LA CASA DEI GIOCHI

Dissanguamento

Era una credenza comune che il potere di una strega potesse essere annullato dal dissanguamento o dalla purificazione tramite fuoco del suo sangue. Le streghe condannate erano 'segnate sopra il soffio' (sfregiate sopra il naso e la bocca) e lasciate a dissanguare fino alla morte.

Il Rogo

Una delle forme più antiche di punizione delle streghe era la morte per mezzo di roghi, un destino riservato anche per gli eretici. Il rogo spesso era una grande manifestazione pubblica. L'esecuzione avveniva solitamente dopo breve tempo dall'emissione della sentenza. In Scozia, il rogo di una strega era preceduto da giorni di digiuno e di solenni prediche. La strega prima veniva strangolata e poi il suo corpo (a volte il suo corpo in stato di semi-incoscenza) era, a volte, scaricato in un barile di catrame prima di venire legato a un palo e messo a fuoco. Se la strega, nonostante tutto, riusciva a liberarsi e a tirarsi fuori dalle fiamme, la gente la respingeva dentro.

Pulizia dell'anima

Era spesso creduto, nei paesi cattolici, che l'anima di una strega o di un eretico fosse corrotta, sporca e covo di quanto di contrario ci fosse al mondo. Per pulirla prima del giudizio, qualche volta le vittime erano forzate a ingerire acqua calda, carbone, perfino sapone. La famosa frase 'sciacquare la bocca con il sapone' che si usa oggi, risale proprio a questa tortura.

Immersione dello sgabello

Questa era una punizione che più spesso era usata nei confronti delle donne. Volgarmente sgradevole, e spesso fatale, la donna veniva legata a un sedile che impediva ogni movimento delle braccia. Questo sedile veniva poi immerso in uno stagno o in un luogo paludoso. Varie donne anziane che subirono questa tortura morirono per lo shock provocato dall'acqua gelida. L'immersione dello sgabello era usato per le streghe in America ,e in Gran Bretagna come punizione per crimini minori; prostitute e recidivi.

La Garròtta

Non è altro che un palo con un anello in ferro collegato. Alla vittima, seduta o in piedi, veniva fissato questo collare che veniva stretto poi per mezzo di viti o di una fune. Spesso si rompevano le ossa della colonna vertebrale.

Impalamento

E' una delle più rivoltanti e vergognose torture concepite dalla mente umana. Veniva attuata per mezzo di un palo aguzzo inserito nel retto della presunta strega, forzato a passare lungo il corpo per fuoriuscire dalla testa o dalla gola. Il palo era poi invertito e piantato nel terreno, così, queste miserabili vittime, quando non avevano la fortuna di morire subito, soffrivano per alcuni giorni prima di spirare. Tutto ciò veniva fatto ed esposto pubblicamente.

La fanciulla di ferro o Vergine di Norimberga

Era una specie di contenitore di metallo con sembianze umane (di fanciulla appunto) con porte pieghevoli. Nella parte interna delle porte erano inseriti delle lame metalliche. I prigionieri venivano chiusi dentro in modo che il loro corpo fosse esposto a queste punte in tutta la sua lunghezza. Naturalmente questa macchina era progettata per non dare subito la morte che sopraggiungeva lentamente fra atroci dolori.

Annodamento

Questa era una tortura specifica per le donne. Si attorcigliavano strettamente i capelli delle streghe a un bastone. Quando l'inquisitore non riusciva ad ottenere una testimonianza si serviva di questa tortura; robusti uomini ruotavano l'attrezzo in modo veloce provocando un enorme dolore e in alcuni casi arrivando a togliere lo scalpo e lasciando il cranio scoperto. Questa tortura era usata in Germania contro gli zingari (1740-1750) e in Russia con la Rivoluzione Bolscevica nel 1917-1918.

