La Serenissima esce pesantemente sconfitta da Bregnano
La Serenissima esce sconfitta in modo
clamoroso dal campo di Bregnano, in una gara caratterizzata da madornali
errori difensivi. Pensare che il migliore in campo della Serenissima sia
stato un portiere che ha subito sei reti,
sembrerebbe folle, ma non è così. La gara si apre subito in
negativo con un'azione da sinistra, palla che colpisce la traversa e
rimbalza, sulla riga per i biancoverdi, ma non per l'arbitro che decide
per il gol, per la gioia dei locali. All'8' Colotta anticipa Manuel
Rossi (in campo al posto di Sedda, out nel riscaldamento) di pugno. Al
10' Forlini, vivacissimo folletto impegna Guastavino dal limite. Al 12'
una deviazione maligna fa rischiare l'autogol alla Bregnanese, palla in
angolo. Al 17' Forlini si infila in area, Guastavino respinge, la
Bregnanese ritenta e Chieregati salva sulla linea un gol già fatto. Al
28' ancora Forlini, questa volta non perdona, tiro dal limite e niente
da fare per Guastavino: 2-0. Al 30' ripartenza Serenissima a
sinistra con Rossi, gran traversone in area per De Venezia che al volo
di piatto accorcia le distanze. Passa solo un minuto e ancora Manuel
Rossi è protagonista, si gira dal limite e fulmina Colotta
nell'angolino: 2-2. La Serenissima con un doppio colpo micidiale ha
raddrizzato la gara. Ma passano solo 3' e Colombo, dopo un grossolano
errore difensivo, porta a 3 la Bregnanese, tutto da rifare. Al 45' la
Serenissima rischia ancora, ma il passante da sinistra non viene
raccolto da nessuno. Nella ripresa Gazzetta entra per Della Maddalena,
ma la sua gara dura solo 17', costretto ad uscire per infortunio. Al 5'
Guastavino protagonista due volte a deviare prima in angolo, poi
lateralmente le conclusioni dei comaschi. All'11' quarto gol della
Bregnanese, che entra in area da sinistra con Zanotta. Al 22' Forlini
chiude i conti siglando il 5-2 e Zanotta al 30' affonda del tutto la
Serenissima, per il devastante 6-2 fianle. Ora rimboccarsi le maniche e
lavorare, il campionato è lungo, e certe lezioni possono essere
paradossalmente salutari per scuotere una squadra, che deve fare un
piccolo
bagno di umiltà per risalire la classifica, visto che l'impegno in
allenamento comunque non è mai mancato e la dedizione dei ragazzi alla
squadra è fortemente sentito.
