Anthony, to head of his/her own wing right.

While the two teams derived toward north trying every to attach the side of the other, a void it appeared to the center of the two line up: the general of Ottaviano, Lucio Arronzio, slipped you with his division, creating disarrangement among the ships of Anthony.

Seeing that the fates of the battle started to turn himself/herself/themselves against them, Cleopatra it decided not to make to be captured.

If with his was hocked for closing the passage, the situation, also compromised, he would have been able to probably be saved; instead, it drove his 60 ships through the passage and it made rout for the Egypt: in front of this movement, Anthony immediately disengaged and held behind her with 40 ships, leaving the rest of the fleet you/he/she deprives of a commander, under conditions of serious numerical inferiority and with the exhausted crews after one departed day to row and to maneuver the enormous vessels; to fill the measure, a storm arrived unexpectedly, that transformed the confusion in panic and it induced the rests of the strengths of Anthony to surrender himself/herself/themselves delivering around 350 ships.


STORIA DELLA BATTAGLIA NAVALE DI AZIO / HISTORY OF THE NAVAL BATTLE OF ACTIUM


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