BATTAGLIA NAVALE  DI OKINAWA

    NAVAL BATTLE OF OKINAWA

(7 APRILE 1945)

L'ULTIMO VIAGGIO DELLA YAMATO

THE LAST TRIP OF THE YAMATO BATTLESHIP


STORIA / HISTORY


- LA MARCIA VERSO IL SACRIFICIO -

THE TRIP TOWARD THE SACRIFICE

(TRATTO DA "LA GUERRA DEL PACIFICO" DI B. MILLOT)


L'Operazione Ten-go » era decisa e tutti gli ordini erano già stati impartiti di conseguenza.

Alle 16 di venerdì 6 aprile 1945 le ancore vennero levate e le 10 unità della seconda flotta, o " forza speciale d'attacco di superficie" , incominciarono a evoluire nella rada di Tokuyama. 

L'incrociatore leggero Yahagi si mise in testa alla formazione, seguito dai cacciatorpediniere Isokaze, Hamakaze e Yukikaze; veniva poi la maestosa ed enorme Yamato, ,fiancheggiata a entrambi i bordi dai cacciatorpediniere Fuyutsuki e Suzutsuki. I cacciatorpediniere Asahimo, Kasumi e HatsuJhimo chiudevano la formazione.

Alle 18 le navi nipponiche entrarono, a 12 nodi, nello stretto di Bungo, che separa Kyushu da Shikoku. 

Giunte allargo, le unità della seconda flotta aumentarono la velocità. 

Il crepuscolo e poi la notte vennero a stendere un velo sulla rotta dei giapponesi. 

Molti ufficiali non si facevano alcuna illusione sul compimento della missione e quasi tutti ritenevano che la squadra sarebbe stata avvistata e, senza alcun dubbio, distrutta prima di aver potuto raggiungere Okinawa. 

Secondo loro, la sproporzione qualitativa e quantitativa tra le forze navali delle due nazioni belligeranti non lasciava alcuna probabilità ragionevole di condurre a buon fine quella puntata offensiva, già criticata per lo spirito che l'animava. 

Ciononostante, i comandanti delle unità esortarono, una volta di più, i loro uomini a dare il meglio di se stessi, per garantire il successo della missione.


L'ammiraglio Ito ordinò di rasentare la costa sud di Kyushu, per restare sotto la sua relativa protezione. 

La seconda flotta adottò allora la formazione a circolo intorno alla Yamato. 

Ogni unità si trovava a 2000 metri dalla nave ammiraglia, e lo Yahagi era sempre in testa. 

Questa fu la disposizione con la quale, alle 7 del 7 aprile, la squadra fece rotta per 2100 su Sasebo, a nord-ovest, superò lo stretto di Van Diemen e penetrò nel Mar Cinese orientale per accrescere la diversione e fuorviare eventuali ricerche americane.
Tutte queste sapienti manovre notturne non impedirono però al sommergibile americano Hackleback di avvistare la squadra giapponese e di segnalarla al comando americano. 

Le radio giapponesi della squadra captarono il messaggio, ma nessun caccia torpediniere deviò dalla rotta per scoprire e attaccare il sommergibile che lo aveva trasmesso.
Poco prima che la seconda flotta nipponica si dirigesse a sud verso i suoi obiettivi, un aereo da ricognizione della portaerei Essex si avvicinò alla squadra nemica e, alle 8.30, ne segnalò la composizione. Tutte le manovre giapponesi per trarre in inganno l'avversario divennero di colpo vane e sterili. 

Il tempo era pessimo; nubi sature di pioggia si trascinavano basse sull'acqua, limitando la visibilità a 2000 metri. 

Quelle condizioni atmosferiche sarebbero state estremamente favorevoli se gli americani non avessero posseduto perfezionatissimi radar che si infischiavano delle nubi più dense.
La squadra nipponica continuò la rotta a 24 nodi compiendo ampi zig-zag. 

La Yamato, che sull'effettivo normale di 7 idrovolanti imbarcati ne possedeva ormai soltanto 2, catapultò uno degli apparecchi per evitare che venisse distrutto inutilmente. 

Lo Yahagi la imitò pochi minuti dopo. 

I due apparecchi giapponesi da ricognizione andarono ad ammarare nella non lontana base di Ibusuki.

Alle 9 il caccia torpediniere Asashimo segnalò di avere noie alle macchine e subito dopo diminuì la velocità e rimase sempre più indietro.

Verso le 10 venne addirittura perduto di vista. 

In quello stesso momento, i due unici caccia Zero di scorta tornarono in Giappone, essendo giunti al limite massimo del loro raggio d'azione.

Alle 10.30 l'ammiraglio americano Turner diede ordine alla flotta del contrammiraglio Morton Deyo di interporsi tra Okinawa e le navi giapponesi segnalate, 6 vecchie corazzate, 7 incrociatori e 21 cacciatorpediniere presero posizione a nord-nord-ovest di Okinawa e aspettarono. 

Nel frattempo, dalle portaerei americane e dalla nuova base di Kerama Retto, decollarono numerosi aerei da ricognizione e, dalle 11 in poi, il contatto venne mantenuto in permanenza. 

I primi arrivati segnalarono che la flotta nemica navigava a 22 nodi, con rotta sud.


Le vedette della Yamato scorsero numerosi apparecchi americani ma nessuno di essi si avvicinò a portata delle artiglierie e i giapponesi rimasero impotenti. 

Come erano lontani i tempi in cui i brillanti Zero scacciavano gli intrusi! 

Alle 11.3° la stazione radio di Amami O Shima segnalò che 25° aerei americani si dirigevano a nord-ovest. 