Mastectomia

Alcune torture erano elaborate non solo per infliggere dolore fisico ma anche per sconvolgere la mente delle vittime. La mastectomia era una di queste. la carne delle donne era lacerata per mezzo di tenaglie, a volte arroventate. Uno dei più famosi casi che si conosca in cui fu usata questa tortura era quello di Anna Pappenheimer. Dopo essere già stata torturata con lo strappado, fu spogliata, i suoi seni furono strappati e, davanti ai suoi occhi, furono spinti a forza nelle bocche dei suoi figli adulti... Questa vergogna era più di una tortura fisica; l'esecuzione faceva una parodia sul ruolo di madre e nutrice della donna, imponendole un'estrema umiliazione.

Ordalìa del Fuoco

Prima di iniziare l'ordalìa del fuoco tutte le persone coinvolte dovevano prendere parte a un rito religioso. Questo rito durava tre giorni e gli accusati dovevano sopportare benedizioni, esorcismi, preghiere, digiuni e dovevano prendere i sacramenti. Dopodichè si veniva sottoposti all'ordalìa aveva inizio: gli accusati dovevano trasportare un pezzo di ferro bollente per una certa distanza. Il peso di questo peso era variabile: si andava da un minimo di circa mezzo chilo per reati minori, fino a un chilo e mezzo.

Un altro tipo di ordalìa del fuoco consisteva nel camminare bendati e nudi sopra i carboni ardenti. Le ferite venivano coperte e dopo tre giorni una giuria controllava se l'accusato era colpevole o innocente. Se le ferite non erano rimarginate l'accusato era colpevole, altrimenti era considerato innocente. Si poteva aver salva la vita però: corrompendo i clerici che dovevano officiare la prova si poteva fare in modo che ferro e carboni avessero una temperatura sufficientemente tollerabile.

Ordalìa dell'Acqua

In questo tipo di ordalìa l'acqua simboleggia il diluvio dell'Antico Testamento. Come il diluvio spazzò via i peccati anche l'acqua 'pulirà' la strega. Dopo tre giorni di penitenze l'accusata doveva immergere le mani in acqua bollente, alla profondità dei polsi. Spesso erano costrette a immergerle fino ai gomiti. Si aspettava poi tre giorni per valutare le colpe dell'accusata (come per l'ordalìa del fuoco).

Veniva messa in pratica anche un'ordalìa dell'acqua fredda. Alla strega venivano legate le mani con i piedi con una fune, in modo tale che la posizione non fosse certo propizia per rimanere a galla. Dopodichè veniva immersa in acqua; se galleggiava era sicuramente una strega in quanto l'acqua 'rifiutava' una creatura demoniaca, se andava a fondo era innocente ma difficilmente sarebbe stata salvata in tempo.

Il Forno

Questa barbara sentenza era eseguita in Nord Europa e assomiglia ai forni crematori dei nazisti. La differenza era che nei campi di concentramento le vittime erano uccise prima di essere cremate. Nel diciassettesimo secolo più di duemila fra ragazze e donne subirono questa pena nel giro di nove anni. Questo conteggio include anche due bambini.

La Pera

La Pera era un terribile strumento che veniva impiegato il più delle volte per via orale. La pera era usata anche nel retto e nella vagina. Questo strumento era aperto con un giro di vite da un minimo, a un massimo dei suoi segmenti. L'interno della cavità in questione era orrendamente mutilato e spesso mortalmente. I rebbi costruiti alla fine dei segmenti servivano meglio per strappare e lacerare la gola o gli intestini. Quando applicato alla vagina i chiodi dilaniavano la cervice della povera donna. Questa era una pena riservata a quelle donne che intrattenevano rapporti sessuali col Maligno o i suoi familiari.

La Pressa

Anche conosciuta come pena forte et dura, era una sentenza di morte. Adottata come misura giudiziaria durante il quattordicesimo secolo, raggiunse il suo apice durante il regno di Enrico IV. In Bretagna venne abolita nel 1772.

La Cremagliera

Era un modo semplice e popolare per estorcere confessioni. La vittima veniva legata su una tavola, caviglie e polsi. Rulli erano passati sopra la tavola (e in modo preciso sul corpo) fino a slogare tutte le articolazioni..

