Introduzione
Con l’avvento dell’autonomia
scolastica si sta sviluppando nelle scuole un nuovo atteggiamento, che è tipico
delle imprese, sia verso gli utenti (intesi anche come clienti) sia
nell’utilizzo delle risorse. Si cerca di esplicitare e innovare sempre più i
contenuti del servizio offerto e, rispetto alle risorse, si tende a garantire
degli standard di qualità e di produttività sempre più soddisfacenti. Anche se
riflettere sul proprio operato, in termini di sistema e in funzione di un
miglioramento del servizio, è per la scuola italiana un’avventura appena
iniziata, è tuttavia per essa un percorso oramai obbligato, visto che una parte
delle risorse può essere attinta anche dai privati e dai genitori e questi,
giustamente, chiedono una rendicontazione in ordine ai contributi versati.
Rendere conto delle proprie
scelte, dei propri risultati può essere motivo di preoccupazione e d’ansia per
gli operatori scolastici, tuttavia la consapevolezza di essere delle persone
che mettono in campo la loro professionalità non in modo solitario, ma in un
contesto di gruppo e per l’educazione dei giovani, che rappresentano il futuro
della nostra società, dovrebbe aiutare a superare sia stati d’ansia che
preoccupazioni.
Capire i contenuti
dell’autovalutazione della scuola e quali strumenti concreti utilizzare per attuarla
sono i due punti che cercheremo di sviluppare in modo semplice e, speriamo,
comprensibile anche per i non addetti ai lavori.
I concetti
d’autonomia e d’impresa sono alla base della nuova cultura
dell’organizzazione delle istituzioni scolastiche.
Non si deve temere pertanto di considerare la scuola
anche come un’ impresa, impresa intesa come sfida, ‘come consapevolezza della
difficoltà del problema da affrontare e tuttavia della risolutezza a misurarsi
con esso […]. Impresa che, in questo senso, può benissimo (anzi, deve) essere
riferita alla realtà della scuola come servizio pubblico’¹. La scuola è e resta una comunità
educante e come tale va valorizzata , difesa e sviluppata. Essa tuttavia
può cogliere dalla metafora dell’impresa alcuni elementi importanti proprio per
rivitalizzare se stessa in quanto comunità educante, per rispondere
positivamente ai nuovi impegni e alle nuove sfide che essa si trova ad
affrontare come istituzione scolastica autonoma, dotata di proprie risorse e
obiettivi specifici. “Un contratto per la
scuola dell’autonomia” è il titolo che i Sindacati confederali hanno dato
alla Piattaforma per il Contratto
della scuola 2002-2005, (per ulteriori approfondimenti, visita il sito. http://www.cgilscuola.it/) ed è proprio l’autonomia, afferma Piero Romei, ‘ lo strumento dell’imprenditorialità
scolastica tesa alla qualità del servizio offerto’². Se la qualità di
un’impresa si misura anche dalla qualità dei suoi prodotti, qual è il prodotto
della scuola se non il servizio d’insegnamento che essa offre agli allievi? La
scuola quindi che valuta se stessa e analizza il proprio prodotto deve tener conto
che in tale concetto sono contenuti due aspetti: ‘prodotto come output –il
servizio offerto, come risultato del processo di combinazione di risorse
diverse; prodotto come outcome –l’effetto, l’esito che la fruizione del
servizio induce nei destinatari’³. Nel momento in cui si valuta la qualità del
prodotto scolastico si dovrà tener conto sia dell’insegnamento sia
dell’apprendimento, non basta dimostrare che si insegna bene , ma anche che gli
scolari imparano bene e riescono ad utilizzare i loro saperi nell’ambito della
loro carriera scolastica e poi in quella lavorativa. E’ inoltre importante
valutare non solo il singolo insegnante, ma anche il gruppo di lavoro, la
scuola nel suo insieme, in quanto l’insegnamento non è il semplice risultato di
una sommatoria di compiti individuali, ma, soprattutto, il frutto di un lavoro
di progettazione collegiale.
Dalla metafora dell’impresa si ricavano alcuni
aspetti importanti: la scuola è un’organizzazione di persone che interagiscono
fra loro, in una situazione regolata, per la realizzazione di un compito
unitario, utilizzando una tecnologia (la professionalità docente) che si
presume adeguata al compito stesso.
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1 AA.VV., Organizzazione e qualità della scuola,
La Nuova Italia, Firenze, 1995.
2 Ibidem
3 Ibidem
Significato
Il termine valutazione può significare la
determinazione del valore di un bene o di un oggetto, come pure l’ acquisizione
di dati e informazioni che permettono di verificare l’efficacia di un
intervento educativo e del profitto di un allievo (Dizionario Zanichelli).
Se valutare, in senso lato significa
giudicare il valore di un oggetto, nel nostro caso questo oggetto è la scuola
e quindi la qualità del servizio da essa offerto. Essendo la scuola l’oggetto
della valutazione (e non parti di essa, cioè allievi, insegnanti, personale
amministrativo…) possiamo parlare di valutazione della scuola, ciò non
significa che nella fase della raccolta delle informazioni non si possano
analizzare singoli elementi (classi, studenti, team docenti…), però in un
secondo momento i dati raccolti vanno aggregati al fine di formulare un giudizio
globale, una valutazione della scuola nel suo insieme.
Tipi di valutazione e autovalutazione della scuola
La valutazione della scuola può essere interna
o esterna.
