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La rassegnazione dell'essere apolitici.

     

“Nella realtà tutto è reale”. Generalizzazione semplicistica e menzognera, piuttosto volgare.
Quasi tutte le realtà sociali sono nate da realtà non esistenti, se non nella facoltosa mente di qualcuno. Le realtà reali si avvicinano, a volte sfiorano fino a ferire le realtà create nelle menti, ma sono solo delle approssimazioni a volte non veritiere.
Alcune possenti avanguardie hanno trasmesso le loro idee senza un’azione diretta, rimanendo estranee alla realtà parallela di quel lasso di spazio-tempo. Altre hanno analizzato, studiato, valutato per poi proporre la loro soluzione. Altre erano inconsapevoli, altre erano inutili.

Nell’odierna concezione di democrazia è più semplice affidarsi ad altri nelle scelte, che essere i fautori di un’idea.
Se poi l’idea comune rispetto ai grandi temi va contro gli interessi di pochi facoltosi immeritevoli, vedi idea di pace, vedi libertà d’espressione, per paradosso chi da noi è stato eletto non ci ascolta e continua per la strada che più gli fa comodo.

La gente manifesta, si aggrappa agl’arcobaleni, ma quando i gestori dell’informazione decidono che è finito il tempo della notizia, il silenzio attanaglia tutto e gli arcobaleni come per mistero non sono più sulle grate dei balconi, sui davanzali, sulle spalle di chi esprime la propria idea, ma finiscono nelle cantine.
Nell’odierna concezione di democrazia, i partiti che dovrebbero essere i garanti di quella parola che non rispecchia la realtà reale, fanno di tutto per allontanare chiunque non diventi schiavo di decisioni prese nelle CAMERE DEL POTERE.

Noi vogliosi di impegnarci, di aiutare, di esprimerci stiamo in un angolo in silenzio, finchè qualcuno ci farà una proposta allettante e noi non potremo rifiutarla.
Il nostro silenzio è figlio illegittimo della paura, del terrore;
Il nostro silenzio è nipote dell’incertezza, di un futuro che non c’è;
Il nostro silenzio è consapevole che il sistema partitico, spesso inadeguato, possa intaccare la fedina del singolo, che utilizzi impropriamente le Camere del Potere per svantaggiare qualcuno e favorire altri.


Si alza una bandiera bianca con impresso a larghi caratteri :
- IO COSI’, PERO’ A VOI LA SCELTA -

Non si interagisce con i canali delle decisione per imprimere il proprio “io così”, ma lo si porta avanti come idea pura, apparentemente al di fuori della contaminazione, per semplice paura che l’idea, l’affermazione non sia del tutto giusta oppure non sia accettata, o per rassegnazione dovuta alle esperienze.

Nella società italiana moderna, per le realtà reali giovanili moderne, è sempre più difficile schierarsi in un ambito partitico, perché sempre più facile è tralasciare problematiche che apparentemente non appartengono all’essenza della scelta, sempre più facile è abbandonare un’ideologia che aiuta e vigila nelle scelte dei singoli, dà un appiglio quando apparentemente non c’è ne sono, crea un’idea libera al di fuori dei condizionamenti momentanei, dei condizionamenti dovuti a imposizioni partitiche che spacciano l’interesse di partito, o peggio l’interesse dei singoli, come interesse di tutti, come finalità comune;
Finalità comune che per assioma dovrebbe essere la crescita e il miglioramento sociale e di tutti, che per assurdo, ora come ora, è la crescita degl’interessi di partito, o peggio la crescita dei singoli.


L’ideologia, qualsiasi essa sia, è vista solo come ingombro sterico, come pesante fardello che limita le possibilità ;
L’impegno, a sua volta, è visto come negl’esempi di grammatica elementare :- Non posso venire, sono impegnato!-

L’ideologia non è per forza ingombrante e limitante, a volte può aiutare a superare i limiti della realtà reale, può permettere di esplicare a pieno la propria volontà.
L’impegno sociale, a nostro avviso, è una delle nobiltà che spesso sono latenti in determinate realtà come quelle che viviamo ( realtà giovanile, Sud, Sud del Sud,Valle del Mercure).

In questo è in altro c’è la rassegnazione dell’esser apolitici, nei giovani e nei meno giovani, che per verità rispecchia una volontà apartitica dei singoli, perché sono due i principali elementi di contaminazione:

  -      Gli interessi figli del potere;
  -   La fascinazione morbosa e perversa dell’uomo in genere nei confronti del potere;


Volente o nolente la politica, deve esser fatta all’interno di contenitori appropriati, perché si corre il rischio di accentuare questi due elementi in un futuro molto prossimo, con conseguente peggioramento delle condizioni generali di vita e di libertà.

Con la rassegnazione dell’esser apolitici, si corre il rischio di superare il limite della costruttività e della crescita, per affluire nelle correnti di pensiero delle Anime Dannate, quelle correnti di cui odi sempre il lamento, correnti che spesso sono estremizzazione del concetto individualista, lamenti giustificabili, ma non supportate da una piccola o grande vena propositiva; lamenti che generalmente sono poco ascoltati perché non interagiscono, non si confrontano con le altre, che portano avanti una realtà assoluta semplicemente perché non hanno i luoghi, i modi, i mezzi e la volontà per aprire dibattiti moderati e critici, se possibile costruttivi. Correnti che non hanno l’informazione perché quella ha dei canali preferenziali, perché l’informazione più veritiera e trasparente possibile è semplice utopia e non dipende dalle opinioni dei singoli operatori, ma da linee editoriali che hanno subito in tutto e per tutto il passaggio dal vecchio al nuovo giornalismo, un nuovo che come diceva Bocca*, non è migliore del precedente perché basato troppo sull’economia di scala, sui grandi numeri e sull’accattivante metodo della quantità, rispetto alla qualità, che non informa, ma si spinge oltre…vende un’idea e la vende a colori in una forma accattivante.


*la moda è il termine statistico più frequente in una rilevazione
*G.Bocca - il padrone in redazione -


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