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SG nelle sfide del futuro della Basilicata.

 

di Giovanni Nicodemo

 

La sfida generazionale che abbiamo di fronte ci chiama ad uno sforzo politico nuovo a cui si deve dedicare un organizzazione matura con un progetto politico convincente e una definita idea di futuro.

I termini del nostro impegno debbono riempirsi di nuovi contenuti perché oggi siamo chiamati a pensare ad una regione nuova, in grado di offrire opportunità di futuro alle giovani generazioni lucane.

Dobbiamo rinnovare la dialettica all’interno dell’organizzazione, costruendo un confronto dinamico sui temi dello sviluppo della Basilicata. Ho volutamente dedicato la prima fase del mio impegno nell’esecutivo regionale a descrivere – anche se sommariamente – le criticità del sistema produttivo lucano, a riprendere i numeri molto preoccupanti dello spopolamento giovanile dal mezzogiorno, a evidenziare la sostanziosa emigrazione intellettuale che interessa la nostra regione. Non sono state analisi sporadiche, - spero che nessuno le abbia lette in quel senso - .

Ogni analisi sostiene le domande: quale futuro in Basilicata? Quale futuro per la Basilicata?

Lo sforzo che dobbiamo compiere ritengo sia proprio questo, ossia partire da queste domande per definire il nuovo progetto politico della Sinistra Giovanile di Basilicata.

La sinistra giovanile in Italia si e’ retta in questi anni grosso modo su un modello di organizzazione che guarda ai giovani in una società che cambia.

Va indagata però, la profonda incapacità di proporre un modello dinamico, capace di non dare soltanto una lettura della questione generazionale, ma in grado di strare con pragmatismo e con un progetto serio e maturo sui termini di una società che cambia complessivamente.

Sono dell’avviso che si deve concepire la sinistra giovanile come un’organizzazione che ha come punto d’appoggio un soggetto sociale - i giovani – portatore di un progetto generale.

Un progetto che chiaramente non può soltanto essere una elencazione di strumenti materiali che debbono rivolgersi ai giovani. La questione generazionale si fonda su presupposti profondi e non trascurabili.

Indagare il senso di un secolo che cambia non significa soltanto considerare gli effetti che si ripercuotono sulla quotidianietà di una nuova generazione, ma prima di tutto le cause e l’ordinata progressione dei fenomeni.

Non e’ sufficiente dire che il giovane lavoratore precario ha bisogno di diritti, serve capire il senso della flessibilizzazione del mercato del lavoro, e come bisogna adeguare un sistema di diritti e tutele ad una nuova dimensione che non si incontra con le vecchia garanzie.

Questione generazionale non e’ solo i diritti e le garanzie da pretendere, ma anche la realtà in cui i giovani si proiettano. E’ come governare un cambiamento per costruire una società a misura dei nostri bisogni.

Dobbiamo fare i conti con una nuova società, e per questo dobbiamo inserirci nel dibattito politico del paese costruendo una nostra idea di politica, capace di progettare il futuro.

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Non possiamo ancora per molto fare finta di non vedere una cosi stringente domanda di prospettive.

La sfida della regione Basilicata non si chiude con il consolidamento di un sistema di offerta formativa agevolato; dobbiamo iniziare a pensare al futuro di quel giovane che avrà raccolto l’opportunità dell’alta formazione che la regione Basilicata gli ha servito; perché dopo la formazione per quel giovane in Basilicata c’e’ il deserto.

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Dobbiamo iniziare a dialogare con gli enti locali; con le amministrazioni comunali, non soltanto per migliorare e far crescere gli strumenti di protagonismo delle giovani generazioni, come i Forum Comunale, ma anche per costruire un nuovo e più lungimirante indirizzo della gestione delle risorse.

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Dobbiamo iniziare a dialogare con l’impresa lucana e con i sindacati. Scendere in campo laddove i diritti sono negati, e contribuire all’individuazione degli strumenti che permettano all’impresa lucana di competere nel nuovo mercato internazionale, un’impresa sostanzialmente inerme dinanzi alle sfide della globalizzazione.

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Anche questi sono i termini della questione generazionale.

Sono convinto che l’organizzazione che si e’ plasmata con le esperienze esaltanti prima di Piero Lacorazza ed oggi di Roberto Speranza, e’ abbastanza matura per raccogliere queste sfide.

Siamo vicini ad un nuovo congresso in cui i temi dell’agenda politica dovranno essere questi. Non sarà male costruire un vivace dibattito precongressuale.

Può essere questa anche la formula per comprendere le criticità profonde dell’organizzazione e le sue potenzialità.

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Il tempo e’ maturo per cambiare il registro linguistico della sinistra giovanile lucana, per un nuovo confronto serrato tra i diversi profili dell’organizzazione, per un nuovo passo innanzi.

Ognuno di noi però dovrà inserirsi in questo dibattito umilmente chiedendosi cosa può dare all’organizzazione e non cosa l’organizzazione può dargli.

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Io voglio raccogliere questa sfida e voi?

 

GIOVANNI NICODEMO

RESPONSABILE ECONOMIA E LAVORI

SEGRETERIA REGIONALE SG BASILICATA

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