La Ruota

In Francia e Germania la ruota era popolare come pena capitale. Era simile alla crocifissione. Alle presunte streghe ed eretici venivano spezzati gli arti e il corpo veniva sistemato tra i raggi della ruota che veniva poi fissata su un palo. L'agonia era lunghissima e poteva anche durare dei giorni.

La Strappata

Una delle più comuni e anche una delle tecniche più facili. L'accusato veniva legato a una fune e issato su una sorta di carrucola. L'esecutore faceva il resto tirando e lasciando di colpo la corda e slogando, così, le articolazioni.

Lo Squassamento

Era una forma di tortura usata insieme alla 'strappata'. L'accusato qui veniva sempre issato sulla carrucola, ma con dei pesi legati al suo corpo che andavano dai 25 ai 250 chili. Le conseguenze erano gravissime.

Lo Strangolamento

Consisteva nello strangolare le streghe prima di metterle a rogo.

Tormentum Insomniae

Consisteva nel privare le streghe del sonno. Matthew Hopkins la usava in Essex. La vittima, legata. era costretta a immersioni nei fossati anche durante tutta la notte per evitare che si addormentasse.

Il Triangolo

Altro terribile strumento di tortura analogo alla 'Pera' e all''Impalamento. L'accusato veniva spogliato e issato su un palo alla cui estremità era fissato un grosso oggetto piramidale di ferro. La presunta strega veniva fatta sedere in modo che la punta entrasse nel retto o nella vagina. Alla fine alla poveretta venivano fissati dei pesi alle mani e ai piedi...

Le Turcas

Questo mezzo era usato per lacerare e strappare le unghie. Nel 1590-1591 John Fian è stato sottoposto a questa e altre torture in Scozia. Dopo che le sue unghie vennero strappate, degli aghi furono inseriti nelle sue estremità.

La Culla della Strega

Questa era una tortura a cui venivano sottoposte solamente le streghe. La strega veniva chiusa in un sacco poi legato a un ramo e veniva fatta continuamente oscillare. Apparentemente non sembra una tortura ma il dondolìo causava profondo disorientamento e aiutava a indurre a confessare. Vari soggetti hanno anche sofferto durante questa tortura di profonde allucinazioni. Ciò sicuramente ha contribuito a colorire le loro confessioni.

IL PIFFERO DEL BACCANARO

Il termine è stato rinvenuto in alcuni rari documenti italiani del '700.Questa singolare invenzione veniva usata per reati minori, litigiosità, disturbo alla comunità, turpiloquio e bestemmia.Veniva applicato per durate variabili al collo del reo e le dita erano serrate nell'apposita morsa.Si usava anche per punire quei "cattivi musicisti" che con musiche scadenti avevano offeso l'orecchio dei nobili.

LA BERLINA

Sorgeva nei luoghi di mercato o all'entrata delle città ed era uno strumento considerato obbligatorio nel Medio Evo, in quasi tutti i Paesi d'Europa.Questo ed alcuni marchingegni, come i ceppi o le maschere d'infamia, fanno parte di tutta una serie di punizioni corporali che dovevano costituire il giusto castigo per l'interessato e servivano da ammonimento ed esempio per gli altri.Si tratta di pene che hanno uno scopo ben preciso: non infieriscono per infierire, ma per difendere la comunità contro le intemperanze degli "irregolari".La berlina era riservata ai mentitori, ai ladri, agli ubriaconi, alle donne litigiose ed era un castigo considerato lieve, ma spesso la pena diventava supplizio e tortura quando la vittima (col collo e le braccia immobilizzate) veniva stuzzicata, schiaffeggiata, molte volte ustionata e addirittura in alcuni casi orrendamente mutilata.Anche il solletico forzato ai fianchi e sul viso si trasformava in tortura insopportabile.In questi casi i confini fra le esigenze dell'ordine pubblico e le tendenze sadiche del piacere privato diventavano incerti.