Le isole Amami O Shima sono situate a un terzo della distanza che separa Okinawa da Kyushu e venivano pertanto a trovarsi sulla direzione seguita dagli attaccanti americani.


Un rapido calcolo determinò che l'attacco sarebbe avvenuto verso le 12.20. 

La squadra nipponica adottò le disposizioni necessarie; la velocità fu portata a quasi 3° nodi e la distanza tra le navi a 5000 metri.

 Precauzioni abituali in caso di attacco aereo. 

Tutti gli artiglieri nipponici puntarono i pezzi verso il cielo e i troppo rari radar efficaci vennero orientati nella direzione probabile del nemico.


THE TRIP TOWARD THE SACRIFICE

The operation Ten-go» it was definite and all the orders had been imparted accordingly already.

On Friday at 16 o'clock April 6 th 1945 the anchors were raised and the 10 unities of the second fleet or " special strength of attack of surface", they began to evoluire in the roadstead of Tokuyama. 

The light cruiser Yahagi put on in head to the formation, followed by the destroyer Isokaze, Hamakaze and Yukikaze; the stately and enormous Yamato came, then flanked to both the edges from the destroyer Fuyutsuki and Suzutsuki. The destroyer Asahimo, Kasumi and HatsuJhimo closed the formation.

To the 18 the ships nipponiches entered, to 12 knots, in the narrow one of Bungo, that separates Kyushu from Shikoku. 

Junta I widen, the unities of the second fleet increased the velocità. 

The twilight and then the night they came to stretch a veil on the rout of the giapponesi. s

Many officers were not made any illusion on the conclusion of the mission and they almost all believed that the team would have been sighted and, without any doubt, destroyed before having been able to reach Okinawa. 

According to them, the qualitative and quantitative disproportion among the naval strengths of the two belligerent nations didn't leave any reasonable probability to conduct to good end that offensive episode, already criticized for the spirit that the animava. 

Nevertheless, the commanders of the unities exhorted, once more, their men to give the best of him same to guarantee the success of the mission.

The admiral Ito ordered to graze the south coast of Kyushu to stay under the relative his/her protezione. ,

The second fleet adopted then the formation to circle around the Yamato. 

Every unity was found 2000 meters away from the flagship, and the Yahagi was always in testa. 

This was the disposition with which, to the 7 of April 7, the team made rout for 2100 on Sasebo, northwestern, it overcame the narrow one of Van Diemen and it penetrated in the oriental Chinese Sea to increase the diversion and to misguide possible American searches.

All these wise nighttime manoeuvres didn't prevent however the American submersible Hackleback to sight the Japanese team and to signal her/it to the command americano. 

The Japanese radios of the team gained the message but any fighters torpediniere it diverted from the rout to discover and to attach the submersible that had transmitted him/it.

Few before the second fleet nipponica directed him to south toward its objectives, a recognition airplane of the aircraft carrier Essex drew near to the hostile team and, at 8.30 o'clock, it signalled the composition of it. All the Japanese manoeuvres to deceive the adversary became of hit vain and sterili. 

The time was very bad; pluvius saturated clouds were dragged low on the water, limiting the visibility to 2000 metri. s

Those atmospheric conditions would have been extremely favorable if the Americans had not possessed perfezionatissimi radar that him some densest clouds.

The team nipponica continued the rout to 24 knots completing ample zig-zag. 

The Yamato, that possessed only by now 2 of it on the normal strength of 7 embarked hydroplanes, catapulted one of the instruments to avoid that inutilmente.  was destroyed

The Yahagi imitated her/it few minute dopo. 

The two Japanese instruments from recognition went to ammarare in the not distant base of Ibusuki.

At 9 o'clock the fighter torpediniere Asashimo signalled to have boredoms to the cars and later decreased immediately the speed and he/she remained back more and more.

Toward the 10 it came even lost of vista. 

In that same moment, the two only fighters Zero of escort they returned in Japan, having reached the ceiling of their ray of action.

At 10.30 o'clock the American admiral Turner gave order to rear-admiral Morton Deyo's fleet to intervene between Okinawa and the signal Japanese ships, 6 old battleships, 7 cruisers and 21 destroyer they took north-north-west position of Okinawa and aspettarono. 

In the meantime, from the American aircraft carriers and from the new base of Kerama Retto, they took off numerous recognition airplanes and, from the 11 in then, the contact was maintained in permanenza. 

The first arrivals signalled that the hostile fleet sailed to 22 knots with south rout.

The look-outs of the Yamato perceived numerous American instruments but none of them drew near to course of the artilleries and the Japanese impotenti.  they remained

As the times they were distant in which the bright Zero they sent away the intrusi! s

At 11.3° o'clock the station radio of Love me Or Shima it signalled that 25° aerial Americans directed him to north-ovest. 

The islands Love me Or Shima they are situated to a bystander of the distance that separates Okinawa from Kyushu and they came therefore to be himself/herself/themselves on the direction followed by the American attackers.

An express calculation determined that the attack would have happened toward the 12.20. 

The team nipponica adopted the necessary dispositions; speed was brought to almost 3° knots and the distance among the ships to 5000 meters.

Usual  Precauzioni in case of attack aereo. 

All the artillerymen nipponicis aimed too much the pieces toward the sky and the rare effective radars you/they were directed in the probable direction of the enemy.


LE PIU' GRANDI BATTAGLIE NAVALI / NAVAL BATTLES


BATTAGLIA DI OKINAWA / NAVAL BATTLE OF OKINAWA


STORIA DELLA BATTAGLIA DI OKINAWA / HISTORY OF THE BATTLE


NAVI DA GUERRA


PORTAEREI NELLA STORIA

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