E’ interna
quando la scuola , mediante un’unità di
operatori interni ad essa, svolge l’attività di valutazione; è esterna quando
la valutazione è condotta da professionisti esterni .
Si parla di autovalutazione della scuola, ma
anche di autoanalisi ( Newfield, 1990), nel caso di valutazione interna
svolta dagli stessi docenti e capi d’istituto, che sono al tempo stesso
attori dell’azione che viene valutata e
soggetti preposti alla valutazione.
Valutazione della qualità della scuola
L’attività di autovalutazione della scuola è
finalizzata a controllarne la qualità in ordine ai vari elementi del suo
funzionamento. L’esame complessivo implica tuttavia la necessità, anche da un
punto di vista pratico, di operare scelte e stabilire priorità. E’ impensabile,
infatti, esaminare contemporaneamente tutti gli aspetti del funzionamento di
una scuola.
Per studiare il funzionamento di un’organizzazione
si può utilizzare il modello concettuale assimilabile alla scatola nera
che interagisce con l’esterno ricevendo risorse (tra le risorse va
compreso il contesto nel quale opera l’organizzazione) ed elaborando un prodotto:
RISORSE SCATOLA NERA (PROCESSO) PRODOTTO
Se vogliamo, ad esempio, esplicitare le risorse, dobbiamo indicare non solo
quelle direttamente connesse alla scuola, ( dirigente, insegnanti,
collaboratori amministrativi, rapporto alunni/docente, spesa per alunno, disponibilità
di risorse aggiuntive, supporto dei genitori…), ma anche il contesto, (scuola
urbana/rurale, condizioni socioeconomiche degli alunni, presenza di alunni
stranieri, dimensione e tipologia, servizi pubblici, rapporti con enti
locali…).
Un
controllo della qualità a piccoli passi
Misurare la qualità del servizio scolastico richiede
la rilevazione dei risultati sia dell’intero processo di erogazione che di ogni singola attività. Misurare
richiede tempo ed ha un costo. E’
importante perciò non ingombrarsi di
dati evitando di rilevare tutti gli eventi possibili, ma è bene procedere identificando alcuni elementi critici
(rivelatori, importanti, indicatori di punti di forza o di debolezza,…) e
verificare la possibilità di acquisire dati a riguardo e valutare la
possibilità di organizzarli e trattarli in modo corretto per avere informazioni
attendibili.
Misurare per migliorare
Il controllo della qualità va finalizzato in modo
chiaro, sin dall’inizio e senza ambiguità, al miglioramento della scuola . Se
si individua un deficit qualitativo bisogna cercare di identificare le
possibili cause per poterle poi
rimuovere e, così, ridurre o eliminare la difettosità.
Quali strumenti utilizzare
La scelta di uno strumento d’indagine dipende dalla
questione che si vuole studiare, ma anche dalle risorse disponibili e dalla
popolazione interessata alla ricerca. Nell’ambito della scuola gli strumenti
più diffusi di autovalutazione sono i test di profitto, i questionari, le
griglie di osservazione, le liste di controllo.
Validità , attendibilità e usabilità¹
Per utilizzare in modo adeguato un test di profitto
o un questionario, è importante verificare la validità, la precisione o attendibilità
e l’usabilità del mezzo scelto per fare la ricerca.
§
La
validità va riferita ai contenuti, ai criteri e ai costrutti (o attributi). La validità rispetto a un
contenuto mira a verificare il dominio di un argomento o la soddisfazione per
un particolare servizio. La validità rispetto ad un criterio, che ha ad esempio
carattere predittivo, cioè serve per prendere decisioni per il futuro, come
nell’orientamento o nella selezione, implica la necessità di un controllo
successivo, per vedere se la prova ha
funzionato o meno. La validità rispetto a un costrutto (o attributo), cioè
a qualità psicologiche, richiede l’uso
di sofisticate tecniche d’indagine ed è terreno di lavoro di esperti.
§
L’attendibilità
ossia la precisione con cui si rilevano
i dati. In una prova di profitto possono influenzare l’emozione, la
distrazione, le modalità di somministrazione, l’ambiguità nella formulazione,
la possibilità di copiare. Uno strumento, ad esempio ripetuto o somministrato
in forme equivalenti, è tanto più attendibile quanto meno differiscono,
o quanto più stabili sono, i punteggi ottenuti dalla stessa popolazione.
§
L’usabilità
è data dal suo concreto utilizzo sia in ordine alla facilità di somministrazione che ai tempi e ai costi della
stessa.
1 Per ulteriori
approfondimenti, AA.VV., L’autovalutazione
nella scuola, Bruno Mondadori, Milano, 2000
Le scale²
E’ possibile esprimere le
misure effettuate con questionari o test mediante quantità numeriche sintetiche
dette scale, che facilitano e semplificano la lettura dei dati. Esse
possono essere di diverso tipo (tipi di scale).
Per la valutazione del
sistema scolastico si ricorre spesso alla rilevazione degli atteggiamenti
distinti per lo più in 5 livelli che vanno da un totale accordo a un totale
disaccordo. Osserva la tabella:
AtteggiamentI Opinioni o affermazioni |
Sono d’accordo |
Sono quasi d’accordo |
Non so |
Sono quasi in disaccordo |
Sono in disaccordo |
L’informatica
va inserita nel curricolo ordinario |
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Aspetti
particolari connessi alle scale
di atteggiamento |
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