COLLARE CON MANETTE (Cicogna snodata)

Nei secoli scorsi era molto importante "mantenere la reputazione" all'interno della comunità.Molte punizioni per reati minori potevano quindi essere incruente limitandosi ad esporre il reo al pubblico disprezzo (la più famosa è senz'altro la gogna, la cui sparizione ai giorni nostri deve far riflettere se non sia nel contempo decaduta anche l'etica in generale...).Il reo partecipava a cerimonie o processioni pubbliche indossando questo collare spinato, simbolo della sua colpa di fronte all'autorità.Come per la maggior parte delle manette in metallo, lo sfregamento contro la pelle nuda provocava non di rado la successiva morte per setticemia.

TAGLIAMANI

Questo tipo di supplizio non veniva usato solo nei casi di reati minori e quindi come espiazione "lieve", ma molto spesso durante l'interrogatorio, come tortura vera e propria.Soprattutto in Spagna era ricorrente l'usanza, invece di dare dimostrazione di clemenza, strangolando i condannati al rogo, di accanirsi ulteriormente contro le vittime, amputando loro la mano prima dell'esecuzione capitale.E' clamoroso l'esempio di un cantastorie, di nome Jean de la Vitte, processato nel 1459 a Langres, il quale pur non avendo confessato alcuno dei crimini ascrittigli, si trovò a subire la mutilazione della lingua prima e poi delle mani.Questo per impedirgli di raccontare o scrivere l'accaduto!Ciò nonostante il tribunale laico locale, consapevole della sua innocenza, sancì la sua condanna a morte per soffocare un pericoloso scandalo.Il fatto comunque venne risaputo, nonostante mancasse il testimone principale.

VERGINE DI NORIMBERGA

L'idea di meccanizzare la tortura è nata in Germania; è li che ha avuto origine "la Vergine di Norimberga".Fu cosè battezzata perchè, vista dall'esterno, le sue sembianze erano quelle di una ragazza bavarese, e inoltre perchè il suo prototipo venne costruito ed impiantato nei sotterranei del tribunale segreto di quella città.Il condannato veniva rinchiuso all'interno, dove affilatissimi aculei trafiggevano il corpo dello sventurato.La disposizione di questi ultimi era così ben congegnata che, pur penetrando in varie parti del corpo, non trafiggevano organi vitali, quindi la vittima era destinata ad una lunga ed atroce agonia.La prima testimonianza di una esecuzione avvenuta con la "Vergine" risale al 1515 ed è riportata da Gustav Freytag: nel suo "Bilder aus der deutschen vergangenheit" racconta della pena inflitta ad un falsario che rimase all'interno del sarcofago per tre giorni fra spasimi atroci.

ARMA DA SOLLETICO
SPAGNOLA

Della misura della mano di un uomo, quest'attrezzo veniva usato per ridurre a brandelli la carne della vittima e per scarnificarne le ossa, in tutti i punti del corpo: viso, addome, schiena, arti, glutei, seni.

MANNAIE PER DECAPITAZIONE

In abbinamento ai vari sistemi di tortura, venivano usati strumenti particolari per aumentare le sofferenze delle vittime ed accelerare le confessioni.Varie tenaglie e pinze dalle foggie più strane e bizzarre, spesso arroventate, erano lo strumento prediletto degli aguzzini per asportare brandelli di carne durante gli interrogatori.Alcune di queste, specialmente le più taglienti, servivano in modo particolare per mozzare la lingua ai condannati.

LO SCHIACCIAPOLLICI

Lo schiacciamento delle nocche è uno dei tormenti più semplici ma efficaci, già usato nei tempi più antichi.Un preciso disegno dell'epoca si può reperire nella Constitutio criminalis theresiana, l'anacronistico codice di procedure e di torture inquisitorie promulgato dall'Imperatrice Maria Teresa e pubblicato a Vienna nell'anno 1769, anno in cui la tortura era già stata da tempo abolita in Inghilterra, Prussia, Toscana e alcuni dei Principati minori.Questo manuale impose ai giudici di tutti i tribunali austriaci di sottoporre ogni accusato, che non volesse confessare spontaneamente, alle peinliche Fragen, i "quesiti penosi"; vale a dire di estorcere comunque una confessione mediante una serie di torture che venivano descritte e illustrate con precisione e con razionamento scientifico.Nel 1776, dopo solo sette anni di applicazione, la Constitutio venne abrogata dall'illuminato Giuseppe II, figlio dell'Imperatrice.

L'ACCHIAPPACOLLO

Armi tipiche da sbirri o secondini.Queste armi si distinguono da analoghi strumenti di uso militare per la funzione specifica a cui erano dedicate: il controllo e la repressione di rivolte di prigionieri disarmati, spesso nudi o seminudi.In particolare è interessante l'acchiappacollo: praticamente un robusto anello con dei chiodi sporgenti all'interno e un'apertura a trappola nel frontale.Un prigioniero che cerca di nascondersi fra la folla può venire facilmente bloccato con questo arnese; una volta "preso per il collo" non può più liberarsi ed è costretto a seguire docilmente il suo carceriere.Viene usato ancor oggi in vari paesi del mondo, eventualmente aggiornato in versioni che producono scosse elettriche.

I VIOLONI DELLE COMARI

Si tratta essenzialmente di una forma di tortura "blanda", con effetti soprattutto psicologici e "di immagine".Non si registrano infatti casi di menomazioni fisiche permanenti per l'uso di questo strumento.Questa pena veniva per lo più inflitta a persone colpevoli di calunnia e diffamazione. La vittima aveva le braccia bloccate ai polsi, all'interno delle due aperture più piccole, mentre il tutto veniva appeso al collo che era infilato nell'apertura maggiore.Così si otteneva una posizione di "preghiera".Possiamo comunque immaginare i terribili dolori, particolarmente ai gomiti, quando l'uso veniva prolungato anche per più giorni, creando inoltre problemi di carattere circolatorio.

FERRI DI TORTURA

In abbinamento ai vari sistemi di tortura, venivano usati strumenti particolari per aumentare le sofferenze delle vittime ed accelerare le confessioni.Varie tenaglie e pinze dalle foggie più strane e bizzarre, spesso arroventate, erano lo strumento prediletto degli aguzzini per asportare brandelli di carne durante gli interrogatori.Alcune di queste, specialmente le più taglienti, servivano in modo particolare per mozzare la lingua ai condannati.

SEDIA DELLE STREGHE

La sedia inquisitoria, comunemente detta sedia delle streghe, era un rimedio molto apprezzato per l'ostinato silenzio di talune indiziate di stregoneria.Tale attrezzo, pur universalmente diffuso, fu particolarmente sfruttato dagli inquisitori austriaci. La sedia era di varie dimensioni, diverse forge e fantasiose varianti; tutte comunque chiodate, fornite di manette o blocchi per immobilizzare la vittima ed, in svariati casi, aveva il pianale di seduta in ferro, così da poterlo arroventare.Riportiamo notizie di un processo dal quale risulta come l'uso di questo strumento potesse venir prolungato, sino a trasformarsi in vera e propria pena capitale.Nel 1693, a Gutenhag in Austria, si svolse il processo presieduto dal giudice Wolf von Lampertish, a carico della ciquantasettenne Maria Wukinetz indiziata del reato di strgoneria.La donna venne fatta sedere sulla sedia delle streghe per undici giorni ed undici notti consecutivamente, mentre, tramite l'uso di una piastra rovente (detta "Insletplaster"), le venivano bruciati i piedi.Maria Wukinetz decedette durante tali atroci torture, impazzita dal dolore, ma senza aver rilasciato alcuna confessione.

IL RAGNO DELLE STREGHE

Il famigerato "ragno delle streghe" temutissimo da tutte le inquisite, era lo strumento principe per indurre alla confessione anche le imputate più risolute e tenaci.Questo attrezzo, ideato certamente dal cervello di un sadico, era riservato esclusivamente per le "accusate" di stregoneria e serviva, per lo più rovente, a dilaniare i seni, la schiena e le natiche.

