BATTAGLIA NAVALE DI LEYTE

(23 - 26 OTTOBRE 1944)

NAVAL BATTLE OF LEYTE  (23 - 26 October 1944)


BATTAGLIA NAVALE DI CAPO ENGANO

- NAVAL BATTLE OF CAPE ENGANO -

(26 OTTOBRE 1944)


STORIA / HISTORY


LA BATTAGLIA SI CONCLUDE

La terza ondata di attacco americana decollò alle 11.45 e giunse verso le 13 sopra la Kido Butai. Questo attacco fu uno dei più precisi della giornata e nello spazio di pochi istanti tre siluri colpirono la Zuikaku e tre bombe raggiunsero la Zuiho.

Alle 13.10 una quarantina di aerei si accanirono con particolare foga contro la Zuiho che pareva godere di una insolente invulnerabilità. Pur essendo in preda alle fiamme conservava una grande velocità, ma alle 13.30 fu mortalmente colpita.

Gli apparecchi americani rientrarono e scorsero, passando, la Zuikaku che si capovolgeva e colava a picco alle 14.14. Con essa affondava l'orgoglio della flotta giapponese e la migliore portaerei mai costruita dai nipponici.

La quarta ondata di attacco americana, formata da un minor numero di apparecchi, partì alle 13.15 e giunse alle 14.45 sul grosso delle forze di Ozawa. Scelse per obiettivo la corazzata Ise, ma la nave di linea nipponica oppose un tiro contraereo estremamente intenso che mise in seria difficoltà gli aviatori americani. Nessuna bomba la raggiunse nonostante l'accanimento dei piloti americani. 27 apparecchi attaccarono invece la Zuiho e le infersero il colpo di grazia ed infatti la nave scomparve alle 15.26 affondando.

La quinta ondata di attacco americana partì dalle proprie portaerei alle 16.10 e raggiunse gli obiettivi verso le 17. Prese di mira l'Ise ma quest'ultima, comandata in maniera magistrale dal contrammiraglio Nakase effettuò tali manovre per sottrarsi agli attacchi e sparò con tanta frenesia da riuscire ad evitare ben 34 bombe!

L'altra corazzata ibrida, la Hyuga, riuscì anch'essa a sfuggire agli americani. In quel momento la Kido Butai era stata dispersa e si scaglionava su un'estensione dio almeno 60 miglia, ma 12 navi delle 17 iniziali, galleggiavano ancora.

Un sesto ed ultimo attacco aereo verso le 18 non causò alcun danno. L'aviazione americana aveva perso, nel corso di questi attacchi, soltanto 10 aerei.

Quando alle 11:15 Halsey fece virare verso sud la Task Force 34, distaccò da essa un gruppo di 4 incrociatori (Wichita, New Orleans, Santa Fe e Mobile) e 9 cacciatorpediniere agli ordini del contrammiraglio Laurance T. Du Bose (Task Group 30.3), inviandolo a finire i relitti delle unità di Ozawa già colpite: le navi di DuBose trovarono lo scafo della portaerei Chiyoda, che si trovava ad essere la più arretrata delle navi di Ozawa e lo colarono a picco alle 16:25 con la perdita di tutto l'equipaggio; intorno alle 19:00 le unità statunitensi agganciarono un gruppo di tre cacciatorpediniere giapponesi, ma dopo una lunga lotta riuscirono ad affondarne solo uno, lo Hatsuzuki, alle 20:59.

Du Bose, fiero dei suoi successi riportati, ordinò alle 21.30 di dirigere nuovamente a sud per raggiungere il gruppo delle portaerei. Non poteva immaginare di aver impartito un ordine geniale che salvò le sue navi dalla distruzione.

Infatti quando alle 20.41 Ozawa ricevette il messaggio disperato dell'Hatsukui, non esitò un istante e distaccò un potente gruppo per accorrere in appoggio dei cacciatorpediniere impegnati. Le corazzate Ise e Hyuga, l'incrociatore leggero Oyodo e un cacciatorpediniere spinsero la velocità a più di 20 nodi, dirigendo a sud, ma quando giunsero sul luogo del dramma, videro soltanto alcuni rottami che galleggiavano sulla superficie del mare.

Il gruppo nipponico proseguì la rotta sperando di impegnare in un combattimento notturno gli americani ma alle 23.30, non avendo ancora scorto nulla, fece un'inversione di rotta e risalì a nord. Due aerei della Independence lo scorsero e ne segnalarono la posizione ma Du Bose era troppo lontano per poterlo raggiungere prima di giorno.

D'altra parte il gruppo americano era troppo debole per affrontare i grossi calibri giapponesi e si sarebbe trovato, alla luce del sole, nel raggio di azione degli aerei giapponesi di Formosa e di sakishima Gunto.

 L'ultima perdita della Kido Butai fu l'incrociatore giapponese Tama: già danneggiato e rimasto isolato, fu individuato ed affondato dal sommergibile Jallao alle 23:10 del 25 ottobre.

La mattina del 26 ottobre i ricognitori di Halsey furono in grado di localizzare la squadra di Kurita intenta a ritirarsi verso ovest ed a partire dalle 8:10 le navi giapponesi furono sottoposte a nuovi raid aerei: l'incrociatore leggero Noshiro fu colpito più volte ed infine affondò al largo di Panay alle 11:13, mentre il cacciatorpediniere Hayashimo, danneggiato da attacchi aerei il 25 ottobre e rimasto indietro, fu colpito nuovamente e fatto arenare al largo di Caluya. L'incrociatore pesante Kumano, privo della prua, fu colpito da una bomba ma riuscì a rifugiarsi nel porto di Manila; gravemente danneggiato, non fu in grado di lasciare le Filippine e fu infine affondato in un attacco aereo il 25 novembre 1944.

A parte alcuni attacchi aerei senza danni il 27 ottobre, l'unità di Ozawa rientrò indisturbata in Giappone.

Ebbe così termine la più importante battaglia aeronavale della guerra del Pacifico e forse di tutti i tempi.


BATTAGLIA NAVALE DI LEYTE / NAVAL BATTLE OF LEYTE


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