LO SCHIACCIATESTA

Questo strumento, di cui si hanno notizie gia' nel Medio Evo, pare che godesse di buona stima, specialmente nella Germania del Nord.Il suo funzionamento èmolto semplice: il mento della vittima era posto su un supporto di legno o ferro, poi la calotta veniva abbassata a vite sulla testa; prima si spezzavano gli alveoli dentari, poi le mascelle, quindi avveniva la fuoriuscita della materia cerebrale attraverso la scatola cranica.Con l'andare del tempo questo strumento ha perso la sua funzione di morte ed ha assunto quella inquisitoria e di tortura.In taluni paesi dell'America Latina, uno strumento molto simile a questo è in uso ancor oggi, anche se la calotta e gli appoggi inferiori sono imbottiti di materiale morbidissimo, che non lascia segni visibili sulla carne della vittima, ma che trova quest'ultima pronta a collaborare dopo solo pochi giri di vite.

LA SCARPA ALSAZIANA

Il piacere di complicarsi la vita porta gli antichi Inquisitori a ricorrere al lavoro dei piu valenti artigiani per produrre sempre nuovi strumenti di contenzione.Sono decisamente stravaganti e probabilmente unici questi ceppi che, come dimostra la fotografia, hanno la funzione di imprigionare saldamente i piedi dell'inquisito, "legandolo" a un altro reo.Probabile provenienza, lasciandosi guidare dalla denominazione:Francia 16-17 mo secolo

BOCK O CAPRONE DELLE STREGHE

Questo strumento, riservato per lo più ai sospetti di stregoneria o agli eretici, era realizzato in due diverse versioni.La prima consisteva in un blocco di legno a forma di piramide, mentre la seconda, meno letale, aveva l'aspetto di un cavalletto a costa tagliente.In ambedue i casi, l'indiziata veniva posta a cavalcioni di tale strumento sino a far penetrare la punta, nel primo caso, o lo spigolo nel secondo, direttamente nelle carni, squassando in modo spesso permanente, gli organi genitali.Quasi sempre poi venivano aggiunti dei pesi alle caviglie e sistemati scrupolosamente dei braceri o delle fiaccole accese sotto ai piedi.Troviamo l'uso di tale strumento nei verbali di un processo tenutosi a Bormio (SO) in Italia, nel 1673 a carico di certa Maddalena Lazari, durante il quale l'imputata venne sottoposta, per quattro mesi, a vari sistemi di tortura, senza che venisse raggiunto alcun esito.Questo fino a che il Magnifico Consiglio non decise di condannarla ad una seduta sul bock, della durata di quindici ore, con possibilità di proroga in caso di mancata confessione.La proroga non fu necessaria, in quanto la Lazari, dopo avere resistito alle altre torture, cedette a questa confessando quanto le veniva imputato, dopo le prime tre ore di trattamento.Malgrado ciò subì il bock per altre cinque ore, durante le quali dovette confermare la sua prima "spontanea" confessione.In seguito venne condannata alla pena capitale mediante decapitazione, seguita dal rogo e dalla successiva dispersione delle ceneri.

IL SUPPLIZIO DEL TRONO

Questo attrezzo consisteva in una specie di seggiola gogna, sarcasticamente definita "TRONO".L'imputata veniva posta in posizione capovolta, con i piedi bloccati nei ceppi di legno.Era questa una delle torture preferite da quei giudici che intendevano attenersi alla legge.Difatti la legislazione che regolamentava l'uso della tortura, prevedeva che si potesse effettuare una sola seduta, durante l'interrogatorio della sospetta.Malgrado ciò, la maggioranza degli inquisitori ovviava a questa normativa, definendo le successive applicazioni di tortura, come semplici continuazioni della prima.L'uso di questo strumento invece, permetteva di dichiarare una sola effettiva seduta, sorvolando sul fatto che questa fosse magari durata dieci giorni.Il "trono" , non lasciando segni permanenti sul corpo della vittima, si prestava particolarmente ad un uso prolungato.E' da notare che, talvolta, unicamente a questo supplizio, venivano effettuate, sulla presunta strega, anche le torture dell'acqua o dei ferri